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Balilla
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Balilla è una popolare figura storica di patriota della Genova del Settecento, identificato come il giovane che il 5 dicembre 1746, nel quartiere di Portoria, ispirò la rivolta popolare contro gli occupanti dell’impero asburgico. La popolazione venne incitata dal ragazzo a sollevarsi attraverso il lancio di un sasso contro le truppe austro-piemontesi che occupavano la città, a quel tempo alleata con i francesi e gli spagnoli. L'insurrezione scoppiò quando un mortaio genovese in mano agli austriaci rimane impantanato durante il trasporto. Gli occupatori, con la forza, vollero costringere i passanti a liberare il pezzo d'artiglieria. L'ostilità della popolazione si concretizzò nel gesto del Balilla, che al grido “Che l'inse?” (La comincio?) scagliò la prima pietra di una fitta sassaiola. Le truppe straniere furono costrette ad una fuga precipitosa e abbandonarono il cannone. Etimologicamente, la parola balilla equivale a monello o ragazzo, ma molte fonti la fanno derivare da Baciccia adoperato a Genova come diminutivo del nome Giovan Battista (o Giambattista). Per questo si pensa che il protagonista di questa storia possa essere identificato con Giambattista Perasso, ma nessuna testimonianza storica è accertata, né alcun documento ufficiale fornisce il nome esatto del protagonista di questo episodio. Così fu raccontato: “la prima mano onde il grande incendio si accese, fu quella di un picciol ragazzo, quel dié di piglio ad un sasso e lanciollo contro un ufficiale tedesco”.
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Il mito del Balilla fu alimentato principalmente in pieno Risorgimento, ovvero cento anni dopo gli avvenimenti che portarono alla rivolta popolare contro le truppe austro-piemontesi; la sua figura fu poi ulteriormente enfatizzata, sempre in chiave fortemente patriottica, nel ventennio fascista, anche attraverso la creazione dell'Opera Nazionale Balilla, un'istituzione del regime a carattere parascolastico e paramilitare che inquadrava i giovanetti. Ai bambini, che obbligatoriamente aderivano a questa organizzazione, veniva fatta imparare una canzone che decantava il gesto del ragazzo genovese. Il testo era il seguente: “Fischia il sasso, il nome squilla, del ragazzo di Portoria: è l’intrepido Balilla, sta gigante nella storia”. Ancor oggi si può venire a contatto con il mito di Balilla nell’inno nazionale italiano, in quanto viene citato nella quarta strofa: “I bimbi d'Italia / Si chiamano Balilla”. Oggi il mito, esaltato nel ventennio fascista, è declinato. Il risalto dato nel passato si sta ormai disperdendo: la scuola, che aveva contribuito ad ingigantire la figura del giovane Balilla, non illustra più la sua storia. Anche la società, ormai totalmente cambiata, non fa più propri personaggi considerati un tempo vere e proprie leggende, ma ora lontani. Le ideologie racchiuse nei miti attuali sono infatti completamente diverse e non si dà più molta importanza alle gesta eroiche del passato.
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