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I RISCHI PER LA SALUTE IN EDILIZIA

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Presentazione sul tema: "I RISCHI PER LA SALUTE IN EDILIZIA"— Transcript della presentazione:

1 I RISCHI PER LA SALUTE IN EDILIZIA
Seminario VALUTAZIONE DEI RISCHI E SORVEGLIANZA SANITARIA IN EDILIZIA Auditorium Centro Sanitario di Capannori novembre 2015 Dott. Maria Grazia Roselli S.C. Medicina del Lavore Az. USL 2 - Lucca

2 L’edilizia è un settore nel quale le condizioni di lavoro sono influenzate da variabili poco controllabili: tipologie di lavoro e tecniche costruttive numerose e molto diverse fra loro provvisorietà logistica dei cantieri necessità di lavorare all'aperto in condizioni atmosferiche variabili tipologia dei terreni natura chimica e modalità di utilizzo dei materiali dimensioni del cantiere, del manufatto complessità dell'opera… IL CANTIERE E’ UN AMBIENTE IN CONTINUA EVOLUZIONE

3 ma anche … imprese di piccole dimensioni
più imprese contemporaneamente lavori in subappalto, per conto terzi, a cottimo utilizzo promiscuo di strumenti, impianti, opere provvisionali maestranze in continuo movimento in cantiere elevato numero di ore lavorate (lavoro irregolare)…

4 COSA SI PUO’ FARE? Fare prevenzione in edilizia è difficile anche per il rischio infortunistico … … figuriamoci per un rischio meno immediato come quello di malattia da lavoro … allora, è una causa persa?

5 ?

6 COSA SI PUO’ FARE? Come sempre, LA CONOSCENZA DEI RISCHI
UNA BUONA VALUTAZIONE LE MISURE DI PREVENZIONE LA FORMAZIONE … sono un ottimo aiuto, specie se adattate al contesto NB: su questi argomenti è indispensabile la collaborazione del Medico Competente

7 Allegati 3B 2015 (dati 2014) TOTALE LAVORATORI VISITATI 813 (nel portale INAIL) N. di lavoratori esposti ai diversi rischi

8 ALCUNI RISCHI PER LA SALUTE
Rumore, scuotimenti e vibrazioni Polveri, fibre, agenti chimici Ergonomico Movimenti ripetitivi Movimentazione manuale di carichi Posture Ultravioletti e clima … … ma anche stili di vita ! organizzazione del lavoro Rischio biologico (obbligo della vaccinazione antitetanica)

9 Rumore Evitare esposizioni inutili Scegliere attrezzatura meno rumorosa Scegliere DPI adeguati… anche dal punto di vista ergonomico … ma soprattutto utilizzarli !

10 Vibrazioni

11 Vibrazioni

12 Vibrazioni L'utilizzo dei guanti anti-vibranti non deve essere l'unico sistema per la riduzione delle vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio. Preliminarmente è obbligatorio adottare altre misure come: macchine con minori vibrazioni, adeguate manutenzioni organizzazione del lavoro e relative pause (in base alla valutazione del rischio!)

13 Polveri Progettare il lavoro in modo da limitare l’esposizione a polveri Sistemi di aspirazione o di ventilazione Allontanamento dalle lavorazioni polverose Inumidimento del materiale (es. bagnatura piste di cantiere) Ordine e pulizia del cantiere DPI : Mascherine antipolvere o protezioni superiori quando necessarie (ad es. maschere facciale, scafandri per la sabbiatura) …Valutare con il Medico competente il grado e tipo di protezione necessari

14 Polveri … attenzione alla silice !

15 Polveri (limite silice libera cristallina 0,025 mg/mc)

16 Polveri … attenzione alla silice !
Contenuta in elevate concentrazioni (70-90%) nei “marmi tecnici”, agglomerati a base di quarzo

17 Polveri

18 Polveri

19 Gas, fumi, vapori Talvolta per limitare l’esposizione è necessario progettare il lavoro per evitare: Esposizioni indebite Interferenze con altre lavorazioni Attenzione alle ristrutturazioni su materiali antichi di cui non si conosce la composizione! ATTENZIONE: le mascherine utilizzate per le polveri, non evitano l’esposizione a gas, fumi e vapori, che richiedono maschede facciali con filtri adeguati all’inquinante

