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La Logica Sfumata della Geopolitica Il caso Israele-Palestina

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Presentazione sul tema: "La Logica Sfumata della Geopolitica Il caso Israele-Palestina"— Transcript della presentazione:

1 La Logica Sfumata della Geopolitica Il caso Israele-Palestina
Atlanti Futuri La Logica Sfumata della Geopolitica Il caso Israele-Palestina Vittorio Pagliaro

2 Atlanti Futuri Ci sono fasi della storia in cui i segni di mutamento sono forti, caotici, contraddittori. Dove troppe luci accese stordiscono fino a neutralizzare la stessa vitalità. Il rischio è il vuoto. La straordinaria opportunità è lo sviluppo sostenibile. Allora l’esigenza di innovare diviene forte mentre ogni arroccamento inutile. La complessità, in ogni sua forma e intersecazione, disegna una nuova geografia delle relazioni umane, aprendo nuovi orizzonti e prospettive culturali in cui ciascuno è chiamato a fare la sua parte: la religione, la filosofia, la scienza, la politica, l’arte, la cittadinanza. Mai come oggi il senso di appartenenza non risiede più nella famiglia di origine, qualunque essa sia, ma nella consapevolezza di sé, per un nuovo spirito d’identità.

3 LA COMPLESSITA’ Non è la somma algebrica delle pluralità bensì il valore aggiunto delle diversità inserite in un habitat Ha però anche dei denominatori comuni e tratti di similitudine Non è bianco o nero, contiene in sé una serie di interstizi, nodi, sfumature che devono essere esplorati e compresi Tende naturalmente alla dialettica forte, alle criticità e anche al conflitto Il conflitto fino a un certo punto è vita. Oltre un certo limite è morte. Aderire alla complessità vuol dire osservare quel confine e cercare risposte plausibili

4 Fuzzy Logic La Fuzzy Logic, o logica sfumata , proposta da Lofti Zadeh nel 1965, è una logica computazionale di tipo non binario in cui è presente un continuo tra i netti limiti Booleani del vero o falso, 0 o 1, dentro o fuori e così via. La Complessità e la Vaghezza, con l’approccio trasversale fuzzy, acquistano un aspetto diverso, non più ostacoli per il calcolo e le applicazioni ingegneristiche ma risorse per una migliore modellizzazione della realtà

5 Mappa del Medio Oriente
Il complesso scenario Mediorientale rappresenta la scommessa geopolitica dei prossimi anni Geopolitica: Disciplina che studia gli scenari determinati dall’azione, interazione e contrapposizione di attori rilevanti

6 ALBERO DECISIONALE MEDIO ORIENTE

7 Conflitto Israele-Palestina
Israele: Uno Stato senza pace Israele si trova all'estremità orientale del Mar Mediterraneo. Il territorio sovrano internazionalmente riconosciuto, esclusi cioè tutti i territori occupati nel 1967, ha una superficie di circa km², di cui il 2% sono acque. Il territorio sottoposto alla legge dello Stato di Israele, inclusi cioè Gerusalemme Est e il Golan, ha una superficie di km². Il territorio sotto controllo israeliano, inclusi cioè i territori occupati, ha una superficie di km². Palestina: Uno Stato che non c’è Secondo stime palestinesi, la West Bank è abitata da circa 2,4 milioni di palestinesi, mentre la Striscia di Gaza da altri 1,4 milioni, mentre la somma della popolazione di Israele e dei territori palestinesi sarebbe stimabile tra i 9,8 e i 10,8 milioni di abitanti.

