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Argomenti principali della lezione

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Presentazione sul tema: "Argomenti principali della lezione"— Transcript della presentazione:

1 Argomenti principali della lezione
1. Effetti comportamentali e paradigmi utilizzati per generarli 1a. Legami paradigmi/effetti e loro utilizzo strumentale 1b. Esempi 2. Presentazione seriale rapida visiva e effetto attentional blink (AB) 2a. Descrizione del paradigma sperimentale 2b. Descrizione dell’effetto AB 2c. Proposte teoriche esplicative 2d. Applicazioni strumentali dell’effetto AB 3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP) 3a. Descrizione del paradigma sperimentale 3b. Descrizione dell’effetto PRP 3c. Proposte teoriche esplicative 3d. Applicazioni strumentali dell’effetto PRP

2 1. Effetti comportamentali e paradigmi utilizzati per generarli
1a. Legami paradigmi/effetti e loro utilizzo strumentale La storia degli studi sui processi cognitivi è segnata da brillanti intuizioni circa nuovi paradigmi d’indagine in grado di mettere in luce effetti comportamentali mai osservati in precedenza. Non è inusuale che il legame tra paradigma di nuova introduzione ed effetto comportamentale osservato sia di sinonimia. Una breve (e non esaustiva) lista di alcuni degli esempi a riguardo è la seguente: Paradigma di priming –> Effetto di priming Paradigma Stroop –> Effetto Stroop Paradigma di flanking –> Effetto flanker Paradigma AB (o RSVP; rapid serial visual presentation) –> Effetto AB Paradigma PRP (psychological refractory period) –> Effetto PRP La trattazione che segue cercherà di mettere in luce come, data la scoperta di un paradigma/effetto, non sia raro che la produzione scientifica che ne segue prenda invariabilmente due direzioni. La prima direzione è costituita da tentativi di somministrazione di varianti molto simili al paradigma di nuova introduzione che hanno come scopo precipuo una disamina sempre più dettagliata delle cause funzionali dell’effetto comportamentale scoperto. La seconda direzione è costituita da tentativi di somministrazione di varianti del paradigma sperimentale originale che hanno come scopo precipuo una disamina sempre più dettagliata dei margini di generalizzazione dell’effetto scoperto ad ambiti di studio paralleli e non necessariamente legati all’ambito in cui paradigma/effetto sono stati messi in luce originariamente.

3 1. Effetti comportamentali e paradigmi utilizzati per generarli
1a. Legami paradigmi/effetti e loro utilizzo strumentale ROSSO ROSSO Compito: Stroop (classico) Effetto Stroop come dimostrazione dell’automaticità dei processi di lettura.

4 1. Effetti comportamentali e paradigmi utilizzati per generarli
1a. Legami paradigmi/effetti e loro utilizzo strumentale ROSSO ROSSO Compito: Stroop (variante 1) Domanda: l’automaticità della lettura è incondizionata?

5 1. Effetti comportamentali e paradigmi utilizzati per generarli
1a. Legami paradigmi/effetti e loro utilizzo strumentale ROSSO Stroop (classico) ROSSO Variabile dipendente: Tempo di denominazione colore ROSSO ROSSO Stroop (variante 1) Congruenza parola/colore-target Besner, Stolz & Boutilier; Psychonomic Bulletin & Review, 1997.

6 1. Effetti comportamentali e paradigmi utilizzati per generarli
1b. Altri esempi GIALLO ROSSO Compito: Stroop (variante 2) Assunta l’automaticità dei processi di lettura, Stroop in denominazione figura?

7 1. Effetti comportamentali e paradigmi utilizzati per generarli
1b. Altri esempi ROSSO Stroop (classico) ROSSO Variabile dipendente: Tempo di denominazione colore/figura GIALLO Stroop (variante 2) ROSSO Congruenza parola/figura-target MacLeod; Psychological Bulletin, 1991.

