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1 PARTITO DEMOCRATICO: RIFLESSIONI SU UNA CRISI ANNUNCIATA E’ POSSIBILE RIACCENDERE LA SPERANZA? SÌ, AD ALCUNE CONDIZIONI Note per un dibattito sulla crisi.

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1 1 PARTITO DEMOCRATICO: RIFLESSIONI SU UNA CRISI ANNUNCIATA E’ POSSIBILE RIACCENDERE LA SPERANZA? SÌ, AD ALCUNE CONDIZIONI Note per un dibattito sulla crisi e le prospettive del Partito Democratico a cura di Roberto Fasoli marzo 2009

2 2 Analizzare il passato, imparare dagli errori per costruire un partito veramente nuovo 1.PREMESSA 2.PERCHÉ LE DIMISSIONI DI VELTRONI? 3.ALLA BASE DELLE NOSTRE DIFFICOLTA’ C’E’ UNA CARENZA DI ANALISI POLITICA SULLE GRANDI TRASFORMAZIONI IN ATTO 4.IL DOPO VELTRONI NON SARA’ FACILE: SENZA CORAGGIO NON SI VA DA NESSUNA PARTE

3 3 PREMESSA Situazione di grave difficoltà del Partito Democratico Serve una discussione seria ed approfondita, non rinviabile, che non abbia alcuna remora nell’affrontare anche le questioni più delicate e difficili Questo documento vuole essere un contributo di speranza accompagnata da una analisi su quanto è accaduto a partire dall’avvio del progetto Per quanto riguarda la parte progettuale e la proposta organizzativa serve un duro lavoro di messa a punto, per arrivare assieme ad una piattaforma che possa veramente costituire una base solida per rilanciare il progetto del PD come partito realmente nuovo

4 4 PERCHÉ LE DIMISSIONI DI VELTRONI? Partire da un’analisi delle cause che hanno portato alle dimissioni di Walter Veltroni Veltroni cade per la sua incapacità di gestire l’enorme potere e l’enorme consenso concessigli e per responsabilità di forze interne che non si sono mai distinte nel sostegno di un progetto di partito veramente nuovo, se non a parole

5 5 PERCHÉ LE DIMISSIONI DI VELTRONI?/2 Mancanza di coraggio e ricerca di legittimazione dalle vecchie leadership Veltroni viene candidato alla guida del PD nel momento in cui vanno in crisi altre possibili proposte Veltroni invece di sfruttare la situazione a suo favore, sfidando apertamente la vecchia classe dirigente dei Democratici di Sinistra e della Margherita, ne ricerca l’appoggio più largo possibile Veltroni manca di coraggio. Vince facilmente le primarie sostenuto da una coalizione che pensa cose opposte su una serie di temi strategici, ma è unita sul suo nome e sul patto di gestione, garantito da DS e Margherita

6 6 PERCHÉ LE DIMISSIONI DI VELTRONI?/3 Una legittimazione popolare che nasce da un equivoco sulla forma partito Era previsto con le elezioni europee del 2009 l’ esordio elettorale del PD Si sceglie una procedura molto impegnativa; là dove sarebbe possibile competere anche per gli outsider non si scelgono le primarie e i segretari provinciali e di circolo vengono eletti dai delegati in elezioni di secondo livello. Esattamente l’opposto di quello che serviva L’accelerazione dei tempi e le modalità scelte tagliano fuori, per le cariche di prima responsabilità, le persone che provengono da altre esperienze. Si assiste ad una stretta poderosa degli apparati che scaverà un solco profondo tra le aspettative dei cittadini e le pratiche concrete del partito

7 7 PERCHÉ LE DIMISSIONI DI VELTRONI?/4 Si allarga lo scarto tra dire e fare, tra linee programmatiche e pratica concreta Veltroni nell’annunciare la sua candidatura fa nascere grandi speranze Ma già il 27 ottobre a Milano le procedure democratiche vanno per aria Le cose fatte in fretta senza risolvere le questioni strategiche prima o poi entrano in difficoltà Alle elezioni del 2006 DS e Margherita riescono nel capolavoro di presentarsi uniti alla Camera e divisi al Senato e ciò provocherà l’allargamento dello scarto tra le aspettative dei cittadini e la pratica dei gruppi dirigenti

