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Riccardo Boni, Giordano Pietropoli, Rachele Rossi, Irene Zantomio

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Presentazione sul tema: "Riccardo Boni, Giordano Pietropoli, Rachele Rossi, Irene Zantomio"— Transcript della presentazione:

1 Riccardo Boni, Giordano Pietropoli, Rachele Rossi, Irene Zantomio
INQUINACQUA Progetto realizzato da Riccardo Boni, Giordano Pietropoli, Rachele Rossi, Irene Zantomio

2 L'INQUINAMENTO DELL'ACQUA
Sulla Terra sono presenti circa un miliardo e mezzo di metri cubi di acqua, il 97% dei quali costituito da acqua salata dei mari ed il restante 3% costituito da acqua dolce sotto forma di laghi, fiumi, ghiacciai e acque sotterranee. Abitualmente si considera l'acqua un bene illimitato, suddiviso in due sole varietà: dolce e salata. In realtà le acque si possono distinguere in base ad altre caratteristiche: di tipo fisico (temperatura, colore, torbidità); di tipo chimico (contenuto di sali, di gas, di prodotti chimici); di tipo biologico (presenza di microrganismi).

3 I VARI TIPI DI INQUINAMENTO DELL'ACQUA
Ci sono diversi tipi di inquinamento: CIVILE: deriva dagli scarichi delle città, quando l'acqua si riversa senza alcun trattamento di depurazione nei fiumi o direttamente nel mare; INDUSTRIALE: formato da sostanze diverse che dipendono dalla produzione industriale; AGRICOLO: legato all'uso eccessivo e scorretto di fertilizzanti e pesticidi, che essendo generalmente idrosolubili, penetrano nel terreno e contaminano le falde acquifere. Alcune sostanze chimiche presenti nell'acqua sono particolarmente pericolose per la salute dell'uomo e per la sopravvivenza di numerose specie viventi. Per esempio il cromo, il mercurio e i solventi clorurati, che rendono tossici e nocivi tutti i rifiuti che li contengono.

4 SOLUZIONI Vi sono due tipi di soluzioni al problema dell'inquinamento:
NATURALI: ad esempio i fiumi che sono sempre stati in grado di depurarsi autonomamente perché contengono dei batteri che decompongono le sostanze organiche provenienti dai resti di esseri viventi morti.

5 UMANE: ad esempio i moderni depuratori, nei quali i liquami passano attraverso tre fasi distinte di trattamento. La prima, detta trattamento primario, comprende una serie di processi fisici o meccanici di rimozione dei detriti più grossolani, di sedimentazione delle particelle in sospensione e di separazione delle sostanze oleose. Nella seconda fase, detto trattamento secondario, si ossida la materia organica dispersa nei liquami. La terza fase, detta trattamento terziario, ha lo scopo di rimuovere i fertilizzanti per mezzo di processi chimico-fisici. Ci sono altre soluzioni come la riduzione della concentrazione di inquinanti sottoponendo il materiale ad un trattamento preventivo prima di scaricarlo nella rete fognaria e l'uso di bacini di decantazione o di vasche per la depurazione dei liquami.

6 UN TESORO DA SALVARE L’acqua è un bene che sembriamo dare per scontato e che invece diventerà sempre più raro e costoso. Già oggi a soffrire per mancanza di risorse idriche sono un miliardo e mezzo di persone. Forse noi non sappiamo neppure di essere fra i ricchi: restiamo mezz’ora sotto la doccia o lasciamo il rubinetto aperto mentre ci laviamo i denti ignorando che in qualche altra parte della Terra ogni otto secondi un bambino muore di sete oppure perché ha bevuto acqua contaminata. Il consumo medio italiano è il più alto d’Europa: infatti ogni giorno una persona consuma 220 litri d’acqua. L'acqua potabile in Italia è sufficiente solo per 2/3 della popolazione. L'incredibile notizia la si apprende leggendo un articolo Ansa dell’11 gennaio 2005 che riprende un risultato pubblicato nel rapporto Osservatorio Salute L'emergenza colpisce soprattutto le regioni del Sud Italia, in particolar modo Calabria, Sardegna, Sicilia, Puglia e Basilicata. Ancora una volta l'Italia evidenzia due marce diverse in base alla latitudine. Molto importante è anche il carico dell'inquinamento chimico e microbiologico. Circa l'80% del carico inquinante delle acque reflue è incanalato nel sistema fognario ma soltanto una parte di queste passa per depuratori, il 18% si disperde nell'ambiente. La lettura del rapporto non presenta comunque elementi per un grave rischio epidemiologico; il dato fa soprattutto pensare ad un sistema idrico migliorabile. Diverso è invece l'aspetto distributivo, inaccettabile lasciare fuori dall'offerta di acqua potabile una gran parte della popolazione italiana. La situazione italiana si presenta pertanto molto differenziata da zona a zona, ma complessivamente l'offerta sembra non essere sufficiente per le esigenze di tutti. Fonte Ansa 11 gennaio 2005


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