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Giustizia, indagini sugli atti criminosi, pene.

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Presentazione sul tema: "Giustizia, indagini sugli atti criminosi, pene."— Transcript della presentazione:

1 Giustizia, indagini sugli atti criminosi, pene.
Testi consultati: Andrea Zorzi Le esecuzioni delle condanne a morte a Firenze nel tardo Medioevo tra repressione penale e cerimoniale pubblico, in “Simbolo e realtà della vita urbana nel tardo Medioevo” (Atti del V convegno storico italo-canadese, Viterbo, maggio 1988), a cura di M. Miglio - G. Lombardi, Manziana (Roma) 1993, pp Andrea Zorzi Rituali di violenza, cerimoniali penali, rappresentazioni della giustizia nelle città italiane centro-settentrionali (secoli XIII-XV), in “Le forme della propaganda politica nel Due e nel Trecento” (Relazioni tenute al convegno internazionale organizzato dal Comitato di studi storici di Trieste, dall'École Française de Rome e dal Dipartimento di storia dell'Università degli studi di Trieste, Trieste, 2-5 marzo 1993), a cura di P. Cammarosano, Roma 1994, pp Andrea Zorzi Rituali e cerimoniali penali nelle città italiane (secc. XIII-XVI), in “Riti e rituali nelle società medievali”, a cura di J. Chiffoleau - L. Martines - A. Paravicini Bagliani, Spoleto 1994, pp

2 Autore : Andrea Zorzi Professore associato Storia medievale Dipartimento di Studi storici e geografici Università degli Studi di Firenze.

3 Documentazioni e fonti
Statuti; Testimoni delle esecuzioni, che annotavano le esecuzioni da esempio agli altri malfattori; - Summa Codicis di Azzone, primi elementi teorici della pena; Alberto da Gandino,Tractatus de maleficiis, esercitò a tempo pieno l’attività di giudice, si deve la prima esposizione ragionata della materia criminale(1300); - M.Foucault, Sorvegliare e punire. Nascita della prigione. Pratiche giudiziarie; Provvisioni Canonizate del 1289, il più antico ordinamento della camera del Comune di Firenze; Annotazioni, tra il XIV-XV sec., della compagnia di S.Maria della Croce al Tempio; - Registrazioni in serie, solo a partire dal XIV secolo.

4 Pena di morte … si estende a un numero crescente di reati.
LINEA TEMPORALE … … - XII XIII - … Pena di morte … si estende a un numero crescente di reati. Massima pena punitiva Accusa … vendetta Inquisizio … pena pubblica Atti criminosi:offesa nelle relazioni personali. Crimini di interesse delle autorità ufficiali.

5 FONTE: Alberto da Gandino “Tractatus de maleficiis”.
Pena capitale: decapitazione; impiccagione; vivicombustione. Altri tipi di pene: taglio della mano; taglio del piede; evulsione di uno o entrambi gli occhi; taglio narici; fustigazione; decalvazione; marchiatura. Attestazione dagli statuti e pratiche giudiziarie: amputazione/traforazione della lingua, labbra, orecchie, genitali. Da sole, combinate tra di loro o precedenti alla pena capitale.

6 REATI E PENE: Eresia Punizione: Rogo. Descrizione: L’accusato veniva trascinato fino al luogo dove veniva attuata la condanna, trasportato da un animale (solitamente un asino) legato ad un amo per la lingua (pratica attestata a Pisa). Successivamente venivano cancellate le tracce lasciate dal condannato, per evitare che il malefico potesse tornare. Veniva bruciato vivo, e le ceneri buttate nell’Arno. Venivano bruciate anche le case, poiché si reputavano contaminate dalle azioni violente del condannato. Esempi: Savonarola. Applicazione ad altre pene: Tale condanna veniva inflitta per quei reati ritenuti ”contro natura”, devianze religiose, devianze sessuali (sodomia), stregoneria, falsa monetazione, incendio doloso.

