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12. Strumenti : b) Il Bilancio Partecipativo. Definizione e principi Processo decisionale che apre la macchina istituzionale alla partecipazione diretta.

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1 12. Strumenti : b) Il Bilancio Partecipativo

2 Definizione e principi Processo decisionale che apre la macchina istituzionale alla partecipazione diretta ed effettiva della popolazione Finalità: incidere sulle decisioni, sugli obiettivi e sulla distribuzione di tutti o di parte degli investimenti pubblici. Strumenti: rendere comprensibili e accessibili le scelte finanziarie, consentendo anche ai non esperti di far sentire la propria voce e far emergere i bisogni primari della popolazione.

3 Utilità dello strumento nei periodi di crisi: necessità di coinvolgere quanto più possibile i cittadini nella gestione della “cosa pubblica”, finalizzando tale processo ad una collaborazione interattiva tra i vari settori della società. Il bilancio partecipativo si presenta come un misto di democrazia rappresentativa e di democrazia partecipativa, fornendo da un lato una maggior prossimità tra le scelte operate dall’amministrazione e gli interessi dei cittadini; dall’altra una più concreta possibilità, da parte dei settori deboli della società, di rappresentare i propri interessi.

4 Origini del B.P. A Porto Alegre, nel 1998, vince le elezioni comunali una coalizione di sinistra guidata dal Partido dos Trabalhadores. La città brasiliana (1.300.000 abitanti circa) viene da una situazione amministrativa disastrosa. Problematiche cittadine: Favoritismi verso finanziatori e proprietari di bische clandestine Differenze notevoli di reddito tra i cittadini Reti fognarie praticamente inesistenti Strade disastrate Numerose famiglie prive di acqua

5 La necessità di trovare un metodo di buon governo porta il Partido dos Trabalhadores ad ideare un processo informale in grado di creare forte mobilitazione, incrociando gli stessi interessi della società civile organizzata. Ha inizio il BP. Per mezzo di una serie di riunioni la cittadinanza in sinergia con l’Amministrazione viene convocata per discutere sulle problematiche cittadine e su come poterle superare.

6 Il metodo di successo Il BP viene presentato nel 2001 al World Social Forum L’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) ha definito tale metodologia come uno strumento efficace di gestione pubblica, considerandolo e giudicandolo come una tra le quaranta migliori pratiche di governo democratico al mondo. La Banca Mondiale inserisce il BP tra i 100 migliori casi al mondo di buona governance locale.

7 Fasi del BP

8 Diffusione in Brasile

9 Esportazione Dopo una prima fase, caratterizzata dalla nascita, dallo sviluppo e dalla diffusione in Sud America, il BP viene adottato anche nel contesto europeo.

10 Fattori decisivi per attuare il BP Volontà politica Interesse delle organizzazioni della società civile e della cittadinanza in genere Definizione delle regole del gioco Formazione della popolazione e dei funzionari comunali, sia sul Bilancio generale che su quello partecipativo Informazioni sulle date e i luoghi delle riunioni Definizione delle priorità delle scelte tra le richieste avanzate

11 Fattori decisivi per il futuro Affinchè il BP possa divenire una pratica normale di governo del territorio è necessario istituzionalizzarlo. Non è chiaro a tutt’oggi come regolare il processo di BP. Alcuni Comuni lo hanno previsto mediante Linee Guida, altri mediante previsione espressa nello Statuto, altri ancora mediante delibera di Giunta comunale.

12 Sviluppo in Italia Le prime città italiane ad attuare il BP sono state Grottammare, Pieve Emanuele e Municipio XI di Roma. Come un percorso al contrario da oltre oceano, le c.d. > hanno adottato tale nuova metodologia di governo del territorio, dando inizio alla sua diffusione in Italia.

13 Grottammare Città di 15.000 abitanti in Provincia di Ascoli Piceno. Nel 1994 vince le elezioni amministrative la lista locale >. Le passate legislazioni ed il mal governo della città favorirono l’adozione di una ulteriore forma innovativa di governo del territorio. Per mezzo di una serie di riunioni inizia il ciclo di BP. Il processo di BP dura quasi 1 anno

