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Tommaso d’Aquino Lezione per la classe IV B, Liceo Classico G. Cesare/M. Valgimigli Rimini, sabato 14 novembre 2015.

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1 Tommaso d’Aquino Lezione per la classe IV B, Liceo Classico G. Cesare/M. Valgimigli Rimini, sabato 14 novembre 2015

2 IX-X secc.: seconde invasioni: arabi, normanni, ungari. ARABI: dinastia abbaside conquista l’ex impero persiano, sottrae le frange orientali dell’impero bizantino, conquista il Nordafrica e la Spagna (fino a Barcellona). Nel 902 gli arabi conquistano la Sicilia. Sorgono contrasti con l’Impero carolingio. Sotto la dinastia Abbaside: traduzione in arabo di una gran parte del patrimonio filosofico e scientifico greco, nel tentativo di porsi come eredi del mondo greco e in contrasto con Bisanzio. Si produce una commistione tra dottrine aristoteliche, neoplatoniche e esigenze della religiosità islamica.

3 Aree socio-culturali: 1)Greco-bizantina (nonostante la chiusura delle ultime scuole filosofiche pagane nel VI secolo); inoltre pochi sapevano leggere e parlare il greco 2)Arabo-islamica 3)Ebraica 4)Cristiana (a partire dal XII secolo per incontro con la cultura araba)

4 Periodi culturali del medioevo latino: -VI/XII secolo: conoscenza limitata dei testi antichi, utilizzo nelle riflessioni teologiche di procedimenti logico-dialettici -XII/XIII secolo: scolastica (fenomeno culturale), conoscenza di buona parte del corpus aristotelico -Metafisica di Avicenna (X-XI) giunge in occidente prima della totalità della Metafisica di Aristotele -Molte opere greche vengono tradotte in latino partendo dall’arabo prima che dalla lingua di origine

5 Cosa viene trasmesso grazie alla mediazione araba? Testi neoplatonici, attraverso varie traduzioni di: Pseudo-Dionigi Aeropagita (fine V - inizio VI) -Precedentemente tradotto da Giovanni Eriugena (860 ca.) Contenuti dottrinali: -Assoluta trascendenza dell’Uno-Dio, al di sopra degli intelligibili, delle forme e dell’essere -Teologia negativa/apofatica

6 Corpus aristotelico (buona parte) La ricezione delle opere aristoteliche non è sempre pacifica: -1210/1215 sorge conflitto tra autorità ecclesiastiche e dottrina aristotelica (es: tesi dell’eternità del mondo) -1255 studio della maggior parte delle opere aristoteliche note viene reso obbligatorio nel curriculum della Facoltà delle Arti -1277 nuova condanna del vescovo di Parigi (219 proposizioni legate alla tradizione greco-araba)

7 Scuole monastiche e cattedrali XIII: fondazione delle università intese come corporazioni riconosciute dal potere vigente – civile o ecclesiastico – di intellettuali di professione con compiti di insegnamento e ricerca. Le università medievali erano distinte in quattro facoltà: Arti liberali* (propedeutica), Medicina, Diritto, Teologia Nel corso del XIII sec., inoltre: sorgono contrasti tra teologi e artistae *grammatica, retorica, dialettica, aritmetica, geometria, astronomia, musica

8 Tommaso d’Aquino: filosofo o teologo? « Se l’uomo potesse conoscere perfettamente per sé tutte le cose visibili e quelle invisibili, sarebbe sciocco credere a ciò che non vediamo; ma la nostra conoscenza è così debole che nessun filosofo ha mai potuto perfettamente investigare la natura di una sola mosca: e per questo si legge che un filosofo visse trent’anni in solitudine per conoscere la natura di un’ape. » (Sul simbolo degli apostoli) - limite della ragione naturale (almeno nello stato di viator) - per molti pensatori del medioevo la filosofia in generale rappresentava una stagione ormai chiusa con la venuta di Cristo, il quale aveva rivelato agli uomini ciò che di Dio si può conoscere

9 Ma la filosofia per Tommaso conserva alcune importanti funzioni: a)Dimostrare alcuni preamboli della fede accessibili alla ragione naturale (es: esistenza e unicità di Dio); b)Illustrare verità di fede altrimenti difficili da comprendere; c)Confutare gli argomenti prodotti contro la fede.

