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LA COMUNICAZIONE.

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Presentazione sul tema: "LA COMUNICAZIONE."— Transcript della presentazione:

1 LA COMUNICAZIONE

2 Il ruolo della comunicazione nella vita sociale
La comunicazione = attività umana fondamentale Vita sociale insieme di attività comunicative Gradi di complessità delle forme comunicative Dalla comunicazione face to face interazioni comunicative complesse (comunicazione organizzate/istituzionali) Ma …..

3 Le condizioni necessarie perché la comunicazione abbia successo
Il rischio L’insuccesso della comunicazione (fraintendimento) Modalità comunicative differenti Comunicazione interculturale

4 La comunicazione e le sue accezioni
Comunicare 1) Trasmissione di un messaggio: apporta conoscenze nuove comunicazione = informazione/ notizia/ annuncio Terminologia del processo comunicativo (emittente, ricevente, codice, canale messaggio) 2) Elaborare, condivisione di significati Comunicazione = attività interpretativa Quadro, film, gesti Terminologia: significato, comprensione interpretazione, cornice interpretativa (frame)

5 La comunicazione e le sue accezioni
3) Costruire, mantenere, modificare relazioni Ti voglio bene Mi hai stancato! Coinvolgimento/rifiuto di coinvolgimento in una relazione Prendere accordi: “facciamo così” Processi che entrano in atto A)Presentazione del sé nella relazione comunicativa B) Definizione della relazione in atto tra Ego e Alter (simmetrica/asimmetrica superiorità inferiorità solidarietà/ ostilità prossimità/estraneità) Terminologia: cooperazione, consenso, coinvolgimento, comunità (Carey: comunicazione rituale o espressiva)

6 La sociologia della comunicazione: una prospettiva di studio

7 La sociologia della comunicazione
Oggetto di studio: la relazione comunicativa (problematicità e rischi) Da quante prospettive si può studiare la comunicazione?

8 La sociologia della comunicazione e le altre discipline
Relazione comunicativa Dimensione comunicativa delle relazioni umane Struttura Funzioni Forme (variabilità dei contesti) Prospettiva interdisciplinare e cornice teorica di riferimento

9 Studiare la comunicazione in prospettiva sociologica
Comunicazione = relazione tra due soggetti Condizionamenti dei soggetti (pensieri, scopi, aspettative di ego e alter) Condizionamenti derivanti da inter-azione, negoziazione (Al di là dei due soggetti ) Elementi strutturali Ridefinizione della relazione in base all’intenzionalità dei soggetti Differenti orientamenti teorici Cambio di prospettiva Prospettiva microsociologica Prospettiva macrosociologica:

10 Prospettive a confronto
Prospettiva macrosociologica Prospettiva microsociologica attenzione alla struttura e al sistema della comunicazione Attenzione ad aspetti strutturali, istituzionali, culturali della società Incidenza su interazione comunicative attenzione all’azione comunicativa analisi interazione soggetti agenti (Ego - Alter) Rapporto tra individui Rapporto individui/società:

11 Studiare la comunicazione in prospettiva sociologica
Studiare la comunicazione a diversi livelli Interazione face to face Interazione mediata dalle tecnologie Interazione dei gruppi e delle organizzazioni (interne esterne) forme culturali che incorporano significati (Testi e prodotti culturali, libri, spot, film, notizie) Reti di comunicazione e sistemi istituzionalizzati: struttura e funzioni (web, mass media) rapporti con altri sistemi: economia e politica

12 Il concetto di comunicazione

13 Il concetto di comunicazione
L’etimologia: Communis agere, Cum moenia Dimensione dell’agire finalizzata alla condivisione Apertura del mondo interiore verso l’esterno e trasmissione di significati E’ impossibile NON comunicare Qualsiasi segnale (intenzionale non intenzionale) è comunicazione Gli effetti di parole e silenzi sugli altri reazione comunicativa Cosa comunica il non comunicare? I ASSIOMA DELLA COMUNICAZIONE (Watzlawick) “Non si può non comunicare” Possibilità di contatto = potenziale di comunicazione/trasmissione di significati

14 I fondamenti del processo comunicativo
Trasmissione significati = sistemi di simboli e segni condivisi Linguaggio (lingua e prossemica: gesti, distanze, comportamenti) La ricezione del messaggio Ego e Alter Quadro di riferimento comune (attribuzione di medesimi significati) Come avviene l’acquisizione della competenza comunicativa? Processo di socializzazione: interazione soggetto/ambiente (modelli di comportamento, norme,valori, prassi comunicative modulabili coi contesti) Condivisione di modelli tra Ego e Alter = ricezione

15 Il concetto di comunicazione in ambito sociologico
Condivisione Bisogno antropologico della relazione comunicativa (ambiguità e instabilità) Bisogno di socialità vs Protezione, mantenersi fuori dal sociale, quanto proteggere della personalità (sfera dell’intimità) Per studiare la comunicazione Contestualizzazione dell’atto comunicativo Cornici dell’interazione Lo spazio. Fisico (geometrico), sociale (interazione) e simbolico (bar)

16 L’importanza dei contesti nell’analisi comunicativa
La comunicazione come rappresentazione delle trasformazioni sociali Espressione del rapporto tra individuo e ambiente (modelli della comunicazione, tecnologie disponibili, condizionamenti/valori culturali ex. Biglietto da visita in Giappone) La comunicazione nei contesti globali e le sue contraddizioni Strumento di potere Diritto mal distribuito Comunicazione = espressione di mutamenti sociali e culturali Società – comunicazione – cultura Contesto Luogo in cui avviene la relazione comunicativa Fonte di condizionamento Interesse della sociologia: leggere il sociale attraverso la comunicazione Dal processo di trasmissione ai condizionamenti delle forme del comunicare

17 La comunicazione come processo
Prospettiva sociologica società Dall’atto comunicativo al processo cultura Per leggerla nei contesti che danno significato (aule, bar, parchi) La relazione società- comunicazione- cultura La società si produce nella comunicazione e riproduce cultura Processi comunicativi = relazioni sociali per scambio di simboli e significati (background culturale) Processo sociale Comunicazione Processo culturale

18 La comunicazione come processo sociale
Comunicazione = fondamento Legame sociale e aggregazione sociale L’io sociale tendenza a rapportarsi all’ambiente bisogno di scambio/ incontro con Alter Vs bisogno di controllo La metafora dei ponti e porte (Simmel) Socialità e socievolezza Tendenza alla socievolezza: entriamo in relazione in maniera parziale Socievolezza: lo stare insieme fine a se stesso No contenuti impegnati Soglia oggettiva/soggettiva No ruoli sociali Socialità: I ruoli sociali Aspettative Funzionalità della relazione

19 La comunicazione come processo sociale
Strumento di organizzazione della vita collettiva Comunicazione nei gruppi Organizzazione interna Visibilità esterna (divisione di ruoli, compiti, strategie) Quando la comunicazione non è circolare Strumento di potere Oligopolio Ex. Comunicazione di massa: dalla partecipazione democratica al consenso al potere politico, economico e sociale

20 La comunicazione come processo culturale
Scambio di significati Condivisione di codici e simboli Il fattore culturale nella comunicazione veicolo di valori, modelli di comportamento uso di canali/tecnologie (evoluzione culturale) Uso di linguaggi, simboli e segni Uso di norme e modelli (acculturazione) A livello mass mediale Simboli e significati veicolati Strategie comunicative Scelte editoriali Frutto di media logic: La comunicazione = cultura in movimento (tramandare patrimonio)

21 Le grandezze costitutive della comunicazione

22 Le grandezze costitutive di ogni situazione comunicativa
Spazio-Tempo-Fattore umano Spazio/Tempo: elementi definitori dei contesti comunicativi Reciprocità: comunicazione - variabili S/T Modalità comunicative definiscono lo scenario della situazione comunicativa (chat, ospedali) I contesti condizionano le forme e i modi della comunicazione (aula, ufficio, bar) Le cornici S/T definiscono il corso e il significato della comunicazione Fattore umano: attribuzione di significato, aspettative, condizionamenti culturali

23 Le grandezze costitutive di situazioni comunicative complesse
Comunicazione mass mediale Analisi dei contesti Emittente ambivalente (Industria/Istituzione) -diffusione di conoscenze/ informazioni -raggiungimento di profitto Fattore umano: universo ricevente/audience camaleontica (motivazioni, gusti, intenzioni, interessi) Tempo e spazio nelle comunicazioni di massa Tempo accorciato, dimensione del presente, attualità Spazio ampliato: visione di realtà planetarie, spazio mediatico esteso/ arena pubblica

24 La comunicazione tra condivisione e condizionamenti strutturali
Comunicazione = esperienza di condivisione Esperienza del Noi (fondo comune a cui attingere) La comunicazione ricrea la condizione del “reciproco sintonizzarsi” (Schutz) Dimensione comunitaria VS Il controllo della comunicazione a livello istituzionale Il peso dei ruoli (public speaking) I media creano esperienze conoscitive Esperienza del mondo a livello planetario “Ciò che noi sappiamo della nostra società e del mondo lo sappiamo tramite i media” (Luhmann) costruzione di visione del mondo Ridefinizione della realtà in base alle logiche mediali No visioni apocalittiche: manipolazione vs ancoraggio alla realtà I media devono attingere dalla realtà perché parlano della realtà

25 Comunicazione e media

26 Comunicazione e media Pross
Comunicazione diretta: contatti personali, immediati, (parola, gesti espressioni) Comunicazione indiretta: dispositivi di trasmissione, tecniche secondarie (scrittura, simboli grafici, audiovisivi) Thompson Mezzi di comunicazione di massa nuovi tipi di interazione/ forme di relazione sociale 1) interazione face to face 2) interazione mediata 3) quasi interazione mediata

27 I tre modelli di interazione di Thompson
1) interazione face to face Condivisione S/T Dialogicità Unico destinatario 2) interazione mediata No condivisione S/T 3) Quasi interazione mediata Dialogicità vs Unidirezionalità Molteplicità di destinatari Mass media coesistenza con altri 3 tipi di interazione (guardo tv, telefono, saluto)

28 Gli equivoci della comunicazione di massa
Comunicazione di massa inadeguata a rappresentare il fenomeno Comunicazione e massa Comunicazione vs comunicazione mass mediale Scambio significati Dialogicità/circolarità Parità di ruoli E/R Comunicazione di massa = trasmissione di contenuti/ informazioni Comunicazione = condivisione

29 Il termine “comunicazione di massa”
Comunicazione di massa – mass media XX Secolo Contesto Sviluppo = industrializzazione Urbanizzazione Nascita della democrazia di massa Mass media Tv - stampa - radio + Libri versione economica, cinema, teatro critiche sull’estensione del concetto

30 Caratteristiche costitutive mass media
Simultaneità Distanza Vastità del pubblico

31 1) La distanza 1) Distanza Fonte – ricevente Potere
Fonte = segretezza, inaccessibilità, autorevolezza Messaggio impersonale = distacco o mancata fruizione

32 2) simultaneità No libri/dischi = no fruizione simultanea
Cinema/teatro = condizione psicologica fruizione personale del contenuto Tv non rapisce completamente: interazione vita quotidiana Potere: più persone raggiunte nello stesso momento Distanza pubblico – fonte Distanza tra i riceventi 1) impossibilità di organizzare una risposta: perplessità sull’offerta mediale 2) controllo del tempo dalla fonte: McLuhan “villaggio globale” vediamo le stesse cose, i media scandiscono i ritmi quotidiani (la serialità)

33 3) Vastità del pubblico I media e la necessità di omologazione
Pubblico Soggetto debole della comunicazione? La ricezione = bisogni/gratificazioni diverse Uniformità = esigenza media logic no interesse del singolo Comunicazione di massa = Fonte invia messaggio a riceventi simultaneamente Asimmetria No dialogicità New media Intercambiabilità dei ruoli E/R Policentrici vs verticistici S/T virtuale

34 Gli studi mediologici

35 L’impatto dei media nel sociale
Politica, cultura, vita sociale, vita quotidiana Sfera politica: media = arene del dibattito pubblico Illustrazione programmi politici/candidati, fatti e idee. Visibilità a politici e gruppi di interesse: pubblicità esercizio di influenza Sfera della cultura: canale di espressione della cultura di un’epoca/contesto (un medico in famiglia vs i cesaroni vs shameless; i linguaggi dei media: il colloquiale). - fonte di immagini della realtà sociale/materiale strumento per rafforzare l’identità sociale (Ex. Festival di Sanremo: il nazionalpopolare)

36 L’impatto dei media nel sociale
Sfera della vita sociale: vita quotidiana scandita dall’uso dei media I media abitudine quotidiane Quotidianità invasa da contenuti mediali, I media nei nostri discorsi: si parla di ciò di cui i media parlano Media: fonte di modelli di comportamento Media: scelte di consumo, tempo libero e stili di vita Sfera economica: controllo dei media da parte di grandi imprese (multinazionali) Interferenza con settore telecomunicazione e traffico informatico (aziende sportive ecc..)

37 Le ricadute dei media: temi chiave
Tempo: variabile chiave. -La comunicazione si svolge in un tempo -Sviluppi tecnologici: aumento velocità trasmissione informazione (lentezza connessione/fruizione, tempo notizie h24) - Immagazzinamento informazioni riutilizzabili in futuro - Media = magazzino della memoria della società e di gruppi (Ex focus group Beverly Hills) Luogo: la comunicazione riflette le caratteristiche del contesto Comunicazione stabilisce identità (prodotti mediali identitari vs acquisto format) Riduzione distanze tra i luoghi (vicinanza individui e culture) Delocalizzazione: “villaggio globale” familiare per noi

38 Le ricadute dei media: temi chiave
Potere: i mass media strumento di esercizio del potere. - Esposizione volontaria vs capacità di influenza dei media, Realtà sociale: media = specchio della realtà sociale. -Il concetto di verità come standard di fiction e informazione Significato: interpretazione del messaggio massmediale da parte di F, R ed osservatore esterno No interpretazione univoca del messaggio: possibilità infinite di riflessione (Ex. finali dei film, testi canzoni) Causalità e determinismo: fenomeni causa o conseguenza di altri fenomeni. Quali sono le conseguenze dei media sugli individui? I media producono effetti sulla società? I media sono il risultato/conseguenza di processi sociali più ampi?

39 Le ricadute dei media: temi chiave
Mediazione, i media piattaforma/fonte di informazione e per la circolazione delle idee. Ruolo di mediazione: fonte di senso per le nostre società Identità: i media concorrono alla formazione al mantenimento o alla disgregazione dell'identità intesa come senso di appartenenza a una cultura o a una società o a un certo gruppo sociale Diversità culturale: l'apparato massmediale legato ai contesti culturali e sociali in cui si sviluppa (esempio bollywood). Produzione mass mediale, contenuti mass mediali cercano di resistere alle tendenze alla globalizzazione

40 Le diverse prospettive di studio sui media
1) Prospettiva critica vs ricerca applicata o amministrativa critica: indaga i problemi dei media mettendoli in relazione alla società e ai valori in essa dominanti. (broadcasting mainstream) ricerca applicata/amministrativa: cerca di comprendere il processo di comunicazione in senso tecnico (maggiore efficacia): ex strutturazione del messaggio, criteri di scelta dei programmi da parte del pubblico 2)Approccio mediacentrico- approccio socio-centrico: Mediacentrico: centralità a ruolo dei media e autonomia, studia attività proprie dei media. I media = fonte del cambiamento nella società grazie ai cambiamenti tecnologici Sociocentrico: media = riflesso delle forze politiche ed economiche. (consumo di carne nocivo?) Dalle teorie dei media alle teorie della società con sguardo ai media

41 Le diverse prospettive di studio sui media
3) Approccio culturalista - approccio materialista: indicano diversi modi di impostare la ricerca e di porsi interrogativi scientifici. l'approccio culturalista ha più un taglio umanistico qualitativo e soggettivo quello materialista è più un'impostazione scientifica, quantitativa e oggettiva.

42 L’incrocio delle prospettive
Mediacentrico Culturalista Materialista Socio-centrico

43 L’incrocio delle prospettive
Prospettiva media-culturalista: contenuto, ricezione dei messaggi mass mediali influenzati dai contesti del ricevente al momento della fruizione Media materialista: aspetti politico-economici e tecnologici dei media Socio-culturalista: influenza di fattori sociali sulla produzione e ricezione dei media e le funzioni che produzione e ricezione hanno nella vita sociale. Socio-materialista: i media sono riflesso delle condizioni economiche e materiali della società e non la causa.

44 Studiare i media: Teorie sui media a confronto
Aspetti organizzativi e strutturali: funzionamento media e impatto contesti (teoria socio-scientifica; teoria normativa ex. Carta di Roma) I professionisti del settore: ricerche su uso efficace dei media e su ambienti di lavoro per misurarne l’incidenza (teoria operazionale) Senso comune: come i media si inseriscono nel quotidiano come leggiamo un contenuto e come dovrebbe essere letto; saperi condivisi: formazione dei gusti/scelte del pubblico Aspetti culturali: studio della produzione mediale per trovare criteri qualitativi di film, letteratura tv (teoria culturale) Definizione del fenomeno mass mediale Immagini del pubblico Esperti del settore Ricerca scientifica

45 Il perché di diverse prospettive
Nove tecnologie e problemi di differenziazione comunicazione pubblica e privata comunicazione di massa comunicazione interpersonale (che cos’è uno status di fb sulla mia vita privata?)

46 Rapporto tra comunicazione di massa e comunicazione
Diversi livelli di organizzazione sociale in cui la comunicazione ha luogo La com. di massa è uno dei processi comunicativi del sociale: verticistico Più i livelli sono bassi più aumentano le situazioni comunicative che possiamo trovare Altre reti di com presenti in società (trasporti, poste, telecomunicazioni) non hanno l’entità della com di massa Prima Poche reti di comunicazione Gestione di Chiesta, Stato, Organizzazioni politiche (credenze condivise, organizzazione gerarchica, propri canali di comunicazione) Oggi Diversi tipi di reti, soprattutto a livelli più bassi della piramide

47 La piramide di McQuail: organizzazione sociale e comunicativa
Macrosociale (comunicazione di massa) Istituzionale – aziendale (sistema politico o impresa) Tra gruppi o associazioni (comunità locale) All’interno del gruppo (es. famiglia) Interpersonale (es. diade coppia) Intrapersonali (elaborazioni di informazioni)

48 Livelli di organizzazione sociale e comunicazione
Individuo -Comunicazione intrapersonale: Ego con se stesso, presocialità, elaborazione di ciò che entra nella relazione; Coppia (comunicazione interpersonale): diade, ego/alter, impulso alla socievolezza relazione paritaria e dialogica, organizzazione sociale più semplice, prima espressione del legame sociale. Premessa agli altri livelli di organizzazione Gruppo primario- comunicazione all'interno del gruppo:3 persone. livello organizzativo superiore (ruoli e fine comune), la comunicazione è più standardizzata che nella coppia es. famiglia

49 Livelli di organizzazione sociale e comunicazione
Gruppi secondari/o associazioni: gruppo grande e organizzazione complessa, l'organizzazione servono strategie interne ed esterne. comunicazione interna funzionale a comunicazione esterna; strategia obiettivi programmi divisione di compiti e ruoli, il fine riconoscibile dall'esterno (comunicazione) Istituzioni/Aziende:Comunicazione istituzionale/aziendale: struttura del gruppo, formalizzazione rapporti, necessarie strategie comunicative verso l'esterno

50 Livelli di organizzazione sociale e comunicazione
Mass media – comunicazione massmediale: Massimo livello di strutturazione Comunicazione pochi verso i molti, trasversalità con altri livelli relazionati ad essa. Comunicazione interpersonale:immagini e rappresentazioni di informazione mass mediale Istituzioni: parlano a tutto il corpo sociale simultaneamente. Il ruolo di potere dei media nella piramide Pochi organizzati che comunicano a molti disorganizzati

51 Livelli di organizzazione sociale e comunicazione
Teoria delle minoranze organizzate: ogni struttura sociale ha una minoranza che esercita potere sulla maggioranza, grandi numeri e impossibilità organizzativa La minoranza: selezione, filtro di contenuti il pubblico: messaggi simultanei, impossibilità di risposta tempestiva I dati audipress:feedback su quantità e non su qualità ricezione, come avviene la fruizione?

52 La piramide su scala globale
Organizzazioni e istituzioni agiscono su scala internazionale e globale gli individui soddisfano i bisogni comunicativi fuori dai contesti nazionali La società della rete Reti di comunicazione non chiuse in una sola società Prima 1 tecnologia della comunicazione X livello piramide Livello di vertice: tv Livello istituzionale telefonia/fax Oggi Internet supporta tutti i livelli + interazione base/vertice piramide, prima impossibile

53 Le domande di ricerca per ogni livello della piramide
Chi comunica a chi? fonti e riceventi Perché ? funzioni e scopi In che modo? canali linguaggi e codici su cosa? contenuto e tipi di info con quali effetti? intenzionali o non intenzionali

54 Approcci di studio per le diverse situazioni comunicative
1)Tradizione strutturale (sociologia, economia, storia, diritto) Approccio sociocentrico. Sistema mediale e società Struttura sociale e struttura dei media = contenuto massmediale Analisi macrosociale: le conseguenze dei media su altri sistemi sociali ex come gestione notizie condizionano politica Metodologie quantitative 2) Tradizione comportamentale (psicologia, psicologia sociale) Comportamenti individuali, scelte, consumi risposta ai messaggi Micronalisi: media e comportamento del singolo Metodologia: Osservazione partecipante, focus group, situazioni sperimentali

55 Approcci di studio per le diverse situazioni comunicative
3) Tradizione culturale (antropologia, sociologia dei processi culturali, sociolinguistica) Prospettiva mediacentrica: interpretazione significati, contesti, esperienze di fruizione Prodotti mediali come merci: riproducibilità Metodologie: analisi dei testi

56 La nascita dei mezzi di comunicazione

57 La nascita dei mezzi di comunicazione
Comunicazione di massa autonoma rispetto ai mezzi di comunicazione di massa Chiesa (alto Medioevo) = propri canali di comunicazione per la trasmissione dei messaggi Elementi sottostanti alla nascita dei mezzi di comunicazione di massa e loro applicazioni Scopi, bisogni usi: informazione, intrattenimento, diffusione culturale/istruzione tecnologie: comunicare a molti a distanza Forme di organizzazione sociale: precondizione alla diffusione di tecnologie Forme organizzate di governance: agiscono per pubblico interesse Elementi slegati e preesistenti ex. Tecnologia (cinema) anticipa bisogni latenti + società è aperta + sviluppo tecnologie di comunicazione Ex. Libertà di pensiero = nascita stampa

58 La nascita della stampa
Nascita della stampa a caratteri mobili (Gutenberg XV sec.) Prima in Cina e Corea Molto dopo in Russia (XVII sec.): società chiusa Fine ‘500-’600 Volantini e pamphlet La nascita del primo giornale uscita regolare Base commerciale Diverse finalità (informazione, pubblicità, svago e pettegolezzo) Carattere pubblico (aperto) ‘600 Il giornale commerciale era fatto da editore- tipografo che raccoglieva diverse notizie no unica fonte. No strumento di propaganda, ma servizio per i cittadini vs Il giornale ufficiale (Corona o governo) fonte autorevole/strumento di governo

59 Risposta ai bisogni della borghesia urbana
Il ruolo della stampa Giornale più innovativo del libro Utilità Laicità Risposta ai bisogni della borghesia urbana Novità = no tecnologia, funzionalità a una classe sociale specifica (clima di trasformazione, liberale) Scopo originario del giornale Attacco/ denuncia al potere costituito Lotte per la libertà di stampa Clima di democrazia e rivendicazione di diritti politici Inizialmente giornali prodotti sotto protezione delle autorità Aumento progresso verso la libertà di stampa maggiore affinamento di strumenti di censura e controllo

60 Stampa politica, stampa dèlite, stampa popolare
Il foglio politico di partito Scopi: informazione, mobilitazione e organizzazione Sostituito da quotidiano commerciale: meno manipolatorio. Stampa d’èlite Fine ‘800 Giornale borghese: vicinanza al quotidiano di oggi Contesto: liberalismo, fine della censura, innovazioni tecnologiche, classe capitalistica in ascesa Indipendenza dallo Stato Istituzione della vita politica e Strumento di formazione dell’opinione pubblica Forte senso etico Giornalismo di cronaca obiettivo

61 Stampa politica, stampa dèlite, stampa popolare
E’ il quotidiano di massa Risultato del progresso tecnologico e di alfabetizzazione Basso costo Spazi ampi per pubblicità Genere: cronaca nera, scandali, guerre, spettacolo Enfasi e drammatizzazione Tabloid (formato e contenuto): sensazionalismo

62 Il cinema Fine ‘800 Risposta al bisogno di svago di ceto urbano medio-basso/operaio. Risposta alla nascita del tempo libero Svago economico Estensione di benefici culturali alla classe lavoratrice Importanza del cinema 1. Uso propagandistico: per scopi sociali o nazionalistici, capacità di penetrazione, realismo, impatto emotivo 2. Scuole di arte cinematografica: connotazione realistica 3. Cinema documentaristico: richiamo limitato

63 Riferimenti ideologico-propagandistici nei film di intrattenimento
Il cinema Riferimenti ideologico-propagandistici nei film di intrattenimento Forme celate di controllo sociale Finalità: intrattenimento + tendenze didattico-propagandistiche Step della storia del cinema 1) Americanizzazione industria e cultura cinematografica dopo I guerra mondiale: omogeneizzazione (Imperialismo culturale?) 2)Nascita tv: ruba fette di pubblico al cinema (es. famiglie) 3) separazione del film dalla sala cinematografica: non più esperienza totalizzante (Dvd, tv, tv via cavo; tv satellitare, banda larga su internet). Da esperienza pubblica a esperienza privata. Non più fruizione di massa, scelta del pubblico, soddisfazione di mercati di nicchia. Cinema= creatore di cultura Fonte di cultura da cui sono tratti, libri, film, fumetti, canzoni, serie tv (Gomorra)

64 Radio e Tv Nascono come mezzi di trasmissione e ricezione
Non hanno una domanda Traggono i loro contenuti da altri media (musica, storie, sport, news) Maggiore controllo di autorità pubblica vs stampa Radio ‘20-’30 ’40 la radio nel periodo bellico Attacco nemici Vicinanza /solidarietà alleati Voce nelle case Vicinanza vs distanza mass mediale Radio: discrezione, rapporto personale Tv: invadenza, sopravvivenza e rilancio nel tempo (radio 2 vs nuove espressioni di socialità)

65 Impatto sociale dei mass media Oltre la funzione informativa
La radio Impatto sociale dei mass media Oggetto di arredamento (vintage anni ’70) Ornamento estetico Da medium a Status symbol Radio /elettrodomestici indicatori di posizioni sociali (meccanismi imitativi) Status symbol Alta stratificazione (differenze) Mobilità sociale Meccanismi imitativi Trickling down effect (Fallers) (fenomeni di consumo e di moda) Oggetto evocativo - classe sociale (illusorio) Oltre la funzione informativa

66 Tv Anni ‘50 America: ‘46-47 prime programmazioni (diffusione ‘54)
Italia: ‘54 prime programmazioni (‘65 media diffusione) Radio = guerra Tv = periodo post – bellico, benessere TV = finestra sul mondo in tempo reale Prime programmazione in diretta, oggi solo “eventi mediali” (sportivi/spettacoli) Registrazione di programmi = illusione di realtà Senso di intimità,coinvolgimento spettatore/presentatore-attore La tv e lo scenario sociale Fratture del ventennio fascista Cittadini vs consumatori (miglioramento tenore di vita, no differenze sociali) TV = benessere quantitativo Oggi: fonte primaria di informazione

67 Funzioni della tv Raccordo tra politici e cittadini
Educatrice per bambini e adulti (Popper) Fonte di intrattenimento di massa Tv generalista vs tv tematica: società individualistica di massa (frammentazione vs capacità di unire il corpo sociale)- Wolton

68 New media vs vecchi media
New media anni ‘60 ICT Information communication technology Specificità Interconnettività Accessibilità al singolo utente (E/R) Interattività Molteplicità di impiego Delocalizzazione Digitalizzazione (ogni contenuto veicolabile) Convergenza mediale

69 Concetti e modelli per la comunicazione di massa

70 Tre punti di vista sull’impatto dei media
Il tema dei media = influenza dei media 3 questioni di rilievo 1)il potere dei media 2) integrazione/disgregazione sociale 3) acculturazione del pubblico POTERE DEI MEDIA I media esercitano enorme influenza A partire dal 1910 Stampa USA Pubblicità Titoli d’effetto I Guerra Mondiale Uso propagandistico dei media (stampa e cinema) Capacità di influenza delle masse

71 I media strumenti di propaganda
II Guerra mondiale Uso dei media paesi Alleati Intrattenimento Informazione = Propaganda Prima del 1950 Media = formazione opinione pubblica + condizionamento dei comportamenti Ruolo dei media nelle relazioni internazionali Caduta comunismo Guerre nei Balcani Guerra del Golfo i media e la lotta per il potere

72 Come si afferma il potere dei media?
“Un’industria dei media nazionale capace di raggiungere la maggioranza della popolazione; un certo grado di controllo monopolistico autoritario al vertice o al centro; un pubblico affezionato ai media e sensibile al loro fascino” (McQuail, 2007)

