Olivicoltura Alto Gardesana Quale tradizione ? Quale innovazione ? di Franco Michelotti FEM, CTT, Unità viticoltura.

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Olivicoltura Alto Gardesana Quale tradizione ? Quale innovazione ? di Franco Michelotti FEM, CTT, Unità viticoltura

Olivicoltura Alto gardesana Superficie: circa 400 ha specializzati in coltura promiscua Distribuiti su una sup. di circa 2000 ha Superficie specializzata quasi tutta in collina in terreni scoscesi con terrazzamenti e ciglioni, non irrigui Oltre 1500 addetti 0,33 ha per addetto, ovvero circa piante

Assetto varietale Prevalenza della varietà Casaliva (70 %), specie in collina (oltre 90 %) Espansione di Casaliva nel XVIII e XIX secolo a scapito altre di varietà frantoiane autoctone (Razza) meno valide agronomicamente Varietà Frantoio (20-25 %) introdotta dalla Toscana a partire dal 1930 – 50 data la grande somiglianza a Casaliva Piccola presenza di altre varietà

Produzioni e trasformazione Olive: circa t Olio: circa 250 t (70 % autoconsumo) Resa 15,5 -16 % Frantoi: N° 5, tutti continui, uno con molazze Capacità di lavoro giornaliera nei momenti di punta: oltre t di olive al giorno Capacità di raccolta degli addetti nei momenti di punta (stima): t di olive al giorno

Linee guida a favore dell’olivicoltura Alto gardesana Conservazione del territorio e del patrimonio olivicolo di grande valore produttivo, qualitativo, paesaggistico, storico e culturale (elementi positivi e autentici della tradizione) Innovazione: Ottenimento, incremento, miglioramento e valorizzazione della produzione olearia Applicazione di metodologie che permettano la difesa dai parassiti a basso impatto ambientale e tossicologico Riforma della chioma: sicurezza e velocizzazione del lavoro

Arco, bosco di olivi

Dal ‘’Giornale agrario di Rovereto’’ del 1871 Autore: Don Canevari, parroco di Torbole ‘’E ancora state là colle mani alla cintola ? Ve lo dico io e vel mantengo, il nostro olio ben trattato diventerà il più ricercato di tutti e salirà ad un prezzo che ora pare follia sperar. Tutto sta che ci scuotiamo dal profondo letargo, nel quale fummo sepolti sin qui e che diamo vita alla progredita arte olearia, e che miglioriamo un poco la coltura degli olivi. La quale perché si possa dire almeno ordinaria e sufficiente addomanda di tutta necessità tre operazioni: 1. Zappature, 2. Ingrassamento, 3. Potatura.’’ ‘’Avvegnaché dove un intelligente olivicultore sa ricavare dalle sue olive un olio prezioso che si paga fino a 80 soldi la libbra, l’ignorante dall’identico frutto, col bistrattarlo, estrae un olio così ingrato e detestabile che a malapena si estima 35 o 38 soldi. Quanto è vero che l’ignoranza è la madre della miseria !

Epoca di raccolta 2015

8°CONCORSO SUCCO D'OLIVA, TENNO 2016 (108 CAMPIONI) ACIDITAPEROSSIDIPOLIFENOLIAC. OLEICO ESTERI METIL ETILICI INTENSI (38,5 %)0,186,43343,4477,251,94 LEGGERI (53 %)0,197,27241,1477,162,36 NON CONFORMI (8,5 %)0,248,31179,2477,286,49 (De Francesco 1974) Acidità %N° perossidiAc. Oleico Prelievo alla molitura gennaio 19730,9021,0781,37 Prelievo alla molitura gennaio 19740,756,9380,31

Necessità di intervento chimico contro la mosca olearia nell’Altogarda trentino ( ) AnnoFondovCollinaAnnoFondovCollina 1990si 2001sino 1991no 2002no 1992si 2003no 1993si 2004no 1994sino2005no 1995si 2006no 1996no 2007siNo/si 1997sino2008no 1998sino2009no 1999si 2010no 2000si 2011siNo/si 2012no 2013sino 2014si 2015no

Criticità di natura ‘’umana’’ Grande numero di addetti Atomizzazione della proprietà Radicazione nella tradizione Difficoltà di comunicazione Eterogeneo interesse per l’olivo Talvolta disinteresse per l’innovazione Difficoltà nell’attrezzarsi Difficoltà nell’uniformare la conduzione Difficoltà del tecnico nel comprendere come avviene l’applicazione delle indicazioni tecniche proposte

Criticità del territorio Giacitura, agibilità Eterogeneità della natura dei suoli, espositiva, di quota… Urbanizzazione, fruizione turistica

Criticità: alcuni esempi Comunicazione: e.mail e SMS raggiungono circa 500 persone (1/3): con circolari circa 1000 (2/3) Difficoltà di coesione nella organizzazione della difesa collettiva dalla mosca Potenzialità produttive inespresse (degli olivicoltori poco attenti)

Criticità in prospettiva Capacità di autogestire l’irrigazione: riflessi sulla qualità dell’olio riflessi sulla sanità delle olive (mosca, occhio di pavone, lebbra)

Risposta alle criticità Organizzarsi per perseguire comuni obiettivi virtuosi C’è necessità di strumenti (che ora non abbiamo) che consentano di sapere con precisione: chi siamo, quanti siamo, dove e quanti olivi abbiamo; comunicare cosa fare; verificare cosa stiamo facendo; sapere come sono i suoli su cui lavoriamo, come gestirli, come irrigarli; sapere se le varie zone presentano delle differenze, quali sono, come tenerne conto... Il progetto che si sta presentando vuole essere una base per avere risposta a queste esigenze