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Struttura del Modello D.Lgs. 231/01 Integrato con l’art. 30 D.Lgs. 81/08 della Associazione sportiva xxxx.

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1 Struttura del Modello D.Lgs. 231/01 Integrato con l’art. 30 D.Lgs. 81/08 della Associazione sportiva xxxx

2 CONTENUTI DEL MODELLO D.LGS. 231/01 INTEGRATO CON ART. 30 D.LGS. 81/08 Parte 1PRESENTAZIONE MODELLO Fonti normative Natura giuridica della responsabilit à Presentazione generale del Modello Il Modello integrato D.Lgs. 81/08 Principi essenziali Metodologia e contenuti del Modello ricavati da ordinanze e sentenze dei Tribunali e dalle linee guida di associazioni di categoria Dati generali dell ’ Azienda Dati identificativi della associazione Descrizione dell ’ attivit à Mappa uffici e stabilimenti produttivi Individuazione dell ’ “ Organo Dirigente ” Organo di controllo della associazione Politica strategica d ’ impresa Individuazione dei Datori di Lavoro per la sicurezza e soggetti delegati Politica dell ’ impresa per la sicurezza sul lavoro

3 Parte 2 ANALISI DEI RISCHI Metodologia seguita per l ’ analisi dei rischi Storia dell ’ impresa Storia della associazione relativa alla sicurezza sul lavoro Organigramma soggetto imprenditoriale in atto Organigramma dell ’ azienda in atto Organigramma dei soggetti della sicurezza D.Lgs. 81/08 in atto Processi analizzati Organizzazione sicurezza - adempimenti art. 30 D.Lgs. 81/08 Parte 3 VALUTAZIONE DEI RISCHI Metodologia seguita per la valutazione dei rischi Quadri di valutazione dei rischi reato insiti in ciascun processo analizzato Mappatura dei rischi reato presupposto per funzione

4 Parte 4 SISTEMA DI PREVENZIONE DAI RISCHI REATO PRESUPPOSTO Introduzione Sezione I NUOVI ORGANIGRAMMI Organigramma soggetto imprenditoriale Organigramma aziendale Organigramma soggetti sicurezza D.Lgs. 81/08 Sezione II Mansionario operativo Sezione III Protocolli generali di prevenzione Sezione IV Protocolli specifici di prevenzione Sezione V Organismo di Vigilanza e Controllo Sezione VI Regolamento dell’O.d.V. vidimato dall’Organo Dirigente Sezione VII Sistema sanzionatorio Sezione VIII Programma di informazione costante e diffusa sul Modello Programma di formazione idonea per soggetti Sezione IX Monitoraggio continuo

5 ALLEGATI AL MODELLO 231 INTEGRATO Disposizioni normative di riferimento Atto costitutivo della associazione Statuto Visura CCIAA DVR (Sicurezza lavoro D.Lgs. 81/2008) Modalità di gestione (Privacy D.Lgs. 196/2003) Delibere assemblea dei soci ……… Delibere del CdA …… Procure speciali Documentazione relativa all’attività informativa e formativa svolta

6 Strumenti facoltativi Codici etici Codici comportamentali Codici di associazioni Consob-Banca d’Italia Linee guida Associazioni di Categoria (es. UISP) Compliance programs Non richiesti dalla normativa sul Modello L’Organo dirigente può decidere di dotarsi e/o di utilizzare, in aggiunta Ordinanza GIP Salvini - Tribunale di Milano 27 aprile 2004 procedimento Siemens

7 I codici etici sono documenti ufficiali dell’impresa contengono l’insieme dei diritti, dei doveri e delle responsabilità dell’impresa nei confronti dei “portatori d’interesse” (dipendenti, fornitori, clienti, Pubblica Amministrazione, mercato finanziario ecc..) Fissano i principi e la filosofia dell’associazione, Raccomandano, promuovono o vietano determinati comportamenti al di là ed indipendentemente da quanto previsto dalle norme. CODICE ETICO – FACOLTATIVO – I codici etici sono voluti e approvati dal massimo vertice dell’impresa. “… non potendo certo bastare la produzione … del generico codice etico … che dovrebbe ispirare la condotta dei funzionari della società” Ordinanza GIP dott. Salvini - Tribunale di Milano 27 aprile 2004 procedimento Siemens

8 PRESENTAZIONE DEL MODELLO VENGONO OMESSE LE PARTI CHE NELL’INDICE COSTITUISCONO LA “PARTE I“ IN QUANTO SOSTANZIALMENTE DESCRITTIVE DI UNA REALTA’ CHE MUTA DI SOGGETTO IN SOGGETTO E CHE NON PRESENTA DIFFICOLTA’ DI INTERPRETAZIONE GIURIDICA

9 Politica d’impresa Presa di conoscenza da parte dell’Organo Dirigente dello stato di vulnerabilità ai rischi reato presupposto Definizione obiettivi di gestione dei rischi reato, strategia e livello di prevenzione DOCUMENTATI IN UNA DELIBERAZIONE AD HOC

10 … art. 2 D.Lgs. 81/2008 lett. dd) modello di organizzazione e di gestione: modello organizzativo e gestionale per la definizione e l’attuazione di una politica aziendale per la salute e sicurezza, ai sensi dell’articolo 6, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, idoneo a prevenire i reati di cui agli articoli 589 e 590, terzo comma, del codice penale, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela della salute sul lavoro; Sicurezza sul lavoro

11 Il Modello di organizzazione necessariamente coinvolge l’Organo dirigente e l’apparato di gestione e di controllo della associazione in considerazione del fatto che il Modello richiede che ogni singolo elemento costitutivo dell’organizzazione sia funzionale alla creazione del sistema gestionale adeguato alla prevenzione. Solo così si potrà pervenire ad un giudizio di idoneità che spetterà al Magistrato competente. EVIDENZIAMO

12 DOCUMENTAZIONE DELL’ANALISI DEI RISCHI REATO PRESUPPOSTO NELLA SOCIETA’ Associazione sportiva xxxx

13 DOCUMENTAZIONE DELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI REATO PRESUPPOSTO SVOLTA NELLA SOCIETA’ Associazione sportiva xxxx

14 SISTEMA DI PREVENZIONE DAI RISCHI REATO PRESUPPOSTO

15 DA QUANTO EMERSO DALLA ANALISI E VALUTAZIONE DEI RISCHI REATO PRESUPPOSTO IN RELAZIONE AL PROCESSO DECISIONALE NELLE MATERIE DI COMPETENZA DEL CDA APPARE INNANZITUTTO OPPORTUNO, NELL’AMBITO DELLA PREDISPOSIZIONE DEL SISTEMA DI PREVENZIONE, FORMALIZZARE LA REALTA’ DI FATTO NELL’ORGANIZZAZIONE ASSOCIATIVA

16 PREVALE LA SITUAZIONE DI FATTO PER NORMA E GIURISPRUDENZA ANCHE IN CONTRASTO CON L’ORGANIZZAZIONE DELLA ASSOCIAZIONE FORMALIZZATA NELLE DELIBERAZIONI CHE PREVEDONO RIPARTIZIONI DI POTERI IN CAPO AI MEMBRI DEL CDA

17 NELLA ASSOCIAZIONE SPORTIVA XXXX SI E’ RILEVATO CHE IL PRESIDENTE AGISCE IN ASSENZA DI DELEGA PERCHE’ POSSA TRATTARE AFFARI PER CONTO DELLA SOCIETA’ DEVE AVERNE I POTERI CON DELEGA DEL CdA CON CONTENUTI E LIMITI DETERMINATI PER MATERIA E PER SPESA

18 NUOVI ORGANIGRAMMI ATTRIBUZIONE DELLA DELEGA AL PRESIDENTE

19 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE (4 amministratori nominati con delibera ) Tizio, Caio, Sempronio, Mevio Presidente Tizio Associazione sportiva xxxx ASSEMBLEA DEI SOCI COLLEGIO SINDACALE 3 sindaci 2 supplenti DELEGA (delibera CdA …………) Tizio DELEGA (delibera CdA ) Mevio DELEGA (delibera CdA) Caio

20 NELL’ORGANIZZAZIONE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO DELLA Associazione sportiva xxxx SI E’ PROVVEDUTO A: - CORRETTA INDIVIDUAZIONE DEL DATORE DI LAVORO - PRECISAZIONE CONTENUTO DELLA DELEGA EX ART. 16 DEFINIZIONE DI UN BUDGET DI SPESA CONGRUO - INDIVIDUAZIONE DELLA FIGURA DEL “DIRIGENTE” NELL’ORGANIGRAMMA

21 NUOVI ORGANIGRAMMI CHE RISPECCHIANO LA NUOVA ORGANIZZAZIONE DELLA SICUREZZA

22 RSPP RLS MEDICO COMPETENTE DATORE DI LAVORO Presidente del Consiglio di Amministrazione TIZIO ORGANIGRAMMA SOGGETTI OBBLIGATI PER LA SICUREZZA ADDETTI SQUADRA PRIMO SOCCORSO ADDETTI SQUADRA ANTINCENDIO DELEGATIO art 16 D.Lgs. 81/08 LAVORATORI SUBDELEGATIO art 16 co. 3 D.Lgs. 81/08 DIRIGENTI

23 RSPP RLS MEDICO COMPETENTE DATORE DI LAVORO Presidente del Consiglio di Amministrazione TIZIO ORGANIGRAMMA SOGGETTI OBBLIGATI PER LA SICUREZZA ADDETTI SQUADRA PRIMO SOCCORSO ADDETTI SQUADRA ANTINCENDIO DELEGATIO art 16 D.Lgs. 81/08 LAVORATORI SUBDELEGATIO art 16 co. 3 D.Lgs. 81/08 LAVORATORI DIRIGENTI

24 MANSIONARIO OPERATIVO

25 PER INDIVIDUARE I COMPITI DI CIASCUNO AGLI EFFETTI DELLE RESPONSABILITA’ “CHI FA CHE COSA” E’ STATO ELABORATO UN MANSIONARIO PER CIASCUNA FUNZIONE CONTENUTI: MANSIONI SVOLTE – PROCEDURE SE ESISTENTI PROTOCOLLI DI PREVENZIONE RELATIVI ALLO SVOLGIMENTO DELLE MANSIONI

26 CONTENUTO MANSIONARIO definisce i compiti dei soggetti attivi nelle varie funzioni verifica deleghe e procure definizione compiti e responsabilità all’interno corporate governance –il consiglio di amministrazione –il presidente –l’amministratore delegato –I soggetti della sicurezza nel lavoro –I soggetti per la tutela ambientale

27 AMMINISTRATORE DELEGATO Delibera assemblea ordinaria Nome: CAIO MANSIONI -Pianificare e organizzare le attività - Attuare le strategie commerciali - Acquistare e vendere beni strumentali. - Programmare investimenti annuali. - Curare la manutenzione ordinaria e straordinaria. - Curare gestione ed aggiornamento dei Sistemi Informatici. - Effettuare le operazioni finanziarie e bancarie con riferimento ai poteri delegati. -…

28 … PROTOCOLLI DI PREVENZIONE - Nell’assunzione delle decisioni e nello svolgimento delle mansioni che abbiano attinenza con i rischi reato presupposto deve attenersi a quanto previsto nei Protocolli generali e specifici di prevenzione. - Deve curare lo sviluppo e la massima diffusione delle informazioni a tutti i soggetti interessati all’attuazione del Modello 231 integrato. - Deve inviare all’O.d.V. informativa delle attività svolte che abbiano attinenza ai rischi reato presupposto. - Deve fornire all’O.d.V. ogni notizia da questo richiesta per lo svolgimento delle attività di competenza. - Deve curare che delle operazioni compiute sia conservata traccia documentale.

