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Seminario nazionale di Proteo Fare Sapere. Fonti normative  Legge n. 107/2015, commi 7 e 124  Nota MIUR n. 35 del 7 gennaio 2016 (“Indicazioni e orientamenti.

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1 Seminario nazionale di Proteo Fare Sapere

2 Fonti normative  Legge n. 107/2015, commi 7 e 124  Nota MIUR n. 35 del 7 gennaio 2016 (“Indicazioni e orientamenti per la definizione del piano triennale per la formazione del personale”)

3 Il comma 124 della Legge 107 Nell'ambito degli adempimenti connessi alla funzione docente, la formazione in servizio dei docenti di ruolo e' obbligatoria, permanente e strutturale. Le attività di formazione sono definite dalle singole istituzioni scolastiche in coerenza con il piano triennale dell'offerta formativa e con i risultati emersi dai piani di miglioramento delle istituzioni scolastiche previsti dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 2013, n. 80, sulla base delle priorità nazionali indicate nel Piano nazionale di formazione, adottato ogni tre anni con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, sentite le organizzazioni sindacali rappresentative di categoria.

4 Osservazioni critiche della Flc alla nota 35/’16  Si chiede alle scuole di elaborare il PTOF in assenza del Piano Nazionale  La nota 35/’16 scavalca il confronto con le OO. SS. previsto dal comma 124 della legge 107  Vengono previsti interventi formativi legati a “figure strategiche” estranee al contesto contrattuale vigente (es. l’animatore digitale); si veda l’art. 66 del CCNL 2006-2009  La settorializzazione degli interventi formativi, funzionale all’utilizzo dei fondi europei, non può essere modello di riferimento per la scuola italiana

5 La programmazione della scuola  Le attività di formazione progettate dalle istituzioni scolastiche devono confluire nel PTOF di durata triennale, per cui il loro orizzonte progettuale dovrà essere di ampio respiro, ma scandito anno per anno in azioni perseguibili e rendicontabili.

6 I due livelli della formazione  Livello nazionale (Piano nazionale)  Livello di singola scuola o di rete di scuole  I due livelli sono strettamente collegati e consequenziali.  L’obiettivo è unico: migliorare l’offerta formativa e favorire il successo formativo degli alunni.

7 Un nuovo modello di formazione  Il Piano nazionale creerà un nuovo modello di formazione. A tal fine, le metodologie adottate saranno quelle dei laboratori, workshop, ricerca- azione, comunità di pratiche, mappatura delle competenze ecc., secondo un’articolazione che prevede attività in presenza, studio personale, riflessione e documentazione, lavoro in rete, rielaborazione e rendicontazione degli apprendimenti realizzati.

8 Portfolio delle competenze  Si cercherà di privilegiare la documentazione degli esiti formativi al fine di dar vita al portfolio delle competenze dei docenti, che si arricchirà nel corso del triennio del piano formativo di istituto e di quello nazionale. Non si tratta di una novità assoluta, in quanto nei percorsi di formazione dei docenti neo assunti è già prevista l’elaborazione di un portfolio in formato digitale.

9 Le azioni formative a livello nazionale  Coinvolgeranno figure strategiche (come ad esempio gli animatori digitali) e, in generale, docenti capaci di trasferire le conoscenze e le competenze acquisite nelle attività organizzate dal MIUR ai colleghi delle proprie istituzioni scolastiche, guidandoli nei processi di ricerca didattica, formazione sul campo e innovazione in aula (si dovrà chiarire come verranno scelti tali docenti).

10 Temi della formazione nazionale  competenze digitali e per l’innovazione didattica e metodologica;  competenze linguistiche;  alternanza scuola-lavoro e imprenditorialità;  inclusione, disabilità, integrazione, competenze di cittadinanza globale;  potenziamento delle competenze di lettura e comprensione, logico-argomentative e matematiche degli studenti;  valutazione.

