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PALEOCLIMATOLOGIA E PALEOCEANOGRAFIA

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Presentazione sul tema: "PALEOCLIMATOLOGIA E PALEOCEANOGRAFIA"— Transcript della presentazione:

1 PALEOCLIMATOLOGIA E PALEOCEANOGRAFIA
Programma del Corso: Il sistema climatico e i suoi componenti Gli Archivi e i Proxy del clima nel passato geologico Storia del clima nel passato geologico

2 PALEOCLIMATOLOGIA E PALEOCEANOGRAFIA
Prova di esame: Verifica orale (o scritta, su richiesta, per gli amanti del rischio) Orario delle lezioni: Lunedì h Aula 2L Martedì h Aula 1C Giovedì h Aula 2L Prevista una parte pratica in Aula Informatica; possibile un’escursione sul campo (K/T, P/E)

3 PALEOCLIMATOLOGIA E PALEOCEANOGRAFIA
Materiale didattico: Appunti e dispense (.pdf/.ppt, distribuiti alla conclusione di ogni “blocco” di lezioni) Testi di consultazione: R. Bradley - Paleoclimatology. Reconstructing climates of the Quaternary, Academic Press C. Cockell (ed.) - An introduction to the Earth-Life system, Cambridge Press W. Ruddiman - Earth’s climates: past and future, W.H. Freeman

4 INTRODUZIONE

5

6 Tempo meteorologico (weather): insieme di eventi e caratteri transitori che si sviluppano a scala locale, ma ripetibili infinite volte in infiniti momenti e luoghi Clima: proiezione, mediata a lungo termine, delle condizioni meteorologiche previste in una specifica area geografica in un determinato periodo dell’anno DATO QUALITATIVO (=STIMA): caldo/freddo, asciutto/umido… DATO QUANTITATIVO: T e P  clima tropicale/subtropicale/temperato…

7 Climogramma P-T

8 Carta dei climi tipo Köppen-Geiger

9 flussi di energia: calore
Ciascuna “cella” climatica è un sistema aperto, e fa parte di una rete di teleconnessioni che permettono (o inducono): flussi di energia: calore flussi di materia: fluidi (aria e acqua) e sospensione solida fenomeni migratori dei produttori primari (e, a cascata, dei consumatori)  migrazioni umane? Obiettivo: raggiungimento di un equilibrio a scala globale entro il sistema climatico

10 IL SISTEMA CLIMATICO E’ il risultato di complesse interazioni fra ATMOSFERA, IDROSFERA, CRIOSFERA, TERRA SOLIDA e BIOTA per mezzo di processi chimici, fisici, geologici e biologici

11 DINAMICHE DEL SISTEMA CLIMATICO
Il sistema climatico è il risultato di un processo input-output: IN: FORZANTI (climate forcing) – permettono e favoriscono l’interazione fra le componenti del sistema climatico, sia in modo diretto che attraverso meccanismi di feedback; OUT: RISPOSTE (climatic responses) – risultato dei processi interativi e autonomi fra le componenti del sistema climatico  “prodotti” di singole componenti o del rapporto fra più componenti La coesistenza di forzanti e risposte mantiene il sistema climatico in permanenti condizioni di equilibrio instabile

12 FEEDBACK Processo in cui i risultati di un evento recorsivo influenzano l’evento stesso nel futuro. In climatologia, i meccanismi di feedback influenzano la velocità e l’ampiezza dei cambiamenti rispetto alle condizioni iniziali. Se il fenomeno coinvolto viene accelerato/amplificato, si parla di feedback positivo (o di retroazione positiva); Se il fenomeno viene rallentato/ridotto, si parla di feedback negativo (o di retroazione negativa).

13 SINERGIE Oltre ai feedback, in cui l'effetto interagisce con la causa, esistono SINERGIE: un effetto maggiore della somma degli effetti che si ottengono agendo separatamente. Esempio: i gas CFC distruggono l'ozono atmosferico e allo stesso tempo contribuiscono all'effetto serra Gli effetti della sinergia aumentano: meno ozono = più radiazioni ultraviolette a terra; più radiazioni ultraviolette a terra = danni alle alghe marine che fissano CO2; danni alle alghe marine che fissano CO2 = più CO2 accumulata nell'atmosfera; più CO2 accumulata nell'atmosfera = maggiore effetto serra.