29 Soggetto della sicurezza DATORE DI LAVORO (art. 2, co. 1, lett. b) D.Lgs. 81/08) Nome: TIZIO FUNZIONE Presidente del CdA, individuato quale Datore di Lavoro della Associazione sportiva xxxx E’ il portatore di tutti gli obblighi previsti dalla normativa. Ha tutti i poteri necessari allo svolgimento della funzione con espressa piena autonomia operativa e di spesa necessaria alla realizzazione dello scopo, al fine di organizzare ed attuare tutte le misure necessarie ed opportune in attuazione anche delle disposizioni di legge del Codice Civile, come pure di tutte le altre norme e disposizioni vigenti nella materia specifica.

30 … MANSIONI Quale Datore di Lavoro esercita i poteri necessari ed autonomi per dare attuazione alla disciplina prevista dal D.Lgs. 81/08 con osservanza di tutti gli obblighi previsti, espletando personalmente e direttamente gli adempimenti indelegabili per legge, previsti all’art. 17. art. 17, lett. a) in relazione alla natura dell’attività ed alle modalità di organizzazione della stessa, individua e valuta tutti i rischi esistenti in azienda; all’esito della valutazione, elabora il Documento di Valutazione dei Rischi, che risponda all’organizzazione ed alla strutturazione delle attività, così come svolte nella Associazione sportiva xxxx art. 17, lett. b) designa il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione dai rischi che presenti le qualità idonee allo scopo.

31 … Nella sua veste di Datore di Lavoro, in relazione agli impegni di gestione ed organizzazione dell’attività societaria, si è avvalso della facoltà di delega prevista all’art. 16 D.Lgs. 81/08. La delega è stata formalizzata per iscritto con indicazione espressa di compiti e poteri che dovranno essere svolti dal delegato. Nella delega conferita ai sensi dell’art. 16 D.Lgs. 81/81 è stata prevista la facoltà di subdelega di cui al comma 3bis del medesimo articolo.

32 … PROTOCOLLI DI PREVENZIONE Nell’assunzione delle decisioni e nello svolgimento delle mansioni che abbiano attinenza con i rischi reato presupposto deve attenersi a quanto previsto nei Protocolli generali di prevenzione e nei Protocolli specifici di prevenzione del Modello 231 integrato. Il Datore di lavoro deve dare ampia informazione a tutta la struttura aziendale e societaria del DVR e di qualsiasi revisione, della nomina del RSPP e di Addetti al servizio di prevenzione e Protezione e del Medico competente, al fine di assicurare la necessaria conoscenza da parte di tutti i soggetti interessati.

33 … Il Datore di Lavoro deve dare notizia all’O.d.V. della nomina del RSPP e di eventuali Addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione, nonché di aver effettuato una nuova analisi dei rischi con successiva revisione del DVR. Il Datore di Lavoro deve vigilare sull’operato del delegato. Il Datore di lavoro deve dare informativa a tutta la struttura societaria ed aziendale, nonché all’O.d.V. di aver proceduto alla nomina di un proprio Delegato per la sicurezza e degli obblighi e poteri delegati. Deve curare che delle operazioni compiute sia conservata traccia documentale.

34 Soggetto della sicurezza DELEGATO DEL DATORE DI LAVORO ART. 16 D.LGS. 81/08 MANSIONI Desunte dall’atto di delega e dalle interviste Il Delegato esercita un autonomo potere decisionale per l’organizzazione … Il Delegato possiede un potere di spesa autonomo … Il Delegato deve controllare e far vigilare, avvalendosi anche dell’operato dei preposti, … PROTOCOLLI DI PREVENZIONE Il Delegato nell’assunzione delle decisioni e nello svolgimento delle mansioni che abbiano attinenza con i rischi reato presupposto deve attenersi a quanto previsto nei Protocolli generali di prevenzione e nei Protocolli specifici di prevenzione del Modello 231 integrato Il Delegato deve relazionare periodicamente e regolarmente il Datore di Lavoro Riferisce al Datore di Lavoro sulle esigenze di eventuali misure integrative per la tutela della salute e sicurezza sul lavoro, nonché all’O.d.V. Il Delegato deve vigilare sull’operato del Subdelegato. Il Delegato deve dare informativa a tutta la struttura societaria ed aziendale Il Delegato deve, nell’esercizio dell’attività di controllo e di vigilanza, segnalare le inosservanze dei dipendenti all’ufficio del personale, evidenziando altresì l’opportunità di adeguati provvedimenti disciplinari …

35 Soggetto della sicurezza PREPOSTO … PROTOCOLLI DI PREVENZIONE Nello svolgimento delle mansioni che abbiano attinenza con i rischi reato presupposto deve attenersi a quanto previsto nei Protocolli specifici di prevenzione del Modello 231 integrato Dovrà attivarsi per agevolare la massima circolarizzazione delle informazioni attinenti alla regolare applicazione del Modello 231 integrato e dei suoi protocolli... Deve attuare con diligenza e curare … che sia attuata da parte dei sottoposti la corretta applicazione delle regole e delle misure di prevenzione contenute nel DVR ed altresì osservare le specifiche istruzioni e/o procedure aziendali nell’esecuzione dell’attività e nell’utilizzo di impianti ed attrezzature. Deve segnalare tempestivamente al … ogni comportamento difforme tenuto dai lavoratori. Copia di tale informativa deve essere trasmessa all’O.d.V. per lo svolgimento delle attività di competenza. Deve fornire la massima circolarizzazione delle informazioni con recapito ai sinistri e “quasi sinistri”... Deve essere disponibile a fornire tempestivamente tutte le informazioni richieste all’O.d.V. … Deve lasciare traccia documentale delle verifiche e dei controlli effettuati, nonché delle segnalazione fatte ai soggetti di competenza.

36 PROTOCOLLI DI PREVENZIONE

37 E’ necessario prevedere per ciascuna area riscontrata vulnerabile, per tipo di rischio reato presupposto, per soggetti che operano a rischio “specifici protocolli di prevenzione che regolamentino nel modo più efficiente ed efficace possibile le attività pericolose” “previsioni specifiche, procedure esattamente determinate e determinabili, regole individuate anche nella loro sequenza e funzionalmente di- rette a garantire il conseguimento di precisi risultati” (Ordinanza GIP – Trib. di Napoli 26.6.2007)

38 PROTOCOLLI DI PREVENZIONE - Sistema informazione continua al management, al personale, ai collaboratori e ai terzi - Programma formazione specifica del management e del personale - Regolamento flussi informativi verso l’OdV e dall’OdV alle varie funzioni - Disciplina dei rapporti tra OdV e altri organi di controllo interno all’impresa -Verifica di attuazione e documentazione delle predette incombenze Ordinanza Gip Trib Napoli 26/06/07 (pag.36)

39 PROTOCOLLI DI PREVENZIONE REQUISITI DI CIASCUN PROTOCOLLO: UN PROCESSO NON DEVE ESSERE SVOLTO DA UN UNICO SOGGETTO – SERVE ALMENO UN CONTROLLO PREVEDERE UN SISTEMA DI DOCUMENTAZIONE DI OGNI PASSAGGIO AI FINI DELLA TRACCIABILITA’ E DEL CONTROLLO PREVEDERE L’INFORMATIVA ALL’ODV PERCHE’ POSSA ADEMPIERE AI PROPRI COMPITI

40 PROTOCOLLI DI PREVENZIONE PROTOCOLLO PER LE DECISIONI DEL CDA PROTOCOLLO PER LE DECISIONI DELL’AMMINISTRATORE DELEGATO PROTOCOLLO DI GESTIONE DELLE RISORSE FINANZIARIE PROTOCOLLI PER LE DECISIONI DEL DATORE DI LAVORO E DEL DELEGATO

41 PROTOCOLLO DECISIONI DEL CDA

42 Iniziativa: L’iniziativa può essere assunta dal Presidente del CdA o da altro Consigliere di Amministrazione. Il Consigliere di Amministrazione che rileva l’esigenza di una decisione, la rappresenta al Presidente del CdA. PROTOCOLLO DECISIONI CDA

43 Convocazione del CdA Il Presidente deve convocare il CdA, secondo le disposizioni statutarie. Il Presidente deve dare tempestiva comunicazione della convocazione all’OdV, qualora l’argomento abbia attinenza ai rischi reato presupposto, comunicando l’eventuale facoltà di partecipare. PROTOCOLLO DECISIONI CDA

44 Attività preliminari alla decisione Il Presidente o l’Amministratore che ha palesato l’esigenza coordina i lavori e deve provvedere affinchè i Consiglieri ricevano adeguate informazioni sull’oggetto della decisione. …. PROTOCOLLO DECISIONI CDA

45 Attività preliminari alla decisione … Il Presidente deve dare lettura di eventuali note che dovessero pervenire dall’OdV in merito all’oggetto della decisione. I membri dell’OdV possono partecipare alla riunione del CdA. … PROTOCOLLO DECISIONI CDA

46 Attività preliminari alla decisione … Se le informazioni raccolte non sono sufficienti all’agire informato, il Presidente dovrà rinviare ad altra data la riunione del CdA incaricando un Consigliere di raccogliere le ulteriori informazioni necessarie. Il soggetto incaricato deve raccogliere dalle funzioni interessate e/o dall’esterno tutte le informazioni necessarie ed adeguate per la decisione …. PROTOCOLLO DECISIONI CDA

47 Attività preliminari alla decisione …. Se le informazioni sono sufficienti, il CdA, previa discussione, delibera. …. PROTOCOLLO DECISIONI CDA

48 Forma e registrazione della deliberazione Nel corso dell’adunanza il Segretario, redige un verbale dell’attività svolta e delle deliberazioni adottate. I verbali delle adunanze e delle deliberazioni devono essere trascritti in uno speciale registro e devono essere sottoscritti dal Presidente e dal Segretario. Eventuali forme particolari potranno essere imposte dalla natura della deliberazione. Copia della deliberazione deve essere inviata all’OdV, qualora l’argomento abbia attinenza ai rischi reato presupposto. PROTOCOLLO DECISIONI CDA