8 Palestina 1200 A.C. Cananei: III Millennio a.C. I primi abitanti della Palestina di cui si ha notizia. Si organizzarono in Città Stato. Egiziani: Nel corso del II millennio a.C. la regione fu sotto la giurisdizione egiziana. Filistei : Dopo il XIV secolo a.C nella zona di Gaza si insediò un popolo egeo dal quale la regione avrebbe preso il nome Palestina "Filistea" (ebraico פלשת Pəléšeth, P(e)léshet, migratori). Ebrei : Gruppo di tribù semitiche nomadi (XIV secolo a.C.) che nel 1125 a.C. sconfissero i Cananeni e si organizzarono in regno (David, Salomone) combattendo prima i Filistei poi i Babilonesi che li cacciarono. Quando i Persiani vinsero i Babilonesi, gli ebrei tornarono in Giudea. Greci : Ai persiani si sostituirono i greci (333 a.C.) e a questi i Tolomei d’Egitto e i Seleucidi di Siria, che tentarono di imporre cultura e religione ellenistiche. Romani: Nel II secolo a.C., guidati dai Maccabei, i giudei si ribellarono e instaurarono uno stato indipendente ( a.C.), che durò fino a quando Roma conquistò la Palestina e ne fece una provincia governata da re ebrei. Durante il regno (37-4 a.C.) di Erode il Grande nacque Gesù. Dopo le due fallite rivolte giudaiche contro la romanizzazione(66-67 d.C e d.c.), iniziò la diaspora ebraica. Dominio Islamico: L’editto di Milano, emanato dall’imperatore romano Costantino il Grande nel 313 d.C., favorì la diffusione del cristianesimo in Palestina; la regione divenne quindi il centro del pellegrinaggio cristiano. Il dominio romano d’Oriente, interrotto da una breve occupazione persiana ( ), terminò del tutto quando gli arabi presero Gerusalemme nel 638, rendendola terza città dell’Islam. Ci fu una fase di prosperità. Crociate: Tra l’XI e il XIII secolo (8 spedizioni), nascita degli stati crociati d’Outremer Mamelucchi: Caduta sotto il dominio dei Mamelucchi, durante il XIII secolo, la Palestina visse due secoli di declino

9 1517 -1918: Dominazione Ottomana
L’Impero Ottomano sconfisse i Mamelucchi nel 1517 e, con qualche interruzione, governò la Palestina fino al Il paese fu diviso in distretti (sangiaccati), amministrati perlopiù da palestinesi arabizzati. Alle comunità cristiane ed ebree fu concessa una notevole autonomia. Fino al XVI secolo la Palestina conobbe un periodo di grande sviluppo economico e sociale, condividendo in seguito il declino dell’impero ottomano. Nell’Ottocento iniziò la penetrazione europea della regione, rivolta alla ricerca di materie prime e di nuovi mercati. Caduta nel 1831 sotto il dominio dell’Egitto di Muhammad Alì, la Palestina tornò nel 1840 all’impero ottomano grazie all’intervento delle potenze europee. Verso il 1880, per opera di imprenditori tedeschi ed ebrei, fece la sua comparsa nella regione la prima industria moderna.

10 1920 – 1948: Mappa del Mandato Britannico
Verso la fine del XIX secolo, il diffondersi dell’antisemitismo in Europa (in particolare in Russia, ma anche in altri paesi, come ad esempio in Francia con l’affare Dreyfuss) spinse un numero sempre maggiore di ebrei a trasferirsi in Palestina. Durante la prima guerra mondiale, all’approssimarsi del definitivo tramonto dell’impero ottomano, la Palestina venne coinvolta con tutto il Medio Oriente nei giochi delle grandi potenze europee. L’obiettivo di Gran Bretagna, Francia (accordo Sykes-Picot, 1916) e Russia era quello di spartirsi la regione una volta battuto l’impero ottomano. Nel contempo, la Gran Bretagna promise l’indipendenza agli arabi (in cambio di una loro partecipazione al conflitto), ma anche, con la dichiarazione di Balfour (1917), un “focolare nazionale” in Palestina al movimento sionista. Con l’ascesa al potere del nazionalsocialismo in Germania, l’affluenza degli ebrei in Palestina aumentò considerevolmente Il conflitto tra ebrei e arabi, placatosi durante la seconda guerra mondiale, riprese con virulenza nel 1945, quando il flusso degli ebrei scampati alla Shoah verso la Palestina crebbe enormemente. La situazione nella regione diventò così incandescente che nell’aprile del 1947 la Gran Bretagna – le cui forze erano sottoposte a violenti attacchi da parte delle milizie ebraiche – rinunciò al mandato e delegò il problema alle Nazioni Unite.

11 1947: Risoluzione ONU per la nascita di due Stati: Israele e Palestina
Dopo la dichiarazione del Ministro degli Esteri inglese Balfour nel 1917, in cui per la prima volta si fa riferimento al diritto del popolo ebraico a rivendicare un “focolare nazionale” in Palestina, nel 1947 la Gran Bretagna rimette il suo mandato all’ONU che sancisce, con Risoluzione n. 181, la separazione del territorio e la nascita di due Stati separati, uno arabo e uno ebraico. La decisione non viene accettata né dagli ebrei né dagli arabi . I palestinesi, stretti tra nazionalismo arabo e gruppi sionisti che reclamano la terra, fuggono abbandonando i territori che nel 1948, dopo la proclamazione di Ben Gurion, diventano lo Stato d’Israele.