14 A B C Schema semplificato delle dinamiche di riequilibrio climatico sotto la pressione di forzanti interne ed esterne

15 DEVIAZIONI DALLO STATO DI EQUILIBRIO
La pressione delle forzanti può agire con tempi e intensità diversi, che danno origine a risposte diverse nel sistema climatico. Se la pressione delle forzanti è eccessiva, il sistema climatico non riesce a mantenere l’equilibrio (steady-state) fra le sue componenti. Ricerca dell’equilibrio tramite processi di attivazione - intensificazione - cambiamento dei feedback all’interno del sistema climatico IMPORTANTE: L’acquisizione di un nuovo stato di equilibrio NON IMPONE una modificazione nel clima medio (misurato)!

16 MODIFICAZIONI SENSIBILI NEL CLIMA MEDIO
Variazioni nella risposta del sistema climatico, non nella sue dinamiche  risposta diretta e proporzionale alla pressione delle forzanti Variabilità climatica: scostamento naturale, periodico o quasi-periodico, rispetto al clima locale medio (es. periodi ricorrenti più caldi o più piovosi) con possibili teleconnessioni a grande scala (es. El Niño, le glaciazioni del Quaternario…) Episodi climatici: perturbazioni del clima locale medio indipendenti dalla sua variabilità naturale (per frequenza e/o ampiezza), con possibili teleconnessioni a grande scala Time

17 CAMBIAMENTI NEL SISTEMA CLIMATICO
Periodi di riorganizzazione del sistema climatico ( delle sue dinamiche interne, non solo delle risposte) in seguito a: pressione anomala da parte delle forzanti riorganizzazione forzata dei processi di feedback perturbazioni interne alle singole componenti del sistema (es. comparsa/scomparsa delle calotte glaciali) DETERMINANO: Eventi climatici: modificazioni transienti, che non apportano cioè modificazioni permanenti nel sistema climatico; Transizioni/rivoluzioni climatiche: modificazioni ± graduali con effetti ± persistenti sui ritmi e sull’ampiezza della variabilità climatica naturale  E’ possibile riconoscere solo a posteriori se una certa modificazione del clima è transiente o induce effetti a lungo termine

18 LE SOGLIE CLIMATICHE La “pressione” delle forzanti spinge il sistema a rompere il suo stato di equilibrio. In condizioni “normali” (steady-state), tali pressioni sono compensate (tramite feedback) dal sistema climatico, e non comportano cambiamenti maggiori  “effetto tampone”  Il clima non cambia in modo significativo se non si supera una soglia. Soglia climatica: limite virtuale oltre cui si attiva un cambiamento (potenzialmente reversibile) nelle interazioni interne e nelle risposte (output) del sistema climatico Soglia climatica critica: limite virtuale oltre cui il cambiamento nelle interazioni interne e nelle risposte (output) del sistema climatico diventa “stabile”

19 Condizioni stepped steady-state:
Steady-state regime Re-assessment via enhanced feedback processes Forcing triggers disequilibrium Climatic threshold major disequilibrium Unstable (reversible) regime Feedback processes restore pre-event conditions Critical climatic threshold Forcing triggers critical disequilibrium Feedback processes can not keep pace with critical forcing pressure Time Condizioni stepped steady-state: Il sistema climatico riesce a mantenere lo stato originale di equilibrio fra le sue componenti. Fasi di accelerazione nella pressione delle forzanti possono indurre step climatici, che non comportano cambiamenti significativi (effetto tampone) finchè il sistema rimane al di sotto della soglia climatica B) Condizioni sopra-soglia: Si instaura un regime climatico differente con diverse interazioni e risposte; tuttavia, il sistema è perturbato in modo reversibile e tende a ritornare alle condizioni precedenti (sotto soglia) tramite l’attivazione/intensificazione dei feedback fra le sue componenti, purchè la pressione delle forzanti non sia eccessiva (nel qual caso, il sistema passa ad un altro stato o si mantiene in disequilibrio forzato) C) Condizioni sopra-soglia critica: Cambia il ruolo delle diverse componenti del sistema ed il regime climatico risponde ad interazioni e risposte del tutto diverse  nuovo stato di equilibrio. Il sistema oscilla attorno a diversi valori medi ed il ritorno alle condizioni (A) può avvenire solo in risposta ad una pressione inversa da parte delle forzanti