8 1. Effetti comportamentali e paradigmi utilizzati per generarli
1b. Altri esempi

9 1. Effetti comportamentali e paradigmi utilizzati per generarli
2a. Descrizione del paradigma sperimentale Se il paradigma sperimentale d’elezione per lo studio dell’allocazione dell’attenzione nello spazio è il paradigma di ricerca visiva (o visual search), il paradigma di presentazione seriale rapida (o rapid serial visual presentation; RSVP) ne costituisce l’analogo nel dominio di studi sull’allocazione dell’attenzione nel tempo, in archi di tempo ralativamente brevi, nell’ordine degli 800–1000 ms. Negli esperimenti basati su questo paradigma sperimentale, tutte le informazioni rilevanti per i partecipanti vengono presentate al centro dello schermo di un computer. Il soggetto è a conoscenza di questa caratteristica del disegno sperimentale, ed orienta – prima dell’inizio di ciascuna prova – la propria attenzione nella posizione suggerita. E’ quindi importante notare che la variazione spaziale a cui è sottoposta la stimolazione presentata al soggetto è nulla. Come vedremo negli esempi seguenti, l’unica dimensione fisica rilevante ai fini sperimentali è quella costituita dal tempo. Come suggerito all’inizio della trattazione, esamineremo in un primo momento la descrizione di una variante standard del paradigma RSVP e delle proposte teoriche che sono state avanzate a spiegazione dell’effetto risultante dalla somministrazione del paradigma, ovvero, l’effetto di attentional blink (o AB). In un secondo momento, prenderemo in considerazione le applicazioni strumentali del paradigma RSVP in ambiti diversi da quello in cui il paradigma/effetto è stato originariamente proposto, al fine di indagare l’intersezione concettuale tra effetto AB ed altri effetti comportamentali che saranno i veri oggetti d’indagine.

10 2a. Descrizione del paradigma sperimentale
2. Presentazione seriale rapida visiva e effetto attentional blink (AB) 2a. Descrizione del paradigma sperimentale W T2 7 P T1-T2 SOA G K T1 2 B X Durata dei singoli stimoli pari a 100 ms + Chun & Potter; Journal of Experimental Psychology: Human Perception and Performance, 1995.

11 2a. Descrizione del paradigma sperimentale
2. Presentazione seriale rapida visiva e effetto attentional blink (AB) 2a. Descrizione del paradigma sperimentale

12 2a. Descrizione del paradigma sperimentale
2. Presentazione seriale rapida visiva e effetto attentional blink (AB) 2a. Descrizione del paradigma sperimentale

13 Posizione ordinale di T2 rispetto a T1
2. Presentazione seriale rapida visiva e effetto attentional blink (AB) 2b. Descrizione dell’effetto AB Accuratezza a T2 (%) Lag-1 sparing ‘puoi ignorare T1’ ‘devi identificare T1’ 1 2 3 4 5 6 7 8 Posizione ordinale di T2 rispetto a T1 Raymond, Shapiro & Arnell; Journal of Experimental Psychology: Human Perception and Performance, 1992.

14 2c. Proposte teoriche esplicative (domande preliminari)
2. Presentazione seriale rapida visiva e effetto attentional blink (AB) 2c. Proposte teoriche esplicative (domande preliminari) L’AB è un fenomeno attentivo? Sì. T1 è sempre presente in tutte le prove. Se l’AB fosse di natura percettiva, non dovrebbe esserci differenza tra prove in cui T1 deve essere ignorato e prove in cui T1 deve essere identificato. I distrattori nella sequenza sono tutti necessari? No. I distrattori necessari sono quelli nelle posizioni T1+1 e T2+1. L’AB potrebbe riflettere un problema di memoria? No. La risposta emerge ragionando per paradosso… Supponiamo che lo sia: quali sarebbero le cose difficili da spiegare? Qual è la condizione di controllo più appropriata per stimare l’AB? Faccenda delicata! Qualcuno potrebbe chiedersi se non sia meglio trattare come prova di controllo una condizione sperimentale in cui T1 non sia presentato…

15 2c. Proposte teoriche esplicative
2. Presentazione seriale rapida visiva e effetto attentional blink (AB) 2c. Proposte teoriche esplicative W P T2 9 G K T1 2 B X Si ipotizza che si inneschi un meccanismo di chiusura di un filtro attentivo con lo scopo di preservare l’identità di T1 dall’influsso distraente degli stimoli successivi. + Shapiro, Raymond & Arnell; Journal of Experimental Psychology: Human Perception and Performance, 1994.