14 Fasi del BP.

15 1) Condivisione del progetto (Febbraio): il gruppo promotore delinea le linee guida del progetto. 2) Emersione del bisogno (Maggio / Giugno): vengono convocate assemblee di quartiere (Primo turno) nelle quali i cittadini hanno la possibilità di rivolgere domande e segnalare proposte e progetti a livello di quartiere che troveranno copertura finanziaria nel bilancio di previsione dell’anno successivo. In particolare i cittadini presenti alle assemblee possono compilare una scheda o un questionario in cui descrivono l’intervento richiesto. 3) Verifica di fattibilità (Giugno / Agosto): il settore tecnico competente ed il settore finanziario, con la presenza di alcuni componenti del gruppo promotore, valutano la fattibilità delle proposte ricevute, indicando, laddove possibile, una stima dei costi e dei tempi necessari alla loro attuazione. Le proposte sono condivise con il gruppo promotore e quindi comunicate ai cittadini. 4) La scelta delle priorità (Settembre / Ottobre): viene indetto un nuovo turno di assemblee di quartiere (Secondo turno), in cui i cittadini potranno esprimere la propria preferenza tra le proposte che avranno superato la verifica di fattibilità. La Griglia delle priorità (Ottobre) è costruita in base alle risultanze delle votazioni: si procederà a formulare un'unica griglia delle priorità a livello di quartiere. 5) Bilancio di previsione (Novembre): nella fase finale le proposte con il maggior numero di preferenze a livello di quartiere (entro la quota di bilancio stanziata) saranno inserite nel bilancio di previsione dell’anno successivo”.

16 A conclusione del ciclo annuale viene adottato il Regolamento di funzionamento interno, che verrà applicato per l’elaborazione del bilancio relativo all’anno successivo, durante il quale verrà attuato il Ciclo di Esecuzione e Controllo. Tale ultima fase inizia con alcuni studi tecnici e termina con l’inaugurazione dei progetti approvati. Meriti del bilancio partecipativo di Grottammare: – aver creato una cultura ed un interesse della cittadinanza alla partecipazione, – aver reso possibile un processo democratico finalizzato all'inclusione di infiniti percorsi partecipativi anche al di fuori della discussione del bilancio partecipativo – Aver favorito il coinvolgimento di ampie fasce di cittadini, in particolare del settore privato e dei giovani, tendenzialmente meno attivi nel processo di BP.

17 Risultati raggiunti: Risvolti più che positivi sono riscontrabili nella qualità di vita della città stessa e nei risultati raggiunti: +84% di presenze turistiche +327% di spesa sociale + 64% di spesa per la cultura + 35% per la spesa urbana

18 Pieve Emanuele Città di 18.000 abitanti in Provincia di Milano Il progetto di bilancio partecipativo prese il nome, non casualmente, di Pieve Alegre e fu proposto dall’Amministrazione locale (Assessorato alla Cultura e Comunicazione) nel 2002 al termine di un processo collaborativo svolto nel corso di anni tra la Giunta, il Consiglio, le consulte e le scuole.

19 Le fasi 1) Raccolta delle proposte ed emersione del bisogno. La riunione è aperta a tutti i cittadini, moderata da un facilitatore e supportata da tecnici dell'amministrazione. Viene compilato un documento comprensivo di tutte le proposte pervenute da inviare all'ente locale per essere vagliato. 2) Verifica di fattibilità delle proposte raccolte. Tale compito spetta ai tecnici comunali che giudicano la possibilità o meno di realizzare quanto richiesto dai cittadini. 3) Ordine di priorità degli interventi da attuare. La partecipazione è rivolta a tutti, con possibilità di indicare, per mezzo di una scheda predisposta dalla Pubblica Amministrazione, votare l'ordine di attuazione delle proposte considerate realizzabili. 4) Approvazione del bilancio.

20 Le regole La Giunta di Pieve Emanuele decise di inserire il BP nello Statuto Comunale, dotandolo di un Regolamento e di un documento annuale di Linee guida, discusso ed approvato dal Consiglio Comunale. Tale documento venne adottato il 28/09/06 con deliberazione n. 103 avente ad oggetto: “Bilancio Partecipativo – Attività e Linee Guida 2006” nel quale erano sintetizzati gli indirizzi tecnico-politici e gli obiettivi attesi dall’Amministrazione comunale nell’attuazione del ciclo di BP. Le Linee guida erano predisposte dall’Assessorato alla Partecipazione e poste all’attenzione del Consiglio Comunale, previo parere della IV Commissione Consiliare permanente per la loro discussione ed approvazione, come previsto dallo Statuto Comunale all’art. 89 comma 3. Venne creata una struttura ad hoc con uffici comunali preposti al BP

21 Oggi A Pieve Emanuele attualmente il BP non è più attivo: la nuova Amministrazione, di uno schieramento politico differente, ha deciso di eliminare tale metodo di governo. “Pieve Alegre non ride più”: le tante sperimentazioni che avevamo lanciato, legato, raccordato, tutto questo è stato distrutto in poche settimane” (ex Assessore al Bilancio Partecipativo di Pieve Emanuele)

22 Municipio XI di Roma Con i suoi 140.000 abitanti, circa il 5% di Roma, da anni svolge la funzione di esempio modello per la grande città. L'inizio della sperimentazione del bilancio partecipativo è datata 2003. L'organizzazione del bilancio partecipativo romano si basava sul principio fondamentale della libera partecipazione e votazione di tutti i cittadini, esclusi i minori di 14 anni

23 Le fasi a)Fase iniziale: elezione dei delegati rappresentanti della collegialità dei partecipanti in un rapporto di 1 a 15 cittadini. b) Fase centrale: individuazione dei problemi e consequenziale formulazione delle proposte. Presenza di facilitatori della comunicazione e divisione in gruppi di lavoro dei cittadini. c) Fase finale: votazione delle priorità di intervento

24 Nel 2007 la Commissione Bilancio del Comune stabilì un accordo circa una percentuale fissa di bilancio da garantire per la realizzazione di alcune opere, scelte dalla cittadinanza. Attualmente nel Municipio XI di Roma, al cambio dell’Amministrazione, il BP non è più attuato.