20 “L’EFFETTO PAPERELLA”
Immaginiamo una vasca da bagno entro cui galleggia una paperella di gomma. La vasca rappresenta un SISTEMA, su cui agisce una FORZANTE esterna (il rubinetto). Questa stressa il sistema iniettandovi acqua, che interagisce con le COMPONENTI del sistema (tappo di scarico, foro del “troppo pieno”). La RISPOSTA del sistema (output) è il defusso di acqua attraverso lo scarico. La situazione può essere considerata “tranquilla” quando il livello dell’acqua nella vasca rimane adeguatamente al di sotto del bordo, ma diventa allarmante se il livello aumenta e l’acqua rischia di traboccare. In altre parole, noi consideriamo il sistema stabile se il bilancio fra l’input della forzante e l’output mantiene il sistema sotto la soglia critica; a livello di soglia (è il “troppo pieno”) la reattività del sistema alla pressione della forzante è massima.

21 INPUT SOGLIA CRITICA SOGLIA OUTPUT
Forzante esterna al sistema SOGLIA CRITICA Capacità massima del sistema SOGLIA Limite interno al sistema OUTPUT Risposta del sistema

22 Scenario 1 Vasca con scarico aperto, dove il flusso del rubinetto viene immediatamente e completamente espulso. La paperella non galleggia, e mantiene il suo stato di quiete. Steady-state in cui input ≤ output

23 Scenario 2 Si chiuda lo scarico: il flusso dal rubinetto non viene espulso e la vasca gradualmente si riempie, rimanendo sotto soglia (può essere uno stepped steady-state). Il livello cresce liberamente a causa della minima reattività del sistema. Situazione in cui input >> output

24 SOGLIA L’acqua raggiunge il “troppo pieno” (=soglia), ma il flusso che arriva dal rubinetto viene smaltito e l’acqua non trabocca (la paperella rimane sotto-soglia). Massima reattività del sistema alla forzante. Situazione steady-state a livello di soglia in cui input = output

25 SOPRA LA SOGLIA CRITICA
Il troppo pieno non riesce a scaricare l’acqua: la vasca è colma e inizia a traboccare; la paperella viene trascinata dalla corrente. Il sistema è passivo nei confronti della forzante. Situazione steady-state sopra soglia critica, dove input ≥ output

26 INTERVENTO SULLA FORZANTE
Chiudiamo il rubinetto: l’acqua ritorna lentamente a livello del troppo pieno (livello di soglia)

27 b) INTERVENTO SULLA RISPOSTA
Apriamo lo scarico: se quest’ultimo è sufficientemente capace, l’acqua lentamente scende di livello (fino ad una determinata quota di equilibrio) Minimo output relativo

28 c) INTERVENTO SIA SULLA FORZANTE CHE SULLA RISPOSTA
Chiudiamo il rubinetto e apriamo lo scarico: la vasca ritorna rapidamente sotto-soglia fino a svuotarsi Sistema a bilancio negativo

29 NESSUN INTERVENTO? Il sistema rimane sopra la soglia critica finchè la paperella cade sul pavimento, dove raggiunge un nuovo stato di equilibrio.

30 MODELLI vs. SISTEMI NATURALI
I sistemi naturali (fra cui il sistema climatico) sono formati da un numero sterminato di componenti, che interagiscono in modo complesso (e, spesso, a noi ignoto). Es., le principali forzanti conosciute: sono solo 3 (esterne alla Terra: Sole; interne: gas serra, tettonica), ma riescono a determinare “risposte” infinitamente complesse.  Il sistema climatico non è riproducibile da modelli artificiali (se non in modo elementare), e produce quindi risposte per gran parte imprevedibili.