73 2. Comunicazione e integrazione sociale
Fine ‘800- ‘900 Trasformazioni sociali Dalla comunità alla società Gli effetti dell’industrializzazione Effetti dell’urbanesimo (Criminalità, prostituzione, devianza = crescita anomia e insicurezza, isolamento = modernità vs vita comunitaria) Immigrazione da Europa ad America = problemi di coesione sociale e integrazione Causa Trasformazioni economico-sociali Concausa di fine legami comunitari/ spersonalizzazione /criminalità Media e cultura popolare (libri, musica, riviste e fumetti)

74 2. Comunicazione e integrazione sociale
Rapporto media –integrazione sociale Visione negativa = Crescita individualismo (aumento solitudine, aumento criminalità) Visione positiva = Ruolo dei media nella coesione Media e coesione sociale Unione di individui in esperienza comune nazionale, locale e cittadina. Media sostegno alle riforme sociali Media sostegno alla democrazia Media (cinema = relax e intrattenimento per la classe operaia) Attualità dei problemi di coesione sociale Nuove sfide per i media = armonia sociale Crisi del legame sociale Crisi di valori Scarsa partecipazione civica Problemi di integrazione (immigrazione)

75 3. Media e acculturazione
Ruolo dei media per l’educazione delle masse Sostegno alle istituzioni dell’istruzione I media contributo al progresso circolazione di informazione e idee Lotta alla corruzione politica Svago non nocivo Informare le masse Radio anni ‘20-’30 Europa Funzione culturale-educativa- informativa Accrescere unità nazionale Oggi La funzione di acculturazione dei digital media oggi Istruzione e cultura vs intrattenimento e profitto

76 I media sotto accusa I media problema/capro espiatorio
Prevale visione negativa Immagini di sesso/violenza = crescita disordine sociale (ex. Violenza tv e cyberg-bullismo) Media causa di Proteste politiche violente Xenofobia Crisi della democrazia (delegittimazione) e apatia politica Internet= odio, terrorismo Eccesso di attenzione dei media a fenomeni sociali negativi = sensazionalismo

77 Perchè i media hanno capacità di influenza?
concetto di massa (fine ‘800) “Un aggregato in cui l’individualità sparisce” Pubblico mass media L’espressione comunicazione di massa Fine anni ’30 Molti destinatari (anonimi) Emittente: organizzazione o comunicatore (giornalista, presentatore ecc) oppure vendita di accesso ad altre voci (pubblicità, politici) Unidirezionalità Impersonalità messaggio Distanza E/R Emittente: autorevolezza, prestigio

78 Il processo della comunicazione di massa
Il messaggio: standardizzato, e riproposto, mancanza di originalità (produzione di massa) Messaggio = merce “Le comunicazioni di massa comprendono le istituzioni e le tecniche con le quali gruppi specializzati impiegano dispositivi tecnologici per dispensare contenuti simbolici a vasti pubblici, eterogenei e fortemente dispersi” (Janowitz) Comunicazione = trasmissione vs condivisione Processo com di massa vs mezzi di comunicazione di massa (tecnologie per la com di massa) I media possono avere scopi differenti dal processo di com di massa: istruzione, scopi organizzativi, messaggi individuali.

79 Il pubblico di massa Blumer massa = nuova formazione sociale Vs
gruppo, folla e pubblico Gruppo: individui si conoscono, senso di appartenenza, valori comuni, obiettivo comune e stabilità nel tempo Folla: dimensioni più ampie, durata temporanea, no strutturata, contagio emotivo, irrazionalità, non si riforma Pubblico: grande, dispersività, stabile. Si forma attorno a una causa, a sostegno di opinioni. Parte più informata della popolazione ( a volte). Pubblico = nascita stampa borghese Massa: più grande delle precedenti collettività; disaggregata,

80 Caratteristiche della massa
membri sconosciuti tra loro e alla fonte No identità no autocoscienza no organizzazione Più che agire è agita (manipolabile) Eterogenea = Raccoglie gruppi sociali differenti Omogenea = nella scelta dell’oggetto di interesse e agli occhi della fonte Massa Non solo pubblico mass media Ma consumatori (mercato di massa) Corpo elettorale (elettorato di massa I mass media orientano tutte e tre le collettività

81 Comportamento di massa
Uso dei media = comportamento di massa Metodologie di indagine quantitative Ex indici di ascolto = mercato di massa di consumatori Cambia l’idea di pubblico, pubblici più specializzati. I media come istituzioni Insieme di attività e organizzazioni mediali, regole operative ed esigenze politiche e legali Funzione principale: diffusione di cultura e informazione

82 L’istituzione del tempo libero e dello svago
I media Sottrazione tempi altre attività Cattiva interpretazione = fruizione distratta Media come istituzione Formazione dell’opinione = trasmissione di conoscenze, circolazione idee, orientamento opinioni Media istituzione chiave della modernità = espressione di valori e trasformazioni Società dell’informazione e della comunicazione

83 La crisi delle istituzioni e i media
Sovrapposizione media e istituzioni Famiglia: incomunicabilità, comunicazione funzionale all’organizzazione Media nuovo focolare domestico, trasmissione di valori e modelli di comportamento, oggetto transizionale Politica: spettacolarizzazione, immagine vs programmi Media causa crisi istituzioni o soluzione?

84 Cultura di massa Cultura di massa
Contenuto offerto dai media al pubblico (informazione, intrattenimento) Cultura di massa = gusti e preferenze della massa (maggioranza persone) Oggi no differenze di classe, no minoranze istruite vs classi popolari povere. No differenze gerarchiche di gusti Impossibilità di studiare empiricamente la cultura di massa = coinvolge tutti, normale esperienza culturale Cultura di massa cultura popolare = ciò che piace ai più Cultura popolare: accezione positiva (Fiske)

85 Caratteristiche della cultura di massa
Prodotti standardizzati Differenti nella forma: piccole innovazioni, illusione di mutamento (mode passeggere) Prodotti non durevoli: andamento del mercato Specificità: standardizzazione/ unicità, sensazione del nuovo, tradizione/ innovazione = consumi trasversali Scopi della cultura di massa Controllo del corpo sociale: stili di vita Garanzia di sostegno economico all’industria Caratteristiche della Cultura di massa Non dotta Iperproduzione di storie, giochi, racconti, canzoni Commercializzazione, riproducibilità, grande diffusione: esistenza fuori dai media, ma prodotto tipico dei media Cultura di massa: contenuti effimeri (felicità, avventura, benessere), capacità di penetrazione

86 Cultura di massa vs altri tipi di cultura
Cultura di massa vs cultura d’èlite Cultura d’èlite 1) creata e controllata da èlite culturale 2) risponde a canoni critici indipendenti dal suo consumo Cultura alta = valutazione svincolata dalle pratiche di consumo Non venduta No gusti consumatori No logiche di mercato Indipendente dal successo di pubblico Cultura di massa Prodotti creati per mercato di massa Standardizzata Fruizione massificata

87 Cultura di massa vs altri tipi di cultura
Cultura di massa vs cultura popolare Cultura popolare (folklore): cultura tradizionale, nasce dal popolo, indipendente dai media (abbigliamento, canto, danza) Sviluppo spontaneo e mezzi espressivi tradizionali, calata nella vita quotidiana Timore di contaminazione cultura popolare da parte della cultura di massa Media: sfruttamento filoni popolari con adattamento a vita cittadina.

88 Strumento concettuale per differenziazione sociale (’40)
Subculture Studi di Choen e dei Cultural studies (punk, skinhead= classe operaia) Gratuità No necessità attacco alle cose per bene, legittimazione La subcultura è un compromesso tra cultura di classe della famiglia e cultura dominante l’identità delle subculture (musiche abbigliamento) Stile Comunicazione della propria identità Tentativo di ordinare la realtà e il proprio ruolo Cause Anni 50-60 Aumento reddito per adolescenti della classe operaia usato nel tempo libero È cultura attiva e di protesta Strumento concettuale per differenziazione sociale (’40) I tratto: sub= subalterna e subordinata (auto attribuito etero attribuito, devianza Ex. criminalità) II tratto: differenza di etnia, classe e di età (segmento di cultura) differenziazione a livello simbolico, impossibilità di affrancamento III tratto: si acquisisce tramite interazione, densità di relazione, simile in parte alle comunità (Tornthon)

89 La cultura di massa oggi
Bauman: cultura di massa no prodotto mass media (strumenti) Cultura universale e standardizzata Standardizzazione conseguente alla dipendenza dal mercato + applicazione tecnologie sulla produzione culturale Prima Cultura di massa = minaccia al concetto di arte tradizionali Bourdieu Cultura di massa:capitale culturale + capitale economico = differenza tra classi sociali Superiorità della cultura alta vs rivalutazione cultura di massa = riconoscimento di creatività e valori espressivi

90 Massmedia, società, cultura
Primi Studi sulla comunicazione “Paradigma massa” messaggio inviato da fonte organizzata raggiunge simultaneamente più persone. Fonte- Destinatario: differente ruolo e posizione nel paradigma Media onnipotenti: influenza atteggiamenti/ comportamenti vasto pubblico. Massificazione riceventi Impersonalità rapporto E/R Intenzioni manipolatorie della fonte Paradigma dominante condizionato dal funzionalismo Comunicazione crea integrazione, normalità nella società Contesto: società normativa, società funzionante e democratica

91 Il paradigma dominante
condizionamenti del Modello della teoria dell’informazione (Shannon e Weaver, 1949) Efficienza del canale Spiega la comunicazione umana Modello della trasmissione Metodologie quantitative per lo studio dei comportamenti: impatto media S-R

92 Dal paradigma dominante al paradigma alternativo
Modello della trasmissione dominante Comunicazione lineare Approccio causa/effetto Non si contemplava l’autonomia del ricevente nell’interpretazione del messaggio. Visione alternativa I limiti del modello della trasmissione Non sempre il segnale raggiunge il ricevente/ ricevente desiderato; Comprensione differente del messaggio rispetto alle intenzioni della fonte; Ridimendionamento effetti media: no effetti diretti

93 Paradigma alternativo
Impostazione marxista I media veicolano un’ideologia: intrattenimento = legittimazione strutture di potere Impatto dei media non prevedibile: condizione sociale ricevente e interessi del pubblico Metodologie: qualitative ed etnografiche; culturologiche