49 Esecuzione della deliberazione Con la deliberazione il C.d.A deve individuare il soggetto incaricato di curarne l’esecuzione, che potrà essere il Presidente o un Amministratore Delegato in considerazione dei rispettivi poteri ed attribuzioni. Il soggetto individuato deve curare l’esecuzione ponendo in essere ogni attività necessaria, anche per il tramite di procuratori e mandatari. Il soggetto individuato deve comunicare al C.d.A l’avvenuta esecuzione della deliberazione dandone altresì comunicazione all’O.d.V. qualora l’argomento abbia attinenza ai rischi reato presupposto. PROTOCOLLO DECISIONI CDA

50 Controllo: Il CdA deve controllare la conformità dell’esecuzione a quanto deliberato PROTOCOLLO DECISIONI CDA

51 TRACCIABILITA’ Per ogni passaggio, richiesta di informazioni, predisposizione di documenti e di relazione informativa, il soggetto che ha svolto tali attività dovrà firmare o siglare e datare i documenti al fine di consentire la successiva tracciabilità ed agevolare la verifica ed i controlli necessari. PROTOCOLLO DECISIONI CDA

52 CONSERVAZIONE Tutta la documentazione relativa all’istruttoria eseguita, all’assunzione della decisione ed all’attuazione della stessa dovrà essere conservata per consentire le successive verifiche del caso. PROTOCOLLO DECISIONI CDA

53 PROTOCOLLO DECISIONI DEL- L’AMMINISTRATORE DELEGATO

54 Iniziativa Può provenire direttamente dall’Amministratore delegato ovvero dalle Funzioni societarie ed aziendali. L’Amministratore Delegato deve informare dell’iniziativa l’OdV qualora l’argomento abbia attinenza ai rischi reato presupposto. PROTOCOLLO DECISIONI AMMINISTRATORE DELEGATO

55 Attività preliminari alla decisione L’Amministratore Delegato coordina i lavori e deve provvedere affinchè siano acquisite adeguate informazioni sull’oggetto della decisione. L’Amministratore deve esaminare eventuali note che dovessero pervenire dall’OdV in merito all’oggetto della decisione. … PROTOCOLLO DECISIONI AMMINISTRATORE DELEGATO

56 Attività preliminari alla decisione …. Se le informazioni raccolte non sono sufficienti all’agire informato, l’Amministratore Delegato deve raccogliere dalle funzioni interessate e/o dall’esterno tutte le informazioni necessarie ed adeguate per la decisione. PROTOCOLLO DECISIONI AMMINISTRATORE DELEGATO

57 Decisione L’Amministratore delegato assume la decisione in autonomia nell’ambito dei poteri delegati e dei limiti assegnati e deve formalizzarla in un documento scritto, a scopi di tracciabilità probatoria, dandone comunicazione all’O.d.V. qualora l’argomento abbia attinenza ai rischi reato presupposto. PROTOCOLLO DECISIONI AMMINISTRATORE DELEGATO

58 Esecuzione della decisione L’amministratore delegato deve individuare il soggetto incaricato di curare l’esecuzione della decisione, che potrà essere la Funzione interessata che ha avuto l’iniziativa ovvero altro soggetto, ove non provveda direttamente. Il soggetto individuato deve curare l’esecuzione ponendo in essere ogni attività necessaria. Il soggetto individuato deve comunicare all’Amministratore delegato l’avvenuta esecuzione dandone altresì comunicazione all’O.d.V. qualora l’argomento abbia attinenza ai rischi reato presupposto. PROTOCOLLO DECISIONI AMMINISTRATORE DELEGATO

59 Esecuzione della decisione …. I documenti dovranno essere archiviati e conservati, anche quando provveda direttamente l’Amministratore Delegato, in modo ordinato al fine di consentire l’effettuazione delle verifiche del caso da parte degli Organi societari e dell’OdV. PROTOCOLLO DECISIONI AMMINISTRATORE DELEGATO

60 Flusso informativo tra delegante e delegati Gli Amministratori delegati devono provvedere a comunicare le informazioni delle operazioni compiute all’organo delegante. Le relazioni degli amministratori debbono concernere le operazioni compiute, la situazione corrente, le previsioni relative al futuro andamento della gestione. PROTOCOLLO DECISIONI AMMINISTRATORE DELEGATO

61 Sorveglianza sull’operato degli organi delegati Il Consiglio di Amministrazione ha un generale dovere di sorveglianza sull’operato degli organi delegati. PROTOCOLLO DECISIONI AMMINISTRATORE DELEGATO

62 TRACCIABILITA’ Per ogni passaggio, richiesta di informazioni, predisposizione di documenti e di relazione informativa, il soggetto che ha svolto tali attività dovrà firmare o siglare e datare i documenti al fine di consentire la successiva rintracciabilità ed agevolare la verifica ed i controlli necessari.

63 PROTOCOLLO DECISIONI AMMINISTRATORE DELEGATO CONSERVAZIONE Tutta la documentazione relativa all’istruttoria eseguita, all’assunzione della decisione ed all’attuazione della stessa dovrà essere conservata per consentire le successive verifiche del caso.

64 PROTOCOLLO DI GESTIONE DELLE RISORSE FINANZIARIE

65 La gestione delle risorse finanziarie deve avvenire secondo la normativa vigente e, in particolare, secondo i principi dettati dal d.lgs 231/2007, attuativo della direttiva 2005/60 CE, concernente la prevenzione nell’utilizzo del sistema medesimo a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo. “E’ fatto divieto di: tenere rapporti commerciali con soggetti (fisici o giuridici) dei quali sia conosciuta o anche solo sospettata l’appartenenza ad organizzazioni criminali o comunque operanti al di fuori della liceità; utilizzare strumenti anonimi per i compimento di operazioni di trasferimento di somme. …

66 … E’ fatto obbligo di: utilizzare esclusivamente intermediari iscritti nei relativi albi per le transazioni, anche internazionali; effettuare un costante monitoraggio dei flussi finanziari aziendali. In considerazione delle caratteristiche dei reati ex art. 25-octies del Decreto, si evidenzia che tutte le misure di prevenzione del presente Modello, anche riferite ad altri Reati presupposto, realizzano indirettamente misure di prevenzione alla fattispecie in esame.”

67 … SEGREGAZIONE DEI COMPITI Il protocollo richiede preliminarmente: - le deleghe e i poteri di firma e di spesa devono essere adeguate alla carica ricoperta ed effettive rispetto alle attività da svolgere; - i poteri e le responsabilità di ciascun soggetto che effettua operazioni devono essere sempre chiaramente definiti formalizzati e resi noti all’interno della associazione ed all’esterno, ove necessario; - tutti gli atti, le richieste e le comunicazioni formali devono essere gestite e sottoscritte solo da coloro che sono dotati di idonei poteri di rappresentanza della associazione; - non vi deve essere identità fra chi assume o attua le decisioni di impiego delle risorse finanziarie, chi ne dà evidenza contabile e chi controlla al di sopra di importi unitari stabiliti per ciascun autorizzato a spendere; -

68 … - l’impiego ordinario di risorse finanziarie deve essere motivato dal soggetto richiedente, indicando almeno la classe o tipologia di spesa alla quale appartiene l’operazione; - ogni operazione e/o transazione aziendale deve essere autorizzata, coerente, documentata, motivata, registrata ed in ogni momento verificabile; - i documenti inerenti le attività della associazione devono essere sempre archiviati e conservati a cura della Funzione competente e con modalità tali da non permetterne la modificazione successiva, se non dandone specifica evidenza.

69 FLUSSI INFORMATIVI Tutti i Destinatari sono tenuti a comunicare all’Organismo di Vigilanza deviazioni dalle procedure di acquisto previste dalla qualità, manifeste discrasie tra il valore del bene e il quantum versato per la fornitura. Si può derogare alle procedure operative solo nei casi d’urgenza oppure d’impossibilità temporanea. In ogni caso, è responsabilità di chi attua la procedura informare tempestivamente l’Organismo di Vigilanza della deroga attuata e richiedere successiva ratifica dell’operato da parte del responsabile competente. Tutti i Destinatari sono tenuti a mantenere a disposizione dell’Organismo di Vigilanza ed a formalizzare la documentazione relativa a ciascuna operazione effettuata, curandone l’aggiornamento nel corso dello svolgimento della procedura e dando informativa all’Organismo di Vigilanza della conclusione di ogni operazione di cui occorre lasciare evidenza scritta in apposito documento.

70 CONTROLLI SPECIFICI Il protocollo prevede i seguenti controlli specifici: - sono stabiliti idonei strumenti per assicurare che i consulenti esterni siano consapevoli nello svolgimento delle loro prestazioni per la associazione, degli obblighi e delle prescrizioni da rispettare in attuazione del presente Modello. Nell’ambito dei contratti con i consulenti è inserita un’apposita clausola che regola le conseguenze di eventuali violazioni da parte del consulente delle norme di cui al Decreto nonché dei principi contenuti nel Modello e nel Codice Etico della associazione; - la competente Funzione della associazione determina in via preventiva i requisiti degli agenti ai quali può essere conferito l’incarico ed i relativi contratti sono redatti per iscritto, con indicazione della provvigione pattuita o dei criteri per la sua determinazione...

71 …Sono stabiliti idonei strumenti per assicurare che gli agenti siano consapevoli degli obblighi e delle prescrizioni da rispettare in attuazione del presente Modello. Nell’ambito dei contratti con gli agenti è inserita un’apposita clausola che regola le conseguenze di eventuali violazioni da parte dell’agente delle norme di cui al Decreto nonché dei principi contenuti nel Modello e nel Codice Etico della associazione; - la competente Funzione della associazione verifica in via preventiva le condizioni di svolgimento dell’attività dei Partner residenti i paesi a fiscalità privilegiata, acquisendone adeguata documentazione;

72 MEZZI DI PAGAMENTO E’ vietato il trasferimento, pagamento e incasso di denaro contante o di libretti di deposito bancari o postali al portatore o di titoli al portatore in euro o in valuta estera, effettuato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi. Il trasferimento può tuttavia essere eseguito per il tramite di banche, istituti di moneta elettronica e Poste Italiane S.p.A. Il trasferimento per contanti per il tramite dei soggetti di cui sopra deve essere effettuato mediante disposizione accettata per iscritto dagli stessi, previa consegna ai medesimi della somma in contanti. Gli assegni bancari e postali emessi devono recare l’indicazione del nome o della ragione sociale del beneficiario e la clausola di non trasferibilità. Gli assegni circolari, vaglia postali e cambiari sono emessi con l’indicazione del nome o della ragione sociale del beneficiario e la clausola di non trasferibilità. E’ vietata l’apertura in qualunque forma di conti o libretti di risparmio in forma anonima o con intestazione fittizia; è vietato l’utilizzo in qualunque forma di conti o libretti di risparmio in forma anonima o con intestazione fittizia aperti presso Stati esteri.

