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LA SINDONE DI TORINO I Vangeli parlano di un lenzuolo (in greco "sindon") nel quale Giuseppe D'Arimatea avvolse e ripose nel sepolcro il corpo di Gesù.

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2 LA SINDONE DI TORINO I Vangeli parlano di un lenzuolo (in greco "sindon") nel quale Giuseppe D'Arimatea avvolse e ripose nel sepolcro il corpo di Gesù. L'identificazione della Sindone conservata a Torino con tale lenzuolo non è problema di fede ma di scienza. Essa è un grande lenzuolo di lino a spina di pesce, lungo mt. 4,36 e largo mt. 1,10, di color ocra pallido, con delle tenui impronte in cui si intravvedono sia la parte frontale sia la parte dorsale di una figura umana. Le macchie più vistose sono bruciature provocate da un incendio scoppiato nel 1532 a Chambery nella Cappella dove la Sindone era custodita. La figura dell'uomo della Sindone risulta inquadrata dalle bruciature. Sulla doppia figura, frontale e dorsale, impressa sulla Sindone si scorgono, con impressionante realismo e perfetta corrispondenza al testo evangelico, le stigmate tradizionali della Passione di Cristo: i colpi di flagello (circa 120), l'incoronazione di spine su tutta la calotta cranica, le battiture e le cadute, la lanciata al costato e la crocifissione nei polsi e nei piedi.

3 Preghiamo O Padre che ci hai redenti con la passione dolorosa e la risurrezione gloriosa del tuo Figlio, Gesù Cristo, concedi a noi di meditare questi santi misteri alla luce della tua parola e con l’aiuto della Santa Sindone affinchè, dopo aver venerato sulla terra l’immagine di Gesù sofferente, possiamo contemplare in cielo il suo volto risorto e splendente di gloria. Amen.

4 Pilato, riuniti i sommi sacerdoti, le autorità e il popolo disse: “Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò dopo averlo severamente castigato, lo rilascerò”. Allora Pilato fece flagellare Gesù.

5 Le impronte della flagellazione si notano in tutto il corpo dell’uomo della sindone, anche nella parte frontale, dall’altezza delle spalle fino ai polpacci, tuttavia sono particolarmente numerosi nella zona dorsale. Questo particolare rivela la posizione del suppliziato, legato ad una colonna con il viso rivolto verso di essa. Il flagello usato per questa tortura era composto da strisce di cuoio appesantite ciascuna da una coppia di pallottoline acuminate di piombo. Preghiamo O Signore, si è verificato in te quello che era stato detto dal profeta Isaia: “ dalla pianta dei piedi alla testa non c’è in esso una parte illesa, ma ferite e lividure e piaghe aperte”. Ricorrerò con fiducia al tuo perdono perché dalle tue piaghe siamo stati guariti.

6 I soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: “Salve, re dei Giudei”. E gli davano schiaffi.

7 La Sindone ci indica in che cosa consistette tale corona: non un piccolo cerchio di spine intorno al capo, ma un casco di lunghe spine. Tutta la superficie del cranio è segnata da numerose tracce di sangue ma la maggiore intensità dell’emorragia si riscontra sulla nuca dove la corona fu calcata dalle battiture: “E gli percuotevano il capo con una canna” Causata da una spina è pure la colata di sangue a “3” sulla fronte corrugata dal dolore

8 Pilato lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del cranio, detto in ebraico Golgota.

9 Il patibolo, robusta trave del peso di 40 chili, veniva legata dietro le spalle e dietro le braccia del condannato a morte. Le contusioni che si riscontrano sull’uomo della sindone nella zona soprascapolare testimoniano questa crudele tecnica di trasporto della croce. Preghiamo Signore Gesù, aiutaci ad accettare con generosità la croce del sacrificio per liberare i fratelli dalla croce dell’ingiustiz ia e della sofferenza.

10 Quando giunsero al luogo detto cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, l’uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: “Padre perdonali perché non sanno quello che fanno”.

11 Un’autentica rivelazione della Sindone è stata la crocifissione non nel palmo delle mani, secondo la tradizione pittorica, ma nel carpo. E’ stato dimostrato sperimentalmente che soltanto così si poteva rendere sicura una crocifissione. Deriverebbe dalla ferita del chiodo l’abbondante colata di sangue che scorre lungo il braccio destro.

12 Il piede sinistro è indicato soltanto da una macchia di sangue all’altezza del tallone. Si noti l’abbondante rosa di sangue del tallone che deborda dalla linea del piede e il punto più scuro nella pianta del piede che denoterebbe il foro di un chiodo. Preghiamo Signore, le tue braccia aperte sulla croce, sono il segno del tuo amore totale per il Padre e per noi. Signore, le tue mani inchiodate sulla croce, sono il segno della tua fedeltà senza limiti alla nostra condizione umana. Noi ti amiamo Signore.

13 Dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: “Tutto è compiuto!”. E, chinato il capo, spirò. … Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all’altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua.

14 Nella Sindone tutti i dati evangelici sulla morte di Gesù sono ben documentati. A sinistra delle bruciature e del rattoppo che nascondono la zona della ferita, appare una abbondante colatura di sangue di colore più intenso, aureolato di siero, con le caratteristiche del sangue post mortale. Preghiamo O Gesù, mi ritrovo anch’io in quella profezia: “Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto”. Tu mi hai dimostrato l’amore più grande del mondo offrendo la tua vita per me. Aiutami a ricambiare il tuo amore donando la mia vita ai miei fratelli.

15 Giuseppe di Arimatea, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò.

16 Sepoltura affrettata e incompleta, senza lavature di rito, data l’imminenza della festa del Sabato. Questa fretta fu provvidenziale perché l’omissione delle lavature consegnò al candido lenzuolo il corpo di Gesù con tutti i segni della cruenta passione.

17 Un’attenta contemplazione ci porta a scoprire nel volto della Sindone non soltanto una fotografia di morte ma una trasparenza di vita. Colui che riposa serenamente in braccio alla morte è il Signore della vita alla vigilia del suo trionfo. Ha gli occhi chiusi, ma non sembra morto, pare un dormiente che s’abbia a risvegliare da un momento all’altro.

18 Signore nostro Dio, meditando sulla tua parola e sulle stimmate della passione impresse nel sacro lino della Sindone, abbiamo riconosciuto l’amore di colui che ha donato la vita per noi. Aiutaci a riconoscerlo in tutti i fratelli che vivono e soffrono accanto a noi.


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