12 1948 – 1949: Prima Guerra Arabo - Israeliana
Il neonato Stato di Israele, si espande arbitrariamente nelle aree che l’ONU aveva assegnato ai palestinesi. In risposta reparti regolari arabi penetrano in Palestina. Da sud gli egiziani , da nord i libanesi e da est la legione araba della Transgiordania, occupano la Cisgiordania e la città vecchia di Gerusalemme. La controffensiva del nuovo esercito regolare israeliano, ben equipaggiato e strategicamente evoluto, porta alla disfatta degli arabi e al mantenimento, anzi all’ampliamento dei territori occupati, nonostante l’ONU si fosse pronunciato per la restituzione.

13 1956: Seconda Guerra Arabo – Israeliana Canale di Suez
La Crisi di Suez: un conflitto che nel 1956 vide l'Egitto (Nasser) opporsi all'occupazione militare del Canale di Suez da parte di Francia, Regno Unito ed Israele. La crisi si concluse quando l'URSS minacciò di intervenire al fianco dell'Egitto e gli Stati Uniti, temendo l'allargamento del conflitto, costrinsero britannici, francesi ed israeliani al ritiro. In prospettiva, il ruolo svolto da USA e URSS nel conflitto è oggi letto come il loro definitivo riconoscimento ad uniche superpotenze planetarie a discapito dell'Europa

14 1967: La Terza Guerra Arabo – Israeliana Guerra dei Sei Giorni
La guerra dei sei giorni ebbe inizio il 6 giugno 1967 e si annovera nella storia del conflitto arabo-israeliano come il terzo scontro militare. Fu combattuta da Israele contro Egitto, Siria, e Giordania. L'Iraq, l'Arabia Saudita, il Kuwait e l'Algeria appoggiarono con truppe ed armi la fazione dei paesi arabi. Il conflitto si risolse in pochi giorni a favore di Israele che occupò i territori palestinesi; l'esito della guerra influenza ancora oggi la situazione geopolitica del vicino oriente. L’Onu impone a Israele di ritirarsi con risoluzione n.242 ma ciò non avviene.

15 1973: La Quarta Guerra Arabo - Israeliana Guerra del Kippur o del Ramadan
La guerra del Kippur iniziò quando l'Egitto e la Siria lanciarono un attacco congiunto a sorpresa, rispettivamente nel Sinai e nelle alture del Golan, territori conquistati sei anni prima da Israele durante la guerra dei sei giorni. Gli egiziani e i siriani avanzarono durante le prime ore, dopo le quali la situazione cominciò a entrare in una fase di stallo per poi volgere a favore di Israele che con il Generale Ariel Sharon varcò il canale di Suez ed entrò in territorio egiziano (Sinai). Nella guerra del Kippur il mito dell’invincibilità dell’esercito israeliano comincia a incrinarsi. Nell’establishment politico israeliano comincia a maturare la consapevolezza della necessità di una soluzione pacifica del conflitto.

16 1978: Accordi di Camp David Grazie alla determinazione del presidente americano Jimmy Carter nel 1978 si incontrarono a Camp David il presidente Egiziano Sadat ed il premier israeliano Menachem Begin. Qui venne stipulato un trattato di pace tra l'Egitto ed Israele, riguardante la guerra del Kippur, avvenuta nel In base a questi accordi Israele si impegnava a restituire la penisola del Sinai all'Egitto, mentre quest'ultimo si sarebbe dovuto discostare dalle posizioni estremistiche dell'OLP, il movimento per la liberazione della palestina. In questo modo i due paesi mettevano fine ad un'ostilità reciproca durata trent'anni. Due anni dopo i trattati il presidente egiziano Sadat venne assassinato da estremisti islamici contrari alla pace.

