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Neo-funzionalismo e semantiche dell’identità

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Presentazione sul tema: "Neo-funzionalismo e semantiche dell’identità"— Transcript della presentazione:

1 Neo-funzionalismo e semantiche dell’identità

2 Sematiche dell’identità e del benessere nella prospettiva neo-funzionalista
Configurazione societaria Semantica dell’identità Benessere soggettivo Arcaica Sé dipendente L’inclusione nella società è condizione essenziale (necessaria e sufficiente) del benessere Classica-medioevale Sé appartenente L’appartenenza al Noi consente ad alcuni ceti e gruppi sociali l’utilizzo degli strumenti di realizzazione del benessere soggettivo Prima modernità Sé gerarchico autodiretto Il benessere dipende dalle autonome capacità del soggetto di controllare, razionalmente o volitivamente, le proprie facoltà, per far fronte alle sfide ambientali Modernità matura Sé molteplice, relazionale, sperimentale Relazioni d’inclusione nei sottosistemi sociali (autointeresse) Il benessere dipende dal livello di soddisfacimento delle istanze soggettive che i singoli sottosistemi sociali sono in grado di realizzare Relazioni competitive (autorealizzazione) Il benessere dipende dalle relazioni di mimesi competitiva, come risultato del confronto del proprio successo all’interno di uno o più sottosistemi sociali rispetto alle performances altrui Relazioni simbiotiche (autorealizzazione) Il benessere dipende dalla realizzazione di sistemi di interazione intimi che generano un “mondo vicino”, caratterizzato da coincidenza di prospettive tra i partner della relazione Post-modernità Sé operazionale Il benessere dipende dall’effettivo superamento di qualsiasi prospettiva che finisca per considerare i sistemi psichici dipendenti da altro (società, relazioni primarie, dimensione bio-psichica, etc.) e farlo poggiare sulle operazioni interne al sistema (nessi tra pensieri)

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4 Caratteri del sé relazionale
Nel passaggio dalla prima modernità alla modernità matura “cade per l’individuo ogni rilevanza del sistema sociale (l’altro generalizzato) quale contesto d’identificazione e d’interiorizzazione dei grandi contenuti simbolici e normativi (aventi la funzione di valorizzare e stabilizzare l’identità come sostenevano Durkheim e Parsons) e ad esso si sostituiscono le concrete relazioni con altri specifici in funzione di valorizzazione della propria differenza (costitutiva) sistema/ambiente. In questo modo si finisce per pensare alle forme sociali come finalizzate all’autorealizzazione”.

5 Paradossi del sé relazionale
L’identità sperimentale e relazionale, che è emersa nella modernità matura, poggia infatti su una struttura paradossale, poiché non è stata in grado di rappresentare un’autentica autonomia del sistema psichico. In fondo essa ha tolto di mezzo ogni forma d’identificazione soggettiva con il Noi, caratteristica delle società premoderne, ma anche della prima modernità. A tale semantica dell’identità, secondo il neo-funzionalismo, è stata sostituita nella postmodernità una semantica sperimentale e relazionale, che ha chiamato in causa, come criterio di valorizzazione dell’identità, le relazioni con l’Altro specifico. Tuttavia anche questa semantica, nella lettura neo-funzionalista, propone una concezione del sistema psichico dipendente dalle relazioni competitive o confermative (come quelle del “mondo vicino” e dell’“interpenetrazione interumana”) con altri sistemi psichici. Con l’aggravante che in questo caso il sistema psichico è “cieco” nei confronti di una quota rilevante di relazioni sociali.

6 Paradossi del sé relazionale
Infatti, l’identità sperimentale è soggetta ad una “particolare forma di cecità del Sé relazionale” (Baraldi 1992, 239; 1999, cap. 12), che impedisce di dare significato psichico a ciò che non realizza il Sé, esponendo così le aspettative del sistema psichico a delusioni cocenti. Una tale situazione potrebbe essere la causa di molte delle forme di disagio sociale e di malessere, lamentate da tanta pubblicistica contemporanea e dagli stessi studi, teorici ed empirici, delle scienze umane e sociali. Il problema per l’identità del sistema psichico è dato dal fatto che, puntando sull’autorealizzazione, richiede relazioni intersoggettive che valorizzino il Sé.

7 Paradossi del sé relazionale
In una tipica forma di relazione interpersonale come quella amorosa (Luhmann 1982) accade, ad esempio, che Ego è costretto a valorizzare Alter se vuole valorizzare il proprio Sé. Ma un tale orientamento genera dei problemi per il Sé relazionale di Ego, che cerca conferma della propria identità proprio nella differenza da Alter. È così che emergono, secondo la sociologia neo-funzionalista, i paradossi della relazione generatori del disagio sociale. È quando ciò che deve confermare il Sé relazionale diviene al contempo un limite per il Sé che emerge il paradosso della relazione. Ciò accade per via del fatto che negli odierni contesti di mondo vicino vale il criterio comunicativo dell’attenzione “della e alla persona tutta intera” (Luhmann 1989).

8 Limiti dell’approccio funzionalista
la sociologia neo-funzionalista, nonostante gli sforzi, rimane polarizzata sulla relazione individuo-società, fornendone ­ però  contrariamente alla tradizione sociologica olista  una lettura autopoietica e autoreferenziale che riduce al minimo le forme di interdipendenza; quando poi apre spazi alle relazioni intersoggettive (interazioni le chiama) ne coglie sostanzialmente la paradossalità intrinseca e l’incongruenza rispetto alle organizzazioni e alla società;

9 Limiti dell’approccio funzionalista
in sostanza, come lei stessa prescrive, la sociologia neo-funzionalista è cieca nei confronti delle relazioni sociali; in effetti il sistema è “cieco” rispetto alla relazione/distinzione che lo costituisce (la differenza sistema/ambiente), così come è sostanzialmente cieco di fronte alle relazioni con l’ambiente e nell’ambiente, poiché le osserva in quanto perturbazioni esterne e le interpreta in funzione delle connessioni delle sue operazioni (pensieri, comunicazioni, riproduzione cellulare …);

10 Limiti dell’approccio funzionalista
pertanto la prospettiva neo-funzionalista non riesce a leggere in modo adeguato la complessità della relazione sociale e i poteri causali che essa ha sulle azioni individuali; ma ancor più radicalmente, la sociologia neo-funzionalista, così come attribuisce un’esistenza ai sistemi (psichici, sociali, etc.), rifiuta di riconoscere una qualche realtà alle relazioni sociali.


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