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Progettare le politiche pubbliche
Lavinia Bifulco
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Prove Valutazione Non frequentanti: prova scritta
Frequentanti: elaborato/tesina e colloquio orale
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Testi Frequentanti Bifulco L., de Leonardis O., (2006), L’integrazione come opportunità politica”, in Donolo C. (a c. di), Il futuro delle politiche pubbliche, Bruno Mondadori, Milano. Bifulco L., Centemeri L. (2007), La partecipazione nei Piani sociali di zona: geometrie variabili di governance locale, in “Stato e Mercato”, vol. 80, n. 2. Bifulco L. (2008), Politiche pubbliche e partecipazione: alcune piste per la comparazione fra Italia e Francia, in “ La Rivista Italiana delle Politiche Pubbliche”, n. 2. Bifulco L., Bricocoli M., Monteleone R., (2008) ), Welfare locale e innovazioni istituzionali. Processi di attivazione in Friuli-Venezia Giulia, in “La Rivista delle politiche sociali”, n. 3. Bobbio L. (a c. di.), (2004), A più voci, ESI, Roma. Bricocoli M. (2007), Territorio, contrattualizzazione e politiche urbane, in Monteleone R. (a c. di), La contrattualizzazione nelle politiche sociali, Officina, Roma. C. (a c. di) Il futuro delle politiche pubbliche, Bruno Mondadori, Milano.
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Testi Non frequentanti
Bifulco L., Centemeri L. (2007), La partecipazione nei Piani sociali di zona: geometrie variabili di governance locale, in “Stato e Mercato”, vol. 80, n. 2. Bifulco L. (2008), Politiche pubbliche e partecipazione: alcune piste per la comparazione fra Italia e Francia, in “ La Rivista Italiana delle Politiche Pubbliche”, n. 2. Bifulco L., Bricocoli M., Monteleone R., (2008) ), Welfare locale e innovazioni istituzionali. Processi di attivazione in Friuli-Venezia Giulia, in “La Rivista delle politiche sociali”, n. 3. Bricocoli M. (2007), Territorio, contrattualizzazione e politiche urbane, in Monteleone R. (a c. di), La contrattualizzazione nelle politiche sociali, Officina, Roma. Citroni G., Lippi A., La politica di riforma dei servizi idrici. Istituzioni, processi e poste in gioco, in “Le Istituzioni del Federalismo”, n. 2, 2006. Donolo C. (a c. di) Il futuro delle politiche pubbliche, Bruno Mondadori, Milano.
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Temi Il modulo ha l’obiettivo di approfondire strumenti e criteri del disegno e dell’implementazione delle politiche pubbliche, in particolare nei campi che oggi rispecchiano maggiormente la tendenza a privilegiare modelli e strategie di sviluppo centrati sul territorio. La prima parte è dedicata alla costruzione di una cassetta degli attrezzi trasversale a diversi settori delle politiche ed è focalizzata in particolare sui seguenti quesiti: che cosa significa territorializzare e localizzare; perché e come adottare strumenti negoziali; perché e come coordinare e integrare le politiche; perché e come costruire partnership. La seconda parte si concentra su ambiti e casi specifici di policy per applicare e sviluppare la strumentazione precedentemente acquisita.
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Riepilogo Politica e politiche?
Modello razionalistico (sinottico e a priori)? Implementazione? ……………….
