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PubblicatoMario Cossu Modificato 11 anni fa
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La Fondazione antropologica dellUomo: la Persona nella Comunità
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La Metodologia I Cercheremo di rigorizzare, sia la scelta dei termini, sia la ricerca del loro significato etimologico e fontale, per dare al nostro discorso una valenza il più possibile scientifica, nel senso di un sapere certo ed evidente in forza del suo perché proprio, adeguato e prossimo. Il sapere scientifico, infatti, richiede lapplicazione del metodo deduttivo e della sperimentazione a conferma o a confutazione delle tesi sostenute. È un percorso rigoroso.
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La Metodologia II Non possiamo, infatti, trarre conclusioni plausibili, se non applicando una seria epistemologia, o metodo scientifico, a partire da una fondata de-finizione (che è uno stabilire i confini, i limites) del concetto di uomo. La vita umana ha sempre a che fare con il limite.
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LUomo I Che cosè o chi è dunque luomo: È solo un grande primate intelligente e autoriflessivo composto da una combinata struttura organicistica di corporeità, cervello e mente, come sostengono molti neuroscienziati, o anche qualcosa daltro? È solo una questione di aree cerebrali lessere specifico delluomo?
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LUomo II È solo forse questione di Aree cerebrali governate da organi come lamigdala e lippocampo, come il talamo e lipotalamo, di una massa di neuroni e sinapsi suddivisa in due emisferi, luno dei quali presiederebbe alla logica formale e al linguaggio (Wernicke e Broca), il sinistro, e laltro alle emozioni e allagire sentimentale?
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LUomo III Si può ragionevolmente ipotizzare che sia anche altro, molto altro, certamente costituito come le scienze naturali e la biologia hanno scoperto, certamente frutto di unevoluzione straordinaria, ma è altrettanto evidente che la sua Forma vitale è straordinariamente diversa anche dagli altri animali superiori. In che senso lo vedremo successivamente.
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LUomo IV Chiariamo ora che cosa si intende per Forma: La Forma non è solo linvolucro, ma ciò che dà un senso, una vitalità, una prospettiva alla Materia: ad es., senza lintervento di Michelangelo il blocco di marmo bianco delle Apuane non avrebbe mai preso-la-forma del David o della Pietà. La Forma è, dunque, la Sostanza.
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LUomo V La Forma dellUomo è dunque quella di un essere che si autocomprende, diversamente da ogni altro vivente sensibile. Luomo è il razionale autocosciente libero,[1] anzi libero in quanto razionale.[1] Se luomo è libero è responsabile delle sue proprie azioni (libere). Luomo è la sua coscienza, e la coscienza è il suo valore. Luomo, avendo la coscienza, è la coscienza. La norma morale sgorga dalla coscienza.[2][2] [1][1] È persona: rationalis naturae individua substantia (S. Boezio). [2][2] Si tratta della Legge Naturale: non uccidere, non rubare, rispetta i genitori, cura i figli, etc.. E la sinderesi, cioè la tendenza al bene confacente.
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LUomo VI La definizione precedente va però fondata, mediante il sillogismo logico dimostrativo: 1. Luomo è razionale 2. Il razionale è libero 3. Luomo è libero dove il medium demonstrationis è la razionalità
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LUomo VII Possiamo affermare, dunque, che la coscienza è il valore umano più grande. Ma la coscienza non basta, perché può essere retta od erronea, e quando è erronea permette lerrore, che si chiama peccato o reato, e lede lessere delluomo, degli altri uomini e del mondo. Si dice allora che cè la colpa.
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LUomo VIII E la colpa non va confusa con il senso di colpa, come tende a fare molta psicoterapia, non sempre sulla tracce soprattutto di Freud e di Jung, i quali hanno avuto il merito (con Marx e Nietzsche) di smascherare quando esso è dettato dalla falsa coscienza. Non si può elaborare il senso di colpa, né ottenere il perdono, se non dopo che il colpevole lha ammessa, e ha accettato anche lespiazione.
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LUomo IX Martin Buber, ad esempio, propone tre movimenti per affrontare la colpa: Ammissione e rischiaramento dellanima, Perseveranza nel rischiaramento, Espiazione e risarcimento. E tre fori: quello della coscienza, quello del diritto e quello religioso
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LUomo X La colpa è dunque un qualcosa di reale, quando non è suggestione psicologica, che ha valenza sul soggetto autore innanzitutto (gli fa del male), e sulle vittime. La colpa ha consistenza ontica, e crea ferite e cicatrici nellessere del mondo, nellordine umano del mondo, e nellio individuale.
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LEtica I Passiamo ora aun altro argomento fondamentale. Se lUomo è lessere che si autocomprende, per questo è in grado di giudicare le proprie e le altrui azioni sulla base di una nozione originaria di bene e di male, e può così fondare un sapere etico. Il sapere etico è un sapere non generico, ma scientifico, nel senso che si deve attribuire a scienza, la quale deve essere sempre costituita da uno statuto epistemologico sistematico e condiviso. (Il percorso di riflessione di questa sera ha queste caratteristiche).