94 I modelli della comunicazione
Le prime definizioni di com di massa Attenzione alle tecnologie no aspetti sociali Si sviluppano modelli alternativi 1) Modello della trasmissione 2) Modello rituale o espressivo 3) modello dell’attenzione o della pubblicità 4) modello della ricezione

95 Modello della trasmissione
Comunicazione = trasmissione informazioni Il processo di comunicazione secondo Laswell: 5W Chi Dice cosa A chi Attraverso quale canale Con quali effetti Evoluzione modello di Westley e McLean Società - agente di comunicazione (ex giornalista) pubblico Prima Emittente-messaggio- canale- riceventi Dopo Eventi/voci della società –canale/comunicatore- messaggio – ricevente Gli agenti della com non creano il messaggio trasferiscono il resoconto di avvenimenti (notizie) danno accesso alle opinioni di chi vuole raggiungere il pubblico

96 Modello della trasmissione
Modello Westly and McLean Contesto Americano Agenti di comunicazione: ruolo selettivo Selezione basata su interesse presunto del pubblico Comunicazione non finalizzata: no fini persuasivi/educativi/informativi Comunicazione mossa da interessi pubblico Modello trasmissivo: (da emittente a ricevente) meno meccanicistico Limiti La comunicazione = trasmissione

97 Modello rituale o espressivo
Carey La comunicazione come rituale Condivisione, partecipazione, associazione, comunanza Vs Emissione, informazione, trasmissione Scopo mantenimento della società nel tempo; rappresentazione di credenze comuni La comunicazione rituale/espressive: no basata su fine intenzionale/utilitaristico, ma su comuni vedute ed emozioni. I messaggi della com rituale: latenti/ambigui; associazioni di simboli presenti nella cultura Effetti sulla società del modello: integrazione sociale, creazione di legame sociale. Ex uso di simboli nella comunicazione politica; riferimento latente a valori culturali; tradizione, solidarietà Il rituale unisce: ambito religioso, cerimonie pubbliche/feste (

98 Modello dell’attenzione o della pubblicità
Scopi della comunicazione: 1) informare 2) esprimere e rafforzare la cultura 3) attirare l’attenzione visiva/uditiva Attenzione = consumo Scopo comunicazione = profitto Vendita dell’attenzione agli inserzionisti L’attenzione precede la persuasione Ex effetto agenda: politica (ordine del giorno) Scopo di tutta la produzione mediale: destare attenzione, suscitare emozioni, creare interesse (spot, serie, talk show) Le tecniche di presentazione prevalgono sulla sostanza del contenuto

99 Modello dell’attenzione o della pubblicità
Per questo modello comunicazione = non creazione di significato o trasferimento Pubblico non passivo ma neutro Specificità del modello 1) quando il pubblico si dedica ad un medium sottrae tempo ad altri media: l’attenzione è a somma zero 2)l’attenzione esiste nel presente, disinteresse per il passato, il futuro è amplificazione o continuazione del presente 3) conquista dell’attenzione: scopo a breve termine, svincolato dal senso. La forma e la tecnica prevalgono sul messaggio

100 Il modello della ricezione
La costruzione del significato dipende dal pubblico Messaggio mediale polisemico Interpretazione dipende da contesto ricezione/cultura. Stuart Hall: i riceventi possono leggere il messaggio in maniera difforme dalle intenzioni della fonte, in base all’esperienza (contrasto influenza ideologica). Per Hall il messaggio televisivo è codificato secondo le intenzioni dell’organizzazione mass mediale, ma decodificato secondo i parametri culturali del pubblico. Le strutture di significato del pubblico sono diverse da quelle degli emittenti (esperienze e idee del pubblico). Non corrispondenza tra messaggio decodificato e messaggio codificato polivalenza messaggi, diverse comunità interpretative, supremazia del fruitore nella definizione del significato

101 Modelli della comunicazione a confronto
Modello della trasmissione: applicato in contesti istituzionali per finalità educative/informative/propagandistiche Modello rituale o espressivo: rimanda a contenuti che hanno a che fare con l’arte, lo spettacolo e spesso reality show Modello della pubblicità: fine di attirare pubblico per profitto; si usa in pubblicità o pubbliche relazioni Modello della ricezione: ridimensiona il potere dei media di plasmare il pubblico che ha capacità decisionale

102 Comunicazione di massa e cultura

103 Approccio culturalista
Focus su Aspetti specifici del processo di comunicazione di massa Contenuto mass media = i testi pratiche di ricezione = Processi di significazione Pratiche di produzione Carey comunicazione “processo simbolico grazie a cui la realtà è prodotta, mantenuta aggiustata e trasformata”

104 Elementi costitutivi della cultura
La comunicazione e cultura Comunicazione = è un attributo fondamentale della cultura La comunicazione = sviluppo, diffusione e sopravvivenza della cultura. Prima definizione antropologica (fine ‘800, primi ‘900) “la cultura è quell’insieme complesso che include la conoscenza, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume e qualsiasi altra capacità e abitudine acquisita dall’uomo come membro di una società” (Edward Burnett Tylor) La cultura è presente in Gente Cose (testi e manufatti) Prassi umana (modelli di comportamento)

105 Comunicazione e cultura
In ogni aspetto della produzione/fruizione mass mediale c’è cultura Gente = produttori di testi/lettori di testi da cui trarre significati Cose = testi e manufatti (film, articoli, libri, canzoni) portatori di significati Prassi umana = pratiche di produzione e fruizione Quali aspetti della cultura hanno indagato le teorie dei media? 1) Le caratteristiche della cultura di massa veicolata dai media: include sia - i contenuti - le modalità di fruizione (gente = massa) - problema della qualità della cultura di massa e modalità di definizione

106 L’interesse delle teorie dei media per la cultura
2) l’impatto delle nuove tecnologie: hanno cambiato il nostro modo di conoscere la società_ -prima esperienza culturale = interazione diretta -cerimonie religiose/ rappresentazioni -ora cultura accessibile a tutti 3) aspetti economico-politici della produzione di cultura. Mercificazione della cultura (ex produzione software diffusi su scala globale); Globalizzazione: minaccia di ibridazione o omogeneizzazione - rischio sopravvivenza di forme culturali minoritarie 4) identità culturale: la cultura prodotta dai media è ormai globalizzata, minaccia per le identità locali vs garanzia di diversità culturale (ex. Subculture) 5) diffusione di ideologie tramite i testi mediali: effetti sul pubblico

107 Riqualificazione della cultura di massa
Cultura di massa o popolare (gradita ai più) La cultura veicolata dai media Largamente diffusa No distinzione gusto elitario/gusto di massa Cultura di massa trasversale: attrae tutti Cultura popolare espressione preferibile no accezione negativa Prodotto ibrido della contemporaneità Fine: raggiungere i più Conquista del mercato e risposta a domanda esistente

108 Perché riqualificazione della cultura popolare?
Il potere del pubblico Perché riqualificazione della cultura popolare? Un prodotto culturale può essere letto in modi diversi (Stuart Hall) Fiske Testo mediale Polisemico Dipende dalla lettura/fruizione da parte del pubblico Contenuto della cultura mediale viene letto in modi diversi nelle diverse subculture: Ex. Madonna target differenti; Il Volo: teenager - target adulto (appassionato di Antonella Clerici) Se ogni pubblico è capace di costruire il proprio significato = si evitano forme di controllo sociale derivante da letture. “privilegiate”, capacità di eludere il potere sociale.

109 Critiche attuali alla cultura di massa
Critiche derivanti dalla Scuola di Francoforte Ripetitiva Infantile Limitata nell’approfondimento dei contenuti Tranquillizzante Condizionata ideologicamente Vuota Finalizzata al profitto e non alla crescita culturale Sfruttamento massimo dei prodotti mediali e, scartati quando non sono più redditizi La cultura popolare va riqualificata fino a un certo punto Diseguaglianza semiotica: minoranza colta accede a cultura popolare e cultura colta Maggioranza dipende dalla cultura popolare e dal mercato Non si possono ignorare che la cultura popolare garantisce soddisfazione di bisogni e gratificazioni; dimostrato dal successo di mercato Difficoltà di definire la qualità della cultura di massa: parametri differenti per pubblico, produttori, critici e operatori dei media

110 Commercializzazione Popolarità = successo commerciale
La cultura popolare può essere riscattata fino a un certo punto Commercialismo = contenuto prodotto in serie e venduto Contenuto commerciale = predilige svago, intrattenimento, conformista, poco originale e standardizzato, scarsa qualità Ex Tabloidizzazione dei giornali Tabloid = formato ridotto di giornali popolari Dove prevale il sensazionalismo al razionalismo Tabloidizzazione dei notiziari tv Personalizzazione Drammatizzazione Notizie interessanti ai più ma.. Notizie vacue Superficialità = “infotainment”. Non è il libero mercato che ha avuto effetti negativi sulla cultura ma un’idea di commercializzazione come: Tendenza alla banalizzazione Contenuti soggetti a logiche di mercato Cultura e valori in secondo piano I bisogni del mercato pubblicitario prevalgono sulla cultura

111 Comunicazione e tecnologia
McLuhan I media = prolungamento dell’uomo (sensi) Oltre a ciò che sperimentiamo nel mondo conta come lo sperimentiamo: media (ex crollo muro di Berlino, attentati) Media caldi VS Media freddi Indicano il grado di partecipazione che un medium richiede a chi lo fruisce Media caldi: non richiedono grande partecipazione, impegnano un solo senso, messaggi ad alta definizione, offrono molti dati che non richiedono che il messaggio venga integrato dallo spettatore: fotografia (molto dettagliata), radio, scrittura (isola non coinvolge) Media freddi richiedono più partecipazione e coinvolgimento, coinvolgono più canali sensoriali, messaggi a bassa definizione. Lo spettatore deve completare l’informazione con una partecipazione attiva EX. Telefono e Tv

