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PubblicatoGioacchino Carletti Modificato 10 anni fa
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Un caso di afasia di Wernicke: perforazione della coscienza
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Signora K: 67 anni, sposata tre volte, rimasta vedova tre volte, madre di tre figli, classe sociale medio-bassa, grande lavoratrice, carattere indomito, risoluto e spigliato. Danno cerebrale nella regione parietale sinistra del capo, ematoma subdurale acuto in regione fronto-parietale e un’emorragia intracerebrale temporo-parietale sinistre, lesione emorragica nell’area medio-temporale
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Valutazione neuropsicologica
Riacquisizione dello stato di coscienza solo alla terza settimana dopo il trauma Prime fasi: gergofasia semantica (linguaggio fluente quasi completamente privo di senso), comprensione molto scarsa Discorso vuoto di tipo fluente con scarsità di sostantivi e parafasie verbali (parole usate in modo errato) Perduta capacità di sognare All’inizio del trattamento: Afasia amnestica (inabilità a trattenere il materiale audioverbale nella memoria di lavoro, cioè nella coscienza)
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Disfunzioni memoria di lavoro
Lettura semplice ma con limitata comprensione Scrittura fluente ma parafasica Memoria visuospaziale, funzioni percettive relative allo spazio, agnosia digitale, orientamento destra-sinistra intatte Quadrantanopsia superiore destra (cecità nell’angolo superiore destro del campo visivo)
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Osservazioni psicoanalitiche
La signora K presenta una personalità normale, nel complesso immutata rispetto a prima della lesione cerebrale, ad eccezione: Sindrome di Cotard transitoria al momento della riaquisizione dello stato di coscienza Continui tentativi con qualità di tipo compulsivo di ricostruire il trauma per riempire i vuoti nella sua continuità di vita soggettiva “Incapacità di pensare”, vuoti di coscienza al momento di esprimere il proprio pensiero, frequente perdita di consapevolezza continua del proprio sé e dei propri pensieri
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Prima indipendente adesso apprensiva, si agita al pensiero di andare da qualsiasi parte senza accompagnamento. Difficoltà a pensare, e ricordare le parole e gli avvenimenti Senso di estraneamento da sé stessa Associazione frequente tra le proprie difficoltà di parola e di pensiero a sensazioni relative al proprio aspetto fisico, a sentimenti di non sentire più se stessa come se fosse la persona di prima
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Percezione soggettiva del tempo anormale
Interferenze nella continuità del suo flusso di coscienza e nel senso di identità personale Questione metapsicologica: relazione tra le parole e le cose Nella signora k la confusione rispetto alle parole e il loro mancato reperimento si trasferiva all’ideazione rispetto agli oggetti concreti
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Mente sufficientemente integrata
Ben orientata rispetto alla realtà (sensazione di forte imbarazzo per la propria situazione e tentativi continui di migliorarla) Integrità dell’Io, dell’ideale dell’Io e delle funzioni e strutture super-egoiche Transfert: immagine positiva di sé, amore fraterno, terapeuta come Io ausiliario Progressi al termine della terapia: miglioramento della capacità verbale, del linguaggio e del pensiero, aumento della consapevolezza del proprio senso di sé, elaborazione del lutto Capacità di riflettere in modo razionale sulle proprie esperienze anomale e disturbanti
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Discussione Come diventano coscienti i nostri processi mentali? Secondo Freud attraverso la funzione linguistica, che stabilisce il collegamento fra i contenuti dell’Io e i residui mnestici delle percezioni visive e uditive. La signora K non era più in grado di attaccare le parole ai pensieri corrispondenti e di farli diventare consci.
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La signora K era in grado di registrare nuovi eventi percettivi esterni (sistema P intatto) ma aveva difficoltà a dirigere la coscienza su processi mentali provenienti dall’interno (sistema C difettivo). Percepiva uditivamente quello la le veniva detto ma non riusciva a determinarne il significato
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Questi meccanismi metapsicologici di base possono in via di principio essere individuati dinamicamente all’interno dei tessuti del cervello: Coscienza convessità prefrontale dorsolaterale sinistra Percezione regione medio-temporale sinistra
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Ciò che differenzia il caso del signor J da quello della signora K è che nel primo viene danneggiata la componente motoria della parola, mentre nell’altra si presenta un danno alla componente acustica del sistema funzionale delle “rappresentazioni delle parole”
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Concludendo: Le associazioni audioverbali portano i processi dell’Io alla coscienza
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