20 Gas, fumi vapori

21 Gas, fumi, vapori

22 Agenti chimici Consultare il Medico Competente perché …
Alcuni agenti chimici, specie se a base di solventi, si assorbono anche attraverso la cute … evitare per quanto possibile la manipolazione ed individuare guanti adatti ! Valutare attentamente l’eventuale presenza di cancerogeni

23 Rischio ergonomico osteoarticolare
Movimenti ripetitivi arti superiori Movimentazione manuale di carichi Posture

24 Movimenti ripetitivi arto superiore
PRINCIPALI CAUSE DI NOCIVITA’: RIPETIZIONE AD ELEVATA FREQUENZA CON UTILIZZO DI FORZA di determinati gesti lavorativi MANTENIMENTO PROLUNGATO DI POSTURE INCONGRUE da parte dei segmenti osteo-muscolo-tendinei degli arti superiori PAUSE INSUFFICIENTI per numero e durata

25

26 Movimenti ripetitivi arto superiore
PATOLOGIA più frequente Tendinopatia della cuffia dei rotatori (o periartrite scapolo omerale) Epicondilite ed epitrocleite del gomito Tendiniti dei muscoli flessori ed estensori della mano Sindrome del tunnel carpale

27 Movimenti ripetitivi arto superiore

28 Movimenti ripetitivi arto superiore

29 Movimenti ripetitivi arto superiore
Il rischio si può valutare La Check list OCRA che abbiamo calcolato sui ferraioli è risultato in fascia rosso medio (mano sin) e viola (mano dx), in assenza di misure preventive CHECK LIST OCRA FASCE RISCHIO FINO A 7,5 2,2 FASCIA VERDE RISCHIO ACCETTABILE 7,6 – 11 2,3 – 3,5 FASCIA GIALLO BORDERLINE O RISCHIO MOLTO LIEVE 11, 14,1 – 22,5 3,6 - 4,5 4,6 – 9 FASCIA ROSSO LEGGERO FASCIA ROSSO MEDIO RISCHIO LIEVE RISCHIO MEDIO > 22,6 > 9,1 FASCIA VIOLA RISCHIO ELEVATO

30 Movimenti ripetitivi arto superiore
SOLUZIONI, alcuni esempi Attrezzature con impugnature ergonomiche Alternare le diverse attività gravose per l’arto superiore in modo da non sollecitare troppo a lungo gli stessi gruppi muscolari Programmare adeguate pause di riposo (frazionate, di almeno 8 minuti) Trasferimento alla forma automatica, dove possibile, di fasi lavorative a rischio Per l’intonacatura e la lisciatura di grandi superfici usare attrezzi che evitano di compiere movimenti ripetitivi con le braccia Adeguata formazione e informazione Un medico competente attento e attivo nel controllo sanitario dei lavoratori (intervenire nelle prime fasi quando il danno è reversibile!)

31 Movimentazione manuale dei carichi
Le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico di peso superiore a 3 Kg che comprendono le azioni del SOLLEVARE, DEPORRE, SPINGERE, TIRARE, PORTARE, SPOSTARE un carico Si intende, quindi, trasferimento di pesi con impiego di forza muscolare

32 - VALORI DI RIFERIMENTO – norma ISO 11228 - 1
POPOLAZIONE LAVORATIVA MASSA DI RIFERIMENTO KG MASCHI 18 – 45 anni 25 FEMMINE 18 – 45 anni 15 MASCHI GIOVANI (fino a 18 anni) e ANZIANI (oltre 45 anni) 20 FEMMINE GIOVANI (fino a 18 anni) e ANZIANE (oltre 45 anni) 15 I LIMITI DI PESO SONO PROTETTIVI PER IL 90% DEI LAVORATORI … ma i valori si riferiscono ovviamente a persone in buona salute ed utilizzando corrette tecniche di movimentazione