73 PROTOCOLLO PER LE DECISIONI DEL DATORE DI LAVORO

74 L’iniziativa Può provenire direttamente dal Datore di Lavoro ovvero da Delegato del Datore di Lavoro ex art. 16 D.Lgs. 81/08, Subdelegati ex art. 16, co. 3bis D.Lgs. 81/08, Dirigenti, Preposti, Lavoratori, RSPP, RLS e Medico Competente. PROTOCOLLO DECISIONI DATORE LAVORO PER LA SICUREZZA SUL LAVORO D.LGS. 81/08

75 Attività preliminari alla decisione Il Datore di Lavoro deve provvedere, direttamente o tramite persona dallo stesso incaricata, affinchè siano acquisite adeguate informazioni sulla decisione da assumere, interfacciandosi con il Delegato del Datore di Lavoro ex art. 16 D.Lgs. 81/08, i Subdelegati ex art. 16, co. 3bis D.Lgs. 81/08, l’RSPP e tutti i soggetti coinvolti nell’attuazione della sicurezza in base alle loro specifiche competenze ed attribuzioni. PROTOCOLLO DECISIONI DATORE LAVORO

76 … Se le informazioni raccolte non sono sufficienti per assumere la decisione nel rispetto di tutti gli obblighi normativi in materia di salute e sicurezza sul lavoro, il Datore di Lavoro, qualora non vi provveda direttamente, può incaricare una funzione aziendale, l’RSPP o altro soggetto obbligato per la sicurezza ovvero un terzo di raccogliere le ulteriori informazioni necessarie. Il soggetto incaricato deve raccogliere tutte le informazioni necessarie ed adeguate per la decisione. Delle informazioni raccolte deve essere conservata traccia documentale. PROTOCOLLO DECISIONI DATORE LAVORO

77 Forma e registrazione della decisione Raccolte le necessarie informazioni, il Datore di Lavoro deve assumere la decisione formalizzandola in un documento scritto per la successiva tracciabilità. Con recapito alle decisioni assunte nelle materie di cui sopra lett. da a) a e), tale documento deve essere inviato per conoscenza all’OdV. In tutti gli altri casi è opportuno che il suddetto documento sia inviato all’OdV. PROTOCOLLO DECISIONI DATORE LAVORO

78 Comunicazione OdV Il Datore di Lavoro deve dare tempestiva comunicazione all’OdV della decisione assunte in merito: a) all’assetto organizzativo dell’impresa; b) all’analisi ed alla valutazione dei rischi; c) alla nuova stesura ovvero alla revisione del Documento di Valutazione dei Rischi; d) alla nomina del RSPP; e) al conferimento di deleghe ai sensi dell’art. 16 D.Lgs. 81/08. Con recapito a tutte le altre decisioni è opportuno che il Datore di Lavoro dia comunicazione all’OdV in merito alla decisione da assumere. Deve essere conservata traccia della comunicazione inoltrata all’OdV. PROTOCOLLO DECISIONI DATORE LAVORO

79 Esecuzione della decisione Con l’assunzione della decisione il Datore di Lavoro individua il soggetto incaricato di curarne l’esecuzione, qualora non vi provveda direttamente. Il soggetto incaricato cura l’esecuzione ponendo in essere ogni attività necessaria in base alle direttive ricevute dal Datore di Lavoro. Il soggetto incaricato deve comunicare per iscritto al Datore di Lavoro l’avvenuta esecuzione della decisione, affinchè lo stesso possa effettuare la necessaria vigilanza ed esercitare il potere di controllo. PROTOCOLLO DECISIONI DATORE LAVORO

80 … La comunicazione dell’esecuzione della decisione deve altresì essere inviata all’OdV nei termini di cui al precedente punto precedente. I documenti devono essere archiviati e conservati in modo ordinato al fine di consentire l’effettuazione delle verifiche del caso da parte degli Organi societari, dell’OdV nonché dei soggetti della sicurezza per tutte le esigenze del caso. Anche ad effetti probatori futuri. PROTOCOLLO DECISIONI DATORE LAVORO

81 Attività di controllo Il Datore di Lavoro dovrà effettuare i controlli in merito alla gestione ed organizzazione della sicurezza in azienda e all’esecuzione delle decisioni assunte. Il Datore di Lavoro ha il dovere di vigilare in merito al corretto espletamento da parte del Delegato delle funzioni trasferite, in base al disposto dell’art. 16, co. 3 D.Lgs. 81/08. Delle attività di controllo il Datore di Lavoro curerà sia lasciata traccia documentale. PROTOCOLLO DECISIONI DATORE LAVORO

82 Pubblicità della decisione Le decisioni assunte dal Datore di Lavoro riguardanti lo svolgimento delle attività in sicurezza devono essere opportunamente divulgate a tutti i soggetti interessati nell’ambito dell’impresa affinchè si realizzi la più ampia informazione sull’assetto organizzativo della sicurezza. PROTOCOLLO DECISIONI DATORE LAVORO

83 TRACCIABILITA’ Per ogni passaggio, richiesta di informazioni, predisposizione di documenti e di relazione informativa, il soggetto che ha svolto tali attività deve firmare o siglare e datare i documenti al fine di consentire la successiva tracciabilità ed agevolare la verifica ed i controlli necessari. PROTOCOLLO DECISIONI DATORE LAVORO

84 CONSERVAZIONE La documentazione relativa all’assunzione della decisione ed all’attuazione della stessa deve essere conservata per consentire le successive verifiche del caso. Tutta la documentazione raccolta deve essere conservata unitamente agli atti ed al materiale relativo agli adempimenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro, affinchè sia prontamente disponibile per le verifiche ed i controlli del caso. PROTOCOLLO DECISIONI DATORE LAVORO

85 PROTOCOLI DI PREVENZIONE PROTOCOLLO PER ACQUISTO DI IMMOBILI PROTOCOLLO PER L’APPROVVIGIONAMENTO MATERIE PRIME PROTOCOLLO PER FINANZIAMENTI PUBBLICI PROTOCOLLO PER LA REDAZIONE BILANCIO PROTOCOLLO PER L’EFFETTUAZIONE DELL’ANALISI E VALUTAZIONE DEI RISCHI

86 PROTOCOLLO ACQUISTO IMMOBILI PER LA PREVENZIONE DEI REATI IPOTIZZATI: MALVERSAZIONE

87 ACQUISTI DI IMMOBILI E/O RAMI D’AZIENDA PROTOCOLLO Formazione delle decisioni Il Presidente deve convocare il CdA con indicazione dell’ordine del giorno, dandone comunicazione all’OdV Prima della convocazione il Presidente deve aver già raccolto: a)per il tramite dell’Amm. Del. alla Produzione, la documentazione dell’esigenza/opportunità di acquistare l’immobile; …

88 ACQUISTI DI IMMOBILI E/O RAMI D’AZIENDA PROTOCOLLO Formazione delle decisioni … b) per il tramite dell’Amm. Del. alla Produzione, le caratteristiche tecniche dell’immobile, tutta la documentazione relativa allo stesso, le possibilità di utilizzo o le prospettive di vendita/locazione, le eventuali esigenze di ristrutturazione, la contabilità dei costi per la ristrutturazione, etc. …

89 ACQUISTI DI IMMOBILI E/O RAMI D’AZIENDA PROTOCOLLO Formazione delle decisioni … a)per il tramite dell’Amministratore Delegato Amministrazione e Finanza la verifica della sussistenza della liquidità disponibile dell’impresa. La verifica deve accertare se le somme disponibili provengano da contributi o finanziamenti pubblici e la destinazione degli stessi. …

90 ACQUISTI DI IMMOBILI E/O RAMI D’AZIENDA PROTOCOLLO Formazione delle decisioni … Il Presidente nella riunione illustra le esigenze di acquisto ed illustra altresì il contenuto della documentazione raccolta, messa a disposizione del CdA per l’esame e valutazioni. Il Consiglio di Amministrazione deve discutere l’ordine del giorno, verbalizzando posizioni a favore e contrarie e relative motivazioni in merito alla decisione di acquisto.

91 ACQUISTI DI IMMOBILI E/O RAMI D’AZIENDA PROTOCOLLO Formazione delle decisioni Qualora per l’acquisto si debba ricorrere al finanziamento si deve applicare la relativa procedura. Qualora ritenga sufficiente la documentazione raccolta, il CdA delibera con le maggioranze previste secondo legge o statuto: di acquistare l’immobile motivando la decisione; di incaricare l’Amm. Del. alla Produzione di svolgere le trattative, specificando la condizione dell’acquisto;

92 ACQUISTI DI IMMOBILI E/O RAMI D’AZIENDA PROTOCOLLO Formazione delle decisioni L’Amm. Del. alla Produzione, una volta effettuate le trattative, riferisce al Presidente il quale convoca il CdA con ordine del giorno “discussione delle condizioni di acquisto ottenute dall’Amm. Del. alla Produzione”. Il Presidente deve avere già raccolto prima della riunione del CdA la documentazione fornita dall’Amm. Del.

93 ACQUISTI DI IMMOBILI E/O RAMI D’AZIENDA PROTOCOLLO Formazione delle decisioni Nella riunione del CdA il Presidente deve dare la parola all’Amm. Del. alla Produzione il quale deve illustrare l’esito delle trattative. Il Consiglio di Amministrazione deve discutere l’ordine del giorno, verbalizzando posizioni a favore e contrarie e relative motivazioni in merito alla decisione di acquisto.

94 ACQUISTI DI IMMOBILI E/O RAMI D’AZIENDA PROTOCOLLO Formazione delle decisioni Qualora ritenga sufficiente la documentazione raccolta, il CdA delibera con le maggioranze previste secondo legge o statuto: di procedere all’acquisto dell’immobile; di incaricare il Presidente di concludere le trattative e sottoscrivere il contratto di acquisto;

95 ACQUISTI DI IMMOBILI E/O RAMI D’AZIENDA PROTOCOLLO Formazione delle decisioni Le deliberazioni, con tutti i contenuti sopra indicati, devono essere debitamente raccolte nel Libro delle deliberazioni del CdA. La documentazione esaminata e discussa per pervenire alla decisione deve essere raccolta in apposito fascicolo. Le deliberazioni vengono comunicate in copia ai soggetti cui è demandata l’attuazione ed altresì all’OdV per l’esercizio dei suoi compiti.

96 ACQUISTI DI IMMOBILI E/O RAMI D’AZIENDA PROTOCOLLO Attuazione delle decisioni Il Presidente deve concludere le trattative e sottoscrivere il contratto di acquisto attenendosi scrupolosamente alla deliberazione del CdA. Il Presidente deve curare l’informazione in merito all’operazione conclusa e presentare copia del contratto sottoscritto alla prima riunione utile del CdA, nonché dare specifica informazione all’OdV per l’esercizio dei suoi compiti.

97 ACQUISTI DI IMMOBILI E/O RAMI D’AZIENDA PROTOCOLLO … Copia del contratto è inviata alle funzioni ed uffici per le attività di competenza. Il pagamento dovrà avvenire nel rispetto dei protocolli per la gestione delle risorse finanziarie Controllo Il CdA deve verificare la corrispondenza del contratto a quanto deliberato.

