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Il padre della filosofia moderna

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Presentazione sul tema: "Il padre della filosofia moderna"— Transcript della presentazione:

1 Il padre della filosofia moderna
CARTESIO Il padre della filosofia moderna

2 IL DUALISMO CARTESIANO
BIOGRAFIA IL METODO IL COGITO ERGO SUM IL DUALISMO CARTESIANO LA SCIENZA CARTESIANA

3 BIOGRAFIA Nasce a La Haye, Turenna nel Fu educato dai gesuiti nel collegio di La Flèche. Studia diritto presso l'università di Poitiers; ma conclusi i suoi studi, incomincerà a viaggiare per conoscere “il grande libro del mondo”. Nel 1618 si arruolò nell’ esercito; 1619 partecipa alla Guerra dei 30anni; i tre sogni rivelatori. Tra il 1623 e il 1625 viaggiò in Italia. Dal 1625 al 1628 visse in Francia; si collocano in questo periodo i suoi studi scientifici. Si trasferì in Olanda, restandoci quasi 20anni; pubblicazione “Discorso sul Metodo”- “Meditazioni metafisiche sulla filosofia prima”- “I principi di filosofia”. Nel 1649 Cartesio fu invitato alla corte di Stoccolma per dare lezioni di filosofia alla regina Cristina di Svezia. Pubblicazione della sua ultima opera “Le passioni dell’anima”. Ammalatosi di polmonite, morì l'anno seguente. La sua salma fu qualche anno più tardi trasportata a Parigi.

4 IL METODO Per Cartesio occorre trovare un nuovo fondamento assoluto a tutto il sapere in grado di ridare certezza della conoscenza. Questo fondamento è trovato in un metodo di riflessione logica, una guida per l’orientamento dell’uomo nel mondo. Esso deve condurre ad una filosofia, per la quale l’uomo possa rendersi padrone e possessore della natura. Doveva a questo punto formulare le regole del metodo tenendo presente il procedimento matematico: 1)regola dell’evidenza: accettare le idee chiare e distinte, vale a dire solo ciò che la mente intuisce in modo immediato e semplice, senza confusione o precipitazione. 2) regola dell’analisi: dividere ogni problema nelle sue parti elementari. 3) regola della sintesi: necessità di disporre i pensieri in un ordine che procede da un minore a una maggiore grado di complessità. 4) regola dell’enumerazione: fare enumerazioni complete e revisioni generali. Queste semplici regole servono quindi PER DARE ORDINE ALLA MENTE, PER DISTINGUERE IL VERO DAL FALSO, NELLA RICERCA DELLA VERITA’. NO PREGIUDIZI!

5 Meditazioni Metafisiche
Dubbio metodico Occorre costruire le fondamenta di questo metodo su una certezza iniziale, indubitabile. Trovare questa certezza è possibile solo con una critica radicale del sapere già dato. In tal modo il dubbio si estende ad ogni cosa e diventa universale, è un dubbio metodico, ovvero dubitare di tutte le cose che non appaiono chiare di per se e coerenti. Portato all’estremo diventa un dubbio iperbolico, ovvero si dubita di tutto:dei sensi, della ragione, dell’esistenza della materia e perfino delle stesse verità matematiche. <<Dubium sapientiae initium>> (Il dubbio è l ‘ origine della sapienza) Meditazioni Metafisiche

6 IL DUBBIO IPERBOLICO, UNIVERSALE
IL DUBBIO METODICO SOSPENSIONE. Riguarda sostanzialmente tutta la realtà, a partire da quella sensibile Con l‘ipotesi del genio maligno si estende a tutto, anche alle chiare e distinte conoscenze matematiche L’ unica verità che si sottrae al dubbio è il cogito ergo sum. IL DUBBIO IPERBOLICO, UNIVERSALE