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Parole chiave Localizzazione e territorializzazione Integrazione
Contrattualizzazione Negoziazione e partecipazione
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Rescaling e localizzazione
In Italia: La politica, le politiche e la struttura dello Stato I nuovi sindaci La nuova stagione delle politiche locali (programmazione negoziata) Prospettive istituzionali di cambiamento che riflettono l’esigenza di valorizzare l’autonomia degli enti locali Domanda di spazi decentrati di discussione e decisione Le politiche devono attivare le risorse di azione presenti o latenti nelle società locali e nei contesti territoriali Processo di decentramento avviato negli anni 70
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Rescaling Recentrages e società fuori squadra (Bagnasco, 2003)
Lo Stato è troppo piccolo per i problemi grandi e troppo grande per i problemi piccoli (Daniel Bell)
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L’Europa Le politiche di coesione
La coesione economica e sociale esprime la solidarietà tra gli Stati membri e le regioni dell'Unione Europea, favorisce lo sviluppo equilibrato e sostenibile, la riduzione del divario strutturale tra regioni e paesi e le pari opportunità tra le persone. La coesione si concreta in una pluralità di interventi finanziari, segnatamente da parte dei Fondi strutturali. Siti di interesse: Dipartimento per le Politiche di Sviluppo del Ministero dell'Economia e delle Finanze. Normativa comunitaria, progetti per lo sviluppo, delibere CIPE, Patti Territoriali, ecc. Inforegio - Direzione generale politica regionale, Commissione europea. Informazioni aggiornate sull'azione dell'UE a favore dello sviluppo regionale. Attività dell'Unione Europea - Sintesi della legislazione.
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Nuovi approcci e strumenti per governare
territorializzazione e integrazione: per affrontare problemi costituiti dall’intreccio di una molteplicità di fattori, bisogna intervenire in modo mirato sui contesti dove questo intreccio si produce, coordinando politiche e strategie e facendo leva sulle risorse di azione disponibili o attivabili
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Strumenti per governare
Contratti: patti, piani, accordi Governare attraverso gli strumenti: (Lascoumes, Le Galès, ed., 2004; 2009) Far fare anziché fare Governamentalità (Foucault): le condotte
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Territorio- territorializzazione
Territorio in azione e territorio per l’azione (Governa e Salone, 2004)
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Riforma Titolo V Costituzione
In Italia Il nuovo art. 117 della Costituzione indica una serie di materie di competenza esclusiva dello Stato e un gruppo di materie di competenza concorrente Stato-Regioni. Tutte le altre materie non menzionate sono di piena potestà regionale.
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Riforma Titolo V Costituzione
Restano di competenza dello Stato: la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale - la destinazione di risorse aggiuntive in favore di determinati Enti Locali per rimuovere gli squilibri economici e sociali - la competenza in politica estera; - la competenza in materia di difesa e sicurezza dello Stato; - la competenza in materia di giurisdizione e norme processuali; ordinamento civile e penale; giustizia amministrativa; - le norme generali sull’istruzione.
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Locale e localismi ……………………………..
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Patti territoriali Infrastrutture e beni collettivi I patti territoriali non possono essere valutati solamente alla luce delle loro performance finanziarie e occupazionali. Una delle finalità della procedura pattizia, infatti, era quella di cambiare l’approccio degli attori locali ai temi dello sviluppo - incoraggiando una impostazione di tipo progettuale e partecipata - e di promuovere un cambiamento del contesto socio-istituzionale in cui operano le imprese e i cittadini. L’intenzione, dunque, era di favorire un miglioramento della governance e della qualità della vita delle comunità locali, aumentandone la dotazione di beni collettivi e potenziandone il capitale sociale sia a livello "meso" (delle relazioni tra le istituzioni e le organizzazioni collettive) che a livello "micro“ (delle relazioni tra gli attori economici). (Fonte: La lezione dei Patti territoriali. Ministero dell’Economia e della Finanza, Dipartimento per le politiche di sviluppo, Roma, 2003)
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Contratti di quartiere
I Contratti di quartiere, introdotti alla fine del 1998 per favorire la riqualificazione dei quartieri di edilizia pubblica, presentano da questo punto di vista alcuni aspetti distintivi. Nati per iniziativa del Ministero dei lavori pubblici e oggi ancora di competenza di questo ministero (nel frattempo rinominato Ministero delle infrastrutture e dei trasporti), questi programmi si collocano nel filone dei programmi urbani complessi recuperandone come idea-chiave la necessità di superare la centralità dell’intervento urbanistico-architettonico a favore del trattamento integrato delle dimensioni fisiche, sociali ed economiche della riqualificazione.
