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In occasione del bimillenario della nascita di San Paolo

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Presentazione sul tema: "In occasione del bimillenario della nascita di San Paolo"— Transcript della presentazione:

1 In occasione del bimillenario della nascita di San Paolo
Anno Paolino In occasione del bimillenario della nascita di San Paolo

2 La cristologia paolina
Cristo al centro del mistero La cristologia paolina

3 Il pensiero di Paolo Paolo rappresenta, dal punto di vista cronologico e anche per l’importanza rivestita nella tradizione successiva, il primo teologo cristiano. Le sue lettere sono state composte negli anni 50 e 60: prima dei vangeli sinottici (Mt, Mc, Lc, che contengono nozioni teologiche le quali sono però soprattutto implicite, non sviluppate ampiamente e sistematicamente, e non riguardano il valore teologico della risurrezione che è solo narrata);

4 Il pensiero di Paolo prima del Vangelo di Giovanni (l'evangelista teologo per eccellenza, che esalta la natura divina di Gesù-Logos); prima della Lettera agli Ebrei (il cui autore, probabilmente Apollo, interpreta il valore salvifico dell'operato di Gesù con categorie proprie della tradizione ebraica, concentrandosi però più sulla sua morte che sulla sua risurrezione).

5 San Paolo che scrive le sue lettere - Valentin de Boulogne o Nicolas Tournier

6 Il pensiero di Paolo Il punto centrale del pensiero teologico di Paolo, il quale si inserisce nella tradizione ebraica farisaica, è Gesù Cristo morto e risorto. Attorno a questo fulcro si concentra il "vangelo paolino" annunciato durante le sue predicazioni missionarie, e ad esso sono collegate le intuizioni teologiche contenute nelle sue lettere circa teologia, cosmologia, antropologia, soteriologia, morale, ecclesiologia, escatologia.

7 Gesù e Paolo Come già detto in precedenza, non abbiamo indizi di qualche contatto diretto di Paolo con Gesù di Nazareth, crocifisso attorno all’anno 30, anche se non si esclude che Saulo fosse a Gerusalemme per la Pasqua di quell’anno. Paolo però era tra coloro che “approvavano l’uccisione di Stefano” ed anzi “infuriava contro la Chiesa”, finché …

8 Gesù e Paolo “In tali circostanze, mentre stavo andando a Damasco con autorizzazione e pieni poteri da parte dei sommi sacerdoti, verso mezzogiorno vidi sulla strada, o re, una luce dal cielo, più splendente del sole, che avvolse me e i miei compagni di viaggio. Tutti cademmo a terra e io udii dal cielo una voce che mi diceva in ebraico: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Duro è per te ricalcitrare contro il pungolo.

9 Conversione di San Paolo - Francesco Solimena detto Abate Ciccio Basilica di San Paolo Maggiore - Napoli

10 Gesù e Paolo E io dissi: Chi sei, o Signore? E il Signore rispose: Io sono Gesù, che tu perseguiti. Su, alzati e rimettiti in piedi; ti sono apparso infatti per costituirti ministro e testimone di quelle cose che hai visto e di quelle per cui ti apparirò ancora. Per questo ti libererò dal popolo e dai pagani, ai quali ti mando ad aprir loro gli occhi, perché passino dalle tenebre alla luce e dal potere di satana a Dio e ottengano la remissione dei peccati e l'eredità in mezzo a coloro che sono stati santificati per la fede in me ...

11 Gesù e Paolo … Ma l'aiuto di Dio mi ha assistito fino a questo giorno, e posso ancora rendere testimonianza agli umili e ai grandi. Null'altro io affermo se non quello che i profeti e Mosè dichiararono che doveva accadere, che cioè il Cristo sarebbe morto, e che, primo tra i risorti da morte, avrebbe annunziato la luce al popolo e ai pagani”. At 26,

12 Gesù e Paolo Non pare che Paolo abbia conosciuto personalmente Gesù;
Le lettere paoline non riportano esplicitamente episodi o detti o parabole relativi a Gesù; Anche il Regno di Dio, vero oggetto della predicazione di Gesù, compare in Paolo solo alcune volte e in forma di poco più che accenni;

13 Gesù e Paolo È innegabile che vi sia una certa continuità tra vita e messaggio di Gesù e pensiero di Paolo, ma il vero centro del messaggio paolino è rappresentato dalla risurrezione di Gesù, aspetto che non poteva essere esplicitamente presente nella predicazione itinerante palestinese del Messia. Attorno a Gesù risorto si collocano le principali intuizioni teologiche dell'apostolo.

