Scaricare la presentazione
PubblicatoTerenzio Lamberti Modificato 10 anni fa
1
FISIOLOGIA UMANA Dalla molecola … … all’uomo … alla cellula …
2
ambiente interno
4
Le cellule vivono in un mezzo liquido (extracellulare) a composizione costante: l’ambiente interno
L’ambiente esterno interagisce con quello interno (es.: temperatura)
5
OMEOSTASI: i processi che mantengono la costanza dell’ambiente interno e si basano su continui scambi: cellula membrana ambiente interno trasporto ambiente esterno
6
SONO COSTANTI (es.): temperatura, composizione elettrolitica (ioni), volumi, gas (O2, CO2), pH, materiali nutritizi. Tutte le variabili tendono a modificarsi: è necessario un sistema di controllo automatico.
7
Feedback negativo + - Perturbazione Variabile controllata Set point
effettore - sensore Feedback negativo
8
Feedback positivo + + Perturbazione Variabile controllata Set point
effettore + sensore Feedback positivo
9
Elementi del sistema di controllo
Controllore: in genere nel SNC Effettore: in genere cellule muscolari scheletriche, lisce (viscerali e vascolari) e cardiache Variabile regolata dipende dal sistema: es. temperatura, press. arteriosa, peso corporeo, posizione ... Sensore: recettore, vie afferenti Punto di riferimento (set point): elemento (in genere nervoso) non bene identificato.
10
La fisiologia studia le condizioni basali: condizioni da creare artificialmente in cui l’ambiente esterno non si modifica e l’attività è ridotta al minimo Ogni funzione fisiologica integrata (reale) richiede il coordinamento di molte funzioni. Esempio: il camminare La fisiologia studia gli adattamenti ad ogni deviazione dallo stato basale: per lo studio è necessario isolare singole deviazioni. Per la conoscenza bisogna integrare i singoli elementi La fisiologia studia i limiti delle possibilità di adattamento: possono aumentare (allenamento) o diminuire (età, malattia)
11
Testi consigliati: Fisiologia dell’uomo, P.E. di Prampero e A. Veicsteinas, Edi-ermes Milano, 2002 Dagli Abissi allo Spazio, Ambienti e limiti umani, a cura di G. Ferretti e C Capelli, Edi-ermes, Milano, 2008. Fisiologia Generale ed Umana II edizioen sulla IV americana, Rhoades – Pflanzer, Piccin, Italia Per consultazione: Fisiologia Medica, a cura di F Conti, aa.vv. Edi.ermes, Milano 2010.
12
MEMBRANA PLASMATICA - MEMBRANE DEGLI ORGANELLI
COMPOSIZIONE: bistrato fosfolipidico contenente enzimi, recettori, antigeni; proteine integrali ed estrinseche. LIPIDI: fosfolipidi, colesterolo, glicolipidi PROTEINE: asimmetria funzionale (pompe ioniche) TRASPORTO SENZA ATTRAVERSAMENTO DI MEMEBRANA : Fagocitosi, pinocitosi, esocitosi: formazione di vacuoli, fusione delle membrane anche fra vacuoli;
13
endocitosi E I
14
E I esocitosi
15
TRASPORTO MEDIATO DA PROTEINE
Più rapido; cinetica di saturazione; specificità; inibizione competitiva; possibile inibizione da altri fattori; TRASPORTO (DIFFUSIONE ) FACILITATO: non avviene contro gradiente (non consuma energia), ma è operato da proteine specifiche TRASPORTO ATTIVO: crea gradienti di concentrazione; consuma energia; trasporto attivo secondario (cotrasporto).
16
DIFFUSIONE leggi: 1) (x)2 = 2Dt x = distanza t = tempo D = coefficiente di diffusione il tempo necessario per percorrere la distanza x è proporzionale a D; il tempo di diffusione è inversamente proporzionale al quadrato della distanza.
17
2) D = kT/(6r) (equazione di STOKES EINSTEIN)
kT = energia cinetica media r = raggio molecolare = viscosità del mezzo Il coefficiente di diffusione D è proporzionale alla temperatura e inversamente proporzionale al raggio della molecola e alla viscosità del mezzo. Per molecole con PM (peso molecolare) > a 300 D è inversamente proporzionale a ( 3 PM) e a (2 PM) per le molecole più piccole
18
DIFFUSIONE ATTRAVERSO UNA MEMBRANA
3) J= DA*(c/ x) (prima legge di FICK) J = velocità netta di diffusione D = coefficiente di diffusione A = area della membrana c = gradiente di concentrazione x = spessore della membrana La velocità netta di diffusione attraverso una membrana è proporzionale al coefficiente di diffusione, all'area della membrana e al gradiente di concentrazione; è inversamente proporzionale allo spessore della membrana.
19
PERMEABILITA' DELLA MEMBRANA: alle molecole liposolubili; alle molecole idrosolubili.
Le molecole liposolubili sono permeabili in funzione della loro liposolubilità e seguono le leggi sopra enunciate. Le molecole idrosolubili attraversano la membrana solo se sono molto piccole (acqua), altrimenti la membrana è impermeabile, così come lo è per le molecole ionizzate. Per l'ingresso di queste molecole sono necessari trasportatori, in genere rappresentati da proteine (es. canali ionici, trasportatori di zuccheri e amino acidi).
20
OSMOSI: si verifica quando due ambienti contenenti molecole in soluzione sono separati da una membrana semipermeabile E’ semipermeabile una membrana che consenta il passaggio del solvente, non del soluto Qualunque membrana può comportarsi come semipermeabile nei confronti di alcune molecole e non di altre
21
membrana semipermeabile
soluzione solvente
22
10 mmHg
23
PRESSIONE OSMOTICA (PO) è la pressione che si oppone al passaggio del solvente ed è uguale e contraria alla forza di attrazione delle molecole del soluto su quelle del solvente. La PO è proporzionale alla differenza nel numero assoluto di particelle presenti in ogni ambiente, non al gradiente di concentrazione. A parità di concentrazione sono più attive le molecole più piccole (sono più numerose) e quelle dissociate (gli ioni aumentano il numero di particelle).
24
CONSEGUENZE FISIOLOGICHE DEI FENOMENI OSMOTICI
Le membrane cellulari si comportano come semipermeabili nei confronti delle molecole di cui non consentono il passaggio (sono permeabili all'acqua): in un ambiente povero di soluti (ipoosmotico) le cellule si rigonfiano, mentre si raggrinzano in ambiente iperosmotico.
25
CONSEGUENZE FISIOLOGICHE DEI FENOMENI OSMOTICI
Nell’organismo avvengono continui ed importanti scambi di acqua. Le forze che spostano l’acqua sono: Pressione idrostatica Pressione osmotica
Presentazioni simili
© 2024 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.