17 1982: Quinta Guerra Arabo – Israeliana Operazione Pace in Galilea
L'espressione Operazione Pace in Galilea indica quella che potrebbe essere chiamata la Quinta Guerra Arabo – Israeliana o la Prima guerra israelo-libanese e che portò all'occupazione da parte di Israele del Libano meridionale nel 1982 Gli obiettivi del ministro della difesa Ariel Sharon erano l'eliminazione di tutte le infrastrutture dell'OLP in Libano, la distruzione della minaccia siriana compresi i missili terra-aria sovietici e la ricomposizione del conflitto libanese sotto un governo centrale non ostile allo Stato di Israele. A questo punto il governo Begin decise per la linea dura dando inizio a dieci settimane di assedio volto a liquidare l'Olp o a favorirne l'evacuazione da Beirut. Grazie al mediatore americano Philip Habib si raggiunse un accordo che favoriva il trasferimento degli uomini in armi dell'Olp in Grecia e a Tunisi grazie alle forze di pace multinazionali che sbarcarono a Beirut il 25 agosto 1982. Tra il 17 e il 18 settembre (dunque dopo la fine delle operazioni) nei campi profughi palestinesi di Sabra e Shatila (nei pressi di Beirut) entrarono elementi cristiani - appartenenti al cosiddetto "Esercito del Libano Sud", composto interamente da cristiani e finanziato e rifornito da Israele perché presidiasse per suo conto il confine meridionale israelo-libanese, nonché dalle forze cristiane condotte da Elie Hobeika - che trucidarono un gran numero di persone, compreso tra 800 e 1500.

18 1987: Prima Intifada La Prima intifada ( ) (anche semplicemente "intifada", che in arabo significa "rivolta” ) fu una sollevazione palestinese di massa contro il dominio israeliano che iniziò nel campo profughi di Jabaliyya e presto si estese attraverso Gaza, la Cisgiordania e Gerusalemme Est. L'azione palestinese si espresse in un gran numero di forme, inclusi la disobbedienza civile, gli scioperi generali, il boicottaggio di prodotti israeliani, graffiti e le barricate, ma furono i lanci di pietre da parte dei giovani contro le ben armate Forze di Difesa Israeliane che portarono all'intifada notorietà internazionale. Durante il corso della prima intifada un numero stimato di 1100 Palestinesi furono uccisi da soldati israeliani e coloni. I Palestinesi uccisero 160 Israeliani e altri 1000 Palestinesi accusati di collaborazionismo, benché meno della metà di questi avesse effettivamente mantenuto contatti con le autorità israeliane.

19 1993: Accordi di Oslo Gli accordi, tra Rabin (poi assassinato) e Arafat con la mediazione di Clinton, prevedevano un ritiro delle forze israeliane da parti della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, e affermavano il diritto palestinese all'autogoverno in tali aree, attraverso la creazione dell'Autorità Nazionale Palestinese. Il governo palestinese ad interim sarebbe durato per un periodo di cinque anni, durante i quali sarebbe stato negoziato un accordo permanente (a partire al più tardi dal maggio 1996). Questioni annose come Gerusalemme, rifugiati palestinesi, insediamenti israeliani nell'area, sicurezza e confini, vennero deliberatamente esclusi dagli accordi e lasciati in sospeso. L'autogoverno ad interim sarebbe stato garantito per fasi. Fino allo stabilimento di un accordo sullo status finale, Cisgiordania e Striscia di Gaza sarebbero state divise in tre zone: Zona A - pieno controllo dell'Autorità palestinese. Zona B - controllo civile palestinese e controllo israeliano per la sicurezza. Zona C - pieno controllo israeliano, eccetto che sui civili palestinesi. Questa zona comprendeva gli insediamenti israeliani e le zone di sicurezza senza una significativa popolazione palestinese.

20 2000: Seconda Intifada La Seconda Intifada (all’epoca denominata dal governo palestinese Intifada Al-Aqsa) è la rivolta palestinese esplosa a Gerusalemme il 28 settembre del 2000, in seguito estesa a tutta la Palestina. L'episodio iniziale fu la reazione ad una visita, ritenuta dai palestinesi provocatoria, dell'allora capo del Likud Ariel Sharon al Monte del Tempio, luogo sacro per musulmani ed ebrei situato nella Città Vecchia. L'Inftifada fu una successione di fatti violenti che aumentarono rapidamente di intensità e proseguirono per anni, assumendo i caratteri di una guerra d’attrito. La Spianata delle Moschee (il luogo della Moschea della Roccia, ed anche il Monte del Tempio per gli ebrei) è un luogo da sempre reclamato sia dagli Ebrei, perché insistente sul luogo ove sorgeva il Tempio di Salomone, sia dai musulmani, essendo il punto da cui Maometto sarebbe asceso al Paradiso su di un cavallo alato con testa umana nel suo mirāj. Il gesto di Ariel Sharon intendeva rivendicare la sovranità israeliana o ebraica sul luogo; ciò avveniva in un momento di altissima tensione tra le popolazioni dovuto al recente fallimento dei negoziati di Camp David e seguiva alla esasperazione nei rapporti tra le parti durante gli otto anni precedenti, corrispondenti al governo di Benjamin Netanyahu. L'episodio fu elemento scatenante di una guerra "calda" che è passata alla storia come "Seconda Intifada".

