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Lezione n. 7 Dal ‘500 al ‘700.

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1 Lezione n. 7 Dal ‘500 al ‘700

2 UMANESIMO E SPORT Mentre, nel Medioevo, salve le giostre e i tornei, lo sport era appannaggio di professionisti, e il corpo doveva essere mortificato e considerato la prigione dell’anima, l’Umanesimo propose una visione a 360° dell’uomo, come fusione di qualità fisiche e intellettuali. In questo si riprese il messaggio della Repubblica di Platone

3 GLI UMANISTI Durante il Medioevo c’erano alcuni intellettuali che sostenevano l’importanza della cultura classica. Il professore Pietro Paolo Vergera ( ) di Padova sosteneva come la gente avesse bisogno di allenarsi, per rispettare il proprio corpo. Tra i filosofi delle corti dei comuni il concetto di “uomo universale” divenne un motto significativo nel periodo in cui si andavano diffondendo le idee dell’umanesimo.

4 UMANESIMO (cont) Nel Trecento e nel Quattrocento la fuga in Italia dall’Impero Bizantino di molti intellettuali greci portò a un rinnovato interesse per la cultura e la storia dell’antichità classica. Nel 1430 il politico e scrittore Matteo Palmieri scrisse il suo trattato Della vita civile, dove si parla di Olimpia. L’umanista italiano Polidoro Virgili descrisse i quattro grandi eventi sportivi dell’antica Grecia nella sua enciclopedia “De Rerum Inventoribus” (1491)

5 DIFFUSIONE DELLA CULTURA
La diffusione del libro portò alla riscoperta deella cultura greca. Nel 1530 il cardinale Sadoleto pubblicò il libro De Libris Recte Instituendis, nel quale raccomandava la corsa più che l’esercizio di tipo militare. In un passaggio in cui fa riferimento alla Lombardia, il cardinale si chiede se i grandi uomini del futuro si guadagneranno dei meriti nelle attività sportive all’aria aperta.

6 CARDINALI E SPORT “Vediamo i giovani gentiluomini che trascorrono il tempo a esercitarsi alla lotta, alla corsa e al salto insieme alla gente del paese. Non credo che possa fare loro del male”. Le corse delle donne sono un’altra caratteristica dell’Italia di questo periodo. In occasione del Carnevale le corse delle donne (rispettabili o prostitute) facevano sempre parte del programma.

7 RIEDIZIONE DEI GIOCHI OLIMPICI
Un primo tentativo di ricostruire le Olimpiadi fu rappresentato dai Giochi Olimpici di Dover, di mister Robert Dover, che ebbero origine fra il 1604 e 1612 in Inghilterra, nelle Cotswold Hills, su iniziativa privata. Il re Giacomo I diede il permesso di organizzarli. Si tenevano il giovedì e il venerdì della settimana di Pentecoste.

8 GIOCHI DI DOVER IIN realtà, pare che Dover avesse sfruttato un teso precedente come gli Annalia Dubrensia del 1636; gli autori di questi annali erano poeti ben conosciuti che vedevano i giochi come una rinascita delle tradizioni inglesi. Essi rappresentavano una protesta contro le concezioni molto rigide dei puritani sullo sport e il divertimento. I puritani riconoscevano l’importanza della ricreazione

9 GIOCHI DI DOVER (segue)
E non condannavano tutti gli sport, ma solo quelli che portavano alle scommesse e al bere, considerati reminescenze delle feste pagane. Credevano che anche le attività secondarie nel giorno del riposo avrebbero condotto alla dannazione eterna e che i peccatori sarebbero bruciati all’Inferno per l’eternità. Migliaia di persone di tutte le classi sociali viaggiavano anche per 100 km a piedi o in carrozza per partecipare ai giochi di Cotswold.

10 GIOCHI DI DOVER (cont) Per assistere più comodamente alle gare e agli spettacoli la nobiltà si faceva montare delle tende mentre la gente comune sedeva per terra bevendo e mangiando. L’inizio delle gare veniva annunciato con il suono di un corno da caccia e un colpo di cannone.Le corse dei cavalli, la caccia, la lotta, la scherma, la danza, il lancio del martello e la corsa erano solo alcune delle discipline.

11 RE E GIOCHI Durante una visita reale nel 1617, re Giacomo I sentì dire che i puritani cercavano di impedire agli abitanti del Lancashire di partecipare ad attività sportive legali durante la domenica dopo la messa. Fece allora pubblicare “The Book of sports”, in cui proclamava che il popolo aveva il diritto di divertirsi anche la domenica, e affermava che la ricreazione faceva bene.

