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Verità «Proviamo a definire “filosofia” quella forma di pensiero che si interroga non tanto su quel che è vero e quel che è falso, bensì su ciò che fa.

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1 Verità «Proviamo a definire “filosofia” quella forma di pensiero che si interroga non tanto su quel che è vero e quel che è falso, bensì su ciò che fa sì che vi sia e vi possa essere del vero e del falso, e che si possa, oppure no, far prevalere il vero rispetto al falso. Proviamo, insomma, a definire filosofia la forma di pensiero che si interroga su ciò che permette al soggetto di avere accesso alla verità, la forma di pensiero che cerca di determinare le condizioni e i limiti entro cui può avvenire l'accesso del soggetto alla verità». (Michel Foucault)

2 Soggetto «Occorre fare una distinzione. In primo luogo, effettivamente penso che non ci sia un soggetto sovrano, fondatore, una forma universale di soggetto che si possa ritrovare ovunque. Sono molto scettico e del tutto ostile verso questa concezione del soggetto. Credo al contrario che il soggetto si costituisca attraverso delle pratiche di assoggettamento o, in modo più autonomo, attraverso delle pratiche di liberazione, di libertà, come nell'Antichità, a partire, ben inteso, da un certo numero di regole, stili, convenzioni che si possono ritrovare nel milieu culturale». (Michel Foucault)

3 Verità e Soggettività «Con “pensiero” intendo ciò che instaura, in varie forme possibili, il gioco del vero e del falso e che, conseguentemente, costituisce l’essere umano come soggetto di conoscenza; ciò che fonda l’accettazione o il rifiuto della regola e costituisce l’essere umano come soggetto sociale e giuridico; ciò che instaura il rapporto con se stessi e con gli altri e costituisce l’essere umano come soggetto etico ». (Michel Foucault)

4 L’uccello notturno Minerva

5 Del resto, a dire anche una parola sulla dottrina di come dev'essere il mondo, la filosofia arriva sempre troppo tardi. Come pensiero del mondo, essa appare per la prima volta nel tempo, dopo che la realtà ha compiuto il suo processo di formazione ed è bell'e fatta. Questo, che il concetto insegna, la storia mostra, appunto, necessario: che, cioè, prima l'ideale appare di contro al reale, nella maturità della realtà, e poi esso costruisce questo mondo medesimo, còlto nella sostanza di esso, in forma di regno intellettuale. Quando la filosofia dipinge a chiaroscuro, allora un aspetto della vita è invecchiato, e, dal chiaroscuro, esso non si lascia ringiovanire, ma soltanto riconoscere: la nottola di Minerva inizia il suo volo sul far del crepuscolo. Hegel, Lineamenti di filosofia del diritto

6 L’impulso e la spina

7 Ogni comando è costituito da un impulso e da una spina
Ogni comando è costituito da un impulso e da una spina. L’impulso costringe chi riceve il comando a eseguirlo, e precisamente nella misura in cui è conforme al contenuto del comando stesso. La spina permane in chi esegue il comando. Quando i comandi funzionano normalmente, come ci si aspetta da essi, la spina resta invisibile. Segreta e insospettata, essa si manifesta — appena avvertita — nella lieve resistenza che precede l’obbedienza al comando. La spina però penetra profondamente nell’intimo dell’uomo che ha eseguito un comando e vi dura inalterabile… Possono trascorrere anni e decenni prima che quella parte sommersa, immagazzinata, del comando torni alla luce. Ma è importante sapere che nessun comando va mai perduto: nessun comando trova fine nella sua esecuzione, bensì è immagazzinato per sempre». Elias Canetti ( ), Masse e potere

8 Friedrich Nietzsche Le parole e le cose

9 Le parole e le cose Questo mi è costato la più grande fatica e ancora continua a costarmi la più grande fatica: vedere che è indicibilmente più importante come le cose si chiamino che non che cosa siano. La reputazione, il nome e l’apparenza, la considerazione, l’usuale misura e peso di una cosa — in origine quasi sempre un pregiudizio e un arbitrio, gettati addosso alle cose come un abito e del tutto estranei all’essenza e finanche alla pelle della cosa — sono, a forza di crederci, e di crederci sempre più di generazione in generazione, per così dire concresciuti gradualmente con e dentro la cosa e ne sono diventati il corpo stesso. Fin dall’inizio, l’apparenza si è trasformata alla fine quasi sempre in sostanza e funziona come sostanza… non dimentichiamo neanche questo: basta creare nuovi nomi e giudizi di valore e verosimiglianza per creare col tempo ‘cose’ nuove F. Nietzsche, La Gaia Scienza

10 Le parole e le cose Questo mi è costato la più grande fatica e ancora continua a costarmi la più grande fatica: vedere che è indicibilmente più importante come le cose si chiamino che non che cosa siano. La reputazione, il nome e l’apparenza, la considerazione, l’usuale misura e peso di una cosa — in origine quasi sempre un pregiudizio e un arbitrio, gettati addosso alle cose come un abito e del tutto estranei all’essenza e finanche alla pelle della cosa — sono, a forza di crederci, e di crederci sempre più di generazione in generazione, per così dire concresciuti gradualmente con e dentro la cosa e ne sono diventati il corpo stesso. Fin dall’inizio, l’apparenza si è trasformata alla fine quasi sempre in sostanza e funziona come sostanza… non dimentichiamo neanche questo: basta creare nuovi nomi e giudizi di valore e verosimiglianza per creare col tempo ‘cose’ nuove F. Nietzsche, La Gaia Scienza

11 Samuel Bak, Elegy III (1997) Pucker Gallery - Boston

12 "My paintings convey a sense of a world that was shattered, of a world that was broken, of a world that exists again through an enormous effort to put everything together, when it is absolutely impossible to put it together because the broken things can never be made whole again. But we still can make something that looks as if it was whole and live with it. And more or less, this is the subject of my painting, whether I paint still lives, or people, or landscapes, there is always something of that moment of destruction there. Even if I do it with very happy and gay colors, it has always gone through some catastrophe." (Samuel Bak)


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