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Riepiloghiamo… STORIA CONTEMPORANEA: 1789-1989/2001 N.B.
Il periodo compreso tra viene chiamato età umbertina…………… tra è detto anche Belle époque…… 1861…………………. Perché il Novecento è stato definito un secolo breve? ……………. Cosa accade in Italia tra il 1861 e il 1914? STORIA CONTEMPORANEA: /2001 ……………… TEORIA DI HOBSBAWM: La storia del ‘900 inizia nel 1914 e finisce nel 1991 ………………. ……………….
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Riepiloghiamo… 1876-1896 . Industrializzazione/crisi agraria
. Arretratezza culturale ed economica . Suffragio censitario . Liberismo . Industrializzazione/crisi agraria . Imperialismo /corsa agli armamenti . Patto con Austria e Germania… . Protezionismo Qual era la situazione in Italia con la Destra Storica? E con la Sinistra Storica?
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Riepiloghiamo… Quando inizia la seconda rivoluzione industriale?
Quali Paesi sono coinvolti? Quali fonti energetiche vengono sfruttate? Italia, Germania, USA, Giappone Elettricità Petrolio Riepiloghiamo…
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Effetti della rivoluzione industriale 1880-1914
- globalizzazione del mercato - investimenti e commercio estesi a tutto il globo - depressione economica per le aree meno competitive (emigrazione transoceanica) nuove politiche economiche degli stati occidentali: libero mercato (per cui ci si era battuti nella prima metà dell’Ottocento) misure protezionistiche (a difesa dell’industria nazionale, di cui si riconosce l’importanza strategica sul piano della politica interna ed estera) - nuove gerarchie mondiali: primato economico dell’ Inghilterra primato economico di Germania, Stati Uniti e Giappone
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Fenomeni caratterizzanti il trentennio 1870-1900
Seconda rivoluzione industriale Imperialismo e “politica di potenza” degli stati industrializzati
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2. Imperialismo e “politica di potenza”
- massima espansione del colonialismo europeo in Asia e in Africa - le colonie servono per motivi: - economici (acquisizione materie prime, smercio della produzione industriale, investimenti a basso costo); - ideologici (consenso interno, prestigio a livello internazionale) - strategici (ridurre spazio altrui) - saldatura tra classe politica e interessi finanziari - competizione tra le nazioni le nazioni industrializzate, in modo particolare quelle europee, e in modo più aggressivo e marcato la Germania, cercano di ampliare le proprie zone di penetrazione coloniale e influenza finanziaria, usando tutte le risorse tecnologiche e militari di cui dispongono
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Le fasi del Colonialismo/Imperialismo
PRIMA FASE Dal 1492 alla seconda metà del Settecento SECONDA FASE Durante l’Ottocento Spagna e Portogallo Francia, Inghilterra e Germania America Africa Lo sfruttamento commerciale precede la conquista militare e politica dei territori La conquista militare e politica precede lo sfruttamento commerciale 7
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L’Africa colonizzata 8
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La spartizione dell’Africa (1914)
Italia Libia (1912) FR Eritrea (1890) GB Etiopia (Abissinia) GB Somalia (1885; 1908) FR FR GB
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ECONOMICA: il protezionismo danneggia l’economia del Sud mentre al Nord l’industria decolla
SOCIALE: molti, soprattutto meridionali, sono costretti a emigrare verso USA, Argentina, Brasile POLITICA: a governare è una ristretta oligarchia di potenti… LA CRISI DI FINE SECOLO
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1903-1914: GIOLITTI PROGETTO OBIETTIVO ECONOMICO Decollo industriale
funzionale a OBIETTIVO POLITICO Consolidamento stato liberale e democratizzazione della vita politica in un contesto caratterizzato da profonde trasformazioni socio-economiche
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OBIETTIVO POLITICO SOCIALISMO ANARCHIA LIBERALISMO
ideologia e movimento politico che rivendica la libertà d'azione dell'individuo nella società SOCIALISMO Dottrina politica nata a inizio ‘800 per eliminare le ingiustizie sociali. Secondo Marx bisognava, attraverso la rivoluzione, - abolire le classi - abolire la proprietà privata collettivizzare beni e risorse. Il PSI viene fondato a Genova nel 1892 da Turati e Bissolati. Molti operai e contadini rimasero anarchici ANARCHIA Concezione politica nata a metà ‘800 che sostiene la libertà degli individui contro ogni forma di Stato e di autorità precostituita OBIETTIVO POLITICO 1904: legislazione sociale……. 1906: nasce la Cgl…….. 1912: suffragio universale maschile LA DEMOCRATIZZAZIONE DELLA VITA POLITICA
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La politica del doppio volto
CLIENTELISMO Pratica grazie alla quale una persona che non avrebbe alcun titolo per godere di risorse, benefici o posti di prestigio nel panorama politico-sociale, li ottiene attraverso i favori forniti da una o più persone appartenenti ad un gruppo di potere. Per questi favori Giolitti chiedeva, in cambio, voti per il proprio partito. Il modo di fare politica di Giolitti venne definito “del doppio volto”: un volto aperto e democratico al Nord un volto corrotto e senza scrupoli al Sud Per quanto riguarda il Nord Giolitti: non impedì gli scioperi ma fece in modo che si svolgessero sotto il controllo dell’autorità; - migliorò le norme che riguardavano il lavoro. Per quanto riguarda il Sud Giolitti: - controllò le elezioni politiche facendo ricorso al clientelismo; - talvolta usò la malavita per intimidire gli avversari. Per questo modo di operare gli fu rivolto l’appellativo di MINISTRO DELLA MALAVITA (G. Salvemini).