7 REATI E PENE: Propagginamento (parricidi e assassini).
Punizione: Annegamento. Descrizione: Ripresa della pena romana del “cullues”, per la presenza di un animale dal significato derisorio (asino, ma in precedenza anche scimmie), il condannato veniva recluso in un luogo chiuso. L’acqua, dove si annegava il condannato, aveva una valenza purificatrice. Applicazione ad altre pene: Tale pena veniva applicata anche ai bestem- miatori che, oltre ad un’idea di igiene sociale, infondeva anche una sorta di battesimo che emendava dal peccato.

8 REATI E PENE: Omicidio, crimini contro lo Stato.
Punizione: Decapitazione. Descrizione: Ritenuta la forma più mite d’esecuzione capitale, soprattutto la più nobile per il richiamo cavalleresco all’uso della spada. L’analisi iconografica ha indotto a credere che, nei primi tempi, al condan- nato inginocchiato, il capo venisse tranciato di netto con un gesto secco, un colpo di spada, dal carnefice che gli stava alle spalle. (A Firenze pare invece più documentato l’uso della scure e del ceppo. Nel 1470 viene introdotta la ghigliottina).

9 REATI E PENE: Malfattori abituali (ladri e rapinatori).
Punizione: Impiccagione. Descrizione: Era considerata la morte più degradante, destinata agli indi- vidui di modesta condizione, per l’esposizione alla quale veniva sottoposto il cadavere. Riservata, in età classica, agli schiavi. Notizie ulteriori: Venivano anche applicate inversioni delle pene a seconda della propria estrazione sociale … esempio … Condannato: 1345 scardassiere fiorentino Ciuto Brandini. Reato: Aveva cercato di organizzare le prime forme di associazionismo tra i lavoratori sottoposti all’Arte della lana. Pena prevista: Decapitazione Pena applicata: Impiccagione (per la sua bassa estrazione sociale).

10 RITUALI: Linciaggio Puerizia: I fanciulli d’età compresa tra gli 8 e 14 anni erano ritenuti in un periodo di incapacità giuridica, razionale e fisica. In base a ciò, ogni azione era concessa. Descrizione: I bambini venivano manipolati per deturpare i cadaveri, ritenuti fonte di energie negative (anche motivo per il quale non avevano nessuna assistenza). Tra le pratiche più note di deturpamento abbiamo l’estrapo- lazione del cuore, segni dipinti sul corpo, lapidazioni. Esempi: Cola di Rienzo, Savonarola.

11 REATI E PENE: Tradimento e congiure, falso e bancarotta.
Punizione: Pittura infamante. Descrizione: Nella seconda metà del XII sec si diffuse l’uso di tracciare in luoghi esposti, per lo più sulle pareti dei palazzi civili, dipinti che degradassero la dignità di tali reati. Nel secolo successivo, l’iconografia divenne più stabile come ad esempio l’immagine dell’impiccato a testa in giù che assunse il ruolo di tipica figura infamante.

12 REATI E PENE: Pena di morte.
Scopi… Colpire con determinazione e ferocia i rivoltosi, traditori, avversari politici, cioè coloro che attentavano alla convivenza civile ed alla quiete pubblica. 2) Vittime erano soprattutto i malfattori abituali o per necessità (forestieri, vagabondi, contadini sradicati) e larghe fasce della popolazione urbana meno tutelate politicamente e dedite ai mestieri per sopravvivenza: tintori, riveditori, gualchierai, pettinatori, purgatori, valigiai, calzolai, coltellinai, berrettai, calderai, beccamorti, cavallari, vuotapozzi… Quasi del tutto assenti ceti artigiani, del commercio e delle professioni.