10 De ente et essentia (primo periodo di attività): Problema: connessione tra l’ordine logico e quello reale. Che relazione si dà tra l’essenza (la definizione della cosa) e gli enti concretamente esistenti? - Recupero della distinzione aristotelica tra materia (elemento potenziale) e forma (elemento attualizzante)

11 La struttura ontologica degli enti creati -In tutti gli enti creati si può riscontrare una distinzione (almeno a livello mentale) tra essere e essenza -Nessun ente è in grado di darsi da sé il proprio essere, bensì lo ottiene per partecipazione dall’essere puro che è Dio -Poiché ogni ente è in potenza rispetto all’essere che riceve da Dio, la creazione si configura come relazione asimmetrica -Ma allora come può darsi relazione tra infinito (Dio) e finito (creatura)? Analogia: nelle creature, per Tommaso, resta in qualche modo una traccia del Creatore

12 La potenza di Dio e l’impossibile -La potenza di Dio è infinita, perché non può essere limitata da nulla -Dio infatti produce effetti numericamente infiniti e può operare con intensità sempre maggiore -Il limite della potenza divina è l’impossibile; questo limite non è un difetto della potenza attiva di Dio, ma attesta la mancanza di potenza passiva da parte di ciò che non è possibile (o che è logicamente contraddittorio) -Ma se Dio è onnipotente, come si spiega la presenza del male nella storia? Dio è davvero onnipotente, ma allo stesso tempo è malvagio? Oppure non è realmente onnipotente, e perciò non è in grado di dire l’ultima parola sul male?

13 Agostino e Tommaso sul male -Per Agostino il male effettivo è solo quello morale, derivato dall’agire umano; nella creazione divina per il male ontologico non c’è spazio -L’uomo pecca in modo deliberato e consapevole, non per ignoranza o necessità. La fragilità costitutiva della creatura, risultato del peccato originale, può però essere riparata dalla grazia divina - L’uomo secondo Agostino conosce il bene ma sceglie il male (contrariamente a quanto sostengono le posizioni di intellettualismo etico):«Video bona proboque, deteriora sequor».

14 Le Questioni disputate sul male (1269- 71) - Il punto di partenza di Tommaso è lo stesso di Agostino: il male può essere considerato qualcosa? Si tratta, neoplatonicamente, di una privazione; ma la rilettura è avicenniana: il male non è privazione in senso generico ma privazione di un bene determinato, cioè la mancanza di una perfezione in ciò che per natura dovrebbe possederla (es: la mancanza della vista è male in un uomo, ma non in un muro). - Il male può attecchire solo in un ente in potenza (quindi non realizzato), il quale subisce una diminuzione del bene a causa del male stesso; ma non può intaccare un bene assoluto che non abbia alcuna commistione con la potenza, cioè Dio.

15 Ma il bene può essere considerato causa del male? -Il male non può avere una causa in senso stretto. Non si configura infatti come sostanza, ma quasi come un accidente (necessita quindi di una sostanza sulla quale ‘’aderire’’) -Si desidera solo ciò che è bene, ed è questo ciò che una causa fa. Ma se si persegue il male lo si fa in realtà avendo di mira un certo bene apparente -Il bene è causa del male non per sé, ma in senso accidentale -In generale, bene è tutto ciò che è conforme a una regola e a una misura, male è tutto ciò che non è né regolato né misurato e rifiuta l’ordine divino -Se la colpa consiste nell’operare o agire e la pena nel patire, e se tutto ciò che opera in modo malvagio è peggio di ciò che subisce un male, è evidente che operare il male è peggio che subirlo e che la colpa rappresenta pertanto un male peggiore della pena.

16 Il peccato -Si configura come atto interiore della volontà (es: elemosina per vanagloria) o esteriore (es: omicidio) -Determinante è però sempre l’atto finale della volontà -Rapporto tra volontà e intelletto: se l’intelletto erra nel discernimento circa i beni da conseguire, ciò che poi presenta alla volontà (esecutrice) è con tutta probabilità un falso bene e, dunque, un male.

17 Il diavolo e la superbia -Superbia è principale tra i vizi capitali (principale, nel senso che è principio di altri peccati) -Qual è il carattere peculiare di ogni peccato? Il fatto che esso infrange la regola della retta ragione e, soprattutto, le somme regole poste da Dio -Tra le cose che l’uomo desidera naturalmente c’è l’eccellenza: se viene perseguito secondo retta ragione = magnanimità; se va oltre la misura = superbia.

18 -Il diavolo non è malvagio per natura (ciò che Dio crea è sempre buono per natura), ma per sua volontà -Il suo peccato non è consistito nel voler uguagliare Dio, cosa che è impossibile (e nessuno desidera ciò che è impossibile) -Il peccato degli angeli consistette nel ritenere di poter conseguire la beatitudine soprannaturale (rispetto alla quale sono in potenza) con le sole proprie forze, senza il soccorso della grazia divina -Il diavolo non ha peccato in rapporto al fine, ma in relazione al modo di conseguirlo -PECCATO: si tratta di una offesa a Dio perché è anzitutto un’offesa all’uomo stesso, in quanto esprime un rifiuto radicale al modo in cui Egli ci ha voluti; peccare è, in fondo, vivere al di sotto delle proprie possibilità.


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