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nasce la Repubblica Italiana
2 GIUGNO 1946 nasce la Repubblica Italiana Un po’ di storia Testimonianze Perché far festa?
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Il 2 giugno è l'unica festa nazionale d'Italia.
PERCHÈ FAR FESTA? La Festa della Repubblica è la festa nazionale italiana viene celebrata ogni 2 giugno. In questa data si ricorda il referendum istituzionale indetto a suffragio universale il 2 e il 3 giugno 1946 con il quale gli italiani venivano chiamati alle urne per esprimersi su quale forma di governo, monarchia o repubblica, dare al Paese, in seguito alla caduta del fascismo. Dopo 85 anni di regno, con voti contro l'Italia diventava repubblica e i monarchi di casa Savoia venivano esiliati. Il 2 giugno è l'unica festa nazionale d'Italia. A differenza del 25 aprile e 1° maggio, il 2 giugno celebra la nascita della nazione, in maniera simile al 14 luglio in Francia e al 4 luglio negli Stati Uniti. .
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Speciali cerimonie ufficiali si tengono in Italia
In tutto il mondo le ambasciate italiane tengono un festeggiamento, più o meno solenne, cui sono invitati i capi del Paese ospitante. Da tutto il mondo arrivano al nostro Presidente della Repubblica gli auguri degli altri capi di Stato. Speciali cerimonie ufficiali si tengono in Italia
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UN PO' DI STORIA… Il 4 giugno 1944 , con l'ingresso delle truppe alleate, Roma fu liberata. Vittorio Emanuele III si ritirò a vita privata e nominò suo figlio Umberto II luogotenente, iniziando quindi in Egitto il suo esilio. Fu nominato un nuovo Governo, in cui entrarono tutti i partiti del Comitato di liberazione ed il cui Presidente del Consiglio fu Ivanoe Bonomi
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Il decreto luogotenenziale n 151 del 25 giugno 1945, emanato durante il governo Bonomi, tradusse in norma l'accordo che al termine della guerra fosse indetta una consultazione fra tutta la popolazione per scegliere la forma dello stato ed eleggere un'assemblea costituente. L'attuazione del decreto dovette attendere che la situazione interna italiana si consolidasse e si chiarisse: nell'aprile 1945 (fine della guerra) l'Italia era un paese sconfitto, occupato da truppe straniere, possedeva un governo che aveva ottenuto la definizione di cobelligerante Solo nella primavera dell'anno successivo fu possibile accelerare l'attuazione del decreto sul referendum. Ivanoe Bonomi
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La campagna elettorale fu contrassegnata da incidenti e polemiche, soprattutto al Nord, dove i monarchici si scontrarono sia con i repubblicani che con i "repubblichini" appena sconfitti. Allo scopo di garantire l'ordine pubblico venne creato, a cura del Ministero dell'Interno, un corpo della Polizia Ausiliaria, che venne accusato dai monarchici di aver favorito alquanto apertamente la causa repubblicana.
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(Decreto legislativo luogotenenziale 2 febbraio 1945, n. 23).
Il 31 gennaio del 1945, con l'Italia divisa ed il Nord sottoposto all'occupazione tedesca, il Consiglio dei Ministri, presieduto da Ivanoe Bonomi, emanò un decreto che riconosceva il diritto di voto alle donne (Decreto legislativo luogotenenziale 2 febbraio 1945, n. 23). Venne così riconosciuto il diritto al suffragio universale, dopo i vani tentativi fatti nel lontano 1881 e nel 1907 dal movimento femminista ispirato da Maria Montessori (la prima donna laureata in medicina in Italia). Il 2 giugno del 1946 le donne votarono per il Referendum istituzionale e per le elezioni dell'Assemblea costituente.
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Una monarchia debole e discussa
Una causa che portò alla sconfitta della monarchia fu probabilmente la figura di Vittorio Emanuele III, considerato un debole e non in grado di gestire gli avvenimenti cui si trovò di fronte: nel 1922 il comportamento della casa regnante era stato determinante per l'ascesa del fascismo nel 1938, Vittorio Emanuele III aveva promulgato senza obiezioni di sorta le leggi razziali. atteggiamenti discordanti di alcuni membri della casa regnante: la moglie di Umberto, la principessa Maria Josè, cercò nel 1943, attraverso contatti con le forze alleate, di negoziare una pace separata muovendosi al di fuori della diplomazia ufficiale. la decisione di Vittorio Emanuele III di abbandonare Roma, e con essa l'esercito italiano che venne lasciato privo di ordini, per rifugiarsi nel sud subito dopo la proclamazione dell’armistizio, atto che fu visto come una vera e propria fuga, non migliorò la fiducia degli italiani verso la monarchia.