12 BOOK OF SPORTS Questo proclama doveva essere letto in tutte le chiese parrocchiali d’Inghilterra e chiunque si fosse rifiutato andava arrestato. Robert Dover morì nel 1652 e per alcuni anni i giochi non vennero organizzati. Vennero ripresi con la restaurazione degli Stuart nel 1660; continuarono fino al 1852. Rappresentano una modernizzazione.

13 SHAKESPEARE E’ probabile che William Shakespeare abbia assistito a un’edizione dei giochi nel Seicento, dato che gli eventi popolari di quel genere lo interessavano molto. Conosceva bene la corsa, che cita in alcune opere. Nell’Enrico IV il ribelle Morton si presenta al duca di Northumberland e lo informa che i ribelli hanno perso la battaglia di Shrewsbury

14 SHAKESPEARE (cont) “Dì, Morton, vieni tu da Shrewsbury?”
“Sono corso via da Shrewsbury, mio nobile signore”. La distanza era di 563 chilometri e probabilmente un soldato ben allenato avrebbe potuto farcela. Morton era corso via a annunciare la sconfitta.

15 SHAKESPEARE (cont)

16 SHAKESPEARE (cont) “Darei un migliaio di sterline per potere correre veloce come te”, dice Falstaff a Poins sempre nell’Enrico IV. Nella stessa opera il Duca di Warwick si riposa dopo una battaglia: “Consumato dalla fatica, come i corridori in una corsa, mi sdraio un po’ per riprendere fiato”.

17 IL CALCIO FIORENTINO Le prime testimonianze letterarie sul gioco del pallone risalgono a esempi molto antichi. A partire dal XIV secolo disponiamo di cronache che raccontano come gli assassini prendessero a calci le teste delle loro vittime. In una tragedia Francesco De Medici predice al suo avversario che non avrebbe avuto pace finchè “till I can play at football with your head”

18 SPORT: UNA RIFLESSIONE

19 CALCIO FIORENTINO

20 CALCIO FIORENTINO (segue)
A parte questi episodi truci, durante il Rinascimento i giochi con la palla godevano in Italia di una vasta popolarità. Sono documentate varianti come palla pugno o pallone elastico. REGOLE. Il calcio fiorentino si giocava su un quadrilatero che misurava 172 braccia per 82, leggermente inferiore rispetto alle dimensioni di un campo di calcio. Si giocava a piedi, ma si poteva colpire la palla con il pugno.

21 CALCIO (segue) Lo scopo era quello di lanciare la palla al di là della linea tracciata in corrispondenza dei lati più corti del campo. Alcune partite si svolgevano durante il Carnevale e duravano due ore, più o meno fra le 16 e le 18. TESTIMONIANZA LETTERARIA. La prima testimonianza appare nel Il narratore racconta un sogno in cui gli appare una donna bella come un angelo, che gli permette di esaudire tutti suoi desideri. Subito dopo viene trasportato in un “prato celestiale” che assomiglia a un Giardino di Venere.

22 CALCIO (segue) Non gli appaiono però delle ninfe, ma degli uomini.
“Dove uno di loro cominciò a parlare” Ch’aveva in mano una palla gonfia” E disse agli altri “Vogliam noi giocare” Il calcio veniva giocato d’inverno. Vi partecipavano prevalentemente nobili, ma anche qualcuno delle classi meno elevate. Il luogo deputato agli incontri era Piazza di Santa Croce.

23 CALCIO (segue) Nel 1607 a causa dei ricorrenti disordini fra il pubblico venne emanata una severa legge per mantenere l’ordine durante il gioco. Il calcio fiorentino ricordava una forma di football praticata durante l’Impero Romano, il cosiddetto “arpasto”. Baldassarre Castiglione ne “Il Cortegiano” ne parla come di un’attività adatta a sviluppare virtù cortesi, cioè del mondo di corte. Torquato Tasso nella “Gerusalemme Liberata” osserva

24 CALCIO (segue) (segue) afferma che il calcio rappresenta l’illusione di una battaglia, e che le vere battaglie dicano di avere come obiettivo quello di competere con il calcio. Dopo la partita di calcio venivano organizzati banchetti. FUNZIONE CARNEVALESCA. Da tempo il Carnevale avev a svolto la funzione di temporaneo sfogo delle tensioni sociali, e le autorità non temevano altro periodo all’anno (CONT)

25 CALCIO (segue) Come quello del mascheramento, del completo capovolgimento, del dominio dei buffoni, e delle risate liberatorie. L’imprevedibilità del calcio e dei movimenti della palla potevano assurgere a simbolo della sostanziale mutevolezza del mondo.Attraverso questo approccio metaforico il calcio diventò un soggetto interessante per la poesia.