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DOPPIO VOLTO
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La politica estera di Giolitti
: per assecondare le richieste di industriali e banchieri… guerra contro l’Impero turco per la conquista della Libia Occupazione delle isole del Dodecaneso
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TRIPOLI BEL SUOL D’AMORE
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Sai dove s’annida più florido il suol
Sai dove s’annida più florido il suol? Sai dove sorrida più magico il sol? Sul mar che ci lega coll’Africa d’or, la stella d’Italia ci addita un tesor. Tripoli, bel suol d’amore ... Per motivare l’opinione pubblica italiana a sostenere l’occupazione della Libia – allora sotto sovranità turca – i giornali inventarono frottole e visioni paradisiache di quello che era uno “scatolone pieno di sabbia”.
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PASCOLI
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LA GRANDE PROLETARIA SI E’ MOSSA
E’ l’incipit del discorso pubblico tenuto a Barga il 26 Novembre 1911, in cui il poeta esprime la sua entusiastica adesione all’impresa coloniale libica. Ma nell’ideologia politica di Pascoli sono presenti anche motivi psicologici ed esistenziali. La difesa del nido familiare diventa qui esaltazione della famiglia di tutti gli italiani, la nazione, all’interno della quale non ha senso l’odio e la lotta di classe, ma occorre invece la cooperazione di tutti gli strati sociali nella comune lotta contro le nazioni più ricche e più potenti. La nazione proletaria può diventare potente. I contadini, ceto esaltato da Pascoli, saranno i protagonisti di questa epopea andando a formare le fila dell’esercito. L’umiliazione di intere generazioni costrette all’emigrazione sarà così riscattata. La grande proletaria si è mossa. Prima ella mandava altrove i suoi lavoratori che in patria erano troppi e dovevano lavorare per troppo poco. Li mandava oltre Alpi e oltre mare a tagliare istmi, a forare monti, ad alzar terrapieni, a gettar moli, a scavar carbone, a scentar selve, a dissodare campi, a iniziare culture, a erigere edifizi, ad animare officine, a raccoglier sale, a scalpellar pietre; a fare tutto ciò che è più difficile e faticoso, e tutto ciò che è più umile e perciò più difficile ancora: ad aprire vie nell'inaccessibile, a costruire città, dove era la selva vergine, a piantar pometi, agrumeti, vigneti, dove era il deserto; e a pulire scarpe al canto della strada. Il mondo li aveva presi a opra, i lavoratori d'Italia; e più ne aveva bisogno, meno mostrava di averne, e li pagava poco e li trattava male e li stranomava. [...] Era una vergogna e un rischio farsi sentire a dir Si, come Dante, a dir Terra, come Colombo, a dir Avanti! come Garibaldi. Si diceva: - Dante? Ma voi siete un popolo d'analfabeti! Colombo? Ma la vostra è l'onorata società della camorra e della mano nera! Garibaldi? Ma il vostro esercito s'è fatto vincere e annientare da africani scalzi! Viva Menelik! [...]
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Ma la grande Proletaria ha trovato luogo per loro: una vasta regione bagnata dal nostro mare, verso la quale guardano, come sentinelle avanzate, piccole isole nostre; verso la quale si protende impaziente la nostra isola grande; una vasta regione che già per opera dei nostri progenitori fu abbondevole d'acque e di messi, e verdeggiante d'alberi e giardini; e ora, da un pezzo, per l'inerzia di popolazioni nomadi e neghittose, è per gran parte un deserto Là i lavoratori saranno, non l'opre, mal pagate mal pregiate mal nomate, degli stranieri, ma, nel senso più alto e forte delle parole, agricoltori sul suo, sul terreno della patria; non dovranno, il nome della patria, a forza, abiurarlo, ma apriranno vie, colteranno terre, deriveranno acque, costruiranno case, faranno porti, sempre vedendo in alto agitato dall'immenso palpito del mare nostro il nostro tricolore. E non saranno rifiutati, come merce avariata, al primo approdo; e non saranno espulsi, come masnadieri, alla prima loro protesta; e non saranno, al primo fallo d'un di loro, braccheggiati inseguiti accoppati tutti, come bestie feroci. Veglieranno su loro le leggi alle quali diedero il loro voto. Vivranno liberi e sereni su quella terra che sarà una continuazione della terra nativa, con frapposta la strada vicinale del mare. Troveranno, come in patria, ogni tratto le vestigia dei grandi antenati. Anche là è Roma.
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