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BONIFICA DEL TERRITORIO FERRARESE ASPETTO TERRITORIALE.

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Presentazione sul tema: "BONIFICA DEL TERRITORIO FERRARESE ASPETTO TERRITORIALE."— Transcript della presentazione:

1 BONIFICA DEL TERRITORIO FERRARESE ASPETTO TERRITORIALE

2 Sul finire dell'Età del Bronzo, le maggiori linee di deflusso del Po, nella bassa Pianura Padana, erano due: la più settentrionale era rappresentata da quello che oggi è chiamato Po di Adria, la più meridionale comprendeva una serie di alvei tra Guastalla e il Bondenese e, oltre Bondeno, il primitivo Po di Ferrara, con le sue diramazioni di cui si trova ancora traccia nel Ferrarese orientale. Situazione del territorio intorno al X sec. a.C.

3 Intorno al'VIII secolo a.C., si sono prodotti numerosi mutamenti idrografici, che hanno segnato l'inizio della decadenza del Po di Adria e la nascita di un nuovo corso. Ad una diramazione di questo, per Baura, Copparo e Berra (Po di Copparo) si può attribuire la formazione di un primo delta a est di Massenzatica. Alla foce del ramo per Codrea, Gambulaga e Ostellato è fiorita, fra il VI e il III secolo a.C., la città etrusca di Spina e, più a monte, è nata Voghenza. Sono generalmente attribuiti agli etruschi vari interventi idraulici. Situazione del territorio intorno al V sec. a.C.

4 Nell’età Romana i coloni si sono impegnati nel disboscamento e nello sviluppo dell'agricoltura. Il ramo principale del Po era sempre il Po di Ferrara e si divideva in vari corsi, tra cui i più importanti erano quello per Copparo e quello per Ostellato. Alla foce di quest'ultimo si è formato un vasto e complesso delta. Anche i Romani sono stati artefici di grandi opere idrauliche, ma generalmente rivolte più alla navigazione interna che alla bonifica. Situazione del territorio durante l’Età Romana, dal 265 a.C. al 476 d.C.

5 Dopo il Mille si è assistito ad un'importante azione di bonifica disposta dai monaci dell'Abbazia di Pomposa, volta a migliorare il drenaggio delle acque dai terreni più alti verso le aree più depresse e paludose: un sistema di bonifica per scolo a gravità. Nei successivi secoli, nonostante alcuni interventi disposti dagli Estensi, proseguiva la diffusione delle acque salmastre nella bassa Padana. Situazione dall'anno 1000 al 1492

6 Dopo il VI secolo d.C. in relazione ad una nuova fase di intensa piovosità si sono registrate ulteriori diffusioni delle paludi e importanti mutamenti del corso dei fiumi. Volano e Primaro sono divenuti a questo punto i principali rami del Po e alla loro biforcazione è nata la città di Ferrara. L'intervallo climatico caldo tra il IX e l'XI secolo ha portato ad un lieve innalzamento del livello marino, con ingressione di acque salmastre nelle aree orientali più ribassate dalla subsidenza. Situazione durante l’Alto Medioevo, tra 476 e 1000 d.C.

7 Per tutto il XVI secolo si è messo mano ad ingenti opere di bonifica: memorabile quella attuata fra il 1564 e il 1580 sotto Alfonso II, nota come Grande Bonificazione Estense, nel cui contesto è stato staccato dal Po il ramo dell'Abate, per costruirvi alla foce un grande porto. Il piano generale della bonifica prevedeva la sistemazione idraulica dell'ampio territorio denominato Polesine di Ferrara, e la sua divisione in due settori: le Terre Vecchie o Alte, e le Terre Basse o Nuove. Situazione dall'anno 1492 al 1599

8 In pochi decenni la possibilità di far scolare le acque della Grande Bonificazione diventava assai difficile, e su quei terreni tornava ad affermarsi il dominio palustre. In breve tempo, anche il funzionamento a gravità delle nuove chiaviche a mare risulterà inefficace. Per tutto il secolo XVIII i depositi del Po di Goro e, in generale, del Delta Moderno erano tanto considerevoli da formare nuove terre a loro volta oggetto di bonifica. Situazione tra i secoli XVII e XVIII

9 Nel corso del XIX secolo il territorio ferrarese era ancora afflitto da gravi deficienze idrauliche ed in gran parte invaso da acquitrini e paludi, tanto da renderne insalubri vaste estensioni. Situazione tra il secolo XIX fino al 1860

10 L'ultima bonifica durata circa cento anni, è avvenuta a partire dal 1872, con l'introduzione delle pompe idrovore, e si è conclusa nel secondo dopoguerra con l'eliminazione di quasi tutte queste zone umide. Dopo i nuovi abbassamenti conseguenti la bonifica meccanica, si è potuto verificare che in 400 anni il territorio della Grande Bonifica ha subito dai 4 ai 6 metri di subsidenza. Situazione tra il 1860 e il 1914

11 Tra le due guerre, nel Ferrarese vengono bonificate anche aree salmastre, specialmente intorno a Comacchio, e migliorate le condizioni idrauliche di quasi tutto il territorio. All'inizio del 1945 vari territori vengono riallargati per ragioni belliche. Situazione del territorio tra il 1915 e il 1945

12 Risistemati i territori che erano stati allagati alla fine della seconda guerra mondiale, vengono bonificate altre valli salmastre, tra cui la grande valle del Mezzano (1959-1964); negli anni Settanta viene a mancare la richiesta di nuove terre da coltivare e da allora ci si dedica soprattutto alla manutenzione e al miglioramento delle condizioni idrauliche del territorio. Situazione del territorio tra il 1945 e il 2012

13 LA BONIFICA OGGI

14 MARTINA LANZONI ARIANNA VIGNALI VALENTINA PELLACANI IRENE PETRUCCIANI GIOVANNI MACCHI ALESSANDRO GOLFIERI


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