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L’esperienza di Dio da Francesco e Chiara

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Presentazione sul tema: "L’esperienza di Dio da Francesco e Chiara"— Transcript della presentazione:

1 L’esperienza di Dio da Francesco e Chiara

2 L’esperienza di Dio Onnipotente, santissimo, altissimo e sommo Dio,
Padre santo e giusto, Signore Re del cielo e della terra, per te stesso ti rendiamo grazie, poiché per la tua santa volontà e per l'unico tuo Figlio con lo Spirito Santo hai creato tutte le cose spirituali e corporali, e noi fatti a immagine tua e a tua somiglianza hai posto in paradiso; e noi per colpa nostra siamo caduti (Rnb. 23,1-4; 63; RegNB, XXIII, 1-2). la creazione è il primo motivo di ringraziamento per Francesco Dio ha creato l'uomo a sua immagine lo ha messo nel paradiso terrestre ma l'uomo ha peccato Nella 2° Ammonizione, precisa che l'uomo è infelice perché porta il castigo del suo peccato avendo disobbedito a Dio L’uomo non è cattivo di per sé, ma è a causa del peccato!

3 Probabilmente contro i catari che consideravano le realtà materiali cattive, Francesco esalta Dio per le creature materiali: Laudato sii, mi Signore, cun tutte le tue creature, spezialmente messer lo frate Sole... per sora Luna e le Stelle... (Cantico in FF 263). Dio prende essenzialmente un volto paterno perché è il Padre di tutte le creature. La creazione diventa una grande famiglia. Il Cantico delle creature è l’inno di questa grande famiglia, dove alla fine Francesco loda Dio anche per “sora nostra morte corporale”

4 cioè una relazione fondamentale di esistenza
Francesco scopre che vi è fra sé stesso e ogni creatura una consanguineità fraterna. cioè una relazione fondamentale di esistenza che lega tutte le creature al Creatore Per questo motivo egli predica con naturalezza il dovere di lodare la bontà di Dio Creatore non soltanto agli uomini, ma a tutte le creature Le messi e le vigne, le pietre e le selve, la terra e il fuoco, l'aria e il vento, le acque correnti e i giardini verdeggianti, con semplicità e purità di cuore invitava ad amare e a lodare il Signore. E finalmente chiamava tutte le creature col nome di fratello o sorella, intuendone i segreti in modo mirabile e noto a nessun altro, perché aveva conquistato la libertà della gloria riservata ai figli di Dio (1 Cel. 81; 460; Leg.mag. VIII, 6; 1145).

5 La creazione è la meraviglia
del Dio infinitamente buono. Tu sei santo, Signore Dio unico, che fai cose meravigliose! Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei altissimo. Tu sei Re onnipotente, Tu Padre santo, Re cielo e della terra… (LodiAlt. 1-2; 261) Perciò la creazione è buona perché è dono di Dio che è Sommo Bene Tu sei il bene, tutto il bene, il sommo bene, il Signore Iddio vivo e vero… Tu sei amore, carità (LodiAlt )

6 L’uomo creato a Immagine e somiglianza di Dio
Che sei nei cieli: negli angeli e nei santi, illuminandoli alla conoscenza, perché tu, Signore, sei luce; infiammandoli all’amore, perché tu, Signore, sei amore (ExPat 2; FF 267) Dio è luce (1Gv 1,5) sei luce è lo Spirito Santo Dio è amore (1Gv 4,8.16) sei amore è Cristo Nelle ammonizioni Francesco esorta: Considera, o uomo, in quale sublime condizione ti ha posto il Signore Dio, poiché ti ha creato e formato a immagine (cfr Gn 1,26) del suo Figlio diletto secondo il corpo e a similitudine di lui secondo lo spirito (III Ammonizione, FF 153) immagine il corpo Cristo azione dello Spirito Santo similitudine lo spirito

7 Secondo Origene «l’uomo ha ricevuto nella sua prima creazione la dignità dell’immagine», ma la somiglianza, «l’uomo la deve conquistare da se stesso con i suoi sforzi, imitando Dio». Per i Padri, l’uomo è un composto di corpo e di anima, così da essere messo al centro della creazione perché riunisce in sé spirito e materia Divino creato spirito - materia L’uomo è stato creato così in vista dell’incarnazione del Verbo di Dio, quando in Gesù si sarebbe realizzato il grande mistero dell’unione del “Creatore increato” con la “creatura creata”.

8 fu tale che il suo figlio benedetto e glorioso, dato e nato per noi,
Contemplando il mistero di Cristo, Francesco si sofferma sull’incarnazione, in cui Dio trascendente si fa immanente, non per sé stesso ma per la nostra salvezza. Scrive Francesco: la volontà del Padre fu tale che il suo figlio benedetto e glorioso, dato e nato per noi, offrisse sé stesso cruentemente come sacrificio e come vittima sull’altare della croce, non per sé, per il quale tutte le cose sono state create (Gv 1,3), ma per i nostri peccati, lasciando a noi l’esempio perché ne seguiamo le orme (1Pt 2,21) (Lettera a tutti i fedeli, FF 184)

9 Galati 4, 4-6 Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli. E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! Quando venne la pienezza del tempo: “Dio mandò il suo Figlio” nato da donna nato sotto la legge perché ricevessimo l'adozione a figli per riscattare coloro che erano sotto la legge mistero della REDENZIONE mistero della SALVEZZA offrisse sé stesso cruentemente come sacrificio e come vittima sull’altare della croce, … per i nostri peccati dato e nato per noi… non per sé, per il quale tutte le cose sono state create

10 Nella Lettera ai fedeli, Francesco dice:
Poiché sono servo di tutti, sono tenuto a servire tutti e ad amministrare le fragranti parole del mio Signore. E perciò ... mi sono proposto di riferire a voi - le parole del Signore nostro Gesù Cristo, che è il Verbo del Padre, e - le parole dello Spirito Santo, che sono spirito e vita . …E tutti dobbiamo sapere fermamente che nessuno può essere salvato se non per mezzo delle sante parole e del sangue del Signore nostro Gesù Cristo, che i chierici pronunciano, annunciano e amministrano (FF,134, 137). Queste affermazioni attestano l'importanza che avevano per Francesco: l'eucaristia la Sacra Scrittura

11 Francesco aveva compreso
che egli può incontrare Cristo attraverso la Parola ispirata e il sacramento dell'altare

12 La conoscenza della Sacra Scrittura
Nella scuola di S. Giorgio, Francesco aveva imparato a Leggere e a scrivere con la Bibbia e specialmente con il Salterio che è il libro dell'Antico Testamento più citato nei suoi Scritti Francesco conobbe poi la Parola di Dio attraverso la lettura-ascolto dei testi biblici contenuti nei libri liturgici Francesco nel 1223 comprò un breviario all’inizio del quale Frate Leone aveva scritto: iI beato Francesco procurò questo breviario per i suoi compagni frate Angelo e frate Leone poiché mentre era in salute, volle sempre dire l'ufficio, come è contenuto nella Regola; e nel tempo della sua malattia, invece, non potendo recitarlo, voleva ascoltarlo, e questo continuò a fare finché visse Fece anche scrivere un evangeliario perché quando non poteva ascoltare la messa, a causa di malattia o di altro impedimento manifesto, si faceva leggere il brano evangelico che in quel giorno si diceva in chiesa nella messa. E così continuò fino alla morte

13 Cristo è essenzialmente il rivelatore della Trinità.
Il Dio conosciuto da Francesco è essenzialmente quello biblico: il Dio della Rivelazione conosciuto e contemplato in modo concreto attraverso le meraviglie compiute nella storia della salvezza: apice la creazione la vita terrena di Cristo (nascita-croce-risurrezione) Queste meraviglie sono compiute comunitariamente dalle 3 Persone divine. Nessuno degli attributi «Creatore», «Redentore» e «Salvatore» è riservato in modo speciale a Cristo, che non è mai visto separato dal Padre e dallo Spirito Cristo è essenzialmente il rivelatore della Trinità. ma perché è Colui mediante il quale il Padre realizza in unione con lo Spirito il suo disegno d'amore in favore degli uomini non tanto nel senso che Cristo comunica agli uomini una conoscenza Il posto di Cristo, nella sua vita divina e umana, è rilevato da Francesco in ogni momento della storia: non solo nella sua vita terrena o in quella del suo ritorno glorioso, ma anche in quello della creazione del mondo.

14 Per Francesco il Padre ha una ruolo molto attivo nello svolgimento della storia della salvezza.
È da lui che parte l’iniziativa di creare l'universo: tutte le cose sgorgano dalla sua Volontà come dalla fonte unica e verace. È il Padre che per sua Volontà ha creato l'uomo a immagine del suo Figlio e lo ha posto nel paradiso. Anche l’annuncio della venuta del Figlio è opera del Padre: L'Altissimo Padre celeste annunciò questo Suo Verbo... (2Lf 4; 181). Anche la scelta e la consacrazione di Maria appartengono in modo particolare al Padre: … eletta dal santissimo Padre celeste e da lui consacrata col santissimo Figlio diletto e con lo Spirito Santo Paraclito (Salut. 1-2; 259).

15 Cristo è l’opera somma Il Figlio incarnato è il sommo dei doni
che il Padre fa agli uomini Cristo è l’opera somma Il santissimo Padre che è nei cieli, nostro Re dall'eternità, ha mandato dall'alto il diletto Figlio suo, ed egli nacque dalla beata Vergine santa Maria (Uff. V, Vespro, 3; 303). Cristo, il più grande dono di Dio, è l'Inviato dal Padre per compiere la sua volontà.

16 ma preferisce dimorare nel seno di una madre
Colui che vive nel seno del Padre (Gv 1,18) non viene a dimorare nel seno del tempio ma preferisce dimorare nel seno di una madre

17 Ecco, ogni giorno egli si umilia, come quando dalla sede regale (Sap 18,15) discese nel grembo della Vergine; ogni giorno viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre (Gv 1,18; 6,38) sopra l’altare nelle mani del sacerdote Admonitiones, I, 18. Accogli o Dio i doni che presentiamo all’altare, e consacrali con la potenza del tuo Spirito, che santificò il grembo della Vergine Maria… (Orazione sulle offerte IV dom. di Avvento)

18 La sua bellezza ammirano
Nelle 3 lettera ad Agnese di Praga, Chiara sintetizza tutto il discorso di Francesco: La sua bellezza ammirano il sole e la luna, i suoi premi sono di pregio e grandezza infiniti (Sal 144,3). Voglio dire quel Figlio dell’Altissimo, che la Vergine ha partorito, senza cessare di essere vergine.

19 Stringiti alla sua dolcissima Madre, la quale generò un Figlio tale che i cieli non potevano contenere (cfr 1Re 8,27; 2Cr 2,5), eppure ella lo raccolse nel piccolo chiostro del suo santo seno e lo portò nel suo grembo verginale.

20 Chi non sdegnerebbe con orrore le insidie del nemico dell’umano genere, che, facendo brillare innanzi agli occhi il luccicore delle cose transitorie e delle glorie fallaci, tenta annientare ciò che è più grande del cielo?

21 Sì, perché è ormai chiaro che l’anima dell’uomo fedele, che è la più degna tra tutte le creature, è resa dalla grazia di Dio più grande del cielo. Mentre, infatti, i cieli con tutte le altre cose create non possono contenere il Creatore (cfr 1Re 8,27; 2Cr 2,5), l’anima fedele invece, ed essa sola, è sua dimora e soggiorno (cfr Gv 14,23), e ciò soltanto a motivo della carità, di cui gli empi sono privi. É la stessa Verità che lo afferma: Colui che mi ama, sarà amato dal Padre mio, e io pure l’amerò; e noi verremo a lui e porremo in lui la nostra dimora (Gv 14,21).

22 A quel modo, dunque, che la gloriosa Vergine delle vergini portò Cristo materialmente nel suo grembo, tu pure, seguendo le sue orme (cfr 1Pt 2,21), specialmente dell’umiltà e povertà di lui, puoi sempre, senza alcun dubbio, portarlo spiritualmente nel tuo corpo casto e verginale. E conterrai in te Colui dal quale tu e tutte le creature sono contenute (cfr Sap 1,7; Col 1,17), e possederai ciò che è bene più duraturo e definitivo anche a paragone di tutti gli altri possessi transeunti di questo mondo.

23 Per cui lo Spirito del Signore, che abita nei suoi fedeli, egli stesso riceve il santissimo corpo e sangue del Signore; tutti coloro che non partecipano del medesimo Spirito e presumono accogliere il Signore, mangiano e bevono la loro condanna (1Cor 11,29). Per cui: Figliuoli degli uomini, sino a quando avrete duro il cuore (Sal 4,3)? Perché non riconoscete la verità e non credete nel Figlio di Dio (Gv 9,35) Come ai santi apostoli apparve in vera carne, così ora si mostra a noi nel pane consacrato; e come essi con lo sguardo fisico vedevano solo la sua carne ma, contemplandolo con gli occhi della fede, credevano che egli era Dio, così anche noi, vedendo pane e vino con gli occhi del corpo, vediamo e fermamente crediamo che il suo santissimo corpo e sangue sono vivi e veri Epistola ad fideles - Rec. posterior,


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