13 CERIMONIALE PENALE SIMBOLI: Armi e stemmi dei rettori giusdicenti che ornavano il palazzo, sede della loro residenza, e le coperte dei volumi dei loro atti. Insegne, raffigurazioni araldiche di animali, uso segnalare e distinguere le corti dei vari tribunali. Affreschi e allegorie della giustizia (giudice molto spesso raffigurato con scettro e bilancia nelle mani), che ornavano le sale dei palazzi giudiziari. Cicli dei giudizi universali che ornavano le chiese cittadine.

14 CERIMONIALE PENALE VESTIARIO: Colori vivaci delle divise e copricapi dei giusdicenti e degli operatori di giustizia (scarlatto distingueva la veste del podestà, cappello di lana bian- ca stemmato di gigli rossi che contrassegnava i nunzi del Comune). Corredo di oggetti ed attrezzi: frusta per le fustigazioni, mitre dove veni- vano scritti i nomi dei puniti portate in giro per la città spesso su di un mulo, ed alla fine venivano appese nelle aule dei tribunali, gogne per co- loro che non pagavano le pene pecuniarie, vasca nelle piazze dove veni- vano immersi i giocatori d’azzardo.

15 CERIMONIALE PENALE SUONI: - Rintocchi delle campane dei diversi palazzi pubblici che segnavano l’apertura e chiusura delle udienze, l’imminenza di una condanna o il coprifuoco notturno, o servivano per comunicare con le chiese adiacenti per ricordare gli appuntamenti liturgici e devozionali. Suoni delle trombe dei banditori che gridavano i bandi nelle piazze e ai canti della città o che richiamavano l’attenzione per la lettura delle sentenze. La lettura veniva fatta pubblicamente ad alta voce e in volgare dal notaio collaboratore del giusdicente, in genere nella sala del palazzo di giustizia, ma talora anche all’aperto sulla balaustra prospicente il cortile. La lettura veniva poi ripetuta dall’araldo dinnanzi alla casa del condannato o, in caso di forestieri, dinnanzi al palazzo del podestà.

16 -Drammaturgia cittadina e pubbliche esecuzioni giudiziarie
CERIMONIALE PENALE LINGUAGGIO DEL CORPO: -Drammaturgia cittadina e pubbliche esecuzioni giudiziarie Rappresentazione della giustizia ufficiale Passione laica … si divide in … Strazio del corpo (manifestazione dell’autorità), -Conforto dell’anima(opere di mise- ricordia XIV). Esecuzioni capitali: a) Formalizzazione cerimoniale di espressioni rituali; b) Manifestazioni liturgiche delle istituzioni giudiziarie. … ricomposizione dell’ordine

17 CERIMONIALE PENALE PROBLEMA DI CONTROLLO SOCIALE: - Ordine pubblico perennemente incerto nei suoi esiti. - Attenzione vigile al clima politico urbano: cerimoniale semplificato, accorciato o represso. - La partecipazione emotiva suscitava vere e proprie sommosse.

18 LUOGHI E PERCORSI La giustizia, le sue istituzioni, i suoi protagonisti disegnavano una mappa topografica degli spazi e dei luoghi entro i quali si faceva tangibile l’im- magine della sua quotidiana amministrazione e si svolgevano i suoi riti: Sedi dei tribunali, luoghi delle pene, spazi vigilati e quelli inviolabili (luoghi pubblici), luoghi di detenzione. Poli estremi del cerimoniale penale: Palazzi di giustizia, vie e piazze percorse dal corteo che accompagnavano il condannato, luoghi di esecuzione della condanna.

19 LUOGHI E PERCORSI 1) Un unico specifico luogo deputato alle esecuzioni, quasi sempre fuori dalle mura cittadine (oltre il confine tra l’ordine e il caos). Impurità del corpo Volontà di espulsione del reo dal corpo cittadino. 2) Numerose sono le attestazioni di sentenze capitali eseguite all’interno delle mura: esecuzione esemplare, rapida e di forte risonanza per ribadire l’autorità del potere ufficiale (strade, piazze, luogo del crimine).