112 Comunicazione e tecnologia
«La TV è un medium freddo, partecipazionale ... La radio, invece, è un medium caldo e funziona meglio se se ne accentua l'intensità. Non richiede a chi ne fa uso lo stesso livello di partecipazione. Può servire come rumore di fondo... La TV non può essere uno sfondo, ci impegna, ci assorbe».M. McLuhan Le ricadute di tecnologia su comunicazione = distorsione Distorsione dell’esperienza sensoriale: il mondo sperimentato tramite immagini (+/- coinvolgenti) Distorsione della forma e rappresentazione: messaggi molto codificati ex l’informazione Distorsione del contenuto: più o meno realismo, diversi gradi di polisemia Distorsione del contesto d’uso: media a ricezione collettiva (tv), media a ricezione privata (stampa) Distorsione del rapporto: media unidirezionali vs media interattivi

113 La teoria della coltivazione
Gli effetti della Tv secondo Gerbner La tv crea effetto coltivazione e acculturamento dall’infanzia all’età adulta (agente di socializzazione). “L'uso massiccio del mezzo televisivo non ha effetti immediati sul pensiero ma produce nel lungo termine un effetto di "coltivazione" e provoca un cambiamento della percezione della realtà, facendo vivere lo spettatore in un mondo modellato su ciò che viene trasmesso nella televisione (TV-World)”. L’esposizione sistematica a una visione selettiva della società ne plasma le credenze ei valori La percezione della realtà di spettatori assidui è diversa da quella dei saltuari

114 La teoria della coltivazione
Analisi del programmi e analisi del pubblico: 1) possibilità di rimanere vittime di atti di violenza; 2) paura di camminare da soli di notte; 3) percezione della protezione della polizia; 4) diffidenza verso gli altri. Percezione del mondo = pericoloso Critiche: coloro che guardano la tv hanno più paura o coloro che hanno paura guardano più tv per tenere la realtà sotto controllo?

115 Mass media e postmodenità
Le contraddizioni del Post- moderno Non completa rottura “La condizione postmoderna” (Lyotard,1979) Fine anni ’50 ” la postmodernità non succede alla modernità, ma la precorre. ne costituisce il preparativo storico per la sua rinascita” Postmodernità = spirito del tempo Connessione cultura di massa = postmodernità

116 Modernità vs Postmodernità
Modello normativo unilinearità Razionalità (prevedibilità ordine) Rifiuto della trascendenza (disincanto del mondo Weber) Rifiuto del passato progresso Homo oeconomicus Grandi promesse (libertà) Postmodernità Rifiuto ordine gerarchico Frivolo/emozioni Reincanto del mondo (spiritualismo) Recupero del passato (arcaico/citazionismo) Homo aestheticus (etica dell’estetica) Fine delle grandi promesse

117 Estetica Postmoderna e cultura di massa (Società Neo-Barocca)

118 Nuovi canoni estetici Lettura del sociale attraverso i prodotti della cultura di massa (Videoclip) Emozioni : effervescenza- rituale, polisensorialità, clima Sincretismo: commistione, accavallamento di stili (musical Dirty Dancing ibridazione) Citazionismo: ritorno del passato “il già fatto, il già visto” (Mini, 500, Contenuti culturali) Ironia: un significato apparente diverso da quello reale, distacco (pubblicità/Satira e politica, generi artistici) Barocchizzazione: trionfo dell’artificio (Moulin Rouge), disordine visivo, ricercatezza e superfluo. Molteplicità: crisi dell’ordine gerarchico, polifunzionalità della moda e versatilità (varietà e ricchezza dell’offerta)

119 I media e la cultura postmoderna
Baudrillard Concetto di simulacro Perde di importanza la differenza tra l’immagine e la realtà I media mostrano pseudorealtà = prende il posto dell’esperienza Difficile da distinguere dalla realtà Ex Realtà virtuale, The Truman Show

120 LE STRUTTURE

121 Economia e “governance dei media”

122 Differenze Economia e regolamentazione dei media
L’industria speciale Natura anomala Economica e politica 1)I media come industria: producono beni e servizi privati (destinati al singolo) 2)I media come istituzioni: hanno una funzione politica in contesti democratici, le cui idee non devono essere manipolate da privati Differenze Economia e regolamentazione dei media Diverse Rispetto alle altre industrie Rispetto alle altre istituzioni Impatto delle tecnologia: convergenza e integrazione dei media

123 Struttura dei media Il sistema dei media
L’insieme dei media in una società Spesso stessa logica politico-economica: ex. Libero mercato (USA) /dipendenti dallo Stato (Cina) Sistemi misti: elementi privati e pubblici (Italia) Nel sistema dei media Diversi “settori” (stampa, radio, tv, internet, musica, telecomunicazioni). Settori differenti, ma integrati (Ex cinema per distribuzione si rivolge al circuito cinematografico, videonoleggio, tv pubblica, tv via cavo) Livelli di analisi Media internazionali Sistema dei media (nazionale) Aziende multimediali (interessi in molti media diversi Settore dei media Aree di distribuzione (locale, regionale nazionale) Singolo mezzo (testata, canale tv) Singolo prodotto mediale (libro, film, canzone)

124 Aspetti economici della struttura mediale
Differenze Mercato dei consumatori (prodotti mediali ex. Libri, canzoni o servizi mediali; tv via cavo, media on-line) Mercato dei pubblicitari (si vende l’accesso al pubblico) Impatto non solo economico Timore che finanziamento pubblicitario condizioni autonomia della fonte Autonomia del contenuto (condizionato da interessi inserzionisti) Perdita di credibilità della fonte Diverso finanziamento I media finanziati da pubblicità si ripagano prima di essere prodotti; media misurati in base al numero e tipo di consumatori (indici di ascolto: così si stabiliscono le tariffe per inserzionisti) Media finanziati dai consumatori: prima esborso poi entrate; il valore dei prodotti mediali dipende dalle vendite ai consumatori

125 Differenze nel mercato dei media
I media finanziati da pubblicità Preferiscono pubblico omogeneo Vantaggi di mercati eterogenei: puntare a nicchie redditizie Media a pagamento: indifferenza omogeneità/eterogeneità del pubblico perché su abbonamenti venduti Media basati su introiti pubblicitari Importanza collocazione geografica dei pubblici: ex inserzionisti locali puntano a potenziali clienti Quando i media concorrono per le stesse risorse ex, pubblicitarie Tendenza a uniformità imitativa = bassa qualità di alcuni network televisivi e tabloid Alti costi di produzione (costi fissi molto alti e costi variabili) Alti costi di distribuzione (sale cinematografiche, cavo, satelliti ecc.)

126 La proprietà dei media e forme di controllo
“i contenuti dei media riflettono sempre gli interessi di quelli che li finanziano” (Altschull, 1984) Il proprietario può essere finanziatore oppure.. diversità di finanziatori (investitori privati ex imprese mediali, inserzionisti, consumatori, governi) Influenza indiretta e complessa sulla proprietà dei media Tre categorie di proprietari più frequenti: 1) imprese private 2)enti privati senza fini di lucro (ex. Partiti politici/ Chiesa) 3)settore pubblico (gestione statale diretta o concessioni che dà autonomia sul processo decisionale dei beni prodotti)

127 Effetti sulla proprietà
La proprietà decide su: allocazione risorse; strategie commerciali; Direttori di rete e di testata liberi (?) di decidere sui contenuti. Per i media commerciali (finanziati da consumatori) la proprietà può incidere su contenuti (ex taglio costi, licenziare persone) I media pubblici: condizionamenti politici e di inserzionisti Concorrenza tra i media Pluralità Varietà Rischio di monopoli e oligopoli Tre livelli di concorrenza 1) concorrenza tra media differenti: quando ci sono prodotti intercambiabili (informazioni su Internet vs info tv e quotidiani) e il passaggio di pubblicità da uno all’altro 2)concorrenza in uno stesso medium 3) concorrenza fra aziende

128 Concentrazione verticale e orizzontale
Concentrazione verticale: una proprietà che si estende a stadi differenti di produzione e distribuzione (ex casa di produzione cinematografica che ha catena di sale; quotidiano nazionale che compra quotidiani cittadini) Concentrazione orizzontale: fusioni nello stesso mercato (ex due giornali prima concorrenti); oppure fusione di aziende che operano in settori differenti (industria non mediale acquista giornale e canale tv)

129 Gradi di concentrazione
Livello di concentrazione Dipende Dal grado in cui le imprese maggiori controllano Produzione Occupazione Distribuzione Consumo Grado di concentrazione va da Concorrenza perfetta: rara, es. editoria libraria e periodica Monopolio totale : raro sfumature intermedie ex oligopoli (stampa e televisione) Monopolio naturale: per ragioni di costi ed efficienza il consumatore è servito meglio da un unico fornitore Si cercano forme di integrazione verticale: la distribuzione dà maggiori profitti della produzione

130 La governance dei media
Regole leggi, convenzioni formali e informali Per controllare l’interesse generale e dei media stessi e garantirne la funzionalità Fini perseguiti dalla Governance Tutela interessi dell’ordine pubblico e dello stato; prevenire danni più seri Salvaguardi di diritti e interessi individuali Contribuire alle esigenze operative dell’industria Promuovere libertà e valori culturali Favorire innovazione tecnologica e iniziativa economica Rispondere a standard tecnici Soddisfare obblighi internazionali ex. Rispetto dei diritti umani Promuovere il senso di responsabilità dei media

131 La regolamentazione nei diversi media
La stampa Libertà da controlli e regolamentazione Libertà di stampa garantita costituzionalmente e da trattati internazionali (art. 10 Trattato europeo sui diritti umani) Interesse potere politico per i giornali Ex concentrazione (di produzione, distribuzione consumo ecc che può creare monopolio/oligopolio) La stampa riceve sussidi economici che determinano controllo e sorveglianza (ex leggi antimonopolistiche e norme contro la proprietà straniera) Modello radiotelevisivo (broadcasting) Forte irreggimentazione: ex proprietà pubblica La regolamentazione: per garantire equa distribuzione risorse e controllo del monopolio Il concetto di Servizio pubblico Supportato da politiche e molti regolamenti e leggi ad hoc. Produzione e distribuzione appaltati a privati (concessioni) Prevede finanziamenti di Stato e Pubblicità Modello in declino: Passaggio alla privatizzazione

132 I sistemi di regolamentazione e nuove tecnologie
Modelli di regolamentazione Messi di discussione da : convergenza tecnologica non permette la separazione di regole tra stampa sistema radiotv e telecomunicazioni ex rete telefonica offre servizi tv e sistema radio tv distribuisce giornali Internet Si sviluppa libero da controllo La sua libertà non ha protezione giuridica: ciò la rende vulnerabile Funzioni commerciali crescenti Timore di usi impropri Si presta a svolgere funzioni radiotelevisive No collocazione rispetto ai modelli di governance di stampa e radiotv Difficoltà di regolamentazione: per carattere transnazionale

133 Media e sistemi politici
Stretto legame tra media e sistemi politici nazionali 1)Le leggi di ogni paese, negoziate dal sistema politico definiscono obblighi limiti diritti e libertà anche ai media 2)Spesso la dirigenza dei media (specie radiotv) è legata ad interessi politici 3)I proprietari dei media hanno interessi finanziari per cui hanno interesse a influenzare decisioni politiche 4) In periodi elettorali i politici inseguono i favori dei media 5)La politica è il primo tema in agenda di tutti i media:condizionamento del contenuto I media più che sfidare riflettono gli orientamenti politici dominanti.