16 2c. Proposte teoriche esplicative
2. Presentazione seriale rapida visiva e effetto attentional blink (AB) 2c. Proposte teoriche esplicative W P T2 9 G K T1 2 B X Si ipotizza che il meccanismo di chiusura del filtro attentivo sia relativamente lento, e che sia questa la ragione della presenza dell’effetto di ‘lag-1 sparing.’ + Shapiro, Raymond & Arnell; Journal of Experimental Psychology: Human Perception and Performance, 1994.

17 2c. Proposte teoriche esplicative
2. Presentazione seriale rapida visiva e effetto attentional blink (AB) 2c. Proposte teoriche esplicative M Stadio 2 Stadio 1 Consolidamento Identificazione T1 D T2 D T2 T1 D T2 T1 T2 D T1 D T1 T2 T1 D T2 T1 T2 D T1 T2 D T1 D T2 T1 D T2 T1 D T2 T1 T2 D T2 T1 T2 T1 T2 T1 T2 T1 T2 T1 T2 T1 E a T1/T2 E a distrattori Jolicoeur & Dell’Acqua; Cognitive Psychology, 1998.

18 2c. Proposte teoriche esplicative
2. Presentazione seriale rapida visiva e effetto attentional blink (AB) 2c. Proposte teoriche esplicative W P T2 9 Meccanismo di controllo attentivo G K T1 2 B X La funzione del meccanismo di controllo attentivo è quella di tenere l’elaborazione visiva ‘sintonizzata’ sulla categoria alfanumerica degli stimoli rilevanti per l’esecuzione del compito (ovvero, i numeri). + Di Lollo, Kawahara, Gorashi & Enns; Psychological Research, 2005.

19 2c. Proposte teoriche esplicative
2. Presentazione seriale rapida visiva e effetto attentional blink (AB) 2c. Proposte teoriche esplicative W P T2 9 Numeri G K T1 2 B X + Di Lollo, Kawahara, Gorashi & Enns; Psychological Research, 2005.

20 2c. Proposte teoriche esplicative
2. Presentazione seriale rapida visiva e effetto attentional blink (AB) 2c. Proposte teoriche esplicative W P T2 9 Numeri: OK!, T1 rilevato G K T1 2 B X L’ipotesi fondante questa classe di modelli è che il processo di controllo, una volta che T1 è stato rilevato, si debba occupare di consolidare T1, a spese di un controllo ridotto sugli stimoli in ingresso al sistema visivo. + Di Lollo, Kawahara, Gorashi & Enns; Psychological Research, 2005.

21 2c. Proposte teoriche esplicative
2. Presentazione seriale rapida visiva e effetto attentional blink (AB) 2c. Proposte teoriche esplicative W P T2 9 Lettere G K T1 2 B X A stimolo T1+1 presentato, il meccanismo di controllo, momentaneamente ‘in panne’ non è più in grado di selezionare all’interno del flusso di informazione seriale, con la conseguente perdita di T2. + Di Lollo, Kawahara, Gorashi & Enns; Psychological Research, 2005.

