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ADDITIVI Prof. Paolo POLIDORI Università degli Studi di Camerino.

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1 ADDITIVI Prof. Paolo POLIDORI Università degli Studi di Camerino

2 Regolamentazione Additivi Gli additivi, definiti dal Reg. CE 1831/2003, sono sostanze, microrganismi o preparati diversi dai mangimi e dalle premiscele, che sono intenzionalmente aggiunti agli alimenti per animali o all’acqua al fine di svolgere una o più specifiche funzioni.

3 Funzioni degli Additivi Influenzare favorevolmente le caratteristiche dei mangimi; Influenzare favorevolmente le caratteristiche dei prodotti di origine animale; Influenzare favorevolmente il colore di pesci e uccelli ornamentali; Soddisfare le esigenze nutrizionali degli animali o il benessere degli animali influenzando, in particolare, la flora gastrointestinale e la digeribilità; Avere effetti positivi sull’impatto ambientale delle produzioni animali; Influenzare favorevolmente la produzione e/o le prestazioni degli alimenti per animali; Avere effetto coccidiostatico o istomonostatico.

4 Categorie di Additivi Additivi tecnologici; Additivi organolettici: migliorano o cambiano le proprietà organolettiche dei mangimi o le caratteristiche visive degli alimenti di origine animale; Additivi nutrizionali; Additivi zootecnici: influenzano positivamente i parametri produttivi degli animali o l’ambiente; Coccodiostatici e istomonostatici.

5 Additivi per Bovine da Latte

6 Digestione Aminoacidi I ruminanti ricavano gli aminoacidi di cui necessitano dalla digestione dei microrganismi ruminali e dalle proteine alimentari che non vengono degradate nel rumine. La percentuale di proteine degradate dal rumine è variabile a seconda del tipo di alimento e in funzione di fattori diversi quali la velocità di transito, il tasso di umidità e la granulometria dell’alimento stesso. Alcuni aminoacidi possono comunque essere insufficienti per coprire in toto i fabbisogni produttivi della bovina e devono essere quindi forniti con una integrazione supplementare.

7 Aminoacidi Limitanti In alcune razioni può capitare che un aminoacido (di solito metionina o lisina) sia presente in quantità insufficiente per coprire l’intera potenziale produzione. In questo caso si assisterà alla produzione del livello di latte corrispondente all’apporto dell’aminoacido limitante e allo sfruttamento degli aminoacidi in eccesso come fonte di energia.

8 Aminoacidi Rumino Protetti La supplementazione di aminoacidi di sintesi è però possibile solamente utilizzando forme di protezione che consentano di farli pervenire al duodeno, altrimenti sarebbero degradati velocemente a livello ruminale. L’aminoacido rumino protetto è rivestito con diversi strati di sostanze che permettono di by-passare il rumine. Questo tipo di integrazione permette di raggiungere il livello desiderato di un singolo aminoacido senza dover utilizzare grosse quantità di alimenti proteici.

9 Vantaggi Aminoacidi Rumino Protetti In genere il vantaggio ottenibile dalle diete integrate con aminoacidi di sintesi consiste in un aumento della produzione di latte e, a volte, del tenore proteico del latte. Notevole anche la differenza rispetto all’uso di alimenti vegetali per colmare le carenze. Per fornire alla bovina 10 g di metionina, l’aminoacido più frequentemente carente insieme alla lisina, possiamo scegliere tra utilizzare 1,13 kg di glutine di mais oppure 14 g di metionina protetta.

10 Calcio e Sodio Propionato I Sali di calcio e sodio dell’acido propionico trovano largo impiego in alimentazione animale come fonte di energia ben utilizzata dai ruminanti, e grazie alla loro azione antibatterica e antifungina, anche come conservanti delle derrate alimentari e degli insilati. Il propionato è particolarmente indicato nella profilassi e nel trattamento degli stati di sofferenza epatica ed in particolare nel periodo del periparto delle bovine da latte, dove sono elevati i rischi di incorrere in stati di chetosi più o meno manifesta. In particolare il calcio propionato contribuisce nel delicato periodo pre-parto ad innalzare la calcemia riducendo il rischio di collasso puerperale. La dose consigliata è di 200-500 g/capo/giorno.

11 Mannanoligosaccaridi Numerose ricerche hanno dimostrato che alcune frazioni estratte dalle pareti cellulari di Saccharomyces cerevisiae svolgono lo stesso effetto di regolazione della flora batterica intestinale degli antibiotici ad azione “Growth Promoter”. Queste caratteristiche sono dovute ai componenti della parete, soprattutto agli Oligomannani e ai β (1-3) Glucani.

12 Oligomannani Sono oligomeri del mannosio non digeribili nel tratto gastro-intestinale. Nell’intestino entrano in contatto con la flora batterica e con i batteri patogeni (E. coli, Salmonelle, Clostridi). Questi ultimi sono dotati di particolari Lectine (Adesine) grazie alle quali possono aderire alle pareti intestinali e colonizzare il tratto enterico. Grazie alla loro specifica affinità gli Oligomannani sono in grado di legarsi ai recettori dei patogeni permettendone una rapida evacuazione (nella forma complessata batterio- oligomannani) attraverso le feci.

13 β (1-3) Glucani Potenti attivatori del sistema immunitario specifico, aumentano il numero di macrofagi, di citochine e di immunoglobuline. Trovano ampia applicazione come antidiarroico e immunostimolante nei vitelli, da utilizzarsi sia nelle prime fasi di vita che durante i cambiamenti di latte a dosaggi dell’ordine di 10 g capo/giorno.