7 IL COGITO ERGO SUM 1. il COGITO è esperienza del pensiero in ATTO: il cogito non s’identifica con un pensiero astratto ma indica proprio l’ATTUALITA’ DEL PENSARE. “I’M THINKING” CI0’ CHE MI DA LA CERTEZZA DEL PENSARE E’ IL FATTO CHE IO “STO PENSANDO”, CIOE’ SONO OCCUPATO A PENSARE, MAGARI A DUBITARE! IL COGITO CARTESIANO DUNQUE NON E’ UN SILLOGISMO MA E’ IL FRUTTO DI UNA INTUIZIONE DELLA MENTE IMMEDIATA CHIARA E DISTINTA. PARTENDO DALL’ESPERIENZA DEL DUBBIO, COLUI CHE DUBITA DI TUTTO, DUBITA GRAZIE AL PENSIERO E CIO’ LO PORTA AD UNA SEMPLICE MA IMPRESSIONANTE CERTEZZA, APPUNTO QUELLA DEL PROPRIO ESISTERE. 2. LA NATURA DELL’ “ERGO SUM” NON RIGUARDA L’ESISTENZA DEL MIO CORPO O DEGLI ALTRI CORPI, MA ATTIENE UNICAMENTE AL MIO PENSIERO E A TUTTE LE SUE DETERMINAZIONI (dubitare, negare, affermare, immaginare…)

8 Le idee ed il loro rapporto con Dio
  Certo del suo cogito [verità chiara e distinta], Cartesio si chiede se oltre all’idea del cogito vene siano altre ASSOLUTAMENTE VERE: idee innate, ossia che trovo già in me perciò chiare e distinte. idee avventizie, ossia provenienti da cose esistenti all’infuori di me; idee fattizie, ossia finzioni prodotte da noi stessi, come l’idea del cavallo alato. Il rapporto tra le idee e la realtà è, però, dubbio: non ne garantisce la validità. Per questo Cartesio necessita di un punto fermo dal quale partire, che dia validità alle idee: individua in questo punto Dio, infinitamente buono quindi incapace di ingannarci.]

9 Le prove dell’esistenza di Dio
E’ necessario quindi dimostrare l’esistenza di Dio, garante della validità delle idee. Per dimostrarne l’esistenza, Cartesio propone alcune prove: La prima dimostrazione dell’esistenza di dio: Non posso essere io la causa dell’idea di Dio, ossia dell’idea di una sostanza infinita, in quanto sostanza finita; La seconda prova e il concetto di causa efficiente: Se il soggetto stesso fosse l’autore del suo essere sarebbe Dio perché non dubiterebbe, non avrebbe desideri e avrebbe ogni grado di perfezione. Ma dal momento che questo non è verificabile, allora Dio esiste; La terza prova: Dio come essere perfettissimo: nel mio pensiero vi è l’idea di un essere perfetto, il quale, per essere veramente tale deve esistere eternamente e necessariamente.

10 Dio esiste e non mi inganna
IL PROCEDIMENTO DI CARTESIO Dall’ io(=dalla mia evidenza)a Dio Da Dio al mondo(=alle altre evidenze) GRAZIE AL METODO DIMOSTRO Dio esiste e non mi inganna La ragione è vera; è da Dio che abbiamo ricevuto la facoltà di giudicare cioè di distinguere il vero dal falso. Se sbaglio è a causa della mia volontà. Per non commettere errori dobbiamo limitare il nostro giudizio alle regole del METODO E in primis a quella dell’evidenza.

11 res cogitans e res extensa
IL DUALISMO CARTESIANO Le qualità sensibili sono mutevoli e si può quindi dubitare della loro reale appartenenza all’essenza dei corpi. Se, però, la natura del mio io è di essere una cosa pensante, quella del corpo è di essere una cosa estesa. L’uomo quindi è un corpo che reagisce all’esterno, come anche un’anima capace di una sua volontà. Quindi l’uomo è composto da entrambe: la res extensa ( il corpo) e la res cogitans ( l’anima).

12 RES COGITANS RES EXTENSA INESTESA CONSAPEVOLE LIBERA SPAZIALE
INCONSAPEVOLE DETERMINATA

13 Il corpo, l’anima e le passioni
Se materia e pensiero sono due sostanze distinte, qual’ è , allora, la relazione tra anima e corpo, tra pensiero e realtà? La corrispondenza tra oggetti materiali ed idee non è giustificabile in quanto le percezioni sono illusioni astratte ed immateriali. L’unica soluzione ipotizzabile per risolvere questa netta separazione è confidare nel fatto che Dio abbia assicurato una corrispondenza tra oggetti materiali ed idee. Cartesio immagina che tutti i fili della rete nervosa siano attraversati da spiriti animali che riproducono l’aspetto dei corpi esterni e fanno nascere in noi gli istinti. Questi istinti entrano a contatto nella ghiandola pineale con la res cogitans, la nostra mente e quindi la nostra volontà.