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Un voto controverso e di misura…
I risultati del voto furono, anche per i vincitori, inferiori alle aspettative. L’analisi dei risultati del voto espresso nel referendum ha portato a diverse interpretazioni influenze della condizione economica del momento, ingresso dell'elettorato femminile, differenziazione sociale: i ceti più istruiti sarebbero stati repubblicani mentre quelli dove l‘analfabetismo era maggiore sarebbero stati monarchici Dai dati del voto, l'Italia risultò divisa in sud monarchico ed un nord repubblicano a causa della differente storia delle due parti dell'Italia I monarchici attribuirono la loro sconfitta a brogli elettorali ed a scorrettezze nella convocazione dei comizi e nello svolgimento del referendum.
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… dopo il referendum Umberto di Savoia lasciò l'Italia subito dopo il referendum, pur non riconoscendone la validità e rifiutandone i risultati; non rinunciò mai ufficialmente alla corona. Prima di partire, affidò agli italiani la Patria e li sciolse (ciò che riguardava principalmente i militari) dal giuramento di fedeltà al Re. La nuova costituzione repubblicana, elaborata dall'assemblea costituente eletta in contemporanea al referendum, venne integrata con alcune disposizioni transitorie tra cui la XIII, che prescriveva il divieto di entrare in Italia per i discendenti maschi di Umberto. Questa disposizione fu abolita nell'ottobre 2002, dopo un dibattito in parlamento e nel Paese durato molti anni e Vittorio Emanuele, figlio di Umberto, poté entrare in Italia con la sua famiglia nel dicembre successivo per una breve visita.
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Testimonianze Quale era il “clima” alla vigilia delle votazioni?
Abbiamo intervistato nonni, parenti e conoscenti che hanno votato per scegliere fra monarchia e repubblica ponendo loro le seguenti domande: Quale era il “clima” alla vigilia delle votazioni? 2. Quali canali di comunicazione si conoscevano i motivi a favore o contro le forme di governo? 3. Quale scelta hai fatto? Perché? Quale scelta avresti fatto? Perché?
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Le risposte in sintesi Il clima era di tensione, fermento, difficoltà, interesse, incertezza ma anche speranza I principali canali di informazione erano la radio, i comizi nelle piazze, i manifesti e la stampa. 3. Alcuni hanno scelto la monarchia per seguire le indicazioni della chiesa e perché si aveva paura del futuro; molti hanno optato per la repubblica per il timore di soccombere ad una nuova dittatura e ad un re che non li aveva aiutati e per avere maggiore giustizia sociale e democrazia.
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…e immagini
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A favore…
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…e …incertezze… Lettera di Alcide De Gasperi al ministro della real casa Falcone Lucifero “Signor Ministro, Le invio i dati pervenuti dal Min. dell'Interno fino alle otto di stamane. Come vedrà si tratta di dati assai parziali che non permettono nessuna conclusione. Il min. Romita considera ancora possibile la vittoria repubblicana. Io, personalmente, non credo che si possa - rebus sic stantibus - giungere a tale conclusione”
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I primi passi della repubblica
Il referendum popolare del 2 giugno 1946 decreta la fine del Regno d’Italia e l'avvento della Repubblica, che fu proclamata ufficialmente il 18 giugno 1946. Come primo presidente della repubblica viene eletto Enrico De Nicola e sotto il governo di Alcide De Gasperi il primo parlamento liberamente eletto redige la nuova costituzione, entrata in vigore il primo gennaio 1948. Il 6 settembre 1946 Enrico de Nicola, come capo provvisorio della Repubblica, autorizza per decreto la Zecca di Stato ad emettere la prima serie di monete da 1, 2, 5 e 10 lire.
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Scuola Secondaria di I grado
Presentazione realizzata dagli alunni della classe III C nell’anno scolastico nell’ambito del progetto continuità con la scuola primaria con l’aiuto e la consulenza delle docenti: Barbara Bucciolini Antonella Sabatti bibliografia e sitografia S.Loparco, Il dopoguerra ( ) a Figline e nel Valdarno, edizioni Masso delle Fate S.Paolucci, L’ora di storia,Zanichelli G.Francesconi, Educazione alla cittadinanza, Le Monnier Scuola Secondaria di I grado Leonardo da Vinci Figline Valdarno
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