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L’uso mediatico dei dati e il data journalism

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Presentazione sul tema: "L’uso mediatico dei dati e il data journalism"— Transcript della presentazione:

1 L’uso mediatico dei dati e il data journalism
Donato Speroni - Ifg Urbino Corso

2 Le nuove tendenze del giornalismo
Il diluvio dei dati in futuro aumenterà in modo esponenziale: I Big Data fotografano i nostri comportamenti come mai prima d’ora e forniscono una quantità di informazioni tali da sconvolgere anche i criteri con i quali si fanno le statistiche. La disponibilità di dati trattati automaticamente dai computer attraverso algoritmi sconvolgono i comportamenti finanziari con comportamenti automatici che richiedono nuove interpretazioni. Cresce la richiesta di trasparenza, alimentata dal movimento degli open data che chiede l’accesso gratuito e la possibilità di ritrasformare in modo fruibile e confrontabile tutte le informazioni sul settore pubblico. Nasce il data journalism, che può avere molti significati diversi. I libri dei giornalisti economici Infografiche sempre più ricche, spesso interattive. Uso di grafici in movimento. Il software di gapminder. Impiego di banche dati di facile consultazione, come la banca dati I.Stat dell’Istat Donato Speroni - Ifg Urbino Corso

3 Qualche esempio anglosassone sull’uso interattivo dei dati
Alla paginahttp:// del Nyt verifichi come ti collochi negli Usa (e nelle diverse aree) col tuo reddito. La pagina di Propublica consente di verificare se il tuo dottore ha preso soldi dalle società farmaceutiche. Homicide Watch (Mark every death. Remember every victim. Follow every case) è una serie di siti che segnalano tutti i casi di omicidio in un determinato territorio e ne seguono gli sviluppi giudiziari. Il data journalism si sviluppa attraverso forme nuove, che possono essere diverse dalle testate on line. Ma le linee di business sono ancora incerte. Il miglior manuale di data journalism secondo me è quello del Guardian che si può scaricare on line: Donato Speroni - Ifg Urbino Corso

4 Distinguiamo tra Data journalism e Open data
Come abbiamo visto, il Data Journalism è un giornalismo che fa ampio uso dei dati disponibili. Il DJ garantisce una maggiore aderenza ai fatti: come afferma il manuale del Guardian “Facts are sacred”: data journalism is 80% perspiration 10% great idea, 10% output Parliamo invece di open data quando i dati sono non solo liberamente accessibili, ma anche possono essere rielaborati da soggetti terzi per una migliore analisi e comprensione. Non sempre I proprietari dei dati consentono questa rielaborazione. Pertanto il Data journalism è una forma di giornalismo, il movimento open data ha ormai un (sacrosanto) carattere politico. Donato Speroni - Ifg Urbino Corso

5 Donato Speroni - Iulm 3 marzo 2014
Anche la grafica può distorcere i dati: i cinque elementi di un grafico corretto per un giornale Titolo giornalistico Sottotitolo metodologico Grafico (grafico a barra, istogramma, linea, torta o altro): essere consapevoli degli effetti di distorsione! Legenda: gli elementi per interpretare il grafico Fonte (o: elaborazione su fonte…) Talvolta è anche necessaria una dida di spiegazione Donato Speroni - Iulm 3 marzo 2014

6 Donato Speroni - Iulm 3 marzo 2014
La rappresentazione grafica, fortemente fuorviante, della tesi Eurispes Donato Speroni - Iulm 3 marzo 2014

7 L’economia sommersa è già nel Pil!
L’Istat, come gli altri Paesi che adottano sistemi comparabili di contabilità nazionale, elabora correntemente le stime del Pil e dell’occupazione attribuibili alla parte di economia non osservata costituita dal sommerso economico. E dagli anni ‘80 queste stime sono incluse nel calcolo del Pil. L’Istat stima il sommerso tra l’11 e il 12% del Pil. Per portare sotto il 100% il rapporto debito/Pil, dovremmo gonfiare il nero fino al 36% del Pil. Ma poiché il nero si verifica solo nella produzione privata, il sommerso sarebbe oltre il 50% della nostra economia produttiva! Per ogni euro pagato ufficialmente dovremmo pagarne un altro in nero! Giovannini al Corriere: “Attenti alle statistiche spettacolo”. Donato Speroni - Iulm 3 marzo 2014

8 Le nuove tendenze del giornalismo
Il diluvio dei dati in futuro aumenterà in modo esponenziale: I Big Data fotografano i nostri comportamenti come mai prima d’ora e forniscono una quantità di informazioni tali da sconvolgere anche i criteri con i quali si fanno le statistiche. La disponibilità di dati trattati automaticamente dai computer attraverso algoritmi sconvolgono i comportamenti finanziari con comportamenti automatici che richiedono nuove interpretazioni. Cresce la richiesta di trasparenza, alimentata dal movimento degli open data che chiede l’accesso gratuito e la possibilità di ritrasformare in modo fruibile e confrontabile tutte le informazioni sul settore pubblico. Nasce il data journalism, che può avere molti significati diversi. I libri dei giornalisti economici Infografiche sempre più ricche Uso di grafici in movimento. Il software di gapminder. Impiego di banche dati di facile consultazione, come la banca dati I.Stat dell’Istat Donato Speroni - Iulm 3 marzo 2014

9 Donato Speroni - Ifg Urbino Corso 2016-17
In conclusione I media usano sempre più dati. Il trend internazionale ci fa pensare che sui siti dei giornali avremo sempre più esempi di data journalism, anche interattivi. Il movimento open data spingerà le amministrazioni pubbliche a rendere disponibili più e meglio le informazioni in loro possesso. I media impareranno a usare meglio questa ricchezza. C’è però il rischio che… la moneta cattiva scacci quella buona o quanto meno non si distingua da essa. E’ necessario aprire un dibattito sulla qualità dei dati diffusi e creare un punto di monitoraggio anche sui dati diffusi dai privati. Donato Speroni - Ifg Urbino Corso


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