98 ACQUISTI DI IMMOBILI E/O RAMI D’AZIENDA PROTOCOLLO Attuazione delle decisioni per gli aspetti della sicurezza L’Amm. delegato alla Produzione deve provvedere, anche tramite la sua struttura, a tutte le operazioni ed ai riscontri necessari all’acquisizione di immobili in possesso della relativa documentazione di supporto ed alla verifica della loro corrispondenza alle norme di legge.

99 ACQUISTI DI IMMOBILI E/O RAMI D’AZIENDA PROTOCOLLO Attuazione delle decisioni per gli aspetti della sicurezza Il Presidente, quale Datore di Lavoro, deve verificare a propria volta che quanto acquistato possegga i requisiti richiesti dalle norme in vigore, deve curare la messa in uso rispettando la tutela della salute e sicurezza del lavoro ed effettuare i successivi controlli di competenza.

100 PROTOCOLLO ACCESSO CONTRIBUTI/FINANZIAMENTI PUBBLICI PER PREVENIRE I REATI IPOTIZZATI: MALVERSAZIONE ED EVENTUALE INDEBITA PERCEZIONE DI EROGAZIONI PUBBLICHE

101 ACCESSO A CONTRIBUTI/FINANZIAMENTI P.A. PROTOCOLLO Formazione della decisione Il Presidente deve convocare il CdA con indicazione dell’ordine del giorno “accesso a contributi o finanziamenti da parte della P.A.” Il Presidente dovrà aver già raccolto: per il tramite dell’Amministratore Delegato Amm. e Finanza, la documentazione relativa alla possibilità di accedere a contributi pubblici regionali, in particolare il bando di concorso o la normativa che regolamenta l’accesso.

102 ACCESSO A CONTRIBUTI/FINANZIAMENTI P.A. PROTOCOLLO … l’Amm. Del. Amm. e Finanza deve documentare per iscritto ed informare il CdA e l’OdV in merito ad ogni contatto avuto direttamente o attraverso Funzioni ed Uffici con soggetti appartenenti all’Ente pubblico erogatore nella fase della preparazione dei documenti da presentare per l’accesso ai contributi e fino all’erogazione dei contributi stessi, nonché in merito alle ragioni ed al contenuto di tali contatti.

103 ACCESSO A CONTRIBUTI/FINANZIAMENTI P.A. PROTOCOLLO Formazione della decisione … Il Presidente nella riunione illustra le esigenze e la possibilità di accedere a contributi/finanziamenti pubblici ed illustra altresì il contenuto della documentazione raccolta, messa a disposizione del CdA per l’esame e valutazioni. Il Consiglio di Amministrazione deve discutere l’ordine del giorno, verbalizzando posizioni a favore e contrarie e relative motivazioni.

104 ACCESSO A CONTRIBUTI/FINANZIAMENTI P.A. PROTOCOLLO Formazione della decisione … Qualora ritenga sufficiente la documentazione raccolta, il CdA delibera con le maggioranze previste secondo legge o statuto: di accedere al contributo/finanziamento pubblico, in conformità ed alle condizioni previste dalle norme e regolamenti di accesso; di incaricare l’Amministratore Delegato Amm. e Finanza di curare che l’Ufficio Amministrazione predisponga e sigli i necessari documenti e dichiarazioni per l’accesso ai contributi pubblici, verificando la loro completezza e corrispondenza al vero e documentando l’avvenuta verifica con la sottoscrizione dei documenti stessi; ….

105 ACCESSO A CONTRIBUTI/FINANZIAMENTI P.A. PROTOCOLLO Formazione della decisione … di attribuire al Presidente e ad altro membro del CdA il potere di sottoscrizione della domanda di finanziamento con firma congiunta; di disporre l’apertura di un conto corrente dedicato alla ricezione dei contributi pubblici, una volta erogati, salvo che tali contributi non costituiscano rimborso a fronte di spese già effettuate, con delega all’Amministratore Delegato Amm. e Finanza per l’apertura e l’utilizzo.

106 ACCESSO A CONTRIBUTI/FINANZIAMENTI P.A. PROTOCOLLO Formazione della decisione … La deliberazione, con tutti i contenuti sopra indicati, deve essere debitamente raccolta nel Libro delle deliberazioni del CdA. La documentazione esaminata e discussa per pervenire alla decisione deve essere raccolta in apposito fascicolo. La deliberazione viene comunicata in copia ai soggetti cui è demandata l’attuazione ed altresì all’OdV per l’esercizio dei suoi compiti.

107 ACCESSO A CONTRIBUTI/FINANZIAMENTI P.A. PROTOCOLLO Attuazione della decisione L’Amministratore Delegato Amm. e Finanza deposita la domanda di accesso ai contributi pubblici sottoscritta dal Presidente e da altro membro del CdA individuato nella deliberazione e correlata dei documenti necessari attenendosi scrupolosamente alla deliberazione del CdA. Una volta ricevuta la comunicazione di accoglimento della richiesta di contributi pubblici, l’Amm. Del. Amm. e Finanza provvede all’apertura del conto corrente dedicato, dandone comunicazione all’Ente erogatore per l’accredito.

108 ACCESSO A CONTRIBUTI/FINANZIAMENTI P.A. PROTOCOLLO Attuazione della decisione … L’Amm. Del. Amm. e Finanza deve curare l’informazione in merito all’accesso ai contributi ed all’apertura del conto dedicato e presentare copia dei relativi documenti alla prima riunione utile del CdA, nonché darne specifica informazione all’OdV per l’esercizio dei suoi compiti. L’Amm. Del. Amm. e Finanza dà disposizioni scritte all’Ufficio Amm. di verificare l’accreditamento nel conto corrente dedicato o in quello ordinario, se si tratti di finanziamenti o contributi a fronte di spese già sostenute.

109 ACCESSO A CONTRIBUTI/FINANZIAMENTI P.A. PROTOCOLLO Attuazione della decisione … L’Amm. Del. Amm. e Finanza, ricevuta informazione dall’Ufficio Amministrazione in merito alla ricezione / deposito ricevuto da parte dell’Ente erogatore, ne deve dare tempestiva comunicazione scritta all’OdV, con la documentazione correlata.

110 ACCESSO A CONTRIBUTI/FINANZIAMENTI P.A. PROTOCOLLO Attuazione della decisione … Nell’ipotesi che il contributo o finanziamento sia erogato a fronte di un vincolo per il suo utilizzo deve essere prodotta al C.d.A. idonea documentazione attestante la rispondenza della spesa allo scopo per il quale il finanziamento è stato erogato. Tale documentazione deve essere prodotta dalle strutture interessate, nel rispetto delle procedure specifiche previste, ed è rappresentata da:

111 ACCESSO A CONTRIBUTI/FINANZIAMENTI P.A. PROTOCOLLO Attuazione della decisione in caso di beni: copia della bolla di entrata a magazzino e della fattura, siglate dalle entità interessate, che deve essere riscontrata con il preventivo di acquisto allegato alla domanda copia dell’addebito per il pagamento del bene a mezzo circuito bancario (bonifico o ricevuta bancaria) e comunque ogni altro documento previsto dal bando per l’ottenimento dei contributi o finanziamenti e dalle procedure interne specifiche

112 ACCESSO A CONTRIBUTI/FINANZIAMENTI P.A. PROTOCOLLO Attuazione della decisione in caso di servizi: copia degli interventi effettuati siglati dal fornitore e dall’entità interessata riscontro degli stessi con il preventivo di acquisto allegato alla domanda copia dell’addebito per il pagamento del servizio a mezzo circuito bancario (bonifico o ricevuta bancaria) e comunque ogni altro documento previsto dal bando per l’ottenimento dei contributi o finanziamenti e dalle procedure interne specifiche.

113 PROTOCOLLO PER L’ATTUAZIONE DEGLI OBBLIGHI GIURIDICI RELATIVI ALLA VALUTAZIONE DEI RISCHI IN MATERIA DI SICUREZZA SUL LAVORO IN BASE ALL’ART. 30 CO.1 LET. B) D.LGS. 81/08 PER LA PREVENZIONE DEI REATI ART. 300 D.LGS. 81/08 E ART. 25 SEPTIES D.LGS. 231/01

114 Protocollo per l’attuazione degli obblighi giuridici relativi alla valutazione dei rischi in riferimento agli artt. 17, 28 e 29 D.Lgs. 81/08 Al fine di procedere all’analisi e valutazione dei rischi ed alla successiva stesura del Documento di Valutazione dei Rischi, il Datore di Lavoro deve: - individuare i criteri di valutazione dei rischi con particolare riferimento all’attività svolta nello specifico, alle modalità e agli impianti e strumenti utilizzati nella realizzazione delle attività ed in relazione in relazione ai lavoratori impiegati; - scegliere i criteri di redazione del documento di valutazione dei rischi stessi. I criteri devono ispirarsi a requisiti di “semplicità, brevità e comprensibilità, in modo da garantire la completezza ed idoneità del DVR quale strumento operativo di pianificazione degli interventi aziendali e di prevenzione”.

115 … Individuazione dei fattori di rischio Il Datore di Lavoro deve operare con la fattiva collaborazione del Responsabile del servizio di prevenzione e del Medico competente, effettuando la dovuta consultazione del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e richiedendo la continua collaborazione del Delegato per la sicurezza, dei Subdelegati e dei Preposti per acquisire le loro dirette esperienze nei processi di lavoro, al fine di effettuare la più appropriata analisi dei rischi, sviluppando i seguenti passaggi: - ricognizione della documentazione autorizzativa concernente agibilità, concessioni, autorizzazioni ed eventuali permessi necessari e pertinenti per lo svolgimento delle attività specifiche esercitate dall’azienda; - verifica degli impianti, macchine, attrezzature e strumenti di lavoro utilizzati, con relativa documentazione tecnica di pertinenza; - verifica degli standard tecnico strutturali di legge relativi a attrezzature, impianti, con particolare attenzione ai luoghi di lavoro;

116 … - verifica dei materiali e dei macchinari utilizzati nell'attività, con relative analisi e documentazione di pertinenza, nonché schede di prodotto; - analisi dei vari processi di lavoro e relative fasi previsti per lo svolgimento delle attività specifiche; - articolazione delle funzioni per competenze; - individuazione delle mansioni svolte in ciascuna attività; - valutazione dello stress – lavoro correlato; - verifica del coinvolgimento di soggetti esterni all’organizzazione aziendale (lavoratori autonomi o dipendenti di altre imprese) che direttamente o indirettamente e a vario titolo intervengono nei processi di lavoro – in fasi di lavoro e negli ambienti di lavoro dell’impresa; - verifica delle modalità di intervento dei soggetti esterni e del tipo di attività svolta da tali soggetti; …

117 - verifica dei contratti di appalto, di contratti d’opera, di somministrazione, di altri atti o documenti per l’instaurazione del rapporto di prestazioni anche professionali al fine di analizzare i rischi di reati presupposto che potrebbero essere causati o subiti da tali soggetti negli ambienti di lavoro dell’impresa; - verifica dell’esistenza di situazioni che richiedano la redazione del DUVRI; - analisi degli infortuni e quasi sinistri verificatisi negli anni precedenti; - verifica di eventuali ispezioni, accertamenti, contestazioni, prescrizioni intervenute negli anni precedenti e provvedimenti assunti per evitare la ripetizione di eventi e fatti costituenti reati presupposto; - verifica della documentazione relativa a provvedimenti disciplinari per inosservanza di mansioni, procedure, ordini di servizio, istruzioni; -verifica di documentazione societaria o aziendale attinente alla organizzazione di controlli dei comportamenti, report relativi; -…

118 … - verifica della documentazione delle modalità di diffusione delle informazioni dirette ai soggetti della struttura, ai dipendenti ed ai soggetti che a vario titolo collaborano alle attività aziendali; - verifica della documentazione concernente i programmi di formazione per il personale, le modalità erogazione effettuata all’interno o tramite organizzazioni esterne. Nello svolgimento dell’attività sopra descritta devono essere coinvolti per quanto di competenza, tutte le funzioni aziendali anche al fine di ricevere spontanee informazioni sulle rispettive attività, che possano essere utili a realizzare l’indagine più completa possibile su tutti i rischi reato presupposto da prevenire.

