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La gestione delle emozioni

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Presentazione sul tema: "La gestione delle emozioni"— Transcript della presentazione:

1 La gestione delle emozioni

2 Siamo umani e non « Vulcaniani »

3 Le Emozioni Significato Le emozioni servono a :
reagire in fretta ad avvenimenti inattesi prendere decisioni con prontezza stabilire con il prossimo comunicazioni non verbali

4 Rapporti tra corteccia e lobo limbico
Nelle situazioni critiche il cervello “emotivo” ( lobo limbico ) assicura la nostra sopravvivenza perché riconosce subito le situazioni pericolose e predispone in tempi brevissimi reazioni pre-organizzate. La corteccia in genere interviene in un secondo momento per organizzare le risposte a medio lungo termine. Quanto più nel corso della nostra vita (attraverso l’educazione e l’imitazione di modelli soprattutto nella prima infanzia) abbiamo imparato a riconoscere e tenere sotto controllo le emozioni tanto più saremo in grado di reagire con risposte organizzate e razionali che miglioreranno sia il rapporto con noi stessi che le nostre relazioni sociali.

5 La plasticità del cervello
Questo è possibile nell’uomo grazie a : la plasticità del cervello (costruzione progressiva e costante della rete neurale in base alle esperienze relazionali ed ambientali ) I collegamenti tra corteccia frontale ed aree limbiche ( ipotalamo, amigdala, ippocampo )

6 Le emozioni possono essere gestite
Possiamo in altri termini allenare la nostra intelligenza emotiva in modo da armonizzare i rapporti tra il cavaliere ( ragione e volontà ) e il cavallo ( pulsioni ed emozioni ). In questo modo la crescita della personalità è una lenta e graduale trasformazione di pulsioni in emozioni e di emozioni in sentimenti. Un esempio è il graduale passaggio e l’armonizzazione tra la pulsione sessuale, l’innamoramento e l’amore. Un altro è quello della fame, la regolarità dell’alimentazione, la condivisione del cibo con gli altri e la gratitudine per quello che si mangia.

7 Le emozioni possono essere gestite
L’uomo a differenza degli animali, il cui comportamento è grandemente controllato dalle emozioni e dagli istinti, può esercitare la volontà e la razionalità e quindi essere il guidatore e il condottiero delle proprie emozioni. Questo non significa che noi possiamo decidere in ogni circostanza quali emozioni provare ( saremmo dei robot ) possiamo però capire cosa ci segnalano le emozioni e in quale direzione ci spingono.

8 Le emozioni principali
-collera : si scatena quando abbiamo bisogno di una reazione più vigorosa : il sangue affluisce alle mani che dunque sono pronte ad agire, il battito cardiaco aumenta a causa della scarica di adrenalina che ci fa sentire “ più forti” e pronti a spaccare qualsiasi cosa -paura : ci segnala un allarme e ci prepara ad affrontare una minaccia reale o presunta. Il sangue affluisce alle gambe e ci prepara alla fuga e si allontana dal volto che diviene pallido. Il corpo rimane per un istante come “paralizzato” per permetterci di valutare la reazione migliore : nascondersi, fuggire o attaccare. I centri del linguaggio sono parzialmente o totalmente inibiti ( si fa fatica a parlare o si balbetta).

9 Le emozioni principali
-innamoramento : ci carica di energia in modo opposto di quanto avviene per la collera o la paura.. E’ rarissimo se non impossibile provare contemporaneamente per la stessa persona affetto accanto a paura o collera. In tutto l’organismo si realizza uno stato di rilassamento, benessere, affetto e simpatia. Ci sembra di essere in armonia con tutto. -felicità : è prodotta da situazioni e stati d’animo particolari, blocca l’azione delle emozioni negative e ci pone in una situazione di motivazione ed entusiasmo. Il sentimento corrispettivo è la gioia e la serenità interiore. Più profonde e stabili, non strettamente collegate ad eventi o stati d’animo particolari ma frutto di un lungo lavoro di crescita e maturità personale.

10 Le emozioni principali
-tristezza e malinconia: persino queste emozioni in determinate circostanze hanno una loro funzione. Se non sono troppo profonde e persistenti ( depressione) hanno lo scopo di permetterci di riorganizzare la nostra vita dopo un dolore, una delusione, la caduta di una speranza. Raccogliendoci in noi stessi, siamo così in grado di comprendere e analizzare il significato e le conseguenze degli eventi negativi e trasformare questa esperienza in successiva crescita e maturazione personale.

11 Le emozioni principali
-il disgusto : caratterizzato dall’arricciamento del naso come se si volesse chiudere le narici proteggendosi da un odore sgradevole -il sorriso e l’ilarità. Esiste un sorriso spontaneo ed uno forzato. La differenza sta nella contrazione del muscolo orbicolare dell’occhio, presente nel primo e assente nel secondo. E’ estremamente difficile “fingere” perché la contrazione è automatica e collegata con ciò che sente il cuore.

12 Gli stimoli emotivi basilari
Fame, sete, sessualità, accudimento/attaccamento, territorialità/competizione, paura, aggressività/ira. Da un punto di vista evoluzionistico non ci sono grossi cambiamenti nel genere umano. L’uomo di oggi ha più o meno le stesse emozioni dei primi “Homo sapiens”.