21 2003: Road Map La Road Map (letteralmente la tabella di marcia per la pace) è un piano per risolvere il conflitto israelo-palestinese proposto dal Quartetto di enti internazionali: gli Stati Uniti, l'Unione europea, Russia e Nazioni Unite. I principi del piano sono stati delineati dal Presidente degli Stati Uniti George W. Bush in un discorso pronunciato il 24 giugno 2002, in cui ha chiamato per uno Stato palestinese indipendente che viva fianco a fianco con Israele, in pace. la Road Map richiede che l'Autorità nazionale palestinese effettui riforme democratiche e abbandoni l'uso del terrorismo. Israele, per parte sua, deve accettare e sostenere una riforma del governo palestinese e porre fine alle attività di insediamento nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. La Road Map comprendeva tre fasi con l'obiettivo ultimo di porre fine al conflitto entro il 2005. Fase I (prima del maggio 2003): Fine di violenza palestinese; riforma della politica palestinese; ritiro israeliano e congelamento dell'espansione delle colonie; elezioni palestinesi. Fase II (entro giugno-dicembre 2003): Conferenza internazionale per sostenere la ripresa economica palestinese e avviare un processo per la creazione di uno Stato palestinese indipendente con frontiere provvisorie; rinascita dell’ impegno multilaterale su questioni regionali compreso l’utilizzo delle risorse idriche, l’ambiente, lo sviluppo economico, la situazione dei profughi, il controllo degli armamenti; Gli Stati arabi dovevano ripristinare i contatti pre-intifada con Israele (uffici commerciali, ecc.) Fase III (prima del ): seconda conferenza internazionale; status permanente accordo e fine del conflitto; accordo su confini definitivi al fine di chiarire la questione molto controversa della sorte di Gerusalemme, dei rifugiati e degli insediamenti; Gli Stati arabi dovranno accettare la pace con Israele.

22 2008: Terza Intifada La Terza Intifada ha origine dal riesplodere del conflitto israelo-palestinese nel dicembre 2008, dovuto principalmente alla dura risposta di Israele,con il bombardamento delle sedi istituzionali di Hamas a Gaza,ai razzi lanciati da Hamas su Israele nel corso di tutto il Il leader politico di Hamas, Khaled Meshaal, ha invocato una "terza Intifada". Secondo il responsabile dei servizi di pronto soccorso palestinesi nell'area, Muawiya Hassanein, il bombardamento di Gaza ad opera dell'esercito di Israele ha provocato sino al 08 gennaio 2009 oltre 763 morti e feriti tra i Palestinesi. Nel bombardamento si contano come vittime numerosi miliziani di Hamas,il capo della polizia palestinese e numerose altre vittime civili, di cui almeno 220 bambini. Bisogna però tenere conto dell'incertezza del numero delle vittime. C'è anche da notare l'utilizzo da parte di Hamas della popolazione civile come scudo, posizionando stazioni missilistiche in cima ad ospedali, palazzi pieni di civili, scuole, come anche vicino a strutture ONU (una delle quali è poi andata a fuoco). Per rappresaglia Hamas ha intensificato il lancio di razzi, facendo una vittima israeliana. La terza Intifada, comunque, è soltanto un'invocazione da parte di Hamas, e non ha mai avuto luogo.