33 CRITERI PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
●TROPPO PESANTE CARATTERISTICHE DEL CARICO ●INGOMBRANTE O DIFFICILE DA AFFERRARE ●MANEGGIATO A DISTANZA DAL TRONCO – CON TORSIONI/ INCLINAZIONE DEL TRONCO O CON IL CORPO IN POSIZIONE INSTABILE ●IL PAVIMENTO O IL PIANO DI LAVORO IMPLICA LA MANIPOLAZIONE DEL CARICO A LIVELLI DIVERSI CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE DI LAVORO ●IL PUNTO DI APPOGGIO E’ INSTABILE ●SFORZI FISICI TROPPO INTENSI O PROLUNGATI ESIGENZE CONNESSE ALL’ATTIVITA’ ●DISTANZE TROPPO GRANDI DI SOLLEVAMENTO, DI ABBASSAMENTO O DI TRASPORTO

34 ENTITA’ DEL CARICO SOLLEVATO
ELEMENTI SFAVOREVOLI Ulteriori elementi di rischio nel sollevamento manuale di un carico sono: ENTITA’ DEL CARICO SOLLEVATO FLESSIONE DEL RACHIDE DISTANZA DEL CARICO DAL CORPO TORSIONI DEL BUSTO CONDIZIONI DI SCARSO EQUILIBRIO FREQUENZA DEI MOVIMENTI

35 VALUTAZIONE DEL RISCHIO Altezza da terra delle mani all’inizio del sollevamento Distanza verticale di spostamento del peso fra inizio e fine del sollevamento Distanza orizzontale tra le mani e il punto di mezzo delle caviglie – distanza del peso dal corpo Dislocazione angolare del peso (in gradi)

36 MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
FORZE COMPRESSIVE SUL DISCO INTERVERTEBRALE INDICE DI RISCHIO R CARICO LOMBARE Kg ≥ 1 0,85 - 1 ≤ 0,85

37 Movimentazione manuale dei carichi

38 RACHIDE Il rachide è la struttura portante del nostro corpo E’ formato da ossa (vertebre), dischi intervertebrali, legamenti e muscoli Ospita al suo interno una importante struttura nervosa (MIDOLLO SPINALE) da cui originano i nervi che raggiungono i diversi organi del corpo, tra cui le braccia e le gambe

39 La colonna vertebrale vista di lato presenta 3 curvature: LORDOSI CERVICALE, CIFOSI DORSALE, LORDOSI LOMBARE LE CURVE ALTERNATE PERMETTONO L’ELASTICITÀ E LA FORZA/STABILITÀ DELLA COLONNA PERCHE’ SI OPPONGONO ALLE PRESSIONI CHE GRAVANO SU DI ESSA La resistenza al carico è strettamente correlata al numero di curve presenti ed è massima in presenza delle 3 curve fisiologiche LA COLONNA VERTEBRALE HA FUNZIONE DI SOSTEGNO NEL MANTENERE LE POSIZIONI DEL CORPO E NEL MOVIMENTO

40 Il disco intervertebrale ammortizza ed assorbe i carichi sovrastanti
L’unità funzionale è costituita da due vertebre sovrapposte e da un disco intervertebrale Le vertebre servono da sostegno e sono unite da piccole articolazioni posteriori che guidano il movimento legamento Il disco intervertebrale ammortizza ed assorbe i carichi sovrastanti I legamenti mantengono uniti dischi e vertebre I muscoli, comandati dai nervi, servono a mantenere la posizione e a compiere i movimenti vertebra Disco intervertebrale

41 DISCO INTERVERTEBRALE
Il disco intervertebrale è una struttura fibrocartilaginea flessibile interposta fra due vertebre contigue NUCLEO POLPOSO: La parte centrale del disco, ha una forma sferica e contiene una sostanza gelatinosa, composta per circa l'88% da acqua (negli anziani tale percentuale scende al di sotto del 70%) HA LO SCOPO DI RISPONDERE ALLE SOLLECITAZIONI DELLE FORZE CHE AGISCONO SULLA COLONNA E DI DISTRIBUIRLE IN MODO UNIFORME ALL’ANELLO FIBROSO ANELLO FIBROSO: circonda il nucleo polposo è formato da una serie di fasci fibrosi concentrici. La loro particolare disposizione impedisce che le forze gravanti sulla colonna causino la fuoriuscita del nucleo HA LO SCOPO DI CONTENERE E PROTEGGERE IL NUCLEO CENTRALE E CONFERISCE AL DISCO GRANDE RESISTENZA ALLA COMPRESSIONE.