13 La meta emotività e lo specchio dell’altro
Le emozioni di per sé non hanno una connotazione etica ovvero non sono “né buone né cattive”. Tuttavia possono esser utilizzate in maniera costruttiva ed evolutiva oppure divenire ostacolo alla nostra crescita personale ed ai contatti sociali. Per poter utilizzare le nostre emozioni a fini evolutivi (crescita personale e miglioramento delle relazioni) è necessario sviluppare progressivamente la capacità di autoanalisi. Questo significa avere la possibilità di “poterci” vedere dall’alto come farebbe un osservatore esterno. E’ un compito molto difficile ed è per questo che abbiamo bisogno degli altri affinché ci facciano vedere lati e punti di vista di noi stessi che da soli non riusciremmo a cogliere.

14 I principali obiettivi da raggiungere
sentire, accogliere e dare un nome alle emozioni che proviamo accettare le nostre emozioni evitando qualsiasi tipo di censura comprendere che le emozioni non sono per se stesse positive o negative ma che vanno interpretate come segnali per farci capire di più abituarsi a captare i segnali corporei delle emozioni ( il corpo è molto preciso ) descrivere le emozioni con la massima precisione possibile

15 I principali obiettivi da raggiungere
cercare di approfondire le cause che scatenano i nostri stati emotivi (meditazione e preghiera) accettare ed essere in grado di mostrare le nostre emozioni ascoltare attivamente gli altri senza esprimere giudizi a priori. a differenza dei segnali corporei che non mentono, essere consapevoli che la mente può « mentire» e che molte emozioni non sono strettamente collegate agli eventi ma sono amplificate da interpretazioni e distorsioni cognitive 

16 Principi generali Le leggi che governano la materia ( il corpo) sono le stesse che governano la mente. Per sviluppare le capacità corporee è necessario l’allenamento. La stessa cosa vale per la mente. Corpo e mente sono in costante correlazione, sono un’unità e non due “entità” distinte. Siamo noi che le differenziamo per scopi didattici. L’essere umano è un’unità psicosomatica. Visione olistica Del resto è antica sapienza che le mente sana è il frutto di un corpo sano («mens sana in corpore sano» di Giovenale) e che il corpo è il tempio dello spirito ( Paolo di Tarso )

17 Determinanti genetici
Sistema Endocrino Meccanismi di Difesa Interni (intrapsichici) Sistema Nervoso Vegetativo Stimoli Attivazione Emozionale Valutazione Cognitiva Esterni ( ambientali, relazionali) Determinanti genetici Esperienze infantili Sistema Immunitario

18 Funzionamento circolare
Se uno stimolo esterno attiva una emozione questa a sua volta genera una risposta somatica ( ad esempio una espressione del volto o una certa postura/contrazione muscolare). Il percorso può anche essere inverso : se assumo una certa espressione mimica ( per esempio sorrido ) o rilasso una determinata muscolatura ( per esempio attraverso il massaggio ) questo mi può far generare l’emozione o lo stato d’animo ad esso collegato attivando le reazioni neuro-vegetative.

19 GENITORI Dare l’esempio di autocontollo
Permettere l’espressività emozionale in famiglia Condividere esperienze Esprimere chiaramente i propri stati d’animo o spiegarli senza difendersi, simulare o stare in silenzio ( non ho niente! ) Tenere la porta aperta e offrire ai figli una « base sicura» Esercitare autorevolezza e non autorità Chiedere aiuto se si è in difficoltà. Saper ammettere i propri errori e chiedere scusa quando si sbaglia Durante i primi anni dell’infanzia e con modalità meno direttive anche in seguito, saper dire «NO» e porre dei limiti. ( breve lettura di un brano dal libro « I no che aiutano a crescere» di Asha Phillips )

20 GENITORI Ringraziare e riconoscere e non solo dirigere, non evidenziare solo le cose che non vanno e fare prediche Esercitare un controllo «limitato» ( come il sale nella minestra ) sulla vita dei figli adolescenti Quando i figli adolescenti ci criticano e ci sfidano lo stanno facendo per « separarsi». Non ce l’hanno personalmente con noi ma con il ruolo che rappresentiamo. I genitori non sono perfetti. I figli non lo pretendono. La famiglia , lasciata da sola non può affrontare tutti problemi, deve essere sostenuta. A questo proposito sono importanti : - altre figure adulte di riferimento ( parenti, insegnanti, allenatori etc…) - i gruppi familiari di auto-mutuo-aiuto

21 Emozioni, sviluppo del senso critico e nascita di conflitti
La comunicazione impulsiva e senza controllo dei propri stati d’animo emotivi può generare forti conflitti E’ importante sviluppare la capacità di autocontrollo tramite lo sviluppo progressivo del senso critico. In questo modo i conflitti sono più gestibili. Il conflitto non va né evitato né agito in modo aggressivo perché, così facendo, si dovranno in seguito gestire e metabolizzare le conseguenze distruttive Il conflitto va affrontato perché di per sé non è negativo ma ci aiuta a crescere. Le modalità di gestione dei conflitti verranno esaminate in un incontro dedicato a questo tema.


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