25 Comune di Venezia Primo caso di grande città (271.000 ab.) ad attivare un BP riconducibile all'esempio della città modello Il progetto iniziale si basava sulla formazione di un rapporto stretto tra l'Assessorato al Bilancio e tre Municipalità sperimentali (Lido, Marghera e Favaro Veneto) al fine di non lasciare isolate queste realtà e di organizzare in maniera coordinata ed efficiente gli interventi richiesti dai molti cittadini partecipanti. Tale partecipazione era promossa attraverso commissioni speciali e forum tematici, aperti a tutti i cittadini, anche stranieri, e dalle associazioni con l’obiettivo di formulare indirizzi e proposte in relazione alla definizione del bilancio partecipativo.

26 Nonostante la limitatezza delle risorse messe a disposizione dal Comune (circa l'1% del bilancio), gli esiti furono molto positivi. a) Al Lido il progetto di bilancio partecipativo fu fortemente sostenuto da parte dei cittadini, infatti le risorse messe a disposizione provenivano sia dall'ente pubblico sia dalla popolazione stessa. Le riunioni avvenivano all'interno di parrocchie. b) Marghera riuscì ad attivare una serie di innovazioni metodologiche riguardanti le tecniche di organizzazione e moderazione delle assemblee e il monitoraggio dei rappresentanti. Tutto ciò grazie alla convergenza dei finanziamenti provenienti dall'attivazione della pratica di BP e dei fondi provenienti dal progetto europeo LHASA (Large Housing Areas Stabilisation Action). c) A Favaro Veneto si decise di convergere in maniera decisa verso un unico obiettivo in modo da poter negoziare i fondi erogati per la sperimentazione del bilancio partecipativo dal Comune in maniera più agevole

27 Oggi Nel 2005 con l'elezione della nuova Giunta comunale la pratica partecipativa al bilancio è stata cancellata

28 Comune di Parma Il Comune di Parma, 183.000 abitanti, applica un bilancio partecipativo interessante per: a)la dimensione che tale pratica assume nel contesto cittadino b) l'orientamento politico della giunta che governa la città (nel 2007 vinse una lista civica appoggiata dal centro destra) c) il tentativo di stabilire delle procedure strutturate del processo, con l'ausilio dell'Università (Facoltà di Economia) d) l’approvazione di un Regolamento comunale: Art. 1. definizione e finalità, Art. 2. partecipazione al bilancio Art. 3. soggetti che possono partecipare alla votazione Art. 4. sistema di votazione dei progetti Art. 5. revisione del Regolamento.

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30 Comune di Parma Il bilancio partecipativo di Parma, seppur recente, si è già notevolmente radicato sul territorio, salvo alcune eccezioni, ed è stato recepito dalla popolazione in maniera più che positiva.

31 Italia In Italia l’unico esempio di BP a livello sovra locale è presente nella Regione Lazio.

32 Regione Lazio Il BP è applicato nella Regione Lazio per legge. Legge Regionale 28 Aprile 2006, n. 4 e successivo Regolamento attuativo n. 4 del 28 giugno 2006. Creazione di un Assessorato specifico alla partecipazione nella Regione Lazio, istituito ai sensi dell’art. 4 del Regolamento n. 4/2006 (“Disciplina del processo di partecipazione alla formazione delle decisioni in materia di programmazione economico- finanziaria e di bilancio della Regione”).

33 Regione Lazio Il bilancio messo a disposizione dalla Regione e reso “partecipe” varia a seconda dei vari assessorati. In linea generale le macro aree coinvolte dal BP sono: Politiche ambientali ed agricole, Politiche del lavoro, Politiche per la mobilità Politiche sociali.

34 Mappa del BP nella Regione Lazio

35 In Europa Le esperienze dell’America Latina sono state riproposte in Europa grazie all'utilizzo di alcuni canali divulgativi, come le reti internazionali create tra le città, la Banca Mondiale e l'Onu, le Università, la cooperazione decentrata. Fondamentale: l’adozione del BP così come venne concepito in Brasile è una scelta errata, il BP deve essere sempre contestualizzato rispetto alle problematiche locali di territorio e sociali.

36 Il BP in Europa


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