14 La cristologia di Paolo
Come gli altri autori neotestamentari Paolo considera Gesù come il Cristo, cioè il Messia atteso dalla tradizione ebraica, ma non lo considera un semplice uomo in quanto gli attribuisce, oltre alla natura umana, anche quella divina.

15 La cristologia di Paolo
In questo il Cristianesimo si colloca in netto contrasto con la tradizione ebraica (secondo le descrizioni dei vangeli, il motivo ufficiale della condanna a morte di Gesù fu proprio la sua pretesa di essersi equiparato a Dio). I passi paolini che attribuiscono a Gesù la natura divina lo fanno in maniera esplicita, implicita, o gli attribuiscono caratteristiche proprie della natura divina.

16 La cristologia di Paolo
Nelle Lettere di Paolo troviamo tre inni cristologici che ci aiutano a penetrare nel suo pensiero su Cristo: Fil 2,5-11; Col 1,12-20; Ef 1,3-10.

17 Gesù Cristo è il Signore L’Inno di Filippesi Fil 2,5-11

18 La lettera ai Filippesi
Filippi era situata nella pianura della Macedonia orientale. Fu fondata da Filippo II, padre di Alessandro Magno, negli anni a.C.. Filippi costituisce per la storia del cristianesimo una pietra miliare, perché dentro le sue mura si formò la più antica comunità cristiana d’Europa. Gli Atti degli apostoli hanno efficacemente sottolineato il significato dell’istituzione a Filippi di una comunità, raccontando una visione notturna in cui un macedone si presenta a Paolo, a Troade, e lo supplica: "Imbarcati per la Macedonia e vieni in nostro aiuto" (At 16,9).

19 Chiesa del battesimo di Lidia
Forum di Filippi La via Egnatia Prigione di Paolo

20 La lettera ai Filippesi
Il passaggio dall’Asia all’Europa viene così considerato un’iniziativa di Dio. Con grande probabilità si può ritenere che il vangelo fu annunziato a Filippi nell’anno 50. I Filippesi furono fin dall’inizio fedelmente legati all’apostolo Paolo. Proprio questa lettera conferma l’intesa affettuosa tra la comunità e il suo fondatore. Dopo la prima visita nell’anno 50, Paolo venne ancora due volte a Filippi.

21 La lettera ai Filippesi
La struttura concettuale della lettera è la seguente: dopo un prescritto, nel cui indirizzo vengono compresi quelli che dirigono la comunità (1,1-2), Paolo sviluppa il suo proemio sotto forma di una preghiera traboccante d’affetto per la comunità (1,3-11). La parte centrale dello scritto si divide in due sezioni principali, di cui la prima è dedicata alla situazione dell’apostolo in prigionia (1,12-26) e la seconda ai compiti della comunità (1, ,18).

22 La lettera ai Filippesi
La parte seguente tratta questioni concrete: i progetti futuri, lo stato di salute di Epafrodito, la lite delle donne. Infine, con parole inimitabili, viene un ringraziamento per il dono. Come al solito, saluti e benedizione chiudono la lettera (4,21-23). La lettera fu scritta probabilmente a Efeso.

23 L’Inno di Filippesi Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. 

24 L’Inno di Filippesi Per questo Dio l'ha esaltato
e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.

25 L’Inno di Filippesi Si tratta di un inno, probabilmente la citazione di un canto, forse battesimale, delle Chiese paoline, ritrascritto e ritoccato da Paolo, articolato in strofe, modellato su un movimento spaziale simbolico (verticale-discensionale, prima, e verticale-ascensionale, poi, secondo lo schema dell'«esaltazione» o «glorificazione» del Cristo) che è alla base anche dell'ascensione al cielo descritta da Luca e della crocifissione gloriosa secondo Giovanni.

26 L’Inno di Filippesi L'elemento capitale dell’inno è situato in un contrasto: da un lato, la discesa umiliante del Figlio di Dio quando s'incarna, precipitando fino allo «svuotamento» (kenosis) di tutta la sua gloria divina nella morte di croce, il supplizio dello schiavo, cioè l'ultimo degli uomini, per poter essere, così, vicino e fratello dell'intera umanità;

27 L’Inno di Filippesi Divino Non considerò Umano Spogliò Croce Umiliò

28 L’Inno di Filippesi La tavola proviene dall’ordine festivo dell’iconostasi della chiesa della Dormizione a Volotovo, presso Novgorod. A partire dalla fine del XIV secolo., e soprattutto nel XV sec., nelle raffigurazioni della “Discesa agli inferi” nell’arte bizantina e russa si sottolinea la luce divina che irradia dal Salvatore e trasfigura coloro che languiscono negli inferi.