20 LUOGHI E PERCORSI Percorso: Il percorso variava in funzione dello status del condannato e la qualità del reato, per la carica simbolica dei diversi luoghi attraversati. Tipi di percorso: - Uno breve, diretto, coperto dal corteo nei casi di ese- cuzione di minore rilevanza e notorietà del condannato, ma anche quando si temevano tumulti. - Uno più lungo che toccava i luoghi significativi della gerarchia urbana o altri siti la cui simbolicità era con- nessa al delitto o al condannato. Modalità: Uso di portare il condannato su un carro dove veniva seviziato e mostrato per tutta la città per rafforzare la simbolicità della pena.

21 PERSONAGGI: Condannato.
Il condannato a morte era privo di qualsiasi assistenza materiale e spirituale (rifiutato il viatico e la confessione). Fasi: irrogazione della sentenza e momento dell’esecuzione. Se si dava immediatamente corso alla condanna al termine della lettura della sentenza, l’esecuzione era imminente, in caso contrario, potevano trascorrere al massimo tre giorni. La processione accompagnava il condannato al luogo dell’esecuzione come manifestazione autoritaria incentrata sul supplizio corporale. Il corpo del condannato subiva una serie di violenze a vari livelli: esposizione pubblica durante il corteo cerimoniale, torture annesse alla pena capitale, diverse tipologie della pena, scempio del cadavere. Il condannato veniva avviato a piedi solo, scalzo, con una gonna in dosso, con il capo chino. Se veniva portato sul carro era nudo legato ad un palo. Carro: funzione ostentatoria ed esemplare che si voleva infondere alla punizione dei casi di maggiore rilievo politico o sociale, su di esso poteva trovare posto più di un condannato.

22 PERSONAGGI: Condannato.
Se alla pena erano associati altri tormenti preliminari, accanto al giustiziato saliva anche il carnefice con i suoi strumenti di tortura. Nelle soste del corteo si procedeva anche ad amputazioni.

23 PERSONAGGI: Condannato.
Giustiziati stranieri: non toccavano soltanto i modi di esecuzione più infamanti o la scelta di orari che favorivano la partecipazione popolare, ma anche un altro tratta- mento dai risvolti infamanti quali la manipolazione del cadavere per scopi anatomici

24 PERSONAGGI: Scorta giudiziaria.
Componenti: Cavaliere: Appartenente alla famiglia di collaboratori del rettore giudizia- rio che aveva emanato la sentenza, al quale spettava la responsabilità della direzione e dell’esilio della cerimonia. - Pattuglia di berrovieri armati ( in genere una dozzina ). Schiera di nunzi comunali: Uno dei quali munito di tromba ed incaricato di rileggere ad alta voce e pubblicamente la sentenza di morte sul luogo d’esecuzione. Un notaio: Sempre della famiglia del rettore, incaricato di redigere il “publicum instrumentum” che attestava la “plenam fidem” dell’adempimento dell’esecuzione.

25 SVOLGIMENTO SENTENZA - Il rettore ed i suoi giudici collaterali, ai quali l’imputato era comparso soltanto durante l’interrogatorio, formulavano il proprio giudizio in sua assenza, nel segreto delle proprie stanze e disponevano la redazione formale della sentenza in latino per mano del notaio al maleficio. - Tramite il maleficio l’azione proseguiva nel cortile del palazzo con la tra- duzione in volgare e la pubblica lettura della condanna. - Il condannato si trovava in basso tra il popolo, in attesa di ascoltare la sentenza, ed il rumore era così forte che non riusciva a sentire. - Il cavaliere prendeva il condannato avviandolo al corteo cittadino. - Giunto al luogo della condanna, gli operatori di giustizia si limitavano a mantenere l’ordine nelle fasi terminali della cerimonia gestite da: Autorità giudiziaria: decideva la morte, la irrogava ma non la somministrava materialmente, b) Il carnefice.


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