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Contratti di quartiere
Mentre la prima edizione ha coinvolto principalmente il ministero – competente per il finanziamento, l’emanazione del bando e la selezione dei progetti – e i comuni – in qualità di proponenti – la tornata attuale (lanciata ufficialmente nel 2001) riconosce un maggiore protagonismo alle regioni, che condividono con il livello centrale responsabilità e poteri di finanziamento, di definizione dei criteri di ammissione e di valutazione. Oltre che a una parziale estensione dell’area di intervento (non più necessariamente quartieri di edilizia pubblica ma, più in generale, quartieri degradati), l’esperienza maturata nel triennio precedente ha spinto anche a dare un maggiore rilievo agli obiettivi sociali ed economici e a rafforzare il ruolo dei cittadini nella definizione degli obiettivi del contratto, ruolo che molti bandi regionali hanno assunto come uno dei criteri prioritari di assegnazione dei finanziamenti.
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Linee guida regionali PARTE C – Analisi dell’ambito territoriale relativa all’Asse 2 L’analisi relativa all’asse coesione sociale dovrà indicare i punti di debolezza e i fattori di pregiudizio per la coesione sociale nel quartiere, la cause della sua assenza o insufficiente presenza, i problemi che principalmente ne ostacolano lo sviluppo. Dovrà però anche indicare i punti di forza, il capitale sociale e umano su cui il quartiere può contare per rilanciare lo sviluppo della coesione sociale. Potranno essere in particolare esplorate – sia in quanto elemento problematico e fattore di rischio, sia in quanto risorsa - le seguenti quattro dimensioni: la popolazione e le sue caratteristiche; fenomeni specifici che caratterizzano il quartiere e problemi prioritari dei cittadini e delle famiglie; lo stato dei servizi, delle risorse e degli interventi alla persona; le risorse finanziarie erogate a vario titolo e da soggetti diversi a fronte di progetti sociali.
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Bando attuativo della Regione Lombardia per la presentazione delle proposte di Contratti di quartiere I Comuni possono presentare, in forma singola o associata, una o più proposte di Contratto di Quartiere. 2.2 Ogni Contratto di Quartiere deve fare riferimento ad un ambito, avente rilevanza territoriale tale da incidere sul contesto urbano, definito e riconoscibile spazialmente, caratterizzato dalla prevalente presenza di patrimonio di edilizia residenziale pubblica, e alle sue immediate adiacenze, vale a dire alle aree confinanti con il perimetro individuato e strettamente relazionate con esso in termini di collegamenti viabilistici e trasportistici. 2.3 Caratteristica imprescindibile per l’individuazione dell’ambito di cui al paragrafo 2.2. è la compresenza delle seguenti condizioni: prevalente presenza di patrimonio di edilizia residenziale pubblica; diffuso degrado delle costruzioni e dell'ambiente urbano; carenza e/o obsolescenza dei servizi e delle infrastrutture; scarsa coesione sociale e/o marcato disagio sociale e abitativo
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3. Finalità dei Contratti di Quartiere
Bando attuativo della Regione Lombardia per la presentazione delle proposte di Contratti di quartiere 3. Finalità dei Contratti di Quartiere 3.1 I Contratti di Quartiere, promuovendo la partecipazione degli abitanti, anche in forma associata, preferibilmente rappresentativa, alla definizione degli obiettivi, sono finalizzati alla riqualificazione sociale ed edilizia dei quartieri di edilizia residenziale pubblica degradati, e ad attualizzarne e incrementarne, anche con il concorso di investimenti privati, la dotazione infrastrutturale, prevedendo, nel contempo, misure ed interventi per favorire l’integrazione sociale e l’occupazione.
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Bando attuativo della Regione Lombardia per la presentazione delle proposte di Contratti di quartiere 4. Contenuti e caratteristiche dei Contratti di Quartiere 4.1 I Contratti di Quartiere devono rispondere in prima istanza a tutte le condizioni individuate al paragrafo 2.3. 4.2 Inoltre devono: essere conformi agli strumenti urbanistici vigenti od adottati anche mediante il ricorso alle procedure di cui alla legge regionale 23/1997; contenere una serie coordinata di azioni, espresse in progetti di massima o preliminari indirizzate a: valorizzare e incrementare il patrimonio di edilizia residenziale pubblica; incrementare la funzionalità del contesto urbano, anche attraverso l’introduzione di destinazioni d‘uso ed utenze diversificate all’interno dei quartieri esistenti di edilizia residenziale pubblica; adeguare e/o accrescere la dotazione di opere infrastrutturali e a servizi secondo la previsione di cui alla l.r. 1/2001, anche di interesse comunale o sovracomunale, al fine di migliorare le dotazioni del quartiere e la sua integrazione con la città;
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Bando attuativo della Regione Lombardia per la presentazione delle proposte di Contratti di quartiere incentivare soluzioni costruttive tese ad assicurare la qualità del manufatto edilizio e del servizio residenziale offerto, promuovendo anche interventi finalizzati al risparmio delle risorse energetiche e/o naturali; migliorare la qualità abitativa ed insediativa dei quartieri degradati, mediante un intervento di riqualificazione complessivo e definitivo, che comprenda un’adeguata progettazione ed utilizzazione degli spazi comuni; promuovere la partecipazione ed il coinvolgimento degli abitanti anche in forma associata, preferibilmente rappresentativa, nell’individuazione e nella definizione degli obiettivi e degli interventi, ed eventualmente anche nella gestione di questi ultimi, valorizzandone, ove possibile, l’autonoma capacità di risposta, in attuazione del principio di sussidiarietà;
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Bando attuativo della Regione Lombardia per la presentazione delle proposte di Contratti di quartiere perseguire l’approccio integrato e coordinato delle problematiche sociali e di bisogno degli abitanti insediati o da insediare, da parte delle amministrazioni ed enti pubblici, nonché dei soggetti pubblici e privati coinvolti, attraverso lo sviluppo di specifici servizi e progetti tesi a incrementare l’occupazione e a favorire l’integrazione sociale in settori quali la promozione della formazione professionale giovanile, il recupero dell’evasione scolastica, l’assistenza agli anziani, la realizzazione di strutture per l’accoglienza e la partecipazione sociale, prevedendo specifici progetti di accompagnamento sociale anche con riferimento ai Piani di Zona di cui all’articolo 19 della L. 328/2000. E’ inoltre possibile prevedere anche la promozione di attività di prevenzione sociale, attraverso la proposizione di Patti locali di sicurezza urbana previsti dalla L.R. 14 aprile 2003, n. 4.
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fattibilità e rapidità della realizzazione
Bando attuativo della Regione Lombardia per la presentazione delle proposte di Contratti di quartiere 4.3 Le proposte di Contratto di Quartiere devono altresì rispondere ai seguenti obiettivi: capacità del Contratto di proporre soluzioni tese a risolvere in modo definitivo la condizione di degrado edilizio e di disagio sociale del quartiere fattibilità e rapidità della realizzazione sviluppo del partenariato tra soggetti pubblici e tra questi e i soggetti privati capacità della proposta di generare addizionalità di risorse pubbliche e private
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ALLEGATO A al decreto dirigenziale n
ALLEGATO A al decreto dirigenziale n del 05/05/2008 2° Programma Regionale Contratti di Quartiere I soggetti componenti il parternariato devono essere: - Enti pubblici; - Enti privati quali, ad esempio: • Cooperative, Organizzazioni di volontariato, Associazioni senza scopo di lucro, Associazioni di promozione sociale e Associazioni di solidarietà familiare (iscritte negli albi o nei registri regionali ai sensi della L.R. n. 1/2008); • Fondazioni, Enti di patronato, Enti ecclesiastici ed altri Enti di diritto pubblico e privato che operano in ambito sociale e gli Enti accreditati in ambito sanitario o socio sanitario, Organizzazioni sindacali; • Associazioni di categoria, Associazioni di inquilini, Enti no profit, Camere di commercio e/o Unioncamere Lombardia, Grandi Imprese, Micro imprese, Piccole e Medie imprese singole o associate appartenenti al settore del commercio, imprese artigiane singole o associate (tutte le imprese devono essere iscritte nei registri camerali), Aziende erogatrici di servizi; • Soggetti che, alla data di presentazione della proposta, dispongano di patrimonio immobiliare localizzato nel quartiere e si impegnino a destinarlo all’erogazione di servizi abitativi di edilizia residenziale pubblica.
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