119 Valutazione dei rischi I fattori di rischio rilevati devono essere riportati nel piano di valutazione dei rischi e graduati in base alla probabilità che l’evento possa verificarsi ed all’entità del potenziale danno che possono generare utilizzando i criteri individuati dal Datore di Lavoro. Per la valutazione delle entità dei fattori rischio e la loro misurazione ci si richiama a quanto indicato nel DVR.

120 Elaborazione del Documento di Valutazione dei rischi e dei relativi allegati A seguito della valutazione dei rischi il Datore di Lavoro, con la fattiva collaborazione del Responsabile del servizio di prevenzione e del Medico competente, previa consultazione del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e richiedendo la continua collaborazione del Delegato per la sicurezza, dei Subdelegati e dei Preposti, deve individuare le misure organizzative e di prevenzione più congrue ai rischi rilevati ed al livello di rischiosità riscontrato nelle specifiche attività di lavoro. Nel corso di tale attività devono essere consultati i lavoratori direttamente coinvolti nelle attività a rischio.

121 Contenuti del Documento di Valutazione dei Rischi a) Relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la salute e sicurezza durante l’attività lavorativa. b) Indicazione delle misure di prevenzione e di protezione adottate. b) Indicazione dei dispositivi di protezione individuali adottati. c) Individuazione dei dispositivi di protezione collettiva. d) Programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza. e) Individuazione delle procedure per l’attuazione delle misure da realizzare con individuazione dei ruoli dell’organizzazione che vi debbono provvedere. Nell’individuare tali soggetti il datore di Lavoro dovrà tenere conto che gli stessi siano in possesso di adeguate competenze e poteri.

122 …. f) Indicazione dei nominativi di Datore di lavoro, Delegato per la sicurezza, Subdelegati e Preposti, RSPP, RLS, Medico competente, Addetti squadre emergenza e primo soccorso g) Individuazione di eventuali mansioni che espongono i lavoratori a rischi specifici per lo svolgimento delle quali sia richiesta una riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza, adeguata formazione ed addestramento. Devono in ogni caso essere rispettati i contenuti richiesti agli artt. 28 e 29 D.Lgs. 81/08 e quanto previsto ai Titoli successivi del decreto stesso, sempre con riferimento alla specificità che il DVR deve presentare con diretto rifermino all’impresa e alle sue attività.

123 Data certa Il Documento di Valutazione dei Rischi deve essere munito di data certa o attestata dalla sottoscrizione del documento medesimo da parte del datore di lavoro nonché, ai soli fini della prova della data, dalla sottoscrizione del Delegato per la sicurezza, del Responsabile del servizio di prevenzione e protezione, del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e del medico competente. La data certa potrà essere fornita anche tramite le procedure applicabili ai supporti informatici. Luogo di conservazione del documento e disponibilità Il Documento di Valutazione dei Rischi redatto dovrà essere disponibile in azienda e potrà essere tenuto anche su supporto informatico.

124 Aggiornamento continuo Il Datore di Lavoro deve aggiornare il DVR in occasione di modifiche del processo produttivo o dell’organizzazione del lavoro significative ai fini della salute e sicurezza dei lavoratori ovvero in relazione al grado di evoluzione della tecnica, della prevenzione oppure a seguito di infortuni significativi od altresì quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne evidenziano la necessità. Dovranno di conseguenza essere aggiornate le misure di prevenzione. Il tutto nel termine di 30 giorni dalle rispettive cause. Nel caso di modificazione delle norme si deve effettuare nuovamente l’analisi, la valutazione, la stesura del documento e l’applicazione delle eventuali nuove misure di prevenzione. Quando si verifichino variazioni nei soggetti obbligati per la sicurezza devono essere eseguiti a cura del Datore di Lavoro gli opportuni aggiornamenti. Per quanto qui non previsto dovranno essere diligentemente ed integralmente applicate tutte le norme di legge in materia.

125 Comunicazioni all’O.d.V. Le operazioni sopra descritte e facenti parte del protocollo dovranno essere tempestivamente comunicate all’O.d.V. affinché possa svolgere le attività di propria competenza anche, ove del caso, partecipando e/o fornendo suggerimenti ed indirizzi o richiedendo esplicazioni.

126 SISTEMA SANZIONATORIO

127 DISCIPLINA INOSSERVANZA La violazione dei Protocolli del Modello da parte di un Amministratore o di un Sindaco incide sul rapporto di fiducia dell’Assemblea dei soci OdV e CdA informeranno l’Assemblea dei soci che assumerà i provvedimenti previsti dal Codice Civile (sospensione – revoca – azione di responsabilità) Può essere prevista l’irrogazione di una sanzione pecuniaria ad hoc Ordinanza Gip Trib Napoli 26/06/07(pag.36) AUTONOMA RILEVANZA PENALE DEL COMPORTAMENTO

128 DISCIPLINA INOSSERVANZA Protocolli del Modello D.Lgs. 231/01 (Eventuali) Dirigenti: procedura contratto nazionale Dirigenti Dipendenti: Il procedimento sanzionatorio dovrà uniformarsi alla L. 300/70 art. 7 OBBLIGO DI CONTESTAZIONE SCRITTA E MOTIVATA AUTONOMA RILEVANZA PENALE DEL COMPORTAMENTO Sono obbligazioni contrattuali art. 2104 c.c. art. 7, co. 4 let. b D.Lgs. 231/01

129 Le sanzioni disciplinari a carico dei dipendenti sono quelle previste dal CCNL per i lavoratori addetti al settore, nel rispetto delle procedure previste dalle norme in materia ed in specie L. 300/70. In particolare i provvedimenti possono essere: Richiamo verbale; Ammonizione scritta; Multa prevista dal CCNL in vigore al momento dell’infrazione; Sospensione dal lavoro e dalla relativa retribuzione nei limiti previsti dal CCNL in vigore al momento dell’infrazione; Licenziamento in caso di mancanze ed infrazioni che incrinino il rapporto di fiducia con la associazione o costituiscano grave inadempimento dei doveri del prestatore di lavoro o siano lesive dei principi esposti nel Modello.

130 Sanzioni disciplinari a carico di terzi e collaboratori In particolare i provvedimenti possono essere: Richiamo scritto alla osservanza degli obblighi contrattuali; Previsione di una penale; Risoluzione del contratto; Risarcimento di eventuali danni.

131 Il Sistema sanzionatorio introdotto prevede: - le modalità di acquisizione della notizia dell’inosservanza, -i precetti che individuano i comportamenti da punire con particolare attenzione alle violazioni delle misure di organizzazione, dei protocolli del Modello, delle modalità di attuazione, dei controlli previsti e delle informazioni da fornire sul Modello per il suo adeguamento ed attualità, - i soggetti incaricati dell’accertamento dell’inosservanza, - le regole ed i poteri di acquisizione degli elementi utili ad accertare la violazione, - le sanzioni da applicare per la violazione dei precetti, - la procedura di applicazione delle sanzioni, -i parametri per la proporzionalità in relazione alla gravità della violazione, -le norme per la contestazione della violazione, -i poteri di decisione e le norme per l’esecuzione della sanzione.

132 La sorveglianza del Modello adottato dalla associazione è demandata all’Organismo di Vigilanza che nell’esercizio delle proprie funzioni, è chiamato a rilevare eventuali violazioni del Modello stesso. Le infrazioni rilevate direttamente o attraverso segnalazioni di funzioni impongono all’O.d.V. di eseguire un’istruttoria sul fondamento, sulle cause e sulle eventuali possibilità di risoluzione degli effetti negativi dell’infrazione e su tutto ciò che possa essere utile per prevenire il rischio reato presupposto. L’O.d.V. prenderà in esame anche le segnalazioni non sottoscritte ed anche su di esse svolgerà l’opportuna istruttoria per verificare il fondamento o meno della notitia.

133 Le segnalazioni sottoscritte e non sottoscritte non possono dare adito a forme di ritorsione nei confronti delle persone. Le modalità di svolgimento dell’istruttoria sono previste nel regolamento interno all’organismo, come lo è tutta l’attività svolta dall’O.d.V. nella vigilanza e controllo. L’O.d.V. potrà richiedere informazioni e documenti alle varie funzioni per avere dati, elementi e quanto di necessità per formare un quadro il più chiaro possibile di ogni posizione concernente infrazioni. All’esito della propria attività di vigilanza e a conclusione degli accertamenti, assumerà le proprie valutazioni in merito alla sussistenza o meno dell’infrazione segnalata, alle cause della stessa e ad eventuali necessità di interventi correttivi sul Modello.

134 Nel caso sia ritenuta fondata la segnalazione o sia comunque rilevata la necessità di un aggiornamento del Modello al fine di evitare il ripetersi di analoghi comportamenti, l’O.d.V. trasmetterà la documentazione corredata da un parere scritto all’Organo Dirigente ed al Datore di Lavoro D.Lgs. 81/08 in materia di inosservanze al Modello che incidano sulla tutela della salute e sicurezza del lavoro e alla funzione competente. Fornirà indicazioni per l’azione correttiva o gli opportuni suggerimenti all’Organo Dirigente per l’intervento di competenza da assumere e, ove previsto, perché sia attivata la procedura disciplinare prevista dal Sistema sanzionatorio, con il correlato procedimento.

135 Le violazioni delle disposizioni contenute nel Modello una volta accertate e portate a conoscenza dell’Organo Dirigente dovranno essere tempestivamente e specificamente contestate dall’Organo Dirigente per iscritto a mezzo raccomandata a.r. presso il domicilio del trasgressore, con indicazione espressa del fatto che vi ha dato causa e delle circostanze di tempo e luogo dell’accadimento, e ciò indipendentemente dalla eventuale contestazione del fatto reato da parte dell’autorità giudiziaria competente.