11 FORMAZIONE A LIVELLO DI SCUOLA O RETI DI SCUOLE  Il contesto per l’elaborazione del piano di formazione in servizio, a livello di Istituzione scolastica, è il collegio dei docenti anche nelle sue articolazioni.  Le attività di formazione devono essere progettate sulla base delle priorità nazionali, dei bisogni dei docenti e delle esigenze dell’istituto emerse dal RAV e dal PdM, della vocazione propria di ogni istituto, delle sue eccellenze e delle innovazioni che si intendono perseguire.

12 Destinatari della formazione  docenti neoassunti;  gruppi di miglioramento (impegnati nelle azioni conseguenti al RAV e al PdM);  docenti impegnati nello sviluppo dei processi di digitalizzazione e innovazione metodologica;  consigli di classe, team docenti, persone coinvolte nei processi di inclusione e integrazione;  insegnanti impegnati in innovazioni curricolari ed organizzative;  figure impegnante in ambito di sicurezza, prevenzione, primo soccorso.

13 Reti di scuole  Si pongono la finalità di far crescere qualitativamente le diverse istituzioni scolastiche, che ne fanno parte, e promuovere le eccellenze grazie al confronto e allo scambio di buone pratiche.  Le attività formative organizzate da reti di scuole dovranno essere rivolte a specifici bisogni o tipologie di docenti e alla condivisione di azioni di sistema per massimizzare la valenza degli interventi formativi.

14 Il raccordo tra i due livelli degli interventi formativi: il comma 7 della legge 107  “Le istituzioni scolastiche … individuano il fabbisogno di posti dell’organico dell’autonomia, in relazione all’offerta formativa che intendono realizzare … per il raggiungimento degli obiettivi formativi individuati come prioritari tra i seguenti …” (segue elenco di diciassette obiettivi formativi).  Qui è anche l’anello di congiunzione tra formazione in servizio e successo formativo di alunni e studenti

15 Obiettivi formativi non inseriti nella nota 35/’16 ma previsti dal comma 7 della 107  potenziamento delle competenze nella pratica e nella cultura musicali, nell'arte e nella storia dell'arte, nel cinema, nelle tecniche e nei media di produzione e di diffusione delle immagini e dei suoni, anche mediante il coinvolgimento dei musei e degli altri istituti pubblici e privati operanti in tali settori

16  potenziamento delle conoscenze in materia giuridica ed economico- finanziaria  alfabetizzazione all'arte, alle tecniche e ai media di produzione e diffusione delle immagini  sviluppo delle competenze digitali degli studenti, con particolare riguardo al pensiero computazionale, all'utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media nonché alla produzione e ai legami con il mondo del lavoro

17  valorizzazione di percorsi formativi individualizzati e coinvolgimento degli alunni e degli studenti  alfabetizzazione e perfezionamento dell'italiano come lingua seconda attraverso corsi e laboratori per studenti di cittadinanza o di lingua non italiana, da organizzare anche in collaborazione con gli enti locali e il terzo settore, con l'apporto delle comunità di origine, delle famiglie e dei mediatori culturali  definizione di un sistema di orientamento

18 Che cosa può fare Proteo  La nota 35/’16 auspica la piena valorizzazione del ruolo delle associazioni professionali e disciplinari dei docenti e richiama anche la necessità di “corrette procedure sindacali” ai fini della formulazione del POF e dell’accesso alla formazione → fondamentale il rapporto con le RSU (facciamo formazione non solo per i docenti, ma anche per ATA, DS, DSGA …)

19  Valutare attentamente i PTOF delle istituzioni scolastiche operanti nel proprio ambito territoriale  Valutare quali competenze possiamo mettere in campo in relazione alle attività di formazione in servizio previste nei PTOF  Curare una programmazione almeno triennale della nostra offerta formativa  Coordinarsi con collegi docenti, RSU, DS (eventualmente, direzioni degli USR) per concordare possibili attività da affidare a Proteo


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