42 Carico sul disco intervertebrale nelle diverse posture
Kg 10 45° 20°

43 Quando si sollevano 20 Kg a schiena flessa e ginocchi dritti, i dischi intervertebrali subiscono una compressione di circa 300 Kg Quando si sollevano 20 Kg a schiena flessa e ginocchi dritti e si è costretti a mantenere il carico distante dal corpo i dischi intervertebrali subiscono una compressione anche superiore a 650 Kg, limite pericoloso da non superare MAI

44 Carico sul disco intervertebrale lombare (L5) nella inclinazione in avanti senza carico e con carico di 30 Kg

45 Pressioni sulle vertebre lombari in varie posizioni e situazioni di carico

46 Movimentazione manuale dei carichi
LA PREVENZIONE : Utilizzo di semplici ausili (sollevatori, pedane, ecc.) che rendano meno pesanti i carichi e meno scorretta la postura evitando piegamenti e altri movimenti a rischio Riprogettazione del lavoro che elimini o corregga le fasi di movimentazione a maggior rischio anche utilizzando facili soluzioni tecniche Pause di lavoro o alternanza fra mansioni Formazione dei lavoratori e “scuola della schiena” Un medico competente attento e attivo nel controllo sanitario dei lavoratori

47 Ausili per la movimentazione manuale carichi

48 Ausili per la movimentazione manuale carichi

49 SI Per il sollevamento piegarsi sui ginocchi tenendo un piede più avanti dell’altro,tenere il peso vicino al corpo, alzarsi senza strappi SI Durante il trasporto tenere il peso vicino al corpo senza inarcare all’indietro la schiena SI Effettuare sollevamenti e spostamenti in 2 operatori

50 QUANDO SI USA IL MARTELLO PNEUMATICO È BENE NON STARE SEMPRE A SCHIENA FLESSA MA QUALCHE VOLTA PIEGARE ANCHE I GINOCCHI

51 LE POSTURE ! Si definisce tollerabile la postura quando:
Non induce sensazione di disagio, fatica o dolore a breve termine Non causa patologia morfo-funzionale dell’apparato locomotore a lungo termine

52 Le posture

53 Le posture

54 Le posture

55 Le posture

56 Le posture

57 Le posture

58 Le posture

59 Le posture

60 Le posture

61 Le posture Alcuni suggerimenti
Cercare di limitare il lavoro con le braccia al di sopra delle spalle innalzando il piano di calpestio Utilizzare ginocchiere quando è necessario lavorare a lungo sulle ginocchia …anche un banale panchetto può essere un ausilio utile per alcune operazioni Non perggiorare il carico sul collo usando l’elmetto anche quando non è necessario, specie se bisogna lavorare guardando in alto Scegiere l’elmetto ergonomicamente più adatto (peso, areazione, visiera, …) Prevedere l’alternanza di mansioni e le pause quando le posture sono più gravose Un medico competente attento e attivo nel controllo sanitario dei lavoratori

62 Le ginocchiere

63 Ultravioletti e clima

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65 L’occhio e la pelle sono i due bersagli critici nell’ esposizione a radiazione ultravioletta
Effetti a breve termine o da esposizione acuta Effetti a lungo termine o da esposizione cronica

66 I PRINCIPALI ELEMNTI PER UN APPROPRIATA PREVENZIONE

67 Consigli per l’estate Limitare se possibile l’esposizione ad UV nelle ore 12-15 Indumenti protettivi (stoffe a trama fitta, copricapi a falde larghe, ecc.) bilanciando le esigenze di fotoprotezione con quella di confort microclimatico Eventualmente creme protettive, con la supervisione del Medico Competente Occhiali da sole conformi alla norma tecnica armonizzata UNI EN 1836 Facile accesso all’acqua (almeno 2 litri di acqua a persona), garantendo l’igienicità dei contenitori

68 GRAZIE PER L’ATTENZIONE


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