29 L’Inno di Filippesi L’evento della discesa agli inferi era il tema riassuntivo delle catechesi battesimali; ogni catecumeno si poteva infatti riconoscere in quell’Adamo che Cristo era sceso a trasferire “dalle tenebre alla sua mirabile luce” (1 Pt. 2, 9) Un ‘antica omelia sul Sabato Santo poneva così sulle labbra di Cristo rivolto ad Adamo le parole stesse dell’invocazione battesimale in uso nella Chiesa apostolica:

30 L’Inno di Filippesi “Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! (Ef. 5, 14).

31 L’Inno di Filippesi d'altro lato, ecco l'ascesa trionfale che si compie nella Pasqua quando Cristo si ripresenta nello sfolgorare della sua divinità, nell'«esaltazione» gloriosa che è celebrata da tutto il cosmo e da tutta la storia ormai redenti. Si tratta di una visione grandiosa che presenta morte e risurrezione, umanità e divinità di Gesù Cristo in una forma sintetica e solenne.

32 Gesù Cristo è il Signore
L’Inno di Filippesi Gesù Cristo è il Signore Nome Dato Cieli Per questo Esaltato sulla terra sotto terra Croce

33 Per Cristo, con Cristo e in Cristo L’Inno di Colossesi Col 1,12-20

34 La lettera ai Colossesi
I cristiani di Colossi non furono portati alla fede in Cristo da Paolo. L’apostolo, nella sua attività missionaria in Asia Minore, non arrivò a Colossi. La lieta novella, da lui annunciata nelle città più grandi e nei centri commerciali, si sparse rapidamente. I cristiani delle comunità fondate da Paolo divulgarono il Vangelo portandolo anche all’interno del paese, così che sorsero comunità cristiane non solo a Colossi, ma anche a Laodicea e a Gerapoli (2,1; 4,13.15).

35 Colossi, la collina dell'antica città abbandonata

36 La lettera ai Colossesi
Gli unici dati sulla fondazione e la situazione della chiesa di Colossi si ricavano solo da questa lettera. I destinatari della lettera provenivano dai pagani e avevano accolto il Vangelo comunicato loro da Epafra (1,7-8; 4,12-13). Lo stato della comunità, così come appare dalla lettera, corrisponde in pieno all’immagine di una comunità ubbidiente al Vangelo degli apostoli.

37 La lettera ai Colossesi
La vita e il comportamento della comunità non offrono alcun motivo di biasimo. L’autore mette in guardia i colossesi da una falsa dottrina e dai seduttori che la insegnano. Nella comunità si sono introdotti o stanno introducendosi degli uomini che chiamano la loro dottrina "filosofia" e con questa intendono l’arcana notificazione della profonda essenza divina, la retta conoscenza degli "elementi cosmici" e la via che si deve percorrere per porsi nel giusto rapporto con essi.

38 La lettera ai Colossesi
Gli aderenti a questa filosofia probabilmente supponevano che questa dottrina potesse andare benissimo d’accordo con la fede cristiana, anzi, che proprio per questo accordo la fede avrebbe raggiunto la sua autentica pienezza. Per contrastare questa filosofia la lettera ai colossesi, fin dall’inizio, ripropone la professione di fede affidata alla comunità (1,15-20) e di lì sviluppa il suo messaggio in cui Cristo è proclamato Signore del mondo intero. In lui abita corporalmente tutta la pienezza della divinità (2,9), egli è il capo al di sopra di tutte le potenze e potestà (2,10). Egli è il capo del suo corpo, la chiesa (1,18).

39 L’Inno di Colossesi ringraziando con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce. È lui infatti che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati. Egli è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui.

40 L’Inno di Colossesi Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa; il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose. Perché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli.

41 L’Inno di Colossesi Questo inno, evidentemente noto alla comunità dell’Asia minore, viene preso come punto di partenza dell’argomentazione, per convincere la comunità che Cristo ha il dominio su tutto l’universo Egli è il capo del suo corpo, cioè della Chiesa.

42 Asia minore Bagnata dal mare a nord, ovest e sud e protetta dalle montagne (tra cui spicca il monte Zagros) ad est, da sempre questa terra ha segnato il confine tra mondo orientale ed occidentale. Qui sono fiorite numerose civiltà tra cui indubbiamente è doveroso ricordare quella degli Ittiti; qui sono stati i Persiani e le loro satrapie; qui pose piede Alessandro Magno, apportando la cultura ellenica; qui passavano le carovane di commercianti che collegavano Cina ed India con l'Europa.