22 1. Effetti comportamentali e paradigmi utilizzati per generarli
2d. Applicazioni strumentali dell’effetto AB L’applicazione del paradigma di presentazione seriale rapida risulta estremamente efficace nell’elicitare una perturbazione attentiva nel dominio temporale ed in assenza di variazioni di rilievo nella distribuzione spaziale degli stimoli da elaborare. Tale perturbazione attentiva, che ha una durata media di 300 ms, ha come sintomo primario la ridotta efficienza del nostro sistema cognitivo nel rilevare la presenza di stimoli target che seguono temporalmente un singolo evento puntuale la cui elaborazione dipende da una famiglia di meccanismi attentivi sottesi al consolidamento dell’informazione visiva (ma non solo). Paradigma RSVP ed effetto AB sono stati utilizzati strumentalmente in domini diversi da quello dello studio delle risorse attentive in brevi archi di tempo. Una serie di studi ha preso in considerazione la relazione funzionale tra meccanismi attentivi temporali all’opera durante l’analisi di stimoli presentati grazie al paradigma RSVP e meccanismi attentivi spaziali all’opera nel corso dell’analisi/ispezione di una scena visiva, ovvero, i meccanismi attentivi che si suppongono alla base dell’esecuzione di compiti analoghi a visual search. Un’altra serie di studi ha cercato di chiarire il livello di profondità di analisi dell’informazione visiva presentata grazie al paradigma RSVP, ponendo al centro dell’indagine sperimentale domande aperte e non risolte circa il destino dell’informazione veicolata dal secondo stimolo (ovvero, lo stimolo solitamente soggetto ad effetto AB innnescato dal primo stimolo) quando i soggetti non sono in grado di riportarne l’identità.

23 2d. Applicazioni strumentali dell’effetto AB
2. Presentazione seriale rapida visiva e effetto attentional blink (AB) 2d. Applicazioni strumentali dell’effetto AB target distrattore SI’ NO Olivers; Journal of Experimental Psychology: Human Perception and Performance, 2004.

24 2d. Applicazioni strumentali dell’effetto AB
2. Presentazione seriale rapida visiva e effetto attentional blink (AB) 2d. Applicazioni strumentali dell’effetto AB target distrattore SI’ NO Olivers; Journal of Experimental Psychology: Human Perception and Performance, 2004.

25 2d. Applicazioni strumentali dell’effetto AB
2. Presentazione seriale rapida visiva e effetto attentional blink (AB) 2d. Applicazioni strumentali dell’effetto AB Prova no schermata ‘marking’ Prova sì schermata ‘marking’ Olivers; Journal of Experimental Psychology: Human Perception and Performance, 2004.

26 2d. Applicazioni strumentali dell’effetto AB
2. Presentazione seriale rapida visiva e effetto attentional blink (AB) 2d. Applicazioni strumentali dell’effetto AB Effetto di ‘visual marking’ TR a target presente (ms) No Schermata ‘marking’ Olivers; Journal of Experimental Psychology: Human Perception and Performance, 2004.

27 2d. Applicazioni strumentali dell’effetto AB
2. Presentazione seriale rapida visiva e effetto attentional blink (AB) 2d. Applicazioni strumentali dell’effetto AB T2 T1 7 T1-T2 SOA Olivers; Journal of Experimental Psychology: Human Perception and Performance, 2004.

28 2d. Applicazioni strumentali dell’effetto AB
2. Presentazione seriale rapida visiva e effetto attentional blink (AB) 2d. Applicazioni strumentali dell’effetto AB Ridotta efficacia della schermata ‘marking’ durante l’AB TR al target (ms) Lungo (~940 ms) Corto (~120 ms) SOA tra T1 e T2 Olivers; Journal of Experimental Psychology: Human Perception and Performance, 2004.

29 2d. Applicazioni strumentali dell’effetto AB
2. Presentazione seriale rapida visiva e effetto attentional blink (AB) 2d. Applicazioni strumentali dell’effetto AB poijhg dfsgj T2 giulia wetrs jdfjku T1 tavolo Il nome proprio in posizione T2 è il nome del partecipante in un certa proporzione di prove. Nelle altre prove è invece un nome diverso da quello del partecipante. tydfjs dfgmjs + Shapiro, Caldwell & Sorensen; Journal of Experimental Psychology: Human Perception and Performance, 1997.

30 Posizione ordinale di T2 rispetto a T1
2. Presentazione seriale rapida visiva e effetto attentional blink (AB) 2d. Applicazioni strumentali dell’effetto AB Accuratezza a T2 (%) T2 nome del soggetto T2 nome diverso 1 2 3 4 5 6 7 8 Posizione ordinale di T2 rispetto a T1 Shapiro, Caldwell & Sorensen; Journal of Experimental Psychology: Human Perception and Performance, 1997.

31 2d. Applicazioni strumentali dell’effetto AB
2. Presentazione seriale rapida visiva e effetto attentional blink (AB) 2d. Applicazioni strumentali dell’effetto AB poijhg dfsgj T2 topo wetrs jdfjku T1 gatto In metà delle prove T1 e T2 sono nomi di concetti associati; nell’altra metà delle prove, T1 e T2 sono nomi di concetti non associati (ad es., gatto – treno). tydfjs dfgmjs + Maki, Frigen & Paulson; Journal of Experimental Psychology: Human Perception and Performance, 1997.

32 Posizione ordinale di T2 rispetto a T1
2. Presentazione seriale rapida visiva e effetto attentional blink (AB) 2d. Applicazioni strumentali dell’effetto AB Accuratezza a T2 (%) T2 associato a T1 T2 non associato a T1 1 2 3 4 5 6 7 8 Posizione ordinale di T2 rispetto a T1 Maki, Frigen & Paulson; Journal of Experimental Psychology: Human Perception and Performance, 1997.

33 1. Effetti comportamentali e paradigmi utilizzati per generarli
3a. Descrizione del paradigma sperimentale Il paradigma sperimentale psychological refractory period (o PRP; o doppio-compito) è uno strumento ideale per lo studio dei fattori cognitivi che si impongono come limiti all’esecuzione di due (o più) compiti in modo pressoché concomitante. Il paradigma sperimentale prevede la presentazione sequenziale di due stimoli intervallati da archi di tempo che variano in lunghezza (genericamente dai 50–100 ms fino a 900–1000 ms). Ciascuno dei due stimoli è associato ad diverso compito motorio, e la variabile dipendente d’elezione è un tempo di reazione a scelta. E’ bene notare in questo ambito di studi che la scelta di stimoli e risposte associate è operata in modo da minimizzare possibili fonti di interferenza inter-compito ascrivibili a fattori di natura percettiva e/o motoria. La variante più classica del paradigma PRP prevede infatti che i due stimoli siano presentati attraverso modalità sensoriali distinte (ad es., uno stimolo acustico e uno stimolo visivo). Vengono inoltre richieste risposte che richiedono l’impiego di effettori distinti (ad es., la risposta ad uno stimolo è vocale; la risposta all’altro stimolo è manuale). Come suggerito all’inizio della trattazione, esamineremo in un primo momento la descrizione di una variante standard del paradigma PRP e delle proposte teoriche che sono state avanzate a spiegazione dell’effetto risultante dalla somministrazione del paradigma, ovvero, l’effetto PRP. In un secondo momento, prenderemo in considerazione le applicazioni strumentali del paradigma PRP in ambiti diversi da quello in cui il paradigma/effetto è stato originariamente proposto, al fine di indagare l’intersezione concettuale tra effetto PRP ed altri effetti comportamentali che saranno i veri oggetti d’indagine.

34 3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP)
3a. Descrizione del paradigma sperimentale A A time

35 3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP)
3a. Descrizione del paradigma sperimentale A A A A time 1000 (ms) 300 100 600

36 3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP)
3b. Descrizione dell’effetto PRP 900 TR1 800 TR2 A 700 600 TR (ms) 500 400 300 100 300 600 1000 SOA (ms) Dati Colab non pubblicati.

37 Effetto PRP TR (ms) SOA (ms)
3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP) 3b. Descrizione dell’effetto PRP 900 Effetto PRP 800 700 600 TR (ms) 500 400 300 100 300 600 1000 SOA (ms) Dati Colab non pubblicati.

38 y = a*(x) + b [TR = -1*(SOA) + b] TR (ms) SOA (ms)
3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP) 3b. Descrizione dell’effetto PRP y = a*(x) + b [TR = -1*(SOA) + b] 900 800 700 600 TR (ms) 500 400 300 100 300 600 1000 SOA (ms) Dati Colab non pubblicati. Tenete a mente la pendenza -1 della funzione TR2 agli SOAs 100 e 300 ms.

39 3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP)
3c. Proposte teoriche esplicative EP1 SR1 ER1 A EP2 SR2 ER2 TR2 1000 TR1 Pashler; Psychological Bulletin, 1994.

40 3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP)
3c. Proposte teoriche esplicative EP1 SR1 ER1 A EP2 SR2 ER2 TR2 TR1 Pashler; Psychological Bulletin, 1994.

41 3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP)
3c. Proposte teoriche esplicative EP1 SR1 ER1 A EP2 SR2 ER2 TR2 TR1 Pashler; Psychological Bulletin, 1994.

42 3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP)
3c. Proposte teoriche esplicative EP1 SR1 ER1 A EP2 SR2 ER2 TR2 TR1 Pashler; Psychological Bulletin, 1994.

43 3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP)
3c. Proposte teoriche esplicative EP1 SR1 ER1 A EP2 SR2 ER2 TR2 TR1 Pashler; Psychological Bulletin, 1994.

44 3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP)
3c. Proposte teoriche esplicative EP1 SR1 ER1 A EP2 SR2 ER2 TR2 TR1 Pashler; Psychological Bulletin, 1994.

45 3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP)
3c. Proposte teoriche esplicative EP1 SR1 ER1 A EP2 SR2 ER2 TR2 TR1 Pashler; Psychological Bulletin, 1994.

46 3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP)
3c. Proposte teoriche esplicative EP1 SR1 ER1 A EP2 SR2 ER2 TR2 TR1 Pashler; Psychological Bulletin, 1994.

47 3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP)
3c. Proposte teoriche esplicative EP1 SR1 ER1 A EP2 SR2 ER2 TR2 TR1 Pashler; Psychological Bulletin, 1994.

48 3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP)
3c. Proposte teoriche esplicative EP1 SR1 ER1 A EP2 SR2 ER2 TR2 TR1 Pashler; Psychological Bulletin, 1994.

49 3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP)
3c. Proposte teoriche esplicative EP1 SR1 ER1 A EP2 SR2 ER2 TR2 TR1 Pashler; Psychological Bulletin, 1994.

50 3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP)
3c. Proposte teoriche esplicative EP1 SR1 ER1 A EP2 SR2 ER2 TR2 TR1 Pashler; Psychological Bulletin, 1994.

51 3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP)
3c. Proposte teoriche esplicative EP1 SR1 ER1 A EP2 SR2 ER2 TR2 TR1 Pashler; Psychological Bulletin, 1994.

52 3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP)
3c. Proposte teoriche esplicative EP1 SR1 ER1 A EP2 SR2 ER2 TR1 TR2 100 Pashler; Psychological Bulletin, 1994.

53 y = a*(x) + b [TR = -1*(SOA) + b] TR (ms) SOA (ms)
3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP) 3b. Descrizione dell’effetto PRP y = a*(x) + b [TR = -1*(SOA) + b] 900 800 700 600 TR (ms) 500 400 300 100 300 600 1000 SOA (ms) Domanda: Perchè la pendenza -1 della funzione TR2 agli SOAs 100 e 300 ms?

54 3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP)
3c. Proposte teoriche esplicative TR1 EP1 SR1 ER1 A EP2 SR2 ER2 100 200 TR2 Domanda: Perchè la pendenza -1 della funzione TR2 agli SOAs 100 e 300 ms?

55 3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP)
3c. Proposte teoriche esplicative TR1 EP1 SR1 ER1 A EP2 SR2 ER2 100 TR2 Domanda: Di quanto si allunga TR2 quando accorcio SOA passando da 300 ms a 100 ms?

56 3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP)
3c. Proposte teoriche esplicative Modelli a capacità limitata Modelli a collo di bottiglia Effetto PRP su TR2 Effetto PRP su TR2 TR1 TR1 Pashler; Psychological Bulletin, 1994.

57 3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP)
3c. Proposte teoriche esplicative EP1 SR1 ER1 A EP2 SR2 ER2 TR2 TR1 Domanda: Cosa implica l’assenza di limiti strutturali sull’esecuzione della famiglia di operazioni etichettate come EP2.

58 A A A A time > Basso contrasto > Alto contrasto
3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP) 3c. Proposte teoriche esplicative A A A > Alto contrasto > Basso contrasto A time

59 A EP2 SR2 ER2 EP1 SR1 ER1 Effetto contrasto [A vs. A]
3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP) 3c. Proposte teoriche esplicative Effetto contrasto [A vs. A] A EP2 SR2 ER2 1000 EP1 SR1 ER1 TR2 TR1 Pashler & Johnston; Quarterly Journal of Experimental Psychology, 1989.

60 A EP2 SR2 ER2 EP1 SR1 ER1 Effetto contrasto [A vs. A]
3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP) 3c. Proposte teoriche esplicative A EP2 SR2 ER2 EP1 SR1 ER1 TR2 TR1 Effetto contrasto [A vs. A] Pashler & Johnston; Quarterly Journal of Experimental Psychology, 1989.

61 A EP2 SR2 ER2 EP1 SR1 ER1 Effetto contrasto [A vs. A]
3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP) 3c. Proposte teoriche esplicative A EP2 SR2 ER2 EP1 SR1 ER1 TR2 TR1 Effetto contrasto [A vs. A] Pashler & Johnston; Quarterly Journal of Experimental Psychology, 1989.

62 A EP2 SR2 ER2 EP1 SR1 ER1 Effetto contrasto [A vs. A]
3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP) 3c. Proposte teoriche esplicative A EP2 SR2 ER2 EP1 SR1 ER1 TR2 TR1 Effetto contrasto [A vs. A] Pashler & Johnston; Quarterly Journal of Experimental Psychology, 1989.

63 A EP2 SR2 ER2 EP1 SR1 ER1 Effetto contrasto [A vs. A]
3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP) 3c. Proposte teoriche esplicative A EP2 SR2 ER2 EP1 SR1 ER1 TR2 TR1 Effetto contrasto [A vs. A] Pashler & Johnston; Quarterly Journal of Experimental Psychology, 1989.

64 A EP2 SR2 ER2 EP1 SR1 ER1 Effetto contrasto [A vs. A]
3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP) 3c. Proposte teoriche esplicative A EP2 SR2 ER2 EP1 SR1 ER1 TR2 TR1 Effetto contrasto [A vs. A] Pashler & Johnston; Quarterly Journal of Experimental Psychology, 1989.

65 A EP2 SR2 ER2 EP1 SR1 ER1 Effetto contrasto [A vs. A]
3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP) 3c. Proposte teoriche esplicative A EP2 SR2 ER2 EP1 SR1 ER1 TR2 TR1 Effetto contrasto [A vs. A] Pashler & Johnston; Quarterly Journal of Experimental Psychology, 1989.

66 A EP1 SR1 ER1 EP2 SR2 ER2 Effetto contrasto [A vs. A]
3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP) 3c. Proposte teoriche esplicative EP1 SR1 ER1 TR2 A EP2 SR2 ER2 TR1 Effetto contrasto [A vs. A] Pashler & Johnston; Quarterly Journal of Experimental Psychology, 1989.

67 A EP1 SR1 ER1 EP2 SR2 ER2 Effetto contrasto [A vs. A]
3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP) 3c. Proposte teoriche esplicative EP1 SR1 ER1 TR2 A EP2 SR2 ER2 TR1 Effetto contrasto [A vs. A] Pashler & Johnston; Quarterly Journal of Experimental Psychology, 1989.

68 A EP1 SR1 ER1 EP2 SR2 ER2 Effetto contrasto [A vs. A]
3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP) 3c. Proposte teoriche esplicative EP1 SR1 ER1 TR2 A EP2 SR2 ER2 TR1 Effetto contrasto [A vs. A] Pashler & Johnston; Quarterly Journal of Experimental Psychology, 1989.

69 A EP1 SR1 ER1 EP2 SR2 ER2 Effetto contrasto [A vs. A]
3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP) 3c. Proposte teoriche esplicative EP1 SR1 ER1 TR2 A EP2 SR2 ER2 100 TR1 Effetto contrasto [A vs. A] Pashler & Johnston; Quarterly Journal of Experimental Psychology, 1989.

70 3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP)
3c. Proposte teoriche esplicative 900 TR1 800 TR2 A 700 600 TR (ms) A 500 400 300 100 300 600 1000 SOA (ms) Predizioni sulla base della classe di modelli ‘a collo di bottiglia’ (bottleneck models).

71 A A A A TR1 TR2 TR2 TR (ms) SOA (ms)
3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP) 3c. Proposte teoriche esplicative 900 TR1 800 TR2 A 700 TR2 A 600 TR (ms) A 500 400 A 300 100 300 600 1000 SOA (ms) Dati Colab non pubblicati.

72 1. Effetti comportamentali e paradigmi utilizzati per generarli
3d. Applicazioni strumentali dell’effetto PRP L’applicazione del paradigma PRP risulta estremamente efficace nel mettere in luce una proprietà strutturale interessante dei meccanismi funzionali sottesi alla selezione di una risposta (tra diverse possibili) durante un compito cognitivo. Tali meccanismi operano serialmente sull’informazione in entrata, generando una dinamica ‘a collo di bottiglia’ in base alla quale parte dell’elaborazione sottesa all’esecuzione di un compito concomitante deve essere posposta temporalmente. Paradigma ed effetto PRP sono stati utilizzati strumentalmente in domini diversi da quello dello studio delle limitazioni strutturali/funzionali nell’eseguire compiti concomitanti. In pratica, ogniqualvolta si sia posta la domanda di dove avvenga, all’interno di una catena di processi mentali necessari all’esecuzione di un particolare compito cognitivo, l’operazione di selezione della risposta richiesta dalla consegna sperimentale, è frequente osservare come gli scienziati cognitivi guardino a paradigma ed effetto PRP come la via da intraprendere per fornire una risposta in tal senso. Un campo di recente interesse nell’ambito dello studio dei processi cognitivi riguarda la selezione lessicale, ovvero, quando e come, nella catena di processi mentali necessari alla produzione linguistica (in una delle sue più note micro-manifestazioni, ovvero, la pronuncia del nome di un oggetto e/o la lettura ad alta voce di parole presentate singolarmente) avvenga la selezione della rappresentazione lessicale astratta che guida il processo motorio/articolatorio di pronuncia della parola/suono. L’esempio che seguirà tratterà brevemente un approccio PRP a tale questione teorica.

73 3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP)
3d. Applicazioni strumentali dell’effetto PRP ZEBRA ZEBRA time

74 3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP)
3d. Applicazioni strumentali dell’effetto PRP CAMION CAMION ZEBRA time

75 2. Approcci concettuali allo studio dei processi cognitivi
3d. Applicazioni strumentali dell’effetto PRP ASINO RUOTA Tempo di denominazione Alta Bassa Congruenza semantica figura/parola Compito: denominazione figura Dell’Acqua, Job, Peressotti & Pascali; Psychonomic Bulletin & Review, 2007.

76 3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP)
3d. Applicazioni strumentali dell’effetto PRP ASINO [erbivoro] [coniglio] [corna] [tradimento] [amante] [formaggio] [somaro] [latte] [toro] [quadrupede] [mansueto] <coniglio> <lepre> <toro> <cavallo> <cane> <cammello> <asino> <vitello> <cervo> <alce> <alpe> Mucca Domanda 1: Dove origina l’effetto di interferenza tra la figura ed il significato della parola?

77 3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP)
3d. Applicazioni strumentali dell’effetto PRP ASINO [erbivoro] [coniglio] [corna] [tradimento] [amante] [formaggio] [somaro] [latte] [toro] [quadrupede] [mansueto] <coniglio> <lepre> <toro> <cavallo> <cane> <cammello> <asino> <vitello> <cervo> <alce> <alpe> Mucca Domanda 2: A quale stadio di elaborazione avviene la selezione della risposta allo stimolo in questione?

78 RT1 RT2 SI SC TR (ms) SOA (ms)
3. Doppi-compiti ed effetto psychological refractory period (PRP) 3d. Applicazioni strumentali dell’effetto PRP RT1 1100 RT2 SI SC 1000 ZEBRA CAMION 900 800 TR (ms) 700 600 500 100 350 1000 SOA (ms) Dell’Acqua, Job, Peressotti & Pascali; Psychonomic Bulletin & Review, 2007.


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