136 L’Organo Dirigente non potrà irrogare alcun provvedimento senza che siano stati preventivamente contestati per iscritto l’indicazione espressa del fatto che vi ha dato causa e le circostanze di tempo e di luogo, e comunque se non sia stato assicurato al trasgressore un periodo di tempo congruo, dalla contestazione stessa, per la propria difesa e per essere sentito, ove lo richieda. Il trasgressore avrà altresì facoltà di presentare una propria difesa anche scritta. Il provvedimento irrogato dovrà essere motivato e comunicato per iscritto al domicilio del soggetto trasgressore a mezzo raccomandata a.r.-

137 Le sanzioni sono decise dall’Organo Dirigente, e sono graduate in rapporto alla gravità delle violazioni, alle mansioni del soggetto, ai compiti del collaboratore esterno, all’intenzionalità, al grado di negligenza e imperizia, nonché all’entità del danno potenzialmente derivante dai comportamenti che integrano le ipotesi di reato presupposto richiamate dal D.Lgs. 231/01 e successive modifiche ed integrazioni.

138 Sono destinatari delle sanzioni: gli amministratori, i dirigenti, i dipendenti, i collaboratori, i lavoratori autonomi, i fornitori continuativi, i consulenti e ogni altro soggetto che a qualunque titolo entri in rapporto con la associazione, in quanto per tale fatto diviene obbligato all’osservanza del Modello di organizzazione e di gestione. Le sanzioni si applicano anche nel caso di realizzazione di attività di elusione od ostacolo ai compiti di controllo dell’Organismo di Vigilanza. La associazione avrà cura di comunicare nelle forme più idonee anche il Sistema sanzionatorio a: Amministratori, Dirigenti, Dipendenti, Collaboratori ed a tutti i soggetti interessati, evidenziando le possibili conseguenze della violazione del Modello. ESTRATTO BOZZA

139 La associazione dovrà formalmente comunicare a tutti i soggetti terzi con i quali vengano instaurati rapporti professionali, commerciali e di servizi di qualsiasi natura e tipo che ha adottato il Modello 231 integrato e il relativo Sistema sanzionatorio nel caso di inosservanza. … Sono destinatari delle sanzioni anche tutti i soggetti obbligati per la sicurezza. Per il procedimento sanzionatorio e le sanzioni da irrogare dovrà farsi riferimento ai rapporti in essere con la associazione ed alla posizione da questi ricoperta.

140 INOSSERVANZE AL MODELLO DA PARTE DI MEMBRI DELL’ORGANO DIRIGENTE E DEL COLLEGIO SINDACALE LA COMPETENZA PER LE DECISIONI IN MATERIA DI PROCEDIMENTO SANZIONATORIO A CARICO DI AMMINISTRATORI E SINDACI APPARTIENE ALL’ASSEMBLEA CHE SARA’ ATTIVATA A SECONDA DEI CASI SPECIFICI DAL CDA O DAL COLLEGIO SINDACALE

141 LA NOTIZIA DELL’INOSSERVANZA, L’ISTRUTTORIA E LA CONTESTAZIONE SEGUONO I PRINCIPI PREVISTI PER IL PROCEDIMENTO SANZIONATORIO CON GLI OPPORTUNI ADATTAMENTI DI SPECIE

142 INOSSERVANZE AL MODELLO DA PARTE DI SOGGETTI TERZI L’OBBLIGAZIONE DEL TERZO DI OSSERVARE I CONTENUTI DEL MODELLO E LE SANZIONI PER IL CASO DI INOSSERVANZA DOVRANNO ESSERE INSERITE ESPRESSAMENTE NEL CONTRATTO IN ESSERE DOVRANNO ESSERE OSSERVATE LE GARANZIE DI CONTESTAZIONE E DIFESA

143 Sanzioni disciplinari a carico dei dipendenti (quadri, impiegati, lavoratori) Sanzioni nei confronti degli Amministratori e del Collegio sindacale Sanzioni nei confronti dei parasubordinati Sanzioni nei confronti di terzi con cui la associazione instauri rapporti

144 Tipologie di condotta degli apicaliPossibili sanzioni Inosservanza dei protocolli e procedimenti di programmazione della formazione delle decisioni dell’Organo Dirigente (Membri del Consiglio di Amministrazione, Amministratori Delegati) nelle attività della funzione; Richiamo e intimazione a conformarsi Sospensione se le infrazioni sono gravi e reiterate Revoca se reiterazione dopo sospensione 2) Inosservanza delle procedure e/o dei processi di attuazione delle decisioni dell’Organo Dirigente nelle attività organizzative; Richiamo e intimazione a conformarsi Sospensione se le infrazioni sono gravi e reiterate Revoca se reiterazione dopo sospensione 3) Inosservanza delle modalità e delle procedure formulate per l’acquisizione e gestione delle risorse finanziarie predisposte per la prevenzione di fattispecie reato presupposto; Richiamo e intimazione a conformarsi Sospensione se le infrazioni sono gravi e reiterate Revoca se reiterazione dopo sospensione 4) Inosservanza dell’obbligo di documentazione delle fasi previste da procedure e protocolli nelle funzioni e nei processi a rischio di fattispecie reato presupposto; Richiamo e intimazione a conformarsi 5) Omissioni di comportamenti e delle procedure prescritti e formulati nel Modello, che espongono la associazione alle situazioni di rischio reati previsti dal D.Lgs. 231/01 e successive integrazioni e modifiche; Richiamo e intimazione a conformarsi Sospensione nelle ipotesi più gravi Revoca se si realizza il reato presupposto

145 Tipologie di condotta degli apicaliPossibili sanzioni 6) Omissioni di osservanza di norme e di condotte cogenti previste da leggi nazionali ed europee, che dispongono regole di organizzazione e prevenzione, che siano dirette in modo univoco al compimento di uno o più reati presupposto contemplati dal D.Lgs. 231/01 e successive integrazioni e modifiche; Revoca Sospensione nelle ipotesi particolarmente lievi 7) Comportamenti di ostacolo o elusione ai controlli dell’O.d.V., impedimento ingiustificato dell’accesso ad informazioni ed alla documentazione nei confronti dei soggetti incaricati dei controlli; Richiamo e intimazione a conformarsi Sospensione se le infrazioni sono gravi e reiterate 8) Omissione nell’osservanza, nell’attuazione e nel controllo o violazione delle norme di tutela della salute e sicurezza del lavoro D.Lgs. 81/08 e successive modifiche che possono costituire fonte dei reati presupposto colposi specifici artt. 589 e 590 co. 2 e 3 c.p. Richiamo e intimazione a conformarsi Sospensione Revoca nei casi più gravi, in ipotesi di realizzazione del reato presupposto 9) Violazioni plurime ingiustificate e reiterate dei protocolli del Modello e della sua implementazione per il continuo adeguamento; Sospensione Revoca se la reiterazione continua dopo sospensione

146 Tipologie di condotta degli apicaliPossibili sanzioni 10) Omessa segnalazione di inosservanze ed irregolarità commesse anche da soggetti apicali; Richiamo e intimazione a conformarsi Sospensione se le infrazioni sono reiterate 11) Omessa valutazione e tempestiva presa di provvedimenti in merito alle segnalazioni e richiami per interventi evidenziati dall’O.d.V. nelle attività di competenza di soggetti apicali; Richiamo e intimazione a conformarsi Sospensione se le infrazioni sono gravi e reiterate Revoca se reiterazione dopo sospensione La valutazione e la scelta sul tipo di sanzione da irrogare tra quelle possibili previste dovrà tenere conto della gravità e reiterazione delle condotte. La reiterazione nel tempo di azioni, omissioni e condotte sopra segnalate costituisce sintomo di maggiore gravità delle violazioni

147 Tipologie di condotta dei lavoratori subordinati Possibili sanzioni da valutare in relazione ai Contratti Collettivi applicabili Inosservanza delle procedure e/o dei processi di attuazione delle decisioni dell’Organo Dirigente nelle attività organizzative ed operative; Rimprovero scritto Multa Sospensione dal servizio e dalla retribuzione Trasferimento Licenziamento con indennità sostitutiva di preavviso 2) Inosservanza delle Modalità e delle procedure formulate per l’acquisizione e gestione delle risorse finanziarie predisposte per la prevenzione di fattispecie dei reati presupposto; Rimprovero scritto Multa Sospensione dal servizio e dalla retribuzione Trasferimento Licenziamento con indennità sostitutiva di preavviso 3) Inosservanza dell’obbligo di documentazione delle fasi previste da procedure e protocolli nelle funzioni e nei processi a rischio di fattispecie reato presupposto; Rimprovero scritto Multa 4) Omissioni di comportamenti e delle procedure prescritti e formulati nel Modello, che espongono la associazione alle situazioni di rischio reati previsti dal D.Lgs. 231/01 e successive integrazioni e modifiche; Rimprovero scritto Multa Sospensione dal servizio e dalla retribuzione Trasferimento Licenziamento con indennità sostitutiva di preavviso Licenziamento senza preavviso

148 Tipologie di condotta dei lavoratori subordinati Possibili sanzioni da valutare in relazione ai Contratti Collettivi applicabili 5) Omissioni di osservanza di norme e di condotte cogenti previste da leggi nazionali ed europee, che dispongono regole di organizzazione e prevenzione, che siano dirette in modo univoco al compimento di uno o più reati presupposto contemplati dal D.Lgs. 231/01 e successive integrazioni e modifiche; Licenziamento con indennità sostitutiva di preavviso Licenziamento senza preavviso Nei casi più lievi: Sospensione dal servizio e dalla retribuzione Trasferimento 6) Comportamenti di ostacolo o elusione ai controlli dell’O.d.V., impedimento ingiustificato dell’accesso ad informazioni ed alla documentazione nei confronti dei soggetti incaricati dei controlli; Rimprovero scritto Multa Sospensione dal servizio e dalla retribuzione se la condotta è reiterata 7) Omissioni nell’osservanza, nell’attuazione e nel controllo o violazione delle norme di tutela della salute e sicurezza del lavoro D.Lgs. 81/08 e successive modifiche che possono costituire fonte dei reati presupposto colposi specifici artt. 589 e 590 co. 2 e 3 c.p. Multa Sospensione dal servizio e dalla retribuzione Trasferimento Licenziamento con indennità sostitutiva di preavviso nei casi più gravi in ipotesi di realizzazione del reato presupposto 8) Violazioni plurime ingiustificate e reiterate dei protocolli del Modello e della sua implementazione per il continuo adeguamento; Sospensione dal servizio e dalla retribuzione Trasferimento Licenziamento con indennità sostitutiva di preavviso se reiterazione prosegue dopo precedente sanzione

149 Tipologie di condotta dei lavoratori subordinati Possibili sanzioni da valutare in relazione ai Contratti Collettivi applicabili 9) Omessa segnalazione delle inosservanze ed irregolarità commesse anche da soggetti apicali; Rimprovero scritto Multa 10) Omessa informativa all’O.d.V. ed alle funzioni nonché all’Organo Dirigente di ogni situazione a rischio reato presupposto avvertita nello svolgimento delle attività. Rimprovero scritto Multa La valutazione e la scelta sul tipo di sanzione da irrogare tra quelle possibili previste dovrà tenere conto della gravità e reiterazione delle condotte. La reiterazione nel tempo di azioni, omissioni e condotte sopra segnalate costituisce sintomo di maggiore gravità delle violazioni. Il Trasferimento quale sanzione disciplinare potrà essere valutato ed applicato ove in concreto possa ostacolare la commissione di nuove violazioni analoghe a quelle commesse. Il Rimprovero dovrà essere necessariamente scritto, in modo tale da costituire un documento tracciabile a riprova dell’avvenuta applicazione del sistema disciplinare e per la valutazione dei precedenti a carico della persona.