26 PARTITE DI CALCIO A poco a poco sempre più le partite di calcio vennero fatte coincidere con manifestazioni ufficiali. Alessandro dè Medici fece disputare una partita di calcio in occasione del passaggio a Firenze della figlia dell’imperatore Margherita d’Austria. Il luogo deputato per gli incontri era la Piazza di Santa Croce, dove venne costruita una lastra di marmo per segnare la linea di battuta.

27 DISORDINI Nel 1607, a causa di frequenti disordini,venne emanata una severa legge: ma qualche anno dopo tutto ricominciò come prima, visto che due fratelli della famiglia dei Medici furono minacciati dalla folla di tifosi e non riuscirono a tornare a palazzo. La tradizione calcistica continuò nel tempo: nel 1689 si festeggiò il compleanno della quindicenne Violante di Baviera.

28 DISORDINI (segue) Poiché la partita finì con un pareggio il granduca Cosimo III ordinò una ripetizione. Essa ebbe luogo dopo due settimane, di lunedì, e si disputò fra formazioni di rossi contro verdi. Vinsero i rossi per 3 a 1. Durante la cerimonia della bandiera a Palazzo Pitti l’araldo dei verdi chiese ai rossi la rivincita. Questa si disputò una settimana dopo e finì in pareggio.

29 SPORT E POTERE Il grecista di Pisa Coresio (1611) dice che il gioco del calcio è particolarmente adatto alle competenze di chi deve governare. Dal momento che, secondo lui, aveva conferito al principe quelle capacità che gli avevano permesso di diventare un sole sulla terra, il gioco del calcio si era trasformato in un simbolo di potere.

30 GIROLAMO MERCURIALE Delle origini del calcio si era occupato anche il medico di Forlì Girolamo Mercuriale nella sua fondamentale opera “De arte gymnastica” (1569) nella quale esamina gli sport dei greci sottolineando i benefici del salto in alto, salto in lungo, della marcia, della corsa e degli sport olimpici in generale.

31 DE ARTE GYMNASTICA Nel trattato Mercuriale riscopre i libri di Platone , Vitruvio e Vegezio : una vera e propria ricerca relativa a studiosi e filosofi latini e greci In questo il libro è stato anticipato da “Il ginnasta” di Giustiniano Borassatti (1559) che è molto utile perché illustra come, presso le corti di tutta Italia, si esibissero saltatori in alto

32 IL GINNASTA E saltatori in lungo, acrobati e guitti che davano spettacolo anche all’aperto. Si possono ritenere a metà via fra atleti e artisti di strada. Tali personaggi popolavano Firenze, Bologna, Venezia, fondando in alcuni casi stili diversi di sport come i salti in estensione (triplo, etc.).

33 RINASCITA DELLA PEDAGOGIA
A poco a poco si cercò di creare un movimento educativo , sulla scorta di esempi classici come quello della Ciropedia di Senofonte: uno dei primi esempi ci viene da Vittorino da Feltre ( ) che nel 1423 fondò a Mantova una scuola per i principi Gonzaga. Erano ammessi anche i rampolli di altre ricche famiglie provenienti anche da altre parti d’Italia.

34 RINASCITA DELLA PEDAGOGIA
La sua convinzione avveniristica era che la deliberata preparazione e il rispetto per il corpo dovevano essere parte di un’educazione non strettamente connessa con la preparazione paramilitare. Fino a quel momento si riceveva solamente un’educazione letteraria e basta. L’educazione fisica dei nobili si limitava all’equitazionee e alla scherma.

35 ATTIVITA’ POPOLARI Certi giochi di palla, meno istituzionalizzati ma popolari, erano praticati ad esempio il giorno di Natale o il martedì grasso nei villaggi della Normandia e in Bretagna.I contadini si incontravano regolarmente all’aperto per prendere a calci, lanciare o portare di forza delle pelli di animale piene d’aria sino alla porta “del nemico”.

36 TENNIS I giochi europei del XVII secolo assomigliavano sempre di più ai nostri giochi di pallamano e con racchetta, che al “tennis su prato” attuale. Ci sono rimaste racchette con corde del XIV secolo, e sappiamo anche che erano ammessi colpi di diritto e rovescio. Inizialmente il tennis era praticato nei fossati dei castelli. Svariati re francesi cercarono di bandire questo gioco , come passatempo per i sacerdoti e le classi inferiori.