31 Come verificarne la validità? Non certo in provetta...
Tuttavia, riducendo il numero di variabili è possibile sviluppare modelli matematici molto precisi. Problema... Come verificarne la validità? Non certo in provetta... IL PASSATO È LA CHIAVE PER CAPIRE IL FUTURO! STUDIO DEL RECORD “FOSSILE”: PALEOCLIMATOLOGIA

32 PALEOCLIMATOLOGIA E’ lo studio dei cambiamenti del clima terrestre verificatisi nel corso del passato geologico. La disciplina si avvale di numerosi proxy, sia biotici che abiotici, che forniscono informazioni da archivi differenziati quali rocce, coltri glaciali, tronchi d’albero, coralli, fossili, etc.  A differenza della Climatologia, la Paleoclimatologia si avvale di deduzioni e non di osservazioni strumentali (è il drammatico limite del metodo)

33 GEOLOGIA E PALEOCLIMA Storicamente, la Paleoclimatologia è una disciplina di competenza dei geologi perchè: è indispensabile inquadrare gli eventi nel tempo in base ad una CRONOLOGIA dettagliata; biologi ed ecologi non concepiscono il Deep Time! i geologi riescono a “leggere” nel paesaggio e nelle rocce informazioni basilari che altri specialisti non sanno raccogliere ne’ interpretare.

34 PALEOCLIMATOLOGIA “TRADIZIONALE”:
qualche esempio

35 Lago della Bargetana, Appennino reggiano
IL PAESAGGIO mostra “cicatrici” dell’azione di ghiacciai in aree attualmente caratterizzate da clima mite. Nella prima metà dell’800, il naturalista svizzero Louis Agassiz ipotizzò (suscitando infinite polemiche) che la Terra fosse stata interessata, in tempi recenti, da una grande glaciazione con ghiacciai alpini sino alle pianure Masso erratico Yosemite Park, USA Cordoni morenici Lago della Bargetana, Appennino reggiano

36 IL RECORD BIOTICO - 1 Già nel XIX secolo si riconosceva la presenza anomala, nei sedimenti quaternari del Mediterraneo, di fossili “esotici” (tipici di ambienti tropicali o subpolari) Arctica islandica Pleistocene inferiore della Sicilia Strombus bubonius Pleistocene medio della Puglia

37 IL RECORD BIOTICO - 2 Si rinvengono fossili di grossi rettili e di piante megaterme in aree oggi proibitive, o quantomeno difficili, anche per forme microterme e/o adattate a condizioni estreme Champsosaurus sp., rinvenuto nelle rocce cretacee della Axel Heiberg Island (Mar Artico del Canada, oltre 70° N)

38 VITA E (PALEO)CLIMA Evidenza:
Il clima controlla la composizione e la distribuzione del biota. Tesi: il biota è soggetto a processi evolutivi (in modo complesso)  Possono i cambiamenti climatici indurre evoluzione nel biota? ...è altrettanto vero che il biota infuenza pesantemente il clima! Ipotesi difficile da verificare: è il principio dell’uovo e della gallina

39 1) L’IPOTESI DELLA RED QUEEN
“The Red Queen said, ‘It takes all the running you can do, to keep in the same place’ ” L. Carrol, Through the looking glass L. van Valen (1973): “for an evolutionary system, continuing development is needed just in order to maintain its fitness relative to the systems it is co-evolving with”. Quindi: la continua competizione (o cooperazione) fra le specie è il motore principale dell’evoluzione nel tempo geologico (“deep time”). Esempi: la Mesozoic Marine Revolution ( aumento di biodiversità nei mari Mesozoici, Cretaceo in particolare) viene interpretata come risultato dell’interazione predatore-preda (a migliorati metodi di attacco, migliori sistemi di difesa); la diversificazione sulle terre emerse nel Cretaceo è interpretabile come risultato delle interazioni evolutive fra le “nuove” angiosperme e gli insetti.  Il clima NON controlla l’evoluzione