150 Tipologie di condotta dei soggetti esterni Possibili sanzioni da prevedere anche in seno ai singoli contratti Inosservanza delle procedure e/o dei processi previsti dal Modello 231 per l’attuazione delle decisioni dell’Organo Dirigente nelle attività organizzative ed operative; Richiamo e intimazione a conformarsi Comminazione di una penale ex art. 1382 c.c. Risoluzione ex art. 1456 c.c. se reiterazione dopo comminazione penale 2) Inosservanza delle modalità e delle procedure formulate nel Modello per l’acquisizione e gestione delle risorse finanziarie predisposte per la prevenzione di fattispecie dei reati presupposto; Richiamo e intimazione a conformarsi Comminazione di una penale ex art. 1382 c.c. Risoluzione ex art. 1456 c.c. se reiterazione dopo comminazione penale 3) Inosservanza dell’obbligo di documentazione delle fasi previste da procedure e protocolli nelle funzioni e nei processi a rischio di fattispecie reato presupposto; Richiamo e intimazione a conformarsi 4) Omissioni di comportamenti e procedure prescritti e formulati nel Modello, che espongono la associazione alle situazioni di rischio reati previsti dal D.Lgs. 231/01 e successive integrazioni e modifiche; Richiamo e intimazione a conformarsi Comminazione di una penale ex art. 1382 c.c. Risoluzione ex art. 1456 c.c. se si realizza il reato presupposto 5) Omissione di osservanza di norme e di condotte cogenti previste da leggi nazionali ed europee che dispongono regole di organizzazione e prevenzione che siano dirette in modo univoco al compimento di uno o più reati presupposto contemplati dal D.Lgs. 231/01 e successive integrazioni e modifiche; Risoluzione ex art. 1456 c.c. se si realizza il reato presupposto Comminazione di una penale ex art. 1382 c.c. nelle ipotesi più lievi

151 Tipologie di condotta dei soggetti esterni Possibili sanzioni da prevedere anche in seno ai singoli contratti 6) Comportamenti di ostacolo o elusione ai controlli dell’O.d.V., impedimento ingiustificato dell’accesso ad informazioni ed alla documentazione nei confronti dei soggetti incaricati dei controlli o mancata trasmissione di informazioni richieste dall’OdV; Richiamo e intimazione a conformarsi Comminazione di una penale ex art. 1382 c.c. se la condotta è reiterata 7) Omissioni nell’osservanza, nell’attuazione e nel controllo o violazione delle norme di tutela della salute e sicurezza del lavoro D.Lgs. 81/08 e successive modifiche che possono costituire fonte dei reati presupposto colposi specifici artt. 589 e 590 co. 2 e 3 c.p. Comminazione di una penale ex art. 1382 c.c. Risoluzione ex art. 1456 c.c. nei casi più gravi in ipotesi di realizzazione del reato presupposto 8) Violazioni plurime ingiustificate e reiterate dei protocolli del Modello e della sua implementazione per il continuo adeguamento; Comminazione di una penale ex art. 1382 c.c. Risoluzione ex art. 1456 c.c. se reiterazione dopo comminazione penale 9) Omessa segnalazione della inosservanza ed irregolarità al Modello commesse nel rapporto in atto da qualsiasi soggetto; Richiamo e intimazione a conformarsi Comminazione di una penale ex art. 1382 c.c. se reiterate 10) Omessa osservanza dell’obbligo di fornire informazioni all’O.d.V. su ogni circostanza che possa essere ritenuta a rischio reato presupposto. Richiamo e intimazione a conformarsi Comminazione di una penale ex art. 1382 c.c. se reiterate La valutazione e la scelta sul tipo di sanzione da irrogare tra quelle possibili previste dovrà tenere conto della gravità e reiterazione delle condotte. La reiterazione nel tempo di azioni, omissioni e condotte sopra segnalate costituisce sintomo di maggiore gravità delle violazioni.

152 L’ORGANISMO DI VIGILANZA E CONTROLLO

153 COMPOSIZIONE DELL’ODV DELLA SOCIETA’ Associazione sportiva xxxx L’ORGANO DIRIGENTE HA SCELTO DI NOMINARE UN ODV COLLEGIALE DI TRE MEMBRI

154 NELLA INDIVIDUAZIONE E NOMINA DEI MEMBRI IL CDA HA TENUTO CONTO DI: Cause di incompatibilità Cause di ineleggibilità Requisiti di onorabilità, professionalità e competenza

155 CON L’ATTO DI NOMINA IL CDA ha conferito all’OdV: Poteri autonomi ed indipendenti di ispezione e controllo in merito al Modello Poteri autonomi ed indipendenti di organizzazione della propria attività Budget di spesa autonoma ha stabilito: Durata in carica Compenso

156 INDIVIDUAZIONE DEI MEMBRI Consigliere SEMPRONIO senza deleghe (soggetto interno a conoscenza dell’organizzazione societaria ed aziendale) Dottore commercialista competente in materia finanziaria (professionista esterno) Consulente in materia di Sicurezza sul Lavoro – Ingegnere (professionista esterno)

157 I MEMBRI DELL’ODV HANNO FORMALMENTE ACCETTATO L’INCARICO HANNO PROVVEDUTO ALLA NOMINA DEL LORO PRESIDENTE HANNO PREDISPOSTO IL REGOLAMENTO INTERNO PER LE PROPRIE OPERAZIONI IL REGOLAMENTO E’ STATO SUCCESSIVAMENTE VIDIMATO DALL’ORGANO DIRIGENTE

158 I MEMBRI DELL’ODV DOCUMENTANO LE OPERAZIONI SVOLTE CONSERVANO VERBALI, RICHIESTE DI INFORMAZIONI ED ALTRI DOCUMENTI

159 FLUSSO INFORMATIVO I MEMBRI DELL’ODV ATTIVANO UN FLUSSO INFORMATIVO RECIPROCO CON ORGANO DIRIGENTE E FUNZIONI COMUNICANO ALL’ORGANO DIRIGENTE RILIEVI, SEGNALAZIONI E SUGGERIMENTI IN MATERIA DI ATTUAZIONE ED IMPLEMENTAZIONE DEL MODELLO

160 REPORT INVIANO UN REPORT ALMENO SEMESTRALE SULL’ANDAMENTO ALL’ORGANO DIRIGENTE SEGNALA CON RAPPORTO LE INOSSERVANZE AL MODELLO CHE RICHIEDONO L’APERTURA DI PROCEDIMENTO SANZIONATORIO

161 PROGRAMMA DI INFORMAZIONE

162 L’ORGANO DIRIGENTE HA DISPOSTO CHE VENGA ATTUATA LA MASSIMA INFORMAZIONE SUL MODELLO 231 INTEGRATO NEI CONFRONTI DI: -ORGANI SOCIETARI -FUNZIONI AZIENDALI -TERZI -COLLABORATORI DELLA SOCIETA’ CON I MEZZI RITENUTI PIU’ IDONEI A CONSEGUIRE LA MASSIMA CONOSCIBILITA’ (INFORMAZIONI CARTACEE – BACHECHE - INTRANET) L’INFORMAZIONE VIENE COSTANTEMENTE RIPETUTA IN BASE AD UN PROGRAMMA STABILITO DA CIASCUNA FUNZIONE L’INFORMAZIONE VIENE RINNOVATA AD OGNI VARIAZIONE ED IMPLEMENTAZIONE DEI PROTOCOLLI DEL MODELLO

163 PROGRAMMA DI FORMAZIONE

164 L’ORGANO DIRIGENTE HA PROGRAMMATO LA FORMAZIONE MIRATA RELATIVA AL MODELLO 231 INTEGRATO NEI CONFRONTI DI: SOGGETTI DELL’ORGANIZZAZIONE -DIRIGENTI -RESPONSABILI DI PROCESSI -FUNZIONI COINVOLTE NELLE AREE SENSIBILI -SOGGETTI DI CONTROLLO LA FORMAZIONE DEVE ESSERE CONTINUA E COSTANTE L’AVVENUTA FORMAZIONE DEVE ESSERE DOCUMENTATA LA FORMAZIONE DEVE ESSERE RINNOVATA AD OGNI VARIAZIONE ED IMPLEMENTAZIONE DEI PROTOCOLLI DEL MODELLO

165 MONITORAGGIO CONTINUO

166 Nei contenuti del modello deve essere previsto …. “ sistemi di controllo e monitoraggio del funzionamento e dell’ aggiornamento del modello” Tribunale Milano - GIP Ordinanza cautelare 27/09/2004 GIURISPRUDENZA

167

168 Il riesame ed eventuale modifica del Modello Organizzativo saranno adottati in relazione alle esigenze indicate dalla norma e comunque tale attività entreranno nel programma di controlli e di implementazioni continue previste anche nel Modello 231/01. ART. 30, CO. 4 D.LGS. 81/08

169

170 Fattori che impongono la revisione dei Modelli variazioni organizzative innovazioni nei processi operativi variazione dall’analisi dei rischi segnalazioni dell’OdV segnalazioni da altri organi di controllo novità normative, altri reati presupposto

171 NECESSITA’ DI COSTANTE AGGIORNAMENTO Specificità e dinamicità del Modello organizzativo sono indispensabili per l’efficacia e l’idoneità (Ordinanza Tribunale Milano -IVRI- 20.9.04) Modello: strumento concreto e dinamico atto a conformarsi costantemente con il mutamento della realtà operativa ed organizzativa della persona giuridica Progressivo aggiornamento per garantire il costante adeguamento a sopravvenuti mutamenti operativi, organizzativi e normativi (Ordinanza Tribunale Napoli – 26.6.07)

172 ESIGENZA DELL’ADEGUAMENTO DEL MODELLO ALL’EVOLUZIONE E ALLA MODIFICAZIONE DI OGNI ELEMENTO OPERATIVO CHE COMPORTI VARIAZIONI NEL RISCHIO DI COMMISSIONE DI ILLECITI REATO (Ordinanza Tribunale Milano -IVRI- 20.9.04)

173 L’EFFICACIA DEL MODELLO DIPENDE DALLA SUA CAPACITA’ AD ADATTARSI CONTINUAMENTE AL MUTAMENTO DELLE CONDIZIONI AMBIENTALI E AL SORGERE DI RISCHI REATO


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