134 La comunicazione globale

135 Comunicazione globale
La comunicazione ha sempre avuto portata globale Libro: confini transnazionali (traduzioni dal latino o da altre lingue) I primi giornali: volantini a circolazione europea In un secondo momento Giornale diventa legato ai confini nazionali Cinema alla nascita è fortemente nazionale fino a I guerra mondiale Diffusione industria Hollywood rende il cinema transnazionale (industria cinematografica in crisi dopo la guerra) Nel XIX sec I giornali attingevano ad agenzie di stampa internazionali (notizie da tutto il mondo) Dalla II guerra mondiale Radio e industria discografica carattere internazionale Doppia tensione: egemonia nazionale culturale e politica e condivisione innovazioni tecnologiche

136 Le spinte all’apertura globale
Tecnologia: con i satelliti trasmissioni dall’esterno varcano i confini nazionali + esportazione di prodotti di media nazionali Economia: inizialmente i palinsesti limitati per i costi: poche ore di programmazione Programmazione 24h/24 Repliche + materiali importati Usa maggiore esportatore materiale di intrattenimento (doppiaggio) Pubblicità: globalizzazione di prodotti; poche marche dominano il mercato, agenzie pubblicitarie internazionali

137 Le declinazioni della comunicazione globale
Trasmissione o distribuzione diretta di canali mediali o pubblicazioni da un paese all’altro: vendita all’estero di libri e canali tv satellitari; Media internazionali: Mtv Europa, Al Jazeera International, BBC World; Contenuti mediali esteri inseriti nell’offerta nazionale (serie tv, musica); Format e generi stranieri: riadattamento su pubblico nazionale; Notizie internazionali: su paesi diversi o fatte da paesi diversi Sport e pubblicità: straniere Il Web

138 Declinazioni della comunicazione di massa
Globale per natura Eccezione USA: producono molto esportano poco (offerta nazionale) Pochi mezzi possono aprirsi a pubblico globale (ex canali) Sono più i prodotti che si aprono a pubblico globale (ex film, album, libri) Tuttavia i paesi che importano esercitano controllo su loro cultura con riadattamenti, traduzioni, (Se mi lasci ti cancello) rimontaggio e riscrittura Lingua e cultura locale frenano la globalizzazione

139 Imperialismo culturale
Dopo II guerra mondiale Media = strumenti di modernizzazione e occidentalizzazione Usati per superamento tradizioni Effetti positivi di diffusione di contenuti da Occidente capitalista a paesi meno sviluppati No propaganda o istruzione, ma intrattenimento: per mostrare way of life Approccio etnocentrico alla comunicazione Imperialismo mediatico Non nasce da una domanda del pubblico, ma media nazionali che facevano scelte su interessi economici e ideologici

140 Imperialismo culturale
Tentativo di dominare/invadere/sovvertire spazio culturale altrui Contenuti: orientati a livello ideologico, culturale, valoriale (ex. Individualismo, secolarismo, materialismo) Finalità di imperialismo culturale = imperialismo politico (Schiller, 1969) Usa vs America Latina (interessi di dominio economico, culturale e politico) Contro la teoria dell’imperialismo culturale Sostenitori Modello del libero mercato: gi squilibri tra paesi possono essere temporanei Altre posizioni: la globalizzazione mediale non ha un fine ultimo ma frutto di cambiamenti culturali, politici ed economici Critici di imperialismo parlano di globalizzazione come effetto apertura contro etnocentrismi Gusti del pubblico che è interessato alla fruizione transnazionale e non subisce passivamente

141 Le barriere all’imperialismo
MTV canale globale Successo iniziale Concorrenza europea Rischio di fallimento Necessità di declinazioni regionali con contenuti americani (musica pop) Riadattamento alle lingue locali

142 Le organizzazioni mediali

143 Prospettiva mediacentrica alle organizzazioni mediali
Mediacentrica: guardare dal di dentro i media e vedere le ricadute sulla produzione dei contenuti vs Sociocentrica: forze esterne condizionano l’operato dei media (ex pubblico, politica, economia) Metodologie: intervista in profondità, osservazione partecipante professionisti. Risultati: il contenuto è condizionato da routines produttive (“distorsione involontaria”) che da intenzionalità soggettive o fattori ideologici.

144 Grado di libertà dei media
Quanto i media sono liberi nei confronti della società e al loro interno? Quanto il prodotto è condizionato dalle routine di selezione ed elaborazione del contenuto? Shoemaker e Reese (1991) 5 ipotesi sull’influenza di aspetti organizzativi e strutturali sul contenuto 1) I media sono specchio della società: il contenuto rispecchia la realtà 2)il contenuto è condizionato dalla socializzazione e atteggiamento degli operatori del settore (agenti di comunicazione) 3)contenuto influenzato da istituzioni e forze sociali 4) contenuto è influenzato da ideologie (approccio egemonico)

145 Livello organizzativo e i rapporti con le forze sociali
Organizzazione mediale: concetto astratto (Ex modello redazione stampa) troppo omogeneo vs strutture ibride, musica, cinema, new media Comunicatori di massa: concetto astratto, figure versatili, free-lance appartengono a più organizzazioni produttive Tipi di relazioni interne/esterne all’organizzazione mediale Con la società Con i gruppi di pressione Con i proprietari, clienti, fornitori Con il pubblico All’interno dell’organizzazione

146 L’influenza della società
Trasversale alle attività mediali Spesso conflitti tra media, governo e istituzioni Influenza della società funzionale agli scopi dei media Profitto Influenza sociale e prestigio Massimizzare il consumo Finalità settoriali (politiche, religiose, culturali) Servire l’interesse pubblico Ruolo del giornalista Cohen (1963) Cronista “neutrale”: stampa che informa e interpreta Cronista “partecipante”: stampa critica verso governo, impegnata e schierata politicamente, rappresentativa dell’opinione pubblica I risultati mostrano interesse dei giornalisti verso ruolo neutrale e tempestività notizie Nuove ricerche (Weaver e Wilhoit, 1986) Ruolo di interprete: (caratteristiche di giornalista impegnato), analizza, interpreta fatti complessi, Ruolo divulgatore: informazione tempestiva a pubblico ampio Ruolo antagonista: verso il governo e verso l’industria

147 Altri tipologie di influenze esterne
Rapporti con i gruppi di pressione: cercano di influenzare l’attività informativa dei media; specie le minoranze Rapporti con proprietari, clienti e fornitori: rischio di interferenze sul contenuto da parte dei proprietari; conciliazione interessi dei media con interessi degli inserzionisti specie se l’introito dipende tutto da pubblicità Rapporti con il pubblico: spesso è considerato poco importante. Considerato da ricerche “stupido, incompetente e rozzo” (Altheide, 1974), ostilità da parte dei giornalisti verso indici di ascolto. Immagine del pubblico troppo astratta “i giornalisti scrivono innanzitutto per sé, per i loro direttori e per i loro colleghi” (Shoemaker, Reese, 1991) Gli indici di ascolto non dicono come migliorare un programma e vengono raccolti alla fine di un programma.

148 Le caratteristiche personali dei comunicatori di massa
Difficoltà di influenza del singolo sul contenuto = lavoro d’equipe (ex sceneggiatore, regista,) no esaltazione singole personalità I responsabili della comunicazione e giornalisti spesso hanno lo stesso strato sociali di chi controlla politica ed economia (Johntone et al. 1976) Interpretano la realtà allo stesso modo dei detentori del potere (etnocentrismo, individualismo, democrazia, favorevoli al capitalismo e all’ordine sociale) Chi lavora nei media mutua i suoi valori dalla socializzazione all’ambiente mediale

149 IL CONTENUTO

150 L’interesse per il contenuto dei media
1) Studiarne gli effetti: impatto sulla criminalità, uso propagandistico 2)Capire perché il pubblico ne è attratto Primi studi Il contenuto rispecchia i fini e i valori dei creatori Il significato comprensibile dall’analisi del messaggio I riceventi interpretano il mess. secondo le intenzioni della fonte Dal messaggio si può risalire ai suoi effetti Il messaggio mediale riflette la cultura della società in cui è prodotto: assunto ancora valido a differenza dei precedenti assunti. Complessità del messaggio Cresce interesse per i contenuti non espliciti, ma nascosti del testo mediale