37 TENNIS

38 TENNIS (segue) Il gioco del tennis era praticato al coperto, su un campo recintato. Nel 1596 nella sola Parigi esistevano almeno 250 campi da gioco. Si ritiene che persone vivessero del solo tennis, ivi compresi i fabbricanti di racchette e palline, gli istruttori, i custodi dei campi e i giocatori professionisti e gli impresari. Agli inizi del XVII secolo il gioco si era trasferito da Parigi ed era praticato in tutta l’Europa settentrionale da quei cittadini abbastanza ricchi da potersi permettere Gli esorbitanti affitti dei campi da gioco

39 IL TENNIS (Cont) Poi, a poco a poco, il tennis (pare dal francese “tenez!”, prendete) diventò demodè. HOCKEY E GOLF. Nel 17° secolo un inverno particolarmente rigido fece gelare i corsi d’acqua olandesi e così parecchi si improvvisarono pattinatori.Le vivaci scene di uomini ricchi, poveri e persone qualunque nel muoversi e cadere sul ghiaccio costituirono per gli artisti del posto soggetti da immortalare

40 HOCKEY E GOLF su tele. IL GOLF. Il gioco del golf (dall’olandese KOLF, mazza) può avere un antesignano in forme primitive di hockey. A un certo punto alcuni olandesi iniziarono a colpire una palla per mandarla contro un palo o dentro una buca del ghiaccio. Chi voleva distinguersi a tutti i costi iniziò a praticare lo sport su una radura erbosa. Molto prima delle città belghe e olandesi, il gioco era molto conosciuto in Scozia.

41 ORIGINE BELLICA DEL GOLF

42 PRIMI ESEMPI DI ATLETICA
Già in tempi medievali, nelle Isole Britanniche andò pian piano sviluppandosi un’attività atletica non molto dissimile da quella dei giorni nostri. Già nel XII secolo esistevano a Londra diverse athletic grounds, terreni per esercizi atletici nei quali uomini di ogni ceto mettevano alla prova la loro prestanza fisica in corse, salti e lanci. Enrico VIII re d’Inghilterra ( ) viene raffigurato nell’atto di lanciare un martello convenzionale durante un torneo di corte.

43 ORIGINI DELL’ATLETICA
Le cronache locali riportano, verso la metà del Seicento, un tentativo di record (scendere sotto i 5 minuti nel miglio, metri) di un nobile a Hyde Park (Londra). Fu il grande matematico e fisico Isaac Newton, nelle vesti di cronometrista, a misurare la riuscita del tentativo: l’atleta corse in 4’45”. Una grande folla lì radunatasi, scommetteva e commentava.

44 NEWTON CRONOMETRISTA

45 JEAN JACQUES ROUSSEAU A poco a poco, dopo l’oscurantismo del Medioevo, grazie alla riscoperta dei classici operata dall’Umanesimo, si iniziò a rifiutare il concetto secondo il quale la natura umana fondamentalmente fosse cattiva. Questo, ad esempio, in contrapposizione a certo pensiero negativo (vedi Hobbes della “Lotta di tutti contro tutti”). Gli intellettuali, i maestri del tempo cominciarono

46 JEAN JACQUES ROUSSEAU (segue)
a pensare che la nobiltà d’animo non era un dono di Dio, ma si costruisce miscelando cultura classica e preparazione fisica intensa. Uno spirito sano aveva maggiori possibilità di nascere in un corpo sano. Fino a quel momento non c’erano stati testi pedagogici, che parlassero di educazione. I nobili avevano accanto dei servili tutori, e si annoiavano in piccole accademie.

47 “Non abbiamo bisogno di politici, ma di bravi cittadini”

48 ROUSSEAU (segue) I ragazzi delle classi più agiate frequentavano i licei classici o le decrepite università. Il resto dell’educazione era informale.La svolta si ebbe con “Emilio” (Emile) del 1720, dove il francese Jean Jacques Rousseau asseriva l’esistenza di un uomo naturale non macchiato dal pessimismo del dogma cristiano e libero dai preconcetti di classe. Emilio è un orfano innocente, al quale in campagna il saggio

49 ROUSSEAU (Segue) (segue) un’educazione ideale.Il precettore prescrive dettagliati esempi esercizi fisici, ma aggiunge la clausola anti aristocratica secondo la quale Emilio deve imparare un mestiere non tanto per sé, quanto per superare i pregiudizi che lo fanno disprezzare. “Esercitate continuamente il corpo, rendetelo robusto e sano. La forza del corpo e quella dell’anima, la ragione di un saggio e il vigore di un atleta”.

50 EMILIO Rousseau è il primo a parlare della Priorità dell’Educazione Fisica. “ Gli esercizi formano la sola specie di ragione di cui la prima età sia capace”. Emilio entra nell’ordine del mondo, sviluppa i sensi (tatto, gusto, odorato) attraverso gli esercizi fisici. Non solo: l’esperienza fisica accresce la conoscenza intellettuale durante la varie fasi di crescita e sviluppo dell’individuo.


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