23 Primi Ministri Israele dal 1948 a Oggi
¹ Dal 2005 Ariel Sharon è sostenuto dal partito Kadima da lui fondato dopo la scissione del Likud ² Ytzhak Rabin viene assassinato ³ Il Partito Mapai è diventato Partito Laburista

24 PRECEDENTE COMPOSIZIONE DELLA KNESSET
KADIMA 29 Seggi Eli Aflalo   Ruhama Avraham  Ronnie Bar-On  Menahem Ben-Sasson   Ze`ev Boim   Shlomo Breznitz   Abraham Dicter   Amira Dotan   Jacob Edery   Zeev Elkin   Gideon Ezra   Tzachi Hanegbi   Yoel Hasson   Shai Hermesh   Abraham Hirchson   Avigdor Itzchaky   Dalia Itzik   Tzipi Livni   Shaul Mofaz   Michael Nudelman   Ehud Olmert   Shimon Peres   Haim Ramon   Otniel Schneller   Meir Sheetrit   Marina Solodkin   David Tal   Ronit Tirosh   Majalli Whbee LABOR 19 Seggi Colette Avital   Ami Ayalon   Binyamin (Fouad) Ben-Eliezer  Avishay Braverman   Eitan Cabel   Isaac Herzog   Nadia Hilou   Raleb Majadele   Yoram Marciano   Michael Melchior   Orit Noked   Amir Peretz   Ophir Pines-Paz  Shalom Simhon   Ephraim Sneh   Yuli Tamir   Matan Vilnai   Shelly Yacimovich   Dani Yatom   LIKUD 13 Seggi Michael Eitan   Gilad Erdan   Moshe Kahlon   Haim Katz   Yisrael Katz   Limor Livnat   Dan Naveh  Benjamin Netanyahu   Reuven Rivlin   Gideon Sa`ar   Silvan Shalom   Natan Sharansky   Yuval Steinitz   SHAS Seggi Chaim Amsellem   Ariel Atias   David Azoulay   Shlomo Benizri   Amnon Cohen   Yitzhak Cohen   Yakov Margi  Avraham Michaeli   Meshulam Nahari   Yitzhak Vaknin   Eliyahu Yishai   Nissim Zeev   UNITED TORAH JUDAISM (UTJ) 6 Seggi Yakov Cohen   Moshe Gafni   Shmuel Halpert   Yakov Litzman   Meir Porush   Avraham Ravitz  

25 Elezioni Israele Febbraio 2008
Dei 120 seggi del Parlamento israeliano Kadima (Livni) ne ottiene 28, mentre 27 vanno al Likud (Netanyahu). Il partito laico di estrema destra Israel Beitenu (Lieberman) ottiene 14 seggi, scavalcando così i laburisti (Barak) che con 13 deputati ottengono uno dei peggiori risultati della loro storia. Con il sostegno dell'estrema destra e delle formazioni religiose, Netanyahu appare in posizione migliore per formare una coalizione di governo, sulla base di una maggioranza di 64 seggi su 120

26 Autorità Nazionale Palestinese (ANP)
L'ANP nasce nel 1994 in conseguenza degli accordi di Oslo (1993) con il compito di governare democraticamente i territori assegnati ai palestinesi. Nel 2004, alla morte di Arafat, primo Presidente, è stato eletto nuovo Presidente dell’ANP Abu Mazen (Muhammad Abbās) . E’ una derivazione dell’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina, in origine unica entità politica a rappresentare i palestinesi tra il 1964 e il 1993, con Status di Osservatore ONU). L’OLP ha vari componenti. Il partito più grande è Al Fatah, socialista nazionalista. L'Autorità Nazionale ha organi legislativi con poteri sovrani, in particolare il Consiglio Legislativo Palestinese (Parlamento) con sede a Rāmallah, i cui membri sono eletti dai cittadini. L'Autorità Nazionale è dotata anche di cariche elettive con potere esecutivo che lo rendono uno Stato de facto (in particolare le cariche di Presidente e di Primo Ministro. Israele tuttora non riconosce a questo organismo lo stesso rango di un governo di uno Stato vero e proprio, non potendo l'ANP prendere decisioni in materia di politica estera e non potendo organizzare un suo esercito. L’ANP ha diverse agenzie di sicurezza, di fatto organismi di polizia ai cui vertici vi sono personalità politiche. Alcune di queste forze armate sono nate informalmente in modo para-statuale e non erano originariamente previste.

27 HAMAS Ḥamas, acronimo di Ḥarakat al-Muqāwama al-Islāmiyya (in arabo: حركة المقاومة الاسلامية, "Movimento di Resistenza Islamico", ovvero حماس, "entusiasmo, zelo") è un'organizzazione religiosa islamica palestinese di carattere paramilitare e politico, che nelle libere elezioni del 2006 ha ottenuto la maggioranza dei seggi dell'Autorità Nazionale Palestinese (ANP), esprimendo il Primo Ministro Ismail Hanyeh. Hamas è elencata tra le organizzazioni terroristiche dal Canada, Unione Europea, Israele, Giappone e Stati Uniti. E’ bandita dalla Giordania, mentre Australia e Regno Unito elencano solo l'ala militare di Hamas, le Brigate Izz ad-Din al-Qassam, come organizzazione terroristica. Hamas gestisce ampi programmi sociali e ha guadagnato popolarità nella società palestinese con l'istituzione di ospedali, sistemi di istruzione, biblioteche e altri servizi in tutta la Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. A seguito della Battaglia di Gaza (2007) i funzionari eletti di Hamas sono stati eliminati fisicamente o allontanati dalle loro posizioni dall'Autorità Nazionale Palestinese in Cisgiordania, e i loro posti sono stati sostituiti dai rivali di Fatah e da membri indipendenti; molti palestinesi e altri esperti considerano questa mossa illegale. Il 18 giugno 2007, il Presidente palestinese Abu Mazen Mahmoud Abbas (Fatah) ha emesso un decreto che mette fuorilegge le milizie di Hamas. .

28 Forze Armate Israeliane e Arsenale Atomico
Le forze armate israeliane sono internazionalmente note con l'acronimo IDF, cioè Israel Defense Forces, dall'ebraico Tseva Haganah le-Israel (Esercito di Difesa di Israele) e sono spesso citate anche come Tzahal o Tsahal . Nascono dalla confluenza di milizie sioniste quali Haganah, Irgun, Brigata Ebraica, Lehi, Banda Stern. Con i suoi effettivi (secondo i dati del 2008) tra uomini e donne, le forze armate d'Israele sono una forza che in caso di necessità può triplicarsi in poche ore, grazie alla mobilitazione di riservisti. L‘Esercito d'Israele conta su 15 divisioni suddivise in 76 brigate, carri armati, mezzi blindati per trasporto truppe e pezzi d'artiglieria. Aviazione. Fiore all'occhiello del Tsahal, sempre secondo i dati del 2008, è l'aviazione che invece è forte di 798 aerei da combattimento, 79 aerei da trasporto e 302 elicotteri (compresi quelli d'assalto Apache), mentre la difesa antiaerea vanta un centinaio di batterie missilistiche (a lunga e media gittata). La Marina israeliana può dal canto suo schierare 5 sottomarini, 17 navi da combattimento e 33 pattugliatori. Riservisti. È senz'altro un dato rilevante il fatto che circa 2,5 milioni dei 7 milioni di abitanti di Israele siano arruolabili o assegnabili alle unità di riserva dell'Esercito, della Marina, dell'Aviazione, della Polizia, delle Guardie frontiera, dei Servizi segreti, o siano comunque direttamente coinvolti nelle forze paramilitari dei coloni, nell'industria militare, nei laboratori di ricerca scientifica. Arsenale Atomico. Nel 1986 Mordechai Vanunu rivelò l'esistenza di un arsenale atomico e di un programma nucleare israeliano. Attualmente non esiste una stima precisa del numero di testate a disposizione, benché in una recente intervista l'ex presidente americano Jimmy Carter abbia dichiarato che Israele possiede, in segreto, 150 testate nucleari. La ricerca e la produzione di armi nucleari è stata con tutta probabilità svolta in collaborazione col Sud Africa. Israele ha comunque sempre lasciato nel dubbio la comunità internazionale sull'effettivo possesso di testate nucleari

29 Armi Iraniane per Hamas
Le armi iraniane citate dagli organi di informazione sarebbero i missili non guidati Grad, di fabbricazione sovietica, armi con un raggio di 20 kilometri, e i famosi Fajr-3 di fabbricazione iraniana, non guidati ma capaci di raggiungere distanze di 45 km. Nella realtà non è ancora stato riscontrato l’utilizzo dei Fajr-3 iraniani, mentre i razzi lanciati dalle milizie di HAMAS erano quasi sicuramente i famosi Qassam artigianali e versioni migliorate, in gittata, del missile Grad; detto questo non ci sono neppure prove certe che gli stessi Grad siano stati forniti dall’Iran, essendo questo un sistema d’arma universalmente diffuso e onnipresente nei cosiddetti conflitti “a bassa intensità”, dallo Sri Lanka all’Afghanistan alle tante guerre africane, e per questo facilmente reperibile