14 L’uomo, sostiene, può comandare i propri istinti solo con l’abitudine.
Perciò l’uomo agisce per istinto, a causa degli spiriti animali, ma anche per volontà, a causa dell’anima razionale. L’uomo, sostiene, può comandare i propri istinti solo con l’abitudine. Cartesio da questa considerazione elabora la propria morale: creare tendenze a reagire agli stimoli guidati dalla ragione. Quando la ragione non riesce a prevalere sugli istinti le passioni agiscono in modo meccanico determinando automaticamente le reazione dell’individuo.

15 La fisica e la teoria della materia
LA SCIENZA CARTESIANA La fisica e la teoria della materia Cartesio per l’elaborazione della sua fisica parte dal presupposto dell’identificazione della materia nell’ estensione, dal quale derivano diverse conseguenze: Lo spazio non è considerato distinto dai corpi che lo occupano, con la conseguente impossibilità dell’ esistenza del vuoto; L’ impossibilità dell’infinità dello spazio. Cartesio sostiene che la materia si estende indefinitamente in tutte le direzioni; L’affermazione della relatività del moto. Nega, inoltre, che vi sia un limite alla divisione della materia considerando che lo spazio, per definizione geometrica, è divisibile all’infinito.

16 Da questa considerazione definisce il principio d’inerzia:
ogni parte di materia tende a mantenere il proprio moto rettilineo se non intervengono altri corpi a farlo mutare. Inoltre la trasmissione di movimento attraverso l’urto: un corpo urtandone un altro perde tanto movimento quanto ne comunica all’altro. Al momento della creazione Dio ha stabilito leggi in virtù delle quali si è formata e continua a sussistere l’intera struttura dell’universo che non richiede alcun intervento per essere conservata. Dio è la prima causa del moto e dalla Sua immutabilità dipende la conservazione della stessa quantità di moto nell’universo. Ne deriva una visione meccanicista, seconda la quale ogni accadere è determinato da cause efficienti, e non più provvidenziale.

17 La cosmologia Nella visione cosmologica cartesiana tutto quello che esiste si è andato formando a partire da una materia omogenea primordiale, nella quale Dio ha impresso una quantità di movimento destinata a conservarsi inalterata nel tempo. Subito dopo la creazione materia e movimento hanno prodotto una serie di vortici, che col tempo hanno formato le stelle, i pianeti, la terra e tutto quello che su di essa esiste, compresa la vita. L'universo appare come una gigantesca macchina, regolata in ogni dettaglio dalle leggi della meccanica. Quello stesso universo, che gli antichi avevano spesso definito come un grande animale dotato di un'anima, si era ora trasformato in un grande orologio, creato e governato, tramite la natura e le sue leggi.

18 La fisica cartesiana, sulla base della rigorosa separazione tra sostanza pensante e sostanza estesa, poté attuare finalmente la radicale eliminazione dei residui finalistici, antropomorfici, animistici, magici e astrologici che ancora infestavano la fisica agli inizi del Seicento.

19 La matematica cartesiana
La matematica ha per Cartesio una posizione centrale nella scienza. Egli esprime la propria insoddisfazione nei confronti dell’algebra, come anche nei confronti della geometria sue contemporanee. Si prefigge dunque una riforma di entrambe: cerca di realizzare un’algebra simbolica che sia possibile applicare allo studio della geometria. Riforma che si concretizza nella creazione della geometria analitica. Uno dei principali risultati a cui perviene Cartesio è l’introduzione di un nuovo sistema di notazione. Afferma che ogni problema geometrico può essere ricondotto a problemi algebrici. Classifica le curve e le relative equazioni. Approfondisce la teoria delle equazioni algebriche e introduce alcune importanti innovazioni.

20 Sistema di riferimento cartesiano
Inoltre Cartesio ebbe l'idea di un sistema di riferimento con il quale riuscì a unire il mondo dei numeri con quello delle figure geometriche. E proprio il sistema di riferimento cartesiano è il più famoso esempio di prodotto cartesiano. Tutti i punti del piano sono individuati, quindi è ben fissata la loro posizione, da una coppia ordinata di numeri (x ∈A e y ∈ B)

21 Il prodotto cartesiano
Dati due insiemi A e B, considerati nell’ordine, chiamato il prodotto di AxB o prodotto cartesiano di AxB l’insieme delle possibili coppie ordinate (a:b) aventi per prima componente un elemento di A e per seconda un elemento di B. In simboli: AxB={|(x;y)| x€A e y€B}

22 « Svegli o addormentati, non dobbiamo mai lasciarci persuadere se non dall’evidenza della nostra ragione ». CARTESIO


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