14 Sepiolite Silicato di magnesio, il suo inserimento nella dieta consente di rallentare la velocità di transito intestinale determinando una migliore efficienza dell’utilizzo dei principi alimentari. Il suo impiego migliora la consistenza delle feci e controlla l’emissione di ammoniaca nell’ambiente con i reflui zootecnici. Nei mangimi viene aggiunta in dosi pari a 1-2%, nelle vacche da latte può essere somministrata in dose di 100-150 g/capo/giorno.

15 Urea Le possibilità di impiego dell’urea nell’alimentazione dei ruminanti si basano sulla capacità della microflora batterica del rumine di scinderla in anidride carbonica ed ammoniaca, quest’ultima assorbita e sintetizzata a proteina batterica. Occorre tuttavia tenere conto dei rischi derivanti dalla discontinuità nella concentrazione ruminale di ammoniaca e del suo passaggio nel sangue, che può condurre anche a conseguenze tossiche gravissime, con i classici sintomi dell’avvelenamento: dispnea, tremori muscolari, ipersalivazione, ecc., fino alla morte dell’animale.

16 Corretto Uso dell’Urea L’urea chimicamente pura contiene il 46,6% di azoto, quella destinata ad uso zootecnico circa il 42%. Un kg di urea corrisponde a 6 kg di farina di soia. Il dosaggio di urea non deve superarre i 100- 150 g/capo/giorno, valutando che non si superi il 25-30% dell’azoto totale della razione, e inserendo l’urea nella razione in modo graduale, per consentire alla microflora ruminale di adattarsi.

17 Silimarina Estratta dai frutti del Cardo mariano, pianta erbacea mediterranea, è costituita da una miscela di flavonolignani e flavonoidi. Utilizzata in medicina da millenni, la sua somministrazione nelle bovine da latte ha mostrato un miglioramento dello stato di benessere, dello stato sanitario e un incremento delle produzioni, sia nella fase di periparto ed anche durante la normale lattazione.

18 Glicole propilenico – (1-2 propandiolo) Sostanza glucogenetica che viene fermentata (circa 40%) nel rumine ad acido propionico e la restante parte arriva inalterata nell’intestino. Viene utilizzato nelle bovine da latte di solito in caso di chetosi, in dosi di 150-200 g/capo/giorno, per aumentare il livello di glucosio plasmatico. Anche il glicerolo, che deriva da produzioni industriali, e i sali dell’acido propionico possono essere utilizzati con le stesse finalità.

19 Regolatori di Acidità L’ambiente ruminale deve essere caratterizzato, al fine di mantenere efficienti le fermentazioni, da valori di pH costanti nell’arco della giornata e possibilmente compresi fra 6 e 6,5. In caso di sub-acidosi o di acidosi il valore di pH scende al di sotto di tali valori: è allora necessaro somministrare dei tamponi che permettano di aumentare il valore del pH ruminale.

20 Tamponi più Diffusi Bicarbonato di sodio: utilizzato in dosi di 100-200 g/capo/giorno nelle bovine da latte; Ossido di magnesio: agente alcalinizzante che favorisce l’assunzione dei precursori del grasso presenti nel plasma da parte della ghiandola mammaria, utilizzato in rapporto 1:3 con il bicarbonato di sodio; Carbonato di calcio: non esercita azione tampone nel rumine, ma determina un miglioramento della digestione dell’amido nell’intestino, con conseguente aumento del pH fecale.

21 Bentoniti Costituite da argilla contenente porzioni diverse di alluminosilicati (silice 65-70%, allumina 15-20%), il nome deriva da Fort Benton (Montana, USA) dove furono rinvenute inizialmente. vengono ampiamente utilizzate dall’industria mangimistica come pellettanti grazie alle proprietà leganti. Posseggono una certa capacità alcalinizzante e sono in grado di assorbire un eccesso di ammoniaca a livello ruminale e di assorbire tossine. Il loro uso, in dose di 100-200 g/capo/giorno è utile quando il livello di azoto ammoniacale a livello ruminale è elevato, situazione che si verifica quando si somministrano insilati ricchi di azoto ammoniacale.

22 Yucca schidigera L’estratto di Yucca è utilizzato prevalentemente per ridurre la concentrazione di ammoniaca ruminale e quindi il livello di urea nel plasma e nel latte. Contiene una frazione di saponine in grado di ridurre il numero di protozoi e di batteri Gram- positivi, come lo Streptococcus bovis, nell’ambiente ruminale. La riduzione del numero di protozoi è positiva in quanto permette una maggiore moltiplicazione dei batteri ruminali e quindi un aumento della proteina microbica che arriva nell’intestino.

23 Batteri Ruminali La riduzione dei batteri Gram-positivi consente una moltiplicazione dei batteri Gram-negativi che sono batteri cellulosolitici, con un conseguente aumento della degradazione della fibra. I dosaggi di Yucca schidigera utilizzati sono nell’ordine di 5-10 g/capo/giorno. La ragione principale per l’utilizzo della Yucca riguarda l’eventuale presenza di elevati tassi di urea nel latte e/o nel plasma delle bovine.

24 Zeoliti Minerali di origine vulcanica, presentano una struttura laminare microporosa che consente loro di assorbire una grande quantità di acqua. L’inclusione di questi minerali nei mangimi determina una migliore efficienza nell’utilizzazione dell’alimento e minore incidenza delle patologie intestinali. La capacità assorbente delle zeoliti riduce la concentrazione ruminale e intestinale di ammoniaca che viene poi rilasciata gradualmente durante il transito nel canale gastro-enterico. Questa proprietà è molto importante quando si utilizza NPN nella razione.

25 Grazie per l’attenzione


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