30 I dati demografici Israele (compresi i territori) : Circa 7 milioni di abitanti (1.5 arabi di cittadinanza israeliana) Territori Occupati: Circa 3.8 – 4 milioni di palestinesi Nel 2050, secondo le previsioni del Prof. Della Pergola, si avrà una parità demografica

31 Risorse Idriche L'85% dell'acqua palestinese oggi viene usata dagli israeliani, mentre ai palestinesi non è consentito di usare l'acqua del Giordano e dello Yarmouk. L'acqua del Giordano presenta gravi livelli d’inquinamento. Lago di Tiberiade: Il prelevamento di acqua per mezzo del National Water Carrier - la gigantesca conduttura idrica che si estende dal Giordano al deserto del Negev - ha ridotto notevolmente la portata del Giordano.

32 COMPOSIZIONE PARLAMENTO LIBANESE
COALIZIONE DI MAGGIORANZA SEGGI Lista del martire Rafiq al-Hariri" Corrente del Futuro (Tayyār al-Mustaqbal) Partito Progressista Socialista (Hizb al-Taqadummī al-Ishtirākī) Forze Libanesi (al-Quwwat al-Lubnāniyyah) Raggruppamento di Qornet Shahwan Partito delle Falangi (Hizb al-Katā'eb) Partito Liberale Nazionale (Hizb al-Ahrār al-Watanī) Indipendenti Blocco di Tripoli Rinnovamento Democratico Sinistra Democratica (al-Yasār ad-Dīmuqrātī) OPPOSIZIONE SEGGI "Blocco della Resistenza e dello Sviluppo" Movimento della Speranza - AMAL (Harakat Amal) Partito di Dio (HizbAllah) Partito Nazionale Sociale Siriano (al-Hizb al-Qawmī al-Ijtimā'ī al-Sūrī) Altri Partito della Risurrezione (Hizb al-Ba'th) Gruppo cristiano di Michel Aoun Movimento Patriottico Libero (al-Tayyār al-Watanī al-Hurr) Gruppo di Elias Skaff Gruppo di Elias Murr

33 Composizione del Governo libanese
Alain Tabourian          Energy and Water ( armen-ortodosso, Tachnag) Jean Ogassapian        State (armeno-ortodosso, Corrente del Futuro) Elias Skaff                  Agriculture (Greco-ortodosso, Blocco per il cambiamento e delle riforme Nassib Lahoud           State (maronita, 14 Marzo, Rinnovamento democratic) Youssef Taqla            State (Greco-cattolico,  nominato dal president della Rep) Raymond Audi           Displaced (greco-cattolico, vicino al 14 Marzo) – fondatore Banca Audi Gebran Bassil             Telecomunications (maronita, CPL) Ibrahim Najjar            Justice (Greco-ortodosso, vicino alle Forze Libanesi Mario Aoun                Social Affairs (maronita, CPL) Tarek Mitri                 Informations (Greco ortodosso, vicino a 14 Marzo) Elie Marouni               Tourism (maronita, Kataeb) Antoine Karam           Envirobment (Maronita, Forze Libanesi) Issam Abo Jamra       vice- Prime Minister  (Greco-ortodosso – CPL) Elias Al Mur               Defense Minister (Greco-ortodosso, nominato dal Presidente della Repubblica) Ziad Baroud               Interior Minister  (maronita, nominato dal Presidentedella Rep) Ministri Sciiti Zoayter                       Industry (8 Marzo) Ibrahim Shamseddine Administrative Reforms (vicino a 14 Marzo) Fawzi Salloukh           Foreins Affairs (8 Marzo) Fneish                         Labor (Hezbollah) Mohammad Khalifa   Health  (Amal) Ali Qanso                   State (PSNS Partito Nazional Socialista Siriano) Ministri Sunniti Mohammad Chatah    Finance (14 Marzo) Mohammad Safadi     Economyand trade (14 Marzo, blocco tripolitano) Bahia Hariri                Education (corrente del Futuro) Khaled Qabbani         State  & Tamman ( Corrente del futuro) Tammam Salam          Culture ( vicino al 14 Marzo) Fouad Siniora             Prime Ministre (14 Marzo) Ministri Drusi Ghazi Aredi                Transport and Public Works ( PSP) Wael Bou Faaour       State (PSP) Talal Arslan                Youth and Sports (8 Marzo) 


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