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PIANIFICAZIONE ECONOMICA E FINANZIARIA NELLA RISTRUTTURAZIONE E GESTIONE DI UN IMPIANTO SPORTIVO dr. Alberto Manzotti alberto.manzotti@gmail.com 1 1.

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1 PIANIFICAZIONE ECONOMICA E FINANZIARIA NELLA RISTRUTTURAZIONE E GESTIONE DI UN IMPIANTO SPORTIVO dr. Alberto Manzotti 1 1

2 IL BUSINESS PLAN Il Business Plan è un mezzo di presentazione, analisi e apprendimento che consente all’impresa di pianificare la sua attività e di verificarne la realizzabilità 2

3 La programmazione e modelli di business
3

4 Gli obiettivi 1. fornire informazioni fondamentali per l’avvio dell’attività, (quali e quante risorse economiche, finanziarie ed umane sono necessarie, le caratteristiche del prodotto e del mercato, le attività concorrenti, chi sono i clienti tipo); 2. consentire all’imprenditore una visione globale dei fattori che caratterizzano l’azienda, fornendo una base sulla quale pianificare strategie ed azioni; 3. sottolineare l’originalità dell’idea imprenditoriale; 4. verificare la coerenza tra le singole azioni indicate, ed in particolare tra descrizione dell’attività e ricavi e costi correlati; 5. definire la forma giuridica in rapporto alle caratteristiche della futura impresa; 6. formulare previsioni attendibili simulando le varie ipotesi di sviluppo dell’attività dell’impresa; 7. servire come biglietto da visita per presentare l’impresa all’esterno (potenziali soci, finanziatori, banche, clienti e fornitori). Per usufruire di finanziamenti agevolati è obbligatorio. 4

5 In sintesi.. Si possono individuare due specifiche funzioni del Business Plan: Una interna di analisi e pianificazione che chiarisce le idee del futuro imprenditore o gli permettere di apprendere costruendo il progetto Una esterna di comunicazione verso futuri finanziatori (soci, banche, enti pubblici..) 5

6 Il business plan è generalmente costituito da tre parti:
una parte introduttiva che descrive l’idea imprenditoriale, la genesi dell’idea e i soci promotori dell’iniziativa; una parte tecnico-operativa che analizza la fattibilità dell’idea imprenditoriale sul mercato e l’organizzazione dell’attività; una parte quantitativa-monetaria che sviluppa le previsioni economico- finanziarie dell’impresa. 6

7 L’analisi di mercato L’analisi di mercato è una parte fondamentale del business plan e mira a qualificare e quantificare: a chi vendere come vendere quale mercato quanto vendere quanto produrre quale struttura aziendale come produrre 7

8 L’analisi di mercato Può essere importante una premessa di carattere generale che verifica l’ambiente macroeconomico nel quale si muoverà la nuova impresa e che riguarda ciò che non può controllare direttamente: La situazione economica generale con analisi dei trend di sviluppo Il clima politico, sociale, culturale nel quale si muove l’azienda La pubblica amministrazione dell’area di insediamento .. 8

9 Il mercato Condurre un’analisi del mercato potenziale significa:
Avere un orientamento al mercato Individuare il tipo di clientela L’analisi del mercato parte da un’analisi del settore che individui: I concorrenti: quanti sono e chi è leader I fornitori: dove si comprano i fattori produttivi I clienti: chi sono, quali segmenti, dove si collocano? 9

10 Analisi di settore: lo schema di Porter
10

11 Dove trovare le informazioni
Indagine a tavolino: Libri, riviste specializzate, associazioni di categoria, associazione di consumatori, CdC, Istat, Internet Indagine di campo: Contatti con operatori del settore e esperti, potenziali clienti e fornitori Altro …

12 Il BP risponde all’esigenza di:
Valutare la situazione attuale e prospettica del settore Comprendere se il settore attraversa una fase di sviluppo, stabilità o declino

13 Cosa deve dire sull’offerta:
Dimensione del mercato in quantità vendute e valore Dimensione della domanda potenziale Trend del mercato negli anni passati e previsione per i prossimi Modalità e luoghi di vendita Vendite locali (regionali, provinciali, comunali) Pubblicizzazione e immagine dei prodotti o servizi presenti

