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PubblicatoSilvana Paoli Modificato 10 anni fa
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Meditazione sulla croce delle stigmate di Santa Caterina da Siena
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La croce che contempleremo è stata scritta da Suor Sara Vieri, op
per i 50 anni della parrocchia dei Santi Patroni di Milano
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Dal legno della croce è venuta la gioia in tutto il mondo
Dal legno della croce è venuta la gioia in tutto il mondo. Antifona per l’adorazione della croce
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Caterina da Siena, Lettera 318
Cristo è salito sulla cattedra della croce e ci insegna la dottrina avendola scritta nel corpo suo e fece di sé un libro con capoversi sì grossi che non è un uomo tanto idioto, né di sì poco vedere che non ci possa largamente e perfettamente leggere. Caterina da Siena, Lettera 318 Lettura e arpeggio:
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Gesù è il giudice che vede e giudica con giustizia.
Gesù è sulla croce ma è già risorto e vi sta come su un trono. Siamo di fronte ad una croce a statera poiché le braccia di Cristo formano una bilancia e il suo occhio sinistro è al centro dell’aureola e costituisce il punto centrale dell’ago che fa perno sul collo. Gesù è il giudice che vede e giudica con giustizia.
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L’aureola è segno della vittoria e del nome nuovo scritto sulla pietruzza bianca (Cf Ap 2,17) che riceveremo nel giudizio finale. Nell’aureola di Cristo è inscritta la croce poiché il nome di Gesù è «Dio salva», «egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1,21).
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«pastore grande delle pecore» (Cf Eb 13,20), «Io sono il bel pastore.
Gli occhi sono grandi: guardano dovunque, niente gli sfugge poiché Gesù è il «pastore grande delle pecore» (Cf Eb 13,20), «Io sono il bel pastore. Il bel pastore offre la vita per le pecore» (Gv 10,11).
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Gesù ci è presentato quindi come giudice, pastore ma servo:
«non sono venuto per essere servito ma per servire» (Mt 20,28). Indossa infatti un grembiule, quello della lavanda dei piedi. La cintura però è rossa e dorata, segno di divinità e regalità. Ci è detto perciò che servire è regnare. «Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri» (Gv 13,13-14). Canto Amare è donare tutto
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Vi ho dato l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi.
Gv 13,15 Canto Amare è donare tutto
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I capelli comunicano un messaggio diverso a seconda di come sono messi
I capelli comunicano un messaggio diverso a seconda di come sono messi. Appoggiati sulle spalle, dicono il carico che Cristo porta su di sé. Egli era all’opera con il Padre nella prima creazione e lo è nella nuova creazione. Le otto ciocche manifestano che Cristo è risorto, siamo nell’ottavo giorno, il giorno della risurrezione.
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Scendiamo in basso e guardiamo i piedi di Cristo: poggiano su un esagono blu e sotto l’esagono c’è come un pavimento composto di piccoli quadrati. Il quadrato simboleggia l’uomo e il creato. «Il cielo è il mio trono, la terra lo sgabello dei miei piedi» (Is 66,1).
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«Io sono la via, la verità e la vita.
L’esagono indica l’infinito che si cala nel finito, la pienezza dei tempi e l’incarnazione del Verbo, nuovo Adamo che fa nuove tutte le cose. È l’inizio della nuova creazione, la chiamata dell’uomo ad una dignità regale di figlio di Dio perché questo esagono ha un perimetro decorato d’oro. I sei lati sono segno del sesto giorno: il giorno della creazione dell’uomo e il giorno della morte del Signore e quindi della ri-creazione, del chicco di grano che morendo dà la vita. È passando attraverso la morte che si entra nella vita. Cristo poggia i piedi nell’esagono, cioè è entrato pienamente nell’umano, si è fatto ponte e scala fra terra e cielo affinché l’uomo passando per la via che è lui, ritrovi il volto del Padre. «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Gv 14,6).
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Sotto il corpo di Gesù, la croce è arricchita di un drappo rosso e blu con cerchi e piccoli rombi crociati. Il cerchio è simbolo di Dio e della gloria. Gesù è stato glorificato dal Padre: «Padre, è giunta l’ora, glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato» (Gv 17,1-2).
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Il rosso e il blu simboleggiano la divinità e l’umanità, in Gesù l’umanità è glorificata. Il rosso e il blu indicano anche il sangue e l’acqua, perciò il dono dello Spirito Santo e dei sacramenti, è la strada che si è spalancata fra terra e cielo ed è la nascita della Chiesa. Questo drappo è anche il letto nuziale di Cristo, sposo della Chiesa.
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glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te.
Padre, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. Gv 17,1 Canto: Re di gloria
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Io sono la via, la verità e la vita
Gv 14,6
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Nel tabellone centrale, troviamo la Chiesa che nasce dal perdono dei peccati. Ai lati di Gesù ci sono i due malfattori crocifissi insieme a lui. Sopra, la prima Chiesa: Giovanni e il centurione, Maria e una delle pie donne.
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Veramente, quest’uomo era giusto. Lc 23,47
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Fate tutto quello che vi dirà.
Gv 2,5 davanti a quest’amore
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Nei due terminali del braccio orizzontale della croce troviamo due angeli in vesti regali con la lancia in una mano e il globo nell’altra. La lancia ci rimanda ancora alla fine dei tempi quando saremo pesati sulla bilancia della croce e la Parola di Dio vaglierà la nostra vita. Il globo bianco è simbolo della sapienza della croce «Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione» (1Cor 1,27-30)
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«Chi ha sete attinga gratuitamente l’acqua della vita» (Ap 22,17b).
La croce ci è dunque donata come Via Lucis, come medicina e come scudo contro le insidie del male. Adorando la croce del Redentore, attingiamo i frutti della salvezza che egli ha donato con la sua passione. «Chi ha sete attinga gratuitamente l’acqua della vita» (Ap 22,17b).
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Il Figlio mia dolce verità per te onorare ha il capo incoronato,
per te salutare ha il capo inclinato, le braccia aperte per te abbracciare, i piedi confitti per stare con te. Santa Caterina da Siena, dal Dialogo
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