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LEtica II Letica (da έθος, che in greco significa usi e costumi, come mos, moris in latino) È una scienza,[1] anzi unepistemologia scientifica, e si configura come certa ed evidente.[1] È una filosofia della prassi. È la scienza del giudizio sullagire libero[2] delluomo.[2] Si interessa di tutti gli ambiti dellesercizio delle azioni umane libere: persona umana, società, ambiente, economia, politica, etc.. [1][1] Scienza è conoscenza certa ed evidente di un enunciato in forza del suo perché proprio, adeguato e prossimo. [2] Si pone la questione di ciò che si debba intendere per LIBERTA.[2]
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LEtica III Luomo agisce in due modi: a) nel fare pratico, governato dalla Ragione pratica, il quale concerne la produzione, che i classici definivano come recta ratio factibilium, e si tratta dellagire tecnicale ed economico gestionale, b) nel fare pratico a rilevanza etica, governato dalla Ragione etica, che i classici definivano recta ratio agibilium, e si tratta dellagire morale. In tutti e due i casi è comunque contemplata la dimensione etica, ma il primo è connotato dalla dimensione tecnico-professionale e le sue azioni sono rivolte alla trasformazione tecnica delle cose materiali, mentre il secondo interessa direttamente luomo e le sue scelte qualificanti la responsabilità propria.
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LEtica IV LEtica come sapere, deve essere declinata. Le varie scuole: –Utilitarismo –Edonismo –Deontologismo –Emotivismo –Prescrittivismo –Culturalismo Il Finalismo o Eudemonismo Teleologico (felicità finalizzata), detto anche via virtutum[1] o delluomo come fine, può essere la scelta etica più completa.[1] [1] Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza.
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LEtica V Si può dire che la scelta del finalismo è lunica che tiene conto totalmente e di tutto luomo, perché equilibra le varie sensibilità e scelte in vista del bene completo dellumano inteso come essere razionale autocosciente libero, e depositario di una moralità naturale.
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La Persona I La Struttura della Persona: Fisicità (interfecondità) Psichismo (organismo psichico, passioni, emozioni, etc.) Spiritualità (senso del sacro, religiosità, fedi, etc.)
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La Persona II Se quanto detto prima è condivisibile, facciamo attenzione al rischio sempre presente del razzismo e delleugenismo, che sono due gravi malattie morali incubate in Europa a partire dal XIX secolo, i cui esiti più irriducibilmente antiumani furono la Shoah e i campi di concentramento di tutti i generi, ma anche i altri genocidi sconosciuti, perpetrati dai nobilissimi europei (Herero in Namibia, Tasmania, U.S.A., Argentina, etc.).
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E dunque … Questa dimostra con evidenza uguaglianza strutturale, che la Scrittura dice fatta a tzelèm - demùt, cioè a immagine e somiglianza di Dio (Gen 1, 27), dice pari dignità tra tutti gli uomini, e pari valore ontologico, cioè relativo allEssere. Come peraltro confermano le epistemologie scientifiche odierne.
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La Persona III La Struttura della Personalità: Genetica (cromosomica e mitocondriale) Ambiente (familiare, sociale, culturale) Educazione (formazione, crescita della dimensione psicologico - affettiva, etc.)
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E dunque … Questaltra struttura, dimensione, punto di approccio, dice lirriducibile differenza di ciascuno rispetto a ciascun altro, perfino nei gemelli monozigoti, spiegando così la plausibilità razionale e morale di ruoli, funzioni, carriere, vite diverse, ma tutte improntate dalla medesima dignità del valore.
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Persona è termine Analogo Persona è termine analogo, come vita: Per vita si può intendere sia la vita umana sia la vita di un monocellulare come lameba o lo zigote; È vita umana sia la vita di Beckham, sia la vita di un bimbo del Darfur, sia la vita che era di Eluana. E dunque è persona, sia ciascuno di noi, sia ciascuno che soffre o che è disabile.
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La Comunità I Comunità è da communis: cum munere, in latino significa avere a che fare insieme in qualcosa. Comunità ha la stessa radice dicomunicazione, che è la base di ogni Relazione. La comunità è quindi lambiente vitale nel quale si condividono i vissuti di molte persone, che si trovano a collaborare per migliorare le condizioni e la qualità di vita di ciascuno e di tutti.
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La Comunità II La comunità è qualcosa di diverso dalla collettività statuale, che sussiste in ragione di unamministrazione pubblico-politica. Le piccole comunità locali sono sempre preesistite (e hanno convissuto con) agli assetti che storicamente si sono dati le collettività statuali: pensiamo alle antiche vicinie dei nostri paesi e ai cambiamenti disorestàns susseguitisi nei secoli. Le comunità locali sono state sempre il primo soggetto della solidarietà sociale e della sussidiarietà nella reciprocità.
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La Comunità III il Bene Comune I Il bene della comunità è il Bene Comune, che non è da intendersi come patrimonio suddiviso e utilizzabile tra tutte le persone abitanti in un territorio, ma come ciò che non può essere diviso, bensì condiviso: ambiente, livello di istruzione, qualità dei servizi sociali, luoghi di integrazione, culture, umanità, etc...
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La Comunità IV il Bene Comune II Il Bene Comune è dunque il Valore che unisce le Persone nella Comunità, al servizio del quale deve porsi la Politica, in tutte le sue articolazioni, istituzionali e partitiche. La Politica come arte nobilissima del governo della Pòlis deve essere guidata dalla Recta Ratio agibilium, (cioè dalla Ragione Etica) perché le cose da fare per il Bene Comune hanno tutte rilevanza morale, come ogni azione umana libera.
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La Persona Persona est rationalis naturae individua substantia ( Severino Boezio, VI sec.)
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La Comunità È come un concerto di fiori che orna ogni balcone, cortile, piazza della città.
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E dunque … La Persona è intangibile, e va rispettata nella sua integrità psichica, fisica e spirituale, come si evince da questo discorso razionale, e come è confermato dalla Dichiarazione universale dei Diritti dellUomo, e dalle legislazioni democraticamente più evolute.
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E infine, la Persona, nella Comunità … Pensa, ama, contempla, spera, progetta… insieme
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