14 L’indagine sui potenziali clienti
Chi consuma (who) Cosa consuma (what) Come consuma (how) Dove consuma (where) Quanto consuma (when) Perché (why) Al fine di procedere alla segmentazione del mercato

15 La concorrenza Analisi della concorrenza operante e della concorrenza potenziale: tipologia dei principali concorrenti Punti di forza e di debolezza della concorrenza Ostacoli e vincoli derivanti dalla concorrenza Eventuali prodotti o servizi sostitutivi 15

16 Il proprio potenziale mercato
Identificazione delle principali tipologie di clienti: acquirenti (finali e intermedi) e gli utilizzatori Descrizione delle esigenze che non sono soddisfatte o lo sono parzialmente dal mercato attuale Estensione geografica del mercato che si intende servire Stima quantitativa del mercato: numero dei clienti potenziali, valore della spesa Prospettive di medio e lungo periodo 16

17 Gli acquisti e i fornitori
A partire dalla scheda tecnica del prodotto o servizio che si intende offrire si definiscono: i fattori della produzione necessari alla realizzazione del prodotto o servizio i fornitori necessari, la loro localizzazione, i termini di consegna 17

18 Come vendere Significa individuare gli strumenti possibili per farsi conoscere e identificare i giusti canali di promozione Definisce: Le politiche distributive Le politiche promozionali e comunicative La politica di prezzo 18

19 IL PIANO DI MARKETING Ovvero, individuare : GLI OBIETTIVI LE STRATEGIE
LE RISORSE

20 La struttura aziendale
L’analisi di mercato permette di individuare la quota potenziale di vendita (Q) da cui si può derivare una prima ipotesi di quantità (q) da produrre. Sulla base di questo valore si possono delineare i dati che definiscono la struttura dell’azienda. Cioè le risorse tecniche materiali e immateriali e le risorse umane necessarie e i loro costi 20

21 Piano delle vendite Piano della produzione Piano organizzativo
Piano del personale Piano delle immobilizzazioni materiali e immateriali ammortamenti Piano degli acquisti fattori a fecondità semplice e delle spese generali Piano del Fabbisogno Finanziario e Copertura Preventivo Economico Preventivo Situazione Patrimoniale 21

22 Opportunità finanziaria di un investimento
È la dimensione finanziaria della decisione si intende l'influenza che quella stessa operazione esercita sui flussi in entrata e in uscita. Ci si può trovare di fronte ad un investimento che dà buoni margini economici che però è incompatibile con la situazione di liquidità, perché per esempio produce entrate talmente lontane nel tempo che pongono difficoltà negli esercizi successivi. 22

23 Dimensione finanziaria ed economica di un investimento
Esiste compatibilità fra i due: Per analizzare l'aspetto finanziario della convenienza, con la stessa tecnica dei consuntivi, si tratta di costruire dei preventivi finanziari su quello che è la futura dinamica di impresa per i prossimi esercizi, e vedere come inserire una eventuale operazione in termini di risorse che richiede e che produce, in termini di sia circolante e che di cassa. 23

24 Valore finanziario nel tempo di un investimento
Per valore finanziario del tempo si intende che il capitale produce interessi, cioè non è la stessa cosa avere a disposizione una somma in un momento, piuttosto che in un altro, perché al decorrere del tempo è associato un valore. Quindi bisogna tener conto della diversa dislocazione dei flussi e del diverso momento in cui si presentano 24

25 2) rendimento del capitale
Valore finanziario nel tempo di un investimento in condizione di capital rationing attualizzare i flussi e confrontare la spesa iniziale non con i flussi di cassa, ma con il loro valore attuale, cioè con il loro equivalente all'anno 0. In questo modo si tiene conto del valore finanziario del tempo, quando si utilizza un tasso nel processo di attualizzazione: 1) costo del capitale 2) rendimento del capitale 25