151 Prospettive critiche Approccio marxista: i testi non mediano la realtà, ma costruiscono le nostre esperienze: ex le notizie definiscono la realtà e riflettono l’ideologia di una classe dominante (visione egemonica) - Le notizie mascherano alcuni aspetti della realtà - Non rivelano forme di sfruttamento - Le notizie creano frammentazione (no visione unitaria della realtà) Approccio critico alla pubblicità: La pubblicità svolge azione ideologica trasferendo miti come la bellezza, il successo, la felicità dalla realtà ai prodotti commerciali che li evocano e a noi che li acquistiamo (il prodotto ci dà lo status desiderato). - Visione falsificata di noi stessi rispetto alla realtà effettiva che viviamo (Williamson) - La pubblicità crea il nostro ambiente ci dice chi siamo e cosa vogliamo (crea illusione); manipolazione (superiore alla notizia che ha ancoraggio con la realtà)

152 Approccio critico Critica sulla violenza: molta analisi sulla rappresentazione della violenza, poca sugli effetti sul pubblico Critica di genere: critiche su ricorso a stereotipi. Non è importanze la sovrarappresentazione del genere femminile, ma come i testi mediali posizionano il soggetto femminile nelle interazioni narrative, collaborando con il lettore a definire una certa immagine di femminilità. ( 1.20’ - I prodotti mediali destinati alle donne propongono modelli patriarcali (soap opera e storie d’amore) e istituzioni familiari stereotipate -Difficoltà dei testi mediali di rovesciare gli stereotipi di genere che offrano modelli positivi

153 Strutturalismo e semiologia
Strutturalismo:modo in cui si costruisce il significato nei testi (strutture del linguaggio: segni, racconti o miti) strutture = relazione tra elementi. Strutture governate da cultura Guarda ai testi e al loro significato in relazione alla cultura di riferimento Il segno = veicolo del significato, rimanda a oggetti/ concetti (referente) Significante: la parola, immagine o suono Significato: concetto evocato dal segno Denotazione: ex significato letterale (rosso = colore) Connotazione: ciò che evoca per una cultura (rosso = passione)

154 Metodologie nello studio del contenuto
Indagini quantitative: descrittive Indagini qualitative: interpretative/esplicative Dove risiede il significato? Nelle intenzioni dell’emittente?: Media organizzazioni complesse, difficoltà di capire reali intenzioni della fonte Nel linguaggio? Nell’interpretazione del ricevente? Il messaggio come sede del significato:

155 Metodologie Analisi del contenuto “tecnica di ricerca per la descrizione obiettiva, sistematica e quantitativa del contenuto manifesto della comunicazione” (Berelson, 1952) Limiti: si costruiscono categorie a monte L’aspetto numerico è indicatore del significato complessivo Analisi di aspetti latenti e nascosti: frequenza + relazione tra elementi del testo, cosa manca, cosa è dato per scontato. Fondamentale conoscenza del codice Entrambi i metodi analizzano le costanti e non fenomeni unici

156 ESEMPIO UNITA’ D’ANALISI (EX. SITO INTERNET) UNITA’ DI CLASSIFICAZIONE
(PAG. WEB-potrebbe essere la struttura del sito) VARIABILI (indicatori che mi permettono di rilevare i contenuti utili a spiegare un certo fenomeno. Ex. Per comprendere il funzionamento di gruppi sovversivi ricercare Presenza di formule di incitamento alla violenza, identificazione di un nemico, valori di riferimento ecc.)

157 Metodologie a confronto
Analisi del contenuto Quantitativa Frammentaria Sistematica Aperta alle generalizzazioni, estensiva Significati manifesti Oggettiva Analisi strutturale Qualitativa Olistica Selettiva Specifica, illustrativa Significati latenti Interpretativa

158 Generi e testi dei media

159 Il genere Genere = tipologia di prodotto culturale
Ambito cinematografico contrapposizione Creatività vs tipizzazione Ambito massmediale Ogni categoria di contenuto che Ha un’identità collettiva riconosciuta da produttori (media e fruitori (pubblico); L’identità del genere riguarda: a)i suoi fini: informazione, spettacolo ecc; b) La sua forma: lunghezza, ritmo, struttura, linguaggio; c) Il suo significato (riferimento alla realtà: ex reality/fantasy) Si è affermato nel tempo e segue convenzioni note a tutti Il genere ha una struttura narrativa, o azioni in successione prevedibili; ricorre a immagini scontate; e ha un repertorio di variazioni sul tema

160 Il genere Consente a ogni medium di produrre in modo efficiente e coerente legando la produzione alle aspettative del pubblico Orienta il pubblico nella ricca produzione mediale e aiuta a classificarne i contenuti Prima applicazione del genere Hall (1980) “western di serie B” Il genere si ha quando codifica e decodifica sono vicine Significato lineare (è ricevuto così come viene emesso) L’analisi del generi: rivela elementi narrativi ricorrenti, formule, logiche narrative Formula: sottocategoria di genere, le convenzioni di un certo genere; ex tipologia di eroi, i costumi, intrecci, luoghi.

161 Genere Western: mito della conquista del West; coraggio; grandi praterie; lotta tra bene e male. Declinazioni western: western psicologico; parodia del western; spaghetti western; commedie western; soap opera western. Soap operas: dialogo prevale sull’azione, madri casalinghe, importanza valore grandi famiglie, visione sessita Talk-show: prima programma di intrattenimento con interviste a personaggi famosi, fascia oraria mattutina; dopo estensione da programmi sensazionalistici a programmi con partecipazione politica. Elementi ricorrenti: prevalenza di parole; conduttore famoso; partecipazione e presenza del pubblico; elementi di conflitto o drammatizzazione; attualità e personalizzazione (intimità)

162 4 tipologie: grado di emotività e grado di obiettività
Tipologia di generi Berger (1992) 4 tipologie: grado di emotività e grado di obiettività 1) concorsi: programmi con competizione: quiz, sport giochi a premi: sono veri ed emotivamente coinvolgenti 2)Attualità: informazione, documentari e programmi di attualità- non emotiva e obiettiva 3) Persuasivi: finalità è convincere: pubblicità, propaganda; bassa oggettività debole emotività 4) Sceneggiati: la fiction- bassa oggettività. Alta emotività Generi ibridi ex infotainment; docudramma

163 Logica mediale e formato mediale
Altheide e Snow (1979) Logica mediale: insieme di norme e regole implicite che disciplinano il trattamento e presentazione del contenuto, sfruttamento massimo delle potenzialità di un medium; ex uso del tempo, successione di contenuti. Il contenuto viene confezionato per adattarsi ai formati mediali e i formati devono adattarsi alle preferenzee capacità del pubblico I formati mediali: routine con cui vengono trattati temi specifici all’interno di un genere: ex “formato crisi” nei notiziari: stessa modalità di trattazione di una certa tipologia di notizie (ex accessibilità al luogo della crisi, il dramma, l’azione) ex framing.

164 sapere superficiale notizia sapere scientifico
Il genere notizia Che cos’è una notizia Lippman: il processo di raccolta delle notizie = la ricerca del “chiaro segnale che denota un evento”. “La notizia non è lo specchio della situazione sociale, ma la cronaca di un aspetto che si è imposto all’attenzione”. Park: paragona la cronaca giornalistica alla storia che è cronaca de gli avvenimenti del passato Continuum sapere superficiale notizia sapere scientifico

165 Notizia vs Storia Notizia
Tempestività: eventi recentissimi o ricorrenti No sistematicità: eventi da descrivere, scollegati, l’informazione non deve creare nessi Effimera: vive finchè l’evento è attuale; per consultazioni future altre forme di conoscenza ne prenderanno il posto (ex la storia) Eventi trattati dalle notizie= insoliti/imprevisti. L’insolito prevale sul significato reale I valori-notizia: sono relativi e presuppongono un giudizio soggettivo su ciò che interessa al pubblico Scopo della notizia: calamita l’attenzione ma non sostituisce il sapere Prevedibilità: il “totalmente imprevisto non fa notizia”, ma solo ciò a cui il pubblico è preparato “ a fare notizia sono le cose temute e desiderate”.

166 Framing Notizia: Schema stabile e prevedibile
Frame = cornice interpretativa Goffman: il frame ci aiuta a organizzare le informazioni; offre una cornice cognitiva ad aspetti frammentari dell’esperienza, Entman: ”il framing implica la selezione e la salienza”; I frame individuano problemi, Diagnosticano le cause Formulano giudizi morali Suggeriscono rimedi: Ex. Uso di parole, immagini, la scelta di alcune fonti. Il framing consente di interpretare porzioni isolate della realtà. Le notizie che vengono da fonti esterne sono già confezionate in un frame utile per la fonte Uno stesso evento può essere inquadrato in frame diversi (guerra in medioriente, terrorismo ecc.)

167 La notizia Nel genere notizia ritornano delle costanti indipendentemente dal medium Il modo di indicare l’importanza di eventi e il modo di strutturare il tutto Importanza: spazio e tempo dedicato alla notizia ex. Prima pagina, più spazio Le notizie hanno narrazione: protagonisti principali, secondari, fatti messi in sequenza, eroi vs malvagi, inizio, svolgimento e fine. La storia originaria subisce una sintesi; i giornalisti assemblano creando un ordine credibile ai frammenti di informazione

168 Il testo culturale Due accezioni di testo
Testo = il messaggio (film, programma tv, documento stampa) Testo = risultato dell’incontro tra il contenuto e il lettore (Fiske). Programma tv è testo quando viene letto/visto. Il testo mediale: presenta significati alternativi (diverse letture); polisemico = diversi significati possibili per i lettori: Funzionale ad attirare pubblici diversificati. I testi sono fatti di molti linguaggi e sistemi di significato: moda, classe,religione, etnia ecc. le parole usate assumono diversi significati in relazione ai diversi linguaggi Ogni testo ha una “lettura privilegiata” identificabile con l’analisi del contenuto Lettore inscritto o interpellanza: quando il testo “aggancia il ricevente”, noi assumiamo la posizione che il testo propone per noi. Ex pubblicità proietta immagine del consumatore modello del prodotto. E noi dobbiamo riconoscerci in esso Testi aperti e testi chiusi (Eco, 1983): quando il discorso vincola o meno il lettore a un certo tipo di significato. Ex. Testo chiuso (informazione) possibile visione dominante e consensuale


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