40 2) IL MODELLO STAZIONARIO
Teoria sviluppata da C.H. Smith (1984), nota anche come “just good luck” o “being in the right place at the right time” …le estinzioni (di massa e minori) sono legate a variazioni climatiche e/o ambientali. Esse sterminano le specie, non importa quanto queste siano adattate all’ambiente, liberando conseguentemente nicchie ecologiche (creandone eventualmente di nuove) entro cui si possono espandere i fortunati sopravvissuti.  Il clima è uno dei principali ‘motori’ dell’evoluzione

41 LA GRANDE DOMANDA IRRISOLTA: COS’E’ PIU’ IMPORTANTE?
Competizione o cambiamenti climatico-ambientali? Sostanzialmente... non lo sappiamo, anche se i rapidi aumenti di diversità (legati alla competizione) sembrerebbero il processo dominante. ...e se questi due processi fossero invece parte di un “sistema” integrato?  Ipotesi di Gaia

42 J. Lovelock, 1979 - Gaia. A New Look at Life on Earth
L’IPOTESI DI GAIA J. Lovelock & L. Margulis, Atmospheric homeostasis by and for the biosphere: the Gaia Hypothesis J. Lovelock, Gaia. A New Look at Life on Earth “la Vita, o Biosfera, regola e mantiene il clima e la composizione atmosferica ad uno stato per sé ottimale” Il Pianeta Terra viene visto come un “super-organismo”(cf. Hutton): una novità in tempi di deriva specialistica. E’ una Weltanschauung OLISTICA (=di sistema) che si oppone al metodo RIDUZIONISTA (teoria dei piccoli ecosistemi): i processi evolutivi non riguardano solo gli organismi o l'ambiente naturale, ma l'intera Gaia.

43  si mutuano i concetti di OMEOSTASI, OMEORRESI e AUTOPOIESI
IL SISTEMA GAIA non è sinonimo di biosfera ne’ di biota, che sono solo due degli elementi che lo compongono. Comprende invece: Fattori limitanti, che stabiliscono i limiti superiori ed inferiori della vita (temperatura, salinità, etc.); Organismi che crescono e si riproducono sfruttando ogni possibilità che l'ambiente concede loro; Organismi soggetti alle leggi della selezione naturale darwiniana; Organismi che modificano costantemente il loro ambiente per effetto di processi biologici (respirazione, fotosintesi, etc.). Entro Gaia, i parametri chimico-fisici non rimangono costanti nel tempo  si mutuano i concetti di OMEOSTASI, OMEORRESI e AUTOPOIESI

44 AUTOPOIESI (Maturana & Varela, 1972 – Autopoiesis: the realization of the living)
Tutte le componenti biotiche del “Sistema Terra” lavorano al mantenimento di condizioni idonee alla propria esistenza grazie a feedback attivi, autonomi e INCONSAPEVOLI. OMEOSTASI Processo in cui le componenti di un sistema (es. Gaia) instaurano e mantengono una relazione di stazionarietà mediante loop di feedback negativi. Le risposte sono tese a mantenere il sistema alle sue condizioni iniziali (es. termostato). OMEORRESI Sistema di tipo omeostatico in cui si attivano loop di feedback positivi in grado di spostare in modo irreversibile lo stato stazionario del sistema (es. iniezione di ossigeno nella protoatmosfera).

45 EQUAZIONE DI LOTKA-VOLTERRA, O PREDA-PREDATORE
Nelle situazioni di non-equilibrio, i predatori prosperano se le prede sono abbondanti, e viceversa. Questa dinamica, controllata da feedback, continua con un andamento ciclico di crescita-decrescita.

46 DAISYWORLD Come può il Biota intervenire sulle dinamiche di Gaia modificando, ad esempio, il clima terrestre?

47 “Faint sun”

48 Terra “fredda”

49 Terra “bollente”

50 Terra “fresca”

51 Terra “in equilibrio”


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