26 Di norma il tasso di attualizzazione utilizzato è il WACC (Weighted Average Cost of Capital): calcola il costo medio ponderato del mix di capitale di debito e capitale di rischio WACC = dove D = ammontare dei debiti onerosi C = ammontare dei mezzi propri id = tasso di interesse dei debiti onerosi ic= costo dei mezzi propri determinato quale costo opportunità 26

27 Criteri per la valutazione degli investimenti
I° CRITERIO DI ANALISI: PERIODO DI PAREGGIO FINANZIARIO O PAYBACK PERIOD Molto semplice. In sostanza si cerca di capire in quanto tempo l'investimento produce risorse pari a quanto si è speso; quindi in quanto tempo l'investimento "ripaga" se stesso. Può essere calcolato sia: dividendo l'investimento per il flusso medio annuo; calcolando anno per anno l'investimento residuo e valutando il suo arrivo al valore 0. 27

28 Criteri per la valutazione degli investimenti
2° CRITERIO - L’ANALISI DELLA REDDITIVITÀ ATTUALIZZATA Si basa sul valore del denaro, indicato dal mercato sotto forma di tasso d’interesse. Tale valore si abbassa tanto più la sua disponibilità di allontana nel tempo (un euro oggi vale più di un euro domani) Il criterio della redditività consente una più agile comparazione tra progetti alternativi in quanto i redditi che ne derivano vengono ridotti allo stesso momento temporale attraverso un processo che viene definito “attualizzazione” 28

29 Metodo del tasso di rendimento interno (TIR)
E’ un metodo che serve per individuare quel tasso di attualizzazione che eguaglia introiti ed esborsi finanziari nel periodo di tempo considerato La convenienza dell’investimento dipende dalla differenza tra IRR (tasso atteso di rendimento generato dall’investimento considerato) e tasso da corrispondere per il reperimento dei fondi di finanziamento, ad esempio il tasso da corrispondere alla banca a cui chiediamo il finanziamento 29

30 Metodo del VALORE ATTUALE NETTO (VAN) o DCF (discounted cash flow)
Il Valore Attuale Netto (VAN) esprime il valore attuale di una serie di flussi di cassa che saranno generati in futuro Tra investimenti alternativi verrà considerato più conveniente quello che, oggi, vale maggiormente, ovvero ha un VAN maggiore. Il VAN calcola il valore attuale di una serie di flussi di cassa generati in periodi futuri (che si presumono della stessa ampiezza, quali ad esempio, semestri o anni) attraverso l’utilizzo di un tasso di attualizzazione) 30

31 Metodo del VALORE ATTUALE NETTO (VAN) o DCF (discounted cash flow)
FC = flussi di cassa annuali r = tasso di rendimento o costo medio ponderato del capitale I = Investimento iniziale VAN = 31

32 Metodo del VALORE ATTUALE NETTO (VAN) o DCF (discounted cash flow)
32

33 Rapporto tra il TIR ed il VAN
Il TIR indica il massimo costo del capitale che l’azienda può sopportare. Il TIR, come il VAN: Utilizza flussi di cassa e non valori di reddito; Considera il costo del capitale; Considera l’effetto del tempo: nel calcolo viene considerato tutto l’orizzonte temporale dell’investimento. Come calcolare operativamente il TIR? • Processo iterativo poiché è un polinomio di grado superiore a due (nel caso di progetti con durata superiore ai due anni) Se TIR = r ⇒VAN = 0 Se TIR > r ⇒VAN > 0 Se TIR < r ⇒VAN < 0 •In excel con la funzione: TIR.COST 33

34 Rapporto tra il TIR ed il VAN – Esempio:
Supponiamo di voler calcolare, utilizzando un tasso del 9%, il valore attuale netto di un investimento finanziario (ad esempio, l’acquisto di un impianto di cogenerazione) che prevede un esborso iniziale di € ed entrate (calcolate, ad esempio, sottraendo ai ricavi di vendita i costi annui di gestione) per 4.000€ alla fine del primo anno, per 7.000€ alla fine del secondo anno, per 6.000€alla fine del terzo anno e per 5.000€ alla fine del quarto anno; supponiamo inoltre che alla fine del quarto anno l’impianto viene dimesso recuperando 2.000€ (valore di realizzo). VAN = , , , ,98 = - 846,44 34

35 Rapporto tra il TIR ed il VAN – Esempio:
E’ evidente che in questo secondo caso non vi è alcuna convenienza ad effettuare l’investimento, mentre nel caso il tasso di attualizzazione fosse stato pari al 4% si sarebbe ottenuto un risultato di VAN pari a: VAN = , , , ,63 = 1.635,65 il VAN si azzera al punto indicato al kt che rappresenta il costo del capitale o Tasso Interno di Rendimento (TIR). Oltre tale limite gli investimenti produrranno si fatturato, ma non certo valore 35

36 Verifica della bancabilità
Destinazione del flusso di cassa + Flusso di cassa operativo disponibile per il determinazione servizio del debito al netto di imposte e tasse indici di - pagamenti interessi passivi bancabilità determinazione indici - rimborso quote capitale del debito istantanei di bancabilità = Flusso di cassa per accant.to riserve per il debito dinamici +/- accantonamento /prelievo a /da riserva per il pagamento del debito = Flusso di cassa disponibile per gli azionisti determinazione - Pagamento interessi debito subordinato redditività - rimborso capitale debito subordinato degli azionisti - dividendi = Flusso di cassa operativo destinato alla Tesoreria 36

37 Bancabilità : indici di copertura
Gli indici di copertura (cover ratios) consentono di verificare se, oltre alla convenienza economica, l’andamento dei flussi di cassa è coerente con la tempistica di restituzione del debito. Debt Service Cover Ratio (DSCR): è dato dal rapporto fra il flusso di cassa operativo e la quota di capitale + interessi da rimborsare in ciascun anno DSCR = Perchè un progetto possa essere interessante, il DSCR deve essere superiore ad 1 perchè deve sia tener conto della volatilità dei flussi futuri che lasciare disponibilità di flussi da destinare ai dividendi. Di norma si considera accettabile un progetto con un DSCR di 1,5 E’ un indice istantaneo perché verifica la capacità del progetto di rimborsare la rata del debito relativa all’anno corrente. Average Debt Service Cover Ratio (ADSCR): è la media dei DSCR di ogni anno. 37

38 Servizio del debito nel periodo di durata del prestito
Indici di copertura/2 Loan Life Cover Ratio ( LLCR): è dato dal rapporto fra (1) la somma, attualizzata al tasso di interesse del debito, dei flussi operativi tra l’istante di valutazione e l’ultimo anno per il quale è previsto il rimborso del debito incrementata dalla riserva di cassa e (2) il debito residuo allo stesso istante di valutazione E’ calcolato sulla durata residua del debito ed è un indice dinamico perché tiene conto dell’andamento dei flussi di cassa a servizio del debito fino al rimborso totale. LLCR = Dove: t = istante di valutazione s+n = ultimo anno di rimborso del debito i = tasso praticato sul debito CFt = flusso di cassa al momento t DR = riserva di cassa per il servizio del debito (Debt reserve) O = debito residuo (Outstanding) al momento della valutazione VAN(FCF) Servizio del debito nel periodo di durata del prestito  (1,4-2,0) 38

39 Indici di copertura / 3 PCR = =
Project Cover Ratio (PCR): è dato dal rapporto fra (1) la somma, attualizzata al tasso di interesse del debito, dei flussi operativi tra l’istante di valutazione e l’ultimo anno di concessione incrementata dalla riserva di cassa e (2) il debito residuo allo stesso istante di valutazione E’ calcolato sulla durata della concessione ed è un indice dinamico perché tiene conto dell’andamento dei flussi di cassa a servizio del debito fino al termine della concessione. VAN (FCF) PCR = = Dove: Servizio del debito nel periodo di t = istante di valutazione durata del progetto (concessione) s = durata della concessione i = tasso praticato sul debito CFt = flusso di cassa al momento t DR = riserva di cassa per il servizio del debito( Debt reserve) O = debito residuo (Outstanding) al momento della valutazione  (1,4-2,0) 39


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