PER IMPARARE A FARE, IMPARARE A VIVERE,IMPARARE A CONVIVERE

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
I Bisogni Educativi Speciali secondo l’ICF:
Advertisements

EmpowerNet - Risorse per i diritti
LA NOSTRA REALTA’.
LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI CON DISABILITA’ PRIMO CICLO D’ISTRUZIONE
Isp. Mario Maviglia Brescia, 1° dicembre 2007
Bando regionale primo incontro con le scuole a.s. 2007/2008
Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012
Cooperazione allo sviluppo e pcd Scarsa attenzione alle persone con disabilita (circa 5% delle risorse) Interventi e progetti limitati prevalentemente.
E LEGISLAZIONE SCOLASTICA
Riflessioni sul tema dell’orientamento scolastico con gli alunni stranieri Dalle esperienze della Commissione stranieri e dell’Osservatorio sulla dispersione.
Accoglienza e presa in carico dell'alunno con disabilità:
Art. 1 e 2 - Costituzione L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro
LA FIGURA PROFESSIONALE DEL
III Workshop La valutazione degli interventi di mediazione
L'INSEGNANTE SPECIALIZZATO PER LE ATTIVITA' DI SOSTEGNO
Gli strumenti di gestione per la disabilità: i Piani Integrati di Salute Dr.ssa Laura Brizzi Resp. U.F. Alta Integrazione Az. USL 8 Zona Valdarno Pisa.
L dellinclusione Roma, 6 Dicembre 2012Giuseppe Fusacchia.
BES BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
IL RUOLO DELLA SCUOLA a cura di Rita Garlaschelli
Allievo: Pettinato Daniele Classe IV AM A.S. 2011/2012
PROTOCOLLO DI RETE PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (BES)
Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012
PEDAGOGICO-DIDATTICI
Le scuole e l’autonomia
CI SONO ANGELI IN CITTA Tutte le Aree dellAutismo IL LAVORO IN RETE NEI SERVIZI EDUCATIVI SPECIALISTICI San Salvo PALMA MONICA.
(International Classification of Functioning, Health and Desease)
Indicazioni operative
Sostegno agli alunni con disabilità
Comune di Capaci Anno 2012 Associazione Codici Sicilia.
Volterra 19 Giugno 2009 DOPO DI NOI…. obiettivi e impegni della Regione Toscana Giornata pubblica di presentazione del Progetto COSTRUIAMO INSIEME UN NUOVO.
I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI: Gruppo di Sperimentazione
L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI CON GRAVE DISABILITA’ Isp
LA DIRETTIVA DEL MIUR SUI (BES) BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Direttiva 27 dicembre 2012 del Ministro dellIstruzione, dellUniversità e della Ricerca B.E.S.B.E.S. Marzo 2013 A cura della Commissione D.S.A.
Fare salute in montagna: verso la costruzione dei Distretti e dei Piani di Salute Le risposte dei Servizi Sociali della Comunità Montana Val Pellice 29/09.
LEGGE 104 del 1992 LEGGE QUADRO PER ASSISTENZA, INTEGRAZIONE SOCIALE E DIRITTI DELLA PERSONA CON HANDICAP “l’integrazione scolastica ha come obiettivo.
DELLE PERSONE DISABILI
Integrazione, Inclusione, Partecipazione Riflessioni in prospettiva
Università di Bolzano I Bisogni Educativi Speciali secondo l’ICF e le strategie di integrazione secondo la “Speciale normalità” Dario.
Beni comuni e diritti sociali
Che cosa è l’ICF? Acronimo di “International classification of functionning , disability and health” Si tratta della classificazione internazionale del.
“Organizzazione territoriale dei Centri Territoriali di Supporto”
(DIRETTIVA MINISTERIALE 27 DICEMBRE 2012)
Istituto Comprensivo “A. Belli” Sabbio Chiese a.s ’13
Corso di aggiornamento BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
ISTITUTO COMPRENSIVO “E. Monaci” Soriano nel Cimino Anno scolastico
Handicap e tecnologie: quale connubio?
I bes GLI ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E IL MODELLO ANTROPOLOGICO ICF DELL'OMS.
Laurea Magistrale in Scienze Religiose - Teoria della scuola – a. a. 2013/’14 – prof. Nicola Tricarico Facoltà Teologica Pugliese Istituto Superiore di.
L’integrazione scolastica degli alunni con disabilità
Direttiva del CM 8 del B E S
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE SCIENZE PEDAGOGICHE PEDAGOGIA DELLA DISABILITA’ - MODULO A II SEMESTRE Dott.ssa.
“E’ una persona integrata quella che conserva una propria identità diversa dalle altre e con il suo posto nel gruppo”
DALL’INSERIMENTO ALL’INCLUSIONE
LEGISLAZIONE SPECIALE Dott.ssa Angela Fiorillo. Legge 5 febbraio 1992, n. 104 Legge – quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle.
Da «capaci e meritevoli» al «successo formativo»:
Progetto Biblioteca Spazio Nuovo. "Ogni bambino ha diritto ad essere protetto non solo dalla malattia e dalla violenza ma anche dalla mancanza di adeguate.
alunni con Bisogni Educativi Speciali
CTRH di CHIARI. RILEVAZIONE BISOGNI FORMATIVI DELLE SCUOLE DEL TERRITORIO.
Dalla Costituzione alla Legge quadro 104/92 prof. Federico Niccoli.
IC “GOZZI-OLIVETTI” PRIMARIA
La normativa Miur per l’inclusione dei BES
Giampiero Griffo Disabled Peoples International - DPI Cooperazione allo sviluppo e Persone con disabilità.
Bisogni educativi speciale e disabilità
Direttiva MIUR 27 DICEMBRE 2012 C.M. N° 8 DEL 3 MARZO 2013.
Pedagogia speciale inclusione a scuola alcuni concetti alcuni chiarimenti Elena Bortolotti.
Per una scuola realmente inclusiva Liberamente tratto da : Ianes D. Dai Bisogni Educativi Speciali ai livelli essenziali di qualità. In: Booth T. e Ainscow.
Convegno “La diversità è negli occhi di chi guarda” Istituto “C.Percoto” di Udine A.S. 2007/2008.
ALUNNI DISABILI “G.MENCONI” MASSA - 20 aprile 2016 Relatrice : Dott.ssa MARIA COPPOLECCHIA Dall’ingresso nel percorso scolastico all’inclusione.
INTEGRAZIONEINTEGRAZIONE STUDENTI DIVERSAMENTE ABILI.
Transcript della presentazione:

PER IMPARARE A FARE, IMPARARE A VIVERE,IMPARARE A CONVIVERE S. GIULIANO 13 OTTOBRE 2012 LA SCUOLA INCLUSIVA: PER IMPARARE A FARE, IMPARARE A VIVERE,IMPARARE A CONVIVERE Maria Grazia Carnazzola Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012 «sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo guardare le cose sempre da angolazioni diverse» Robin Williams in «L’attimo fuggente» di Peter Weir Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

BES DISABILITA’ INCLUSIONE INTEGRAZIONE 517/77 (non più solo inserimento) Termine utilizzato nel contesto internazionale Austria e Germania Significato negativo Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

AREA DEI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riconducibile alla disabilità AREA DEI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI Disabilità D.S.A. D.C.A. Svantaggio socio-economico, linguistico, culturale…… Tutte le diversità Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

LE PAROLE: MANEGGIARE CON CURA Handicappato Disabile Diversamente Abile Con disabilità Far coincidere la persona con la disabilità ne riduce l’identità a mancanza e disfunzioni, importanti e condizionanti, ma non risolutive di identità personali più ricche e complesse. Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

ACCOGLIENZA DELLE DISABILITA’ Presuppone la capacità di ripensare la didattica e l’organizzazione, ristrutturando profondamente l’ambiente di apprendimento. Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012 L’accoglienza non riguarda ciò che un insegnante specializzato può fare per un alunno con disabilità, è una funzione di tutta la scuola, la responsabilità dell’intera comunità professionale. Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012 DIVERSITA’ (definizione 1): Contrasto parziale o totale tra i caratteri distinti di due cose o persone DIVERSITA’ (definizione 2): Condizione di chi è considerato, o considera sé stesso, estraneo rispetto a una presunta normalità di razza, propensioni sessuali, comportamenti sociali, scelte di vita…… DIFFERENZA: Qualità o condizione per cui una o più cose o persone si trovano in rapporto di totale o parziale diversità, dal latino “differre”, essere diverso. Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012 DIVERSITA’ Abituarsi alla diversità dei normali è più difficile che abituarsi alla diversità dei diversi (Giuseppe Pontiggia). Alla salute morale e intellettiva di un uomo contribuisce in grande misura stabilire rapporti di collaborazione con diversi individui diversi da lui, che non tengono nel minimo conto le sue mete ideali e hanno capacità e interessi incomprensibili per lui se non riesce a uscire da sé stesso. (Nathaniel Hawthorne). Riconoscere la diversità non è razzismo. E’ un dovere che abbiamo tutti. Il razzismo però deduce dalla diversità degli altri uomini la diversità dei diritti. Noi invece pensiamo che i diritti siano gli stessi per tutti gli uomini. (Giuseppe Pontiggia). Tutta la storia della vita sulla Terra ci insegna che la “diversità” è un valore fondamentale. La ricchezza della vita, infatti, è dovuta alla sua diversità: diversità di enzimi, di cellule, di piante, di organismi, di animali. Anche per la storia delle idee è stato così. La diversità delle culture, delle filosofie, delle strategie e delle invenzioni ha permesso la nascita e lo sviluppo delle varie civiltà. (Piero Angela). Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012 Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati Bertold Brecht Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012 L’ICF (International Classification of Functioning, Disabilityand Health, Organizzazione Mondiale della Sanità, 2002) Descrive le varie dimensioni, in modo globale e interconnesso Non descrive disabilità o patologie Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la situazione di salute e di funzionamento di una persona vanno lette in modo globale, da diverse prospettive, in modo interconnesso e reciprocamente causale. Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012   CONDIZIONI FISICHE (disturbo o malattia) Funzioni corporee attività partecipazione Strutture corporee Fattori di contesto Fattori ambientali Fattori personali Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

Ognuno di questi soggetti ha diritto ad una BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI = situazioni varie, di diverse origini, anche transitorie. Ognuno di questi soggetti ha diritto ad una “NORMALITÀ PIÙ SPECIALE” : più sensibile, più attenta e metodologicamente più ricca. Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

“BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI” : UN ALUNNO CON “BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI” : Un alunno con: Apprendimento Sviluppo rallentato e/o problematico Comportamento Questa problematicità è riconosciuta per i danni che causa al soggetto stesso, non soltanto tramite il confronto con la normalità. Questi rallentamenti o problematicità possono essere globali e pervasivi (es. Autismo), specifici (es. Dislessia), settