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Spettro elettromagnetico

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Presentazione sul tema: "Spettro elettromagnetico"— Transcript della presentazione:

1 Spettro elettromagnetico
c =  E =  E = c/  = lunghezza d’onda (m)  = frequenza (sec-1) E = energia (joule) c = velocità della luce (2.988 x 108 m/s)  = costante di Planck's (6.625 x Js) Energia di legame per gli elettroni= ~ 10eV > 10eV= radiazioni ionizzanti; 2-10eV=UV, radiazioni non-ioniozzanti; < 2eV=visible, infrarosso, onde elettriche Spettro elettromagnetico 1

2 Le onde elettromagnetiche
onde non ionizzanti E = h ·   12,4 [eV] onde ionizzanti E = h ·  > 12,4 [eV] onde (raggi) UV microonde raggi Laser onde alta frequenza (HF) onde bassa frequenza (LF) onde a frequenza industriale onde (raggi) Röntgen onde (raggi)  E = energia [eV] h = costante di Planck = 6,626 · [J · s]  = frequenza [Hz]

3 L’assorbimento di energia da parte della materia può condurre a:
Ionizzazione: Si verifica quando una radiazione ha energia sufficiente per allontanare uno o più elettroni dagli orbitali atomici, determinando la ionizzazione del’atomo. Eccitazione: Uno o più elettroni vengono spostati verso gli orbitali atomici più esterni senza che vi sia l’espulsione.

4 La dose della radiazione si misura in termini di quantità di energia (joules) assorbita per unità di massa (kg) e si esprime in grays (1 J/kg). Tuttavia, non rappresenta tutta la quantità di energia assorbita capace di determinare gli effetti biologici della radiazione. Una pan-irradiazione pari a 8 Gy induce la morte (dovuta ad insufficienza midollare). L’entità e la sede di azione di una radiazione condizionano il tipo di danno biologico 3 Dose di radiazione

5 rad = Radiation Absorbed Dose è un'unità di misura della dose di radiazione assorbita, pari a 100 erg/gr. Il rad è stato sostituito dal gray nel Sistema Internazionale di unità di misura. 1 Rad = 0,01 gray = 0,01 joule di energia assorbiti da un chilogrammo di tessuto. gray (Gy) = il gray fu definito nel 1940 da Louis Harold Gray da cui prende il nome ed è l’unità di misura della dose assorbita di radiazione del Sistema Internazionale.Un'esposizione di un gray corrisponde ad una radiazione che deposita 1 joule/Kg di materia (sia tessuti biologici che qualsiasi altra cosa).Dimensionalmente si ha: Il gray ha sostiuito la vecchia unità, il rad che però è ancora talvolta utilizzata; vale la relazione 1 Gy = 100 rad. 1 cGy = 1 rad rem = Röntgen equivalente per uomo è un'unità di misura della dose equivalente di radiazioni. indica la quantità di radiazione necessaria a produrre un effetto biologicamente dannoso. Il rem è definito come il prodotto della dose assorbita espressa in rad x Q fattore di qualità che tiene conto del differente impatto biologico dei diversi tipi di radiazione: raggi X e raggi gamma Q=1; neutroni Q = a seconda dell'energia; radiazione alfa Q = 20. Nel Sistema Internazionale il rem è stato sostituito dal sievert con la conversione: 1 Sv = 100 rem. Poiché la dose di 1 rem è piuttosto elevata, si fa spesso uso del suo sottomultiplo, il millirem. sievert (Sv) = unità di misura della dose equivalente di radiazione nel Sistema Internazionale. Tale grandezza ha le stesse dimensioni della dose assorbita, ovvero energia per unità di massa. Nel Sistema Internazionale si ha: La dose assorbita viene convertita in dose equivalente moltiplicandola per un fattore adimensionale dipendente dal tipo di radiazione: raggi X, beta o gamma, 1 Gy di dose assorbita equivale ad 1 Sv di dose equivalente; neutroni 1 Gy può equivalere da 3 a 11 Sv a seconda dell'energia del fascio; raggi alfa 1 Gy è equivalente a 20 Sv Il sievert ha sostituito l'unità tradizionale, il rem: 1 Sv = 100 rem. ev = x erg 100 erg = x 113 ev Unità di misura 2

6 Range o Penetrazione Range =
distanza media percorsa dalla radiazione incidente nella materia In generale, indica la capacità di penetrare a fondo nella materia. E’ ovviamente tanto più alto quanto maggiore è l’energia (una particella si ferma quando esaurisce la propria energia). Per un fascio di particelle cariche di data energia, si verifica sperimentalmente che il numero di particelle trasmesse rimane pressoché costante fino a un certo spessore, dopo il quale crolla bruscamente. N0 x <r> N0/2 Range medio <r> distanza percorsa dal 50% delle particelle

7 percorsa nella materia
Penetrazione (range) Range R (E) = distanza media percorsa nella materia Radiazioni a,b,g in diversi materiali...

8 Schermi protettivi

9 LET Trasferimento Lineare di Energia LET = T/R
Rapporto tra l’energia totale T trasferita alla materia lungo un cammino e la lunghezza R del cammino percorso LET = T/R (misurato in keV/mm, MeV/mm) Alto LET  alta densità di ionizzazione  alta probabilità di colpire e danneggiare un sito biologico Grande variabilità: elettroni: pochi keV/mm a: diverse centinaia di keV/mm

10 Le radiazioni ionizzanti sono quelle radiazioni dotate di sufficiente energia da poter ionizzare gli atomi (o le molecole) con i quali vengono a contatto, E  10 eV Da sempre l'uomo è soggetto all'azione di radiazioni ionizzanti naturali, alle quali si da il nome di fondo radioattivo naturale radiazione terrestre (radiazione prodotta da nuclidi primordiali o da nuclidi cosmogenici) extraterrestre (la radiazione cosmica). Per la loro presenza l'uomo riceve mediamente una dose di 2.4 mSv/a, valore varabile in rapporto al luogo. In Italia la dose media valutata per la popolazione è di 3.4 mSv/a, valore di riferimento per valutazioni di rischio radioprotezionistico. La caratteristica di una radiazione di poter ionizzare un atomo, o di penetrare più o meno in profondità all'interno della materia, dipende oltre che dalla sua energia anche dal tipo di radiazione e dal materiale con il quale avviene l'interazione. Le radiazioni ionizzanti si dividono in due categorie principali: quelle che producono ioni in modo diretto (le particelle cariche α , β− e β+;) quelle che producono ioni in modo indiretto (neutroni, raggi γ o fotoni e raggi X ). Le radiazioni ionizzanti possono essere prodotte con vari meccanismi. i più comuni sono : decadimento radioattivo, fissione nucleare e fusione nucleare, emissione da corpi estremamente caldi (radiazione di corpo nero) emissione da cariche accelerate (bremsstrahlung, o radiazione di sincrotrone). Le particelle cariche α , β− e β+ possono derivare dai decadimenti nucleari: decadimento alfa per le particelle alfa beta per gli elettroni e i positroni. Il potere di penetrazione di queste radiazioni è limitato: le particelle alfa (ionizzanti) non possono superare strati di materia superiori ad un foglio di carta, le particelle beta possono essere schermate da un sottile strato di alluminio Fotoni e i neutroni, pur non essendo carichi, se dotati di sufficiente energia possono ionizzare la materia (fotoni con frequenza pari o superiore ai raggi ultravioletti sono ritenuti ionizzanti per l'uomo). Queste particelle sono meno ionizzanti delle precedenti, ma possono penetrare molto a fondo nella materia 6

11 Radiazioni ionizzanti
Ogni radiazione, interagendo con la materia, cede energia alla struttura atomica/molecolare del materiale attraversato. Se l’energia ceduta è sufficiente (radiazioni ionizzanti: E  10eV), Radiazioni ionizzanti: elettromagnetiche (m=0, E=hn)  raggi X e g corpuscolari (m>0, E= ½ mv2)  particelle a, b, p, n,... Particelle cariche: a, b±, p  ionizzazione diretta degli atomi del mezzo Particelle neutre: n, X, g  ionizzazione indiretta tramite produzione di particelle cariche secondarie

12 Interazione di particelle cariche
Tutte le particelle cariche (α , β− e β+) interagiscono principalmente a causa delle interazioni coulombiane con gli elettroni del mezzo attraversato, perdendo rapidamente la loro energia cinetica. La perdita di energia della particella carica appare principalmente sotto forma di ionizzazione ed eccitazione del mezzo attraversato. L’energia cinetica ceduta dalla particella è praticamente tutta assorbita dal mezzo a una distanza caratteristica, che dipende dalle caratteristiche della particella incidente e del mezzo attraversato.

13 Interazione di particelle neutre
Al contrario delle particelle cariche, neutroni e fotoni possono essere assorbiti completamente in un’unica collisione (il neutrone da un nucleo, il fotone da un elettrone atomico o da un nucleo). Al contrario delle particelle cariche, non esistono distanze che fotoni o neutroni non possano attraversare. L’assorbimento di neutroni e fotoni nella materia – e quindi l’attenuazione di un fascio - ha un comportamento probabilistico. Neutroni: Cattura neutronica Urti elastici Urti anelastici Fotoni: Effetto fotoelettrico Effetto Compton Produzione di coppie

14 Classificazione delle interazioni secondo l’energia dei neutroni:
freddi (E~meV), termici (E≤0.01 eV), epitermici (E≤100 keV), veloci (E~MeV) Cattura neutronica: n + AZX  A+1ZX spesso seguita da decadimento g ( reazioni n.g o di cattura radiativa) spesso con nucleo finale radioattivo più probabile a bassa energia (~ 1/E2) I materiali sottoposti a bombardamento neutronico diventano radioattivi! Es. n+147N  146C + p MeV  rilascio energia nel corpo umano n+105B  73Li + a MeV  Boron Neutron Cancer Therapy Urti con nucleoni: cessione di energia a protoni eccitazione dei nuclei con successiva emissione di raggi g In tutti i processi l’effetto è la ionizzazione secondaria

15 Interazioni dei fotoni con la materia
Le particelle indirettamente ionizzanti, raggi X e fotoni interagendo con la materia, mettono in moto particelle cariche secondarie, a loro volta responsabili della cessione di energia alla materia. Gli effetti quindi di questo tipo di radiazioni sono gli effetti dei secondari carichi prodotti. I principali processi di interazione della radiazione elettromagnetica con la materia si possono dividere in: processi di assorbimento e processi di diffusione.

16 Interazioni dei fotoni con la materia

17 Interazione radiazione gamma (fotoni)
Effetto fotoelettrico Effetto fotoelettrico: Interazione con elettroni atomici interni Effetto Compton: Interazione con elettroni atomici esterni Produzione di coppie: Interazione con campo coulombiano del nucleo Effetto Compton produzione di coppie e+e-

18 Come la radiazione causa danni biologici ?
+ - la radiazione di alta energia rompe i legami chimici. si creano radicali liberi, come quelli prodotti o da altri agenti nocivi o nel corso dei normali processi cellulari all’interno dell’organismo. I radicali liberi possono modificare gli elementi chimici. Queste modifiche sono in grado di danneggiare le funzioni cellulari e e di distruggere le cellule stesse.

19 Ionizzazione dell’acqua
Le cellule sono costituite per circa il 70% da acqua che rappresenta la specie molecolare più importante per gli effetti della ionizzazione. La ionizzazione dell’acqua da parte delle radiazioni ionizanti induce la formazione di radicali e di eletttroni. H2O -----> H2O+ + e- H20+ reagisce con altre molecole di acqua e forma lo ione idronio e il radicale idrossile: H2O+ + H2O > H3O+ + OH. L’elettrone libero in presenza di acqua porta alla formazione del cosiddetto elettrone acquoso : e- + [H2O ]n > e-aq L’elettrone acquoso e-aq reagendo con altre molecole di acqua porta alla formazione di radicale idrogeno: e-aq + H2O > OH- + H. 8

20 Effetti dell’esposizione a radiazioni ionizzanti

21 Effetti deterministici dell’esposizione a radiazioni

22 Effetti stocastici dose-dipendenti

23 Effetti stocastici dose-indipendenti

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25 Effetti dei danni al DNA
La più importante struttura molecolare che può subire modificazione da parte della radiazione è il DNA! Effetti dei danni al DNA Distruzione delle cellule Il DNA danneggiato può innescare apoptosi, ovvero una morte cellulare programmata. Se ciò coinvolge solo poche cellule, ciò impedisce la riproduzione del DNA danneggiato e quindi protegge il tessuto. Espressione genica Un gene può “rispondere” alla radiazione modificando il segnale per la produzione di proteine, la cui funzione può essere o di tipo protettivo o di danneggiamento. Aberrazioni Cromosomiche A volte il danno interessa l’intero cromosoma, producendo la sua rottura o ricombinazione in maniera anomala. A volte l’effetto è la combinazione di due cromosomi differenti. Instabiltà genomica A volte il danno al DNA produce modifiche posteriori che possono contribuire alla formazione di cancro. Mutazioni geniche A volte un gene specifico è modificato in maniera tale di divenire incapace di produrre le proteine corrispondenti in maniera appropriata.

26 Patologie da radiazione Cancro
In che modo questo danno prodotto dalla radiazione ionizzante influenza il nostro organismo? Sufficienti alterazioni genetiche Sufficiente distruzione cellulare Patologie da radiazione Cancro

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29 DANNO AL DNA 6

30  Lunghezza Frequenza d’onda RADIAZIONI NON IONIZZANTI RADIAZIONI
Diagnostica a raggi X m Hz Radioisotopi 10-7 3 x 1015 UV Sterilizzazione Laser FREQUENZE OTTICHE Vis 10-6 3 x 1014 Lampade Radiazione infrarossa Sorgenti termiche Telecomandi 10-3 3 x 1011 Impianti radar Microonde Radarterapia Telefonia cellulare RADIAZIONI NON IONIZZANTI Lunghezza d’onda Frequenza Forni a microonde Ponti radio 100 3 x 108 Radiofrequenze Emissioni radiotelevisive Marconiterapia Radioamatori FREQUENZE NON OTTICHE Saldatura e incollaggio Riscaldamento a induzione 104 3 x 104 Metal detector Basse frequenze Videoterminali Magnetoterapia Elettrodomestici Linee elettriche 107 3 x 101 Linee telefoniche CAMPI STATICI RMN Elettrolisi

31 SPETTRO DELLE RADIAZIONI ELETTROMAGNETICHE NON IONIZZANTI
Fonte: P. Bevitori, L’inquinamento elettromagnetico

32 Radiazioni ultraviolette
UVB ( nm) sono responsabili più degli UVA ( nm) nell’indurre eritema solare. Tuttavia, gli UVA penetrano più profondamente nella cute. UVB sono implicati nell’insorgenza del melanoma e di altri tipi di tumori cutanei. UVA causano danni cutanei responsabili dell’insorgenza di lesioni pre-cancerose e causano un invecchiamento prematuro della cute.

33 Meccanismo di azione delle radiazioni ultraviolette
Induzione di mutatzioni dovute al diretto assorbimento degli UV a livello del DNA con formazioine di transizioni C--->T. Doppie mutazioni CC---->TT sono caratteristiche del danno da UV Il legame covalente fra due residui adiacenti di pirimidine porta alla formazione di un anello ciclobutanico che lega due residui pirimidinici

34 Fotoprodotto pirimidina-pirimidina
Il fotoprodotto timina-timina siproduce per legame fra la posizione C6 di una timina e la posizione C-4 della timina adiacente

35 Dose-risposta della formazione di dimeri in rapporto alla dose di UV

36 Gli UV inducono immunosoppressione
Tumori indotti nel topo mediante irradiazione non si accrescono se impiantati in animali singenici ma attecchiscono in topolini immunodeficienti. Questo indica che sono altamente antigenici. Tuttavia, per quale motivo sono in grado di accrescersi nell’ospite primario? È stato osservato che l’esposizione dei topolini alle radiazioni UV li rende incapaci di rigettare il tumore antigenico. Lo stesso effetto si può ottenere trasferendo linfociti T provenienti da animali irradiati con UV. Gli UV inducono la comparsa di linfociti T soppressori che inibiscono il rigetto del tumore. Questo effetto è specifico per tumori indotti dagli UV.

37 Gli UV inducono modificazioni della risposta immunitaria
In corso di irradiazione con UV vengono modificate altre risposte immunitarie comprese le reazioni di ipersensibilità ritardata e di ipersensibilità da contatto. Alcuni studi hanno dimostrato che le radiazioni UV alterano la funzione delle cellule cutanee presentanti l’antigene [le cellule di Langerhans], modificandoin tal modo il tipo di risposta immunitaria. Inoltre gli UV possono attivare la trascrizione dei geni per varie citochine, quali citochine immunosoppressive. Durante l’irradiazione con UV si formano linfociti T soppressori rappresentati da linfociti T helper di Tipo 2 che producono citochine quali IL-10 con effetto inibitorio della funzione dei linfociti T helper di Tipo 1.

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39 ELF (extremely low frequency)
onde elettromagnetiche a frequenze estremamente basse (50-60 Hz) prodotte dagli impianti per la produzione, trasmissione, distribuzione ed utilizzo dell’energia elettrica (elettrodotti, elettrodomestici) RF (radiofrequenze) onde elettromagnetiche ad alta frequenza (tra 300 Hz e 300 GHz) generate, ad esempio, dai ripetitori radio-Tv e dai sistemi di telefonia cellulare

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43 Meccanismi di riparazione del DNA

44 Modalità di riparazione
Modalità dei processi di riparazione del danno indotto al DNA dalle radiazioni ionizzanti e dagli UV Tipo di danno Modalità di riparazione Agente Rotture di singolo filamento (Single strand break) Base exision repair (BER) IR Base Danneggiata UV Formazione di dimeri da UV Nucleotide exision Repair (NER) Rottura di doppio filamento (Double strand break) Recombination Non-homologous End Joining (NHEJ)

45 Patologie umane associate a difetti di riparazione del DNA
Patologia Genetica Caratteristiche cliniche Caratteristiche cellulari Xeroderma pigmentosum (XP) Ataxia telangiectasia (AT) Sindrome di Bloom (BS) Anemia di Fanconi (FA) Fotosensibilità, Pigmentazione cutanea, Anomalie neurologiche, Tumori cutanei. Autosomica recessiva Ridotta immunocompetenza, Sensibilità alla radioterapia, Tumori del sistema Linforeticolareculare Basso peso alla nascita, Teleangiectasie indotte dalla luce, Aumentata incidenza di tumori. Aumentata incidenza di leucemie e di altri tumori solidi. Sensibilità agli UV e agli agenti alchilanti. Difetto di Base Excision Repair. Anomalie cromosomiche, sensibilità ai raggi X e agli agenti che inducono rottura del DNA. Sintesi difettiva del DNA, Aumentato numero di scambi fra cromatidi fratelli Ridotta attività della DNA ligasi 1 Aberrazioni cromosomiche indotte da agenti che produco legami fra i filamenti di DNA, nessuna sensibilità a raggi X e UV 17

46 Marie Curie e sua figlia sono morte per leucemia come conseguenza dell’esposizione a radiazioni ricevute durante gli espereimenti condotti sulla radioattività 49

47 (i) Studi in vitro su colture cellulari
Rischio dell’insorgenza di tumori idotti da radiazioni Fonti di informazioni (i) Studi in vitro su colture cellulari (ii) Studi in vivo su animali da esperimeto (iii) Studi epidemiologici nell’uomo: sopravvissuti alla bomba atomica esposizione iatrogena esposizione occupazionale 31

48 Tessuto linfoemopoietico [leucemia mieloide] Polmone T. Osseo Cute
Sensibilità relativa di vari organi all’insorgenza di tumori indotti da radiazioni in topolini femmina * Alta sensibilità Sensibilità Moderata Bassa sensibilità Timo Ovaie Ipofisi Utero Mammella Tessuto linfoemopoietico [leucemia mieloide] Polmone T. Osseo Cute Stomaco Fegato Tratto gastro-enterico 40 * topoline sono state irradiate per 10 settimane e quindi seguite nel corso deltempo per la durata della loro vita. La sensibilità alta, moderata e bassa è stata definita come la comparsa di un numero di tumori significativamente maggiore rispetto ai controlli per dosi rispettivamente pari a 0.25, , o maggiori di 1.5 Gy.

49 Incidenza dei tumori nei sopravvissuti alla bomba atomica
Incidenza dei tumori nei sopravvissuti alla bommba atomica Incidenza dei tumori nei sopravvissuti alla bomba atomica Totale popolazione studiata Tipo di radiazione Acute gamma &neutron Follow up (anni) 5-45 % Donne 56 Età media al momento dell’irradiazione [range] 28.4 years[0-79] % di soggetti che hanno ricevuto una dose >5 mSv 58 Numero di decessi per cancro 7.227 Numero di casi di cancro 9.014 52

50 Studi epidemiologici sull’effetto cancerogenetico della radioterapia
Causa del trattamento Età al momento dell’esposizione Tipo di esposizione Tumori insorti Cancro della cervice Adulto Raggi-X Esofago, apparato gastro-enterico, pancreas, genitali, vescica, tessuto osseo,leucemie Cancro della mammella Ghiandola mammaria controlaterale. Leucemia [ALL] Cancro dell’endometrio Leucemia Linfoma di Hodgkins Tutte le età Polmone, leucemia, linfomi non-Hodgkin, mammalla, tiroide, altri tumori solidi Cancri del’infanzia Bambino Tiroide, sarcomi ossei Emangiomi cutanei dell’infanzia Terapia con applicazioni di Radium Tiroide,mammella, altre ghiandole endocrine, sistema nervoso centrale 54

51 Studi epidemiologici sull’effetto cancerogenetico della radioterapia
Causa del trattamento Età al momento dell’esposizione Tipo di esposizione Tumori insorti Spodilite Anchilosante Adulto Raggi-X Esofago, polmone, tessuto osseo, connettivo, prostata, pancreas, vescica, rene, leucemia, linfomi non-Hodgkin, mieloma multiplo Tinea capitis Bambino Tiroide, ghiandole salivari, leucemie, sistema nervoso centrale Patologie mammarie benigne Mammella Iperplasia timica Neonato Tiroide, mammella Patologie ginecologiche benigne Retto, utero, genitali, pancreas, vescica, leucemie, mieloma multiplo Ulcera Peptica Stomaco, pancreas, polmone, leucemie, linfomi non-Hodgkin Ipertrofia/iperplasia tonsillare Tiroide, ghiandole salivari 56

52 TUMORI CUTANEI INDOTTI DAGLI UV
Tumori cutanei ,000 casi/anno [USA] (non melanomi) morti deaths Tumori polmonari casi/anno morti Melanoma casi/anno 6.000 morti Frequenza dei tumori cutanei indotti dall’esposizione solare

53 Lesioni cutanee pre-cancerose e cancerose indotte dagli UV
- Cheratosi attinica Cancerose - Basalioma o carcinoma basocellulare (ulcus rodens) - Carcinoma spinocellulare - Melanoma - Altri (di strutture specializzate della cute)

54 Cheratosi Attinica Lesione pre-cancerosa detta anche cheratosi solare o senile che si sviluppa in seguito all’azione lesiva dell’esposizione al sole

55 Basalioma o Carcinoma basocellulare
È un tumore maligno della cute costituito da cellule che ricordano quelle dello strato basale dell’epidermide Di solito ha un accrescimento lento di tipo nodulare e non metastatizza, in alcuni casi ha un accrescimento di tipo infiltrativo con formazione di un’ulcera (ulcus rodens) Piccolo nodulo, rosa pallido o di color cereo lucido Nodulo rossastro Nodulo ulcerato con sanguinamento e formazione di crosta

56 Carcinoma spinocellulare
Tumore maligno della cute e di altri organi (es polmone) caratterizzato da cellule che ricordano quello dello strato spinoso dell’epidermide con fenomeni di cheratinizzazione. Spesso insorge su lesioni pre-cancerose come la cheratosi attinica Tende a metastatizzare

57 Melanoma Deriva dai melanociti.
Può insorgere su pre-esistenti lesioni neviche È fra i più maligni tumori della cute, metastatizza frequentemente vari organi

58 ELF (onde a bassa frequenza)
La IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) nel giugno 2001 ha classificato i campi ELF come possibilmente cancerogeni per l’uomo sulla base degli studi epidemiologici relativi alla leucemia infantile Esposizione continuativa (residenziale) a livelli > 0,4 μT Rimane comunque la possibilità che esistano altre spiegazioni per l’associazione osservata tra l’esposizione a campi ELF e leucemia infantile (OMS promemoria n )

59 RF (radio frequenze) Effetti termici
Il riscaldamento è il principale effetto biologico dei campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF). Si verifica solo al di sopra di certi valori d’intensità detti “valori soglia” che sono stati posti alla base dell’individuazione dei “valori limite” Danni alla salute da riscaldamento (es. cataratta oculare, ustioni della pelle) si manifestano solo per livelli di RF elevate che non si riscontrano nella vita quotidiana (es. nelle vicinanze di radar)

60 Campi elettromagnetici ad alta frequenza (RF): effetti a lungo termine sulla salute OMS
(promemoria n.183/1998) Una revisione dei dati scientifici svolta dall'OMS nell'ambito del Progetto internazionale CEM (Monaco, Novembre 1996) ha concluso che, sulla base della letteratura attuale, non c'è nessuna evidenza convincente che l'esposizione a RF abbrevi la durata della vita umana, né che induca o favorisca il cancro. Comunque, la stessa revisione ha anche evidenziato che sono necessari ulteriori studi, per delineare un quadro più completo dei rischi sanitari, specialmente per quanto concerne un possibile rischio di cancro connesso all'esposizione a bassi livelli di campi RF.

61 Campi elettromagnetici ad alta frequenza (RF): effetti a lungo termine sulla salute OMS Promemoria OMS n.193 revisione giugno 2000 Nessuna delle recenti revisioni della letteratura ha concluso che l'esposizione ai campi a radiofrequenza prodotti dai telefoni cellulari o dalle stazioni radio base provochi alcun effetto negativo sulla salute. Sono comunque state identificate alcune lacune nelle conoscenze, che richiedono ulteriori ricerche per giungere a una migliore valutazione dei rischi.

62 LO STUDIO EPIDEMIOLOGICO “INTERPHONE”
E’ in corso uno studio epidemiologico internazionale: sull’associazione tra l’uso di telefoni cellulari e tumori della testa e del collo lo studio è coordinato dalla IARC e coinvolge unità di ricerca di 14 paesi si prevede la raccolta di circa casi di tumori

63 Mobile phone use and the risk of acoustic neuroma
Mobile phone use and the risk of acoustic neuroma. Lonn S, Ahlbom A, Hall P, Feychting M- Karolinska Institut Stockholm Epidemiology 2004 Nov; 15: Lo studio non evidenzia un incremento del rischio di di neurinoma dell’acustico correlato all’uso del cellulare dopo un breve periodo di esposizione. Tuttavia i dati suggeriscono un raddoppio del rischio associato all’uso del cellulare per un periodo di più di 10 anni

64 Cellular Telephone Use and Risk of Acoustic Neuroma
Helle Collatz Christensen, Joachim Schüz, Michael Kosteljanetz, Hans Skovgaard Poulsen, Jens Thomsen, and Christoffer Johansen American Journal of Epidemiology 2004; 159: Lo studio riguarda 106 casi di neurinoma acustico confrontati con 212 casi di controllo, appaiati ai malati per sesso ed età. Il periodo di osservazione spazia tra il 2000 e il 2002. Non è stata trovata alcuna associazione tra l’utilizzo costante del telefono cellulare e l’incidenza di neurinoma acustico. L’uso del cellulare per 10 anni o più non incrementa il rischio di neurinoma rispetto a periodi più brevi di utilizzo.

65 Studio condotto in cinque diverse aree del Regno Unito:
Mobile phone use and risk of glioma in adults: case-control study Sarah J Hepworth, Minouk J Schoemaker, Kenneth R Muir, AnthonyJ Swerdlow, Martie J A van Tongeren, Patricia AMcKinney- BMJ 20 gennaio 2006 Studio condotto in cinque diverse aree del Regno Unito: 966 casi di glioma diagnosticati nel periodo confrontati con 1716 controlli Conclusioni: non vi è associazione tra insorgenza di glioma e uso regolare di telefono cellulare nei dieci anni precedenti la data di rilevazione

66 Cellular Phones, Cordless Phones, and the Risks of Glioma and Meningioma (Interphone Study Group, Germany). Joachim Schüz, Eva Böhler, Gabriele Berg, Brigitte Schlehofer, Iris Hettinger, Klaus Schlaefer, Jürgen Wahrendorf, Katharina Kunna-Grass, and Maria Blettner. American Journal of Epidemiology, 27 January 2006 366 casi di glioma e 381 di meningioma diagnosticati nel periodo confrontati con 1494 soggetti controlli Conclusioni: nel complesso, l’uso del telefono cellulare non è associato all’insorgenza di tumori cerebrali. Non emergono infatti differenze tra utenti e non utenti del telefonino nello sviluppo dei due tumori, sia in generale sia in particolare nel lobo temporale del cervello, quello che riceve la più alta esposizione. L’unica eccezione a questo complesso di dati negativi è un’indicazione di aumento (di un fattore 2,2) del rischio di glioma nei soggetti che utilizzavano il telefono mobile da almeno 10 anni. Tuttavia, gli stessi autori raccomandano molta cautela nell’interpretazione del dato che si basa su 12 casi soltanto e per ciò stesso – oltre ad essere statisticamente non significativo -dipende fortemente dal criterio usato. Se solo si sposta, ad esempio, la soglia di osservazione da 10 a 9 anni, l’incremento di rischio si dimezza.


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