8 8 PERCHÉ LE DIMISSIONI DI VELTRONI?/5 L’equivoco sostegno al governo Prodi, l’unico che ha battuto Berlusconi due volte In piena situazione di difficoltà del governo, si annuncia la volontà di andare da soli come PD alle elezioni Prodi è il primo a farne le spese Per la seconda volta, dopo aver vinto le elezioni, Prodi viene costretto alle dimissioni dalla sua stessa maggioranza con largo anticipo rispetto alla scadenza della legislatura Berlusconi resuscita

9 9 PERCHÉ LE DIMISSIONI DI VELTRONI?/6 Gravi errori nelle candidature per le politiche Con una legge elettorale odiosa, si arriva a comporre le liste per le politiche del 2008 con criteri sciagurati Al segretario una serie di candidati illustri e simbolici, ai partiti tutte le altre candidature: non passa nome che non sia patrocinato da un gruppo di potere ben definito I cittadini elettori, protagonisti delle primarie, restano a guardare e si trovano di fronte a liste rigorosamente di apparato In molti i dubbi crescono e si capisce sempre meno quale sia il ruolo dei gruppi dirigenti formali del partito

10 10 PERCHÉ LE DIMISSIONI DI VELTRONI?/7 Il mancato riconoscimento della gravità della sconfitta elettorale Il responso delle urne è drammatico L’alleanza con la lista Di Pietro e con i radicali non produce alcun positivo effetto e si scioglie come neve al sole Anche con la sinistra radicale si apre un aspro conflitto I cittadini sono frastornati dalla pesantezza della sconfitta che intuiscono essere non solo politica ma anche sociale e culturale Alla sconfitta alle elezioni politiche si aggiunge quella perfino più triste e drammatica nelle elezioni per il sindaco di Roma

11 11 PERCHÉ LE DIMISSIONI DI VELTRONI?/8 Nel PD non si capisce chi decide, quando, dove e come Accanto ad organismi ufficiali si convocano nei momenti topici “caminetti” al “loft” All’Assemblea Nazionale si presenta un numero di persone lontanissimo dal numero legale, senza che il segretario si assuma l’onere di interpretare politicamente l’assenza di così tante persone Le grandi scelte sono prerogativa di pochi, non sempre componenti degli organismi dirigenti

12 12 PERCHÉ LE DIMISSIONI DI VELTRONI?/9 Un partito degli eletti e degli amministratori Tutte le risorse restano a Roma Non esiste alcun regolamento per l’uso delle risorse e tanto meno per i rimborsi spese Solo chi ha incarichi politici o amministrativi, con un’indennità o un rimborso, può permettersi incarichi di responsabilità Ai cittadini normali non restano che le cariche di coordinatore di circolo. Tutto il partito è in mano alle vecchie classi dirigenti L’enfasi su giovani e donne non produce risultati concreti

13 13 PERCHÉ LE DIMISSIONI DI VELTRONI?/10 Messaggi contraddittori Veltroni come suo limite cerca di tenere assieme tutti Il PD non riesce a farsi percepire come un partito capace di un’opposizione decisa Su una serie di temi centrali il partito cerca mediazioni linguistiche incomprensibili e parla con più voci o in modo non chiaro: sicurezza, giustizia, riforme istituzionali, legge elettorale, questione morale, bioetica, collocazione internazionale, riforma della Rai, problemi della scuola e dell’università, temi del lavoro e rapporti con le organizzazioni sindacali

14 14 PERCHÉ LE DIMISSIONI DI VELTRONI?/11 Continua la logica delle correnti organizzate Tutti, a parole, sono contro le logiche di corrente Servono criteri trasparenti e rigorosi che premino il merito e la competenza e rendano contendibili tutte le cariche Veltroni ha pensato di poter governare il partito con un rapporto diretto con gli elettori, non esercitando, come avrebbe dovuto, il potere di decidere in modo netto Sul treno sono saliti passeggeri che avevano in testa progetti di viaggio e destinazioni molto diverse tra di loro Sulle ragioni delle sue dimissioni non si è aperta alcuna discussione politica vera

15 15 ALLA BASE DELLE NOSTRE DIFFICOLTA’ C’E’ UNA CARENZA DI ANALISI POLITICA SULLE GRANDI TRASFORMAZIONI IN ATTO Come mai è successo tutto questo? L’analisi da svolgere è estremamente impegnativa e richiede un lavoro di lungo periodo che non possiamo continuamente rimandare La storia politica, economica e sociale non solo dell’Italia, ma dell’Europa e del mondo intero è radicalmente cambiata a partire dall’ultimo quarto del secolo scorso Al PD è mancato un rapporto con un ceto intellettuale che elaborava politica Non siamo riusciti a saldare con la pratica politica quelle analisi teoriche che, anche in Italia, si sono sviluppate negli ultimi anni

16 16 ALLA BASE DELLE NOSTRE DIFFICOLTA’ C’E’ UNA CARENZA DI ANALISI POLITICA SULLE ALLE GRANDI TRASFORMAZIONI IN ATTO/2 Se non si riprenderà con forza un serio lavoro di analisi e di progetto e si resterà ai giochi della tattica politica saremo condannati per lungo tempo alla sconfitta Senza un progetto politico ed una nuova “narrazione”, che non si improvvisano, la nostra difficoltà è destinata a durare Questa consapevolezza dovrebbe animare il futuro gruppo dirigente del PD ed essere considerata una priorità assoluta, almeno quanto la necessità di costruire un nuovo gruppo dirigente realmente nuovo e credibile

17 17 IL DOPO VELTRONI NON SARA’ FACILE: SENZA CORAGGIO NON SI VA DA NESSUNA PARTE Un progetto come il PD ha bisogno di tempo per consolidarsi ed una leadership non può essere misurata su un singolo risultato Il mancato ricambio di classe dirigente rende poco credibile il nostro progetto. Bisogna renderlo possibile senza creare dirigenti fotocopia o, peggio, eterodiretti Le dimissioni di Veltroni aprono una possibilità. Rischiano di essere un’occasione persa se tutto resta inalterato In questa fase sarebbe stato difficile svolgere seriamente le primarie con una qualche possibilità di un vero cambiamento

18 18 IL DOPO VELTRONI NON SARA’ FACILE: SENZA CORAGGIO NON SI VA DA NESSUNA PARTE/2 Realistico affidare la segreteria, se pur provvisoriamente ad un esponente del vecchio gruppo dirigente Franceschini aveva una sola chance: chiamare tutti ad una vera e propria corresponsabilità di gestione in prima persona del partito, senza consentire a nessuno di stare alla finestra mettendo in prima fila persone propria fiducia Sbagliato e molto pericoloso mettere in campo oggi, con il rischio di bruciarle, candidature che con il congresso potrebbero assumere un ruolo di reale innovazione Basta con la litania del nuovismo e l’invocazione retorica all’unità presentata come vincolo morale nei confronti di chi dissente

19 19 CHE FARE ALLORA? Conseguire il miglior risultato possibile nelle prossime scadenze elettorali Sviluppare, con la massima serietà, la discussione al nostro interno, cominciando già da ora a preparare il congresso Costruire un impianto di proposte programmatiche ed organizzative capaci di riaccendere la speranza

20 20 E A VERONA? E’ un lungo discorso… Forse è meglio per questa volta analizzare le vicende del recente passato a livello nazionale In una prossima occasione potremmo dedicarci a riflettere sulla fase propositiva e sulla realtà veronese Per questa volta basta e avanza!


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