43 Asia minore Inno cristologico della Lettera ai Colossesi
Prologo del Vangelo di Giovanni

44 Tenebre / Luce ringraziando con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce. È lui infatti che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe.

45 Invisibile / Visibile Egli è immagine del Dio invisibile
Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.

46 Prima / In principio generato prima di ogni creatura;
Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui. In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio:

47 Per Cristo, con Cristo, in Cristo
poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.

48 Ringraziando con gioia il Padre che ci ha
Egli è prima di tutte le cose e tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce trasferiti nel regno del suo Figlio diletto liberati dal potere delle tenebre che è immagine del Dio invisibile

49 Capo / Chiesa Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa;
A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio:

50 Pienezza / Per mezzo Perché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

51 Primo / Primato il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose. e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.

52 Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa
per ottenere il primato su tutte le cose perché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza il primogenito di coloro che risuscitano dai morti e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose

53 KEFALAION L’Inno di Efesini Ef 1,3-10

54 La lettera agli Efesini
La lettera è diretta alla Chiesa che Paolo aveva fondata ed edificata in quella celebre città (Atti 18,19-21; Atti 19), fra gli anni 54 e 57. La scrisse circa l'anno 62, mentre era in prigione a Roma, e la mandò per mezzo di Tichico amato fratello e fedele ministro (Efesini 6,21). Mentre la ragione di altre lettere di Paolo si rinviene nelle circostanze particolari in cui si trovano le Chiese cui furono dirette, questa epistola è di carattere più generale.

55 La cappella costruita sulla "Casa di Maria

56 La lettera agli Efesini
Il concetto fondamentale della prima parte di questa lettera di Paolo è che Dio prima della creazione del mondo ci ha eletti in Cristo perché fossimo figlioli suoi adottivi; in Esso ci ha dato la redenzione e la remissione dei peccati; giacché in Cristo Egli volle che tutte le cose fossero ricapitolate. I suoi lettori che erano nello stato di morte per il peccato, vivendo conformemente alle massime del mondo perverso, secondo i desideri della carne, sono stati per misericordia di Dio richiamati a nuova vita in Cristo (Ef 2,3-9).

57 La lettera agli Efesini
Così essi sono stati fatti concittadini dei santi e partecipi della promessa che viene estesa ai gentili essendo ormai annullata ogni distinzione tra Giudei e pagani, circoncisi ed incirconcisi. Paolo che ebbe la rivelazione di questo mistero, è stato eletto dispensatore di questo beneficio, e ora perciò è in catene. Egli prega Dio Padre che li corrobori nello Spirito Santo, e così Cristo attraverso la fede sempre più abiti nei cuori di loro, radicati e fondati sulla carità.

58 La lettera agli Efesini
La mira di Paolo in questa sua Epistola è quella di mantenere e conservare per sempre l'armonia della Chiesa di Gesù Cristo, i principi eterni della sua vita, la sua unità di molti membri, il suo combattimento e la sua vittoria, il suo continuo accrescimento e il suo fine glorioso. Quindi, nella parte esortativa che comprende gli ultimi tre capitoli, egli insiste sul dovere di conservare l'unità, e fa dell'unione di Cristo con la Chiesa e della Chiesa con Cristo l'ideale della relazione domestica fra marito e moglie, fra parenti e figli.

59 La Basilica del Concilio di Efeso del 431

60 L’Inno di Efesini Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto;

61 L’Inno di Efesini nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l'ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza, poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra.

62 L’Inno di Efesini Per riflettere su questo terzo, splendido inno cristologico della Lettera agli Efesini, ci poniamo in ascolto di Giovanni Paolo II che all’inno in questione ha dedicato ben due udienze generali, il 18 febbraio ed il 13 ottobre del 2004, ed altre ancora aveva in mente di dedicare, se non fosse passato da questo mondo al Padre.

63

64 Giovanni Paolo II Udienza generale del 13 ottobre 2004
L’Inno di Efesini Giovanni Paolo II Udienza generale del 13 ottobre 2004 “Siamo di fronte al solenne inno di benedizione che apre la Lettera agli Efesini, una pagina di grande densità teologica e spirituale, mirabile espressione della fede e forse della liturgia della Chiesa dei tempi apostolici.

65 L’Inno di Efesini Per ben quattro volte, in tutte le settimane in cui si articola la Liturgia dei Vespri, l’inno è riproposto, perché il fedele possa contemplare e gustare questa grandiosa icona di Cristo, cuore della spiritualità e del culto cristiano, ma anche principio di unità e di senso dell’universo e di tutta la storia. La benedizione sale dall’umanità al Padre che è nei cieli (cfr v. 3), muovendo dall’opera salvifica del Figlio.

66 Cristo Pantocrator – Monte Athos

67 L’Inno di Efesini Essa inizia dall’eterno progetto divino, che Cristo è chiamato a compiere. In questo disegno brilla innanzitutto la nostra elezione ad essere «santi e immacolati» non tanto a livello rituale - come sembrerebbero suggerire questi aggettivi usati nell’Antico Testamento per il culto sacrificale - bensì «nell’amore» (cfr v. 4). Si tratta, quindi, di una santità e di una purezza morale, esistenziale, interiore.

68 L’Inno di Efesini Per noi, tuttavia, il Padre ha in mente un’ulteriore meta: attraverso Cristo ci destina ad accogliere il dono della dignità filiale, divenendo figli nel Figlio e fratelli di Gesù (cfr Rm 8,15.23; 9,4; Gal 4,5). Questo dono della grazia si effonde attraverso «il Figlio diletto», l’Unigenito per eccellenza (cfr vv. 5-6).

69 L’Inno di Efesini Per questa via il Padre opera in noi una radicale trasformazione: una piena liberazione dal male, «la redenzione mediante il sangue» di Cristo, «la remissione dei peccati» attraverso «la ricchezza della sua grazia» (cfr v. 7). L’immolazione di Cristo sulla croce, atto supremo di amore e di solidarietà, effonde su di noi un’onda sovrabbondante di luce, di «sapienza e intelligenza» (cfr v. 8).

70 Cristo Crocifisso - Velasquez

71 L’Inno di Efesini Siamo creature trasfigurate: cancellato il nostro peccato, conosciamo in pienezza il Signore. Ed essendo la conoscenza, nel linguaggio biblico, espressione di amore, essa ci introduce più profondamente nel «mistero» della volontà divina (cfr v. 9).

72 L’Inno di Efesini Un «mistero», ossia un progetto trascendente e perfetto, che ha per contenuto un mirabile piano salvifico: «ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra» (v. 10). Il testo greco suggerisce che Cristo è diventato il kefalaion, ossia è il punto cardine, l’asse centrale verso cui converge e acquista senso tutto l’essere creato.

73 L’Inno di Efesini Lo stesso vocabolo greco rimanda a un altro, caro alle Lettere agli Efesini e ai Colossesi: kefale, «capo», che indica la funzione espletata da Cristo nel corpo della Chiesa. Ora lo sguardo è più ampio e cosmico, pur includendo la dimensione ecclesiale più specifica dell’opera di Cristo (cfr. Col 1,20).

74 Cristo Pantocrator - Cappella Palatina, Palermo

75 L’Inno di Efesini Concludiamo la nostra riflessione con una preghiera di lode e di gratitudine per la redenzione di Cristo operata in noi. Lo facciamo con le parole di un testo conservato in un antico papiro del quarto secolo”. A. Hamman, Preghiere dei primi cristiani, Milano 1955, pp

76 L’Inno di Efesini «Noi ti invochiamo, Signore Iddio. Tu conosci ogni cosa, niente ti sfugge, Maestro di verità. Hai creato l’universo e vegli su ogni essere. Tu guidi sulla strada della verità quelli che erano nelle tenebre e nell’ombra di morte. Tu vuoi salvare tutti gli uomini e far loro conoscere la verità. Tutti insieme ti offriamo lodi e inni di ringraziamento.

77 L’Inno di Efesini Ci hai redenti, con il sangue prezioso e immacolato del tuo unico Figlio, da ogni traviamento e dalla schiavitù. Ci hai liberati dal demonio e ci hai concesso gloria e libertà. Eravamo morti e ci hai fatto rinascere, anima e corpo, nello Spirito. Eravamo sporchi e ci hai resi puri. Ti preghiamo, dunque, Padre delle misericordie e Dio di ogni consolazione: confermaci nella nostra vocazione, nell’adorazione e nella fedeltà.

78 L’Inno di Efesini Fortificaci, o Signore benevolo, con la tua forza. Illumina l’anima nostra con la tua consolazione … Concedici di guardare, di cercare e di contemplare i beni del cielo e non quelli della terra. Così per la forza della tua grazia sarà resa gloria alla potestà onnipotente, santissima e degna di ogni lode, nel Cristo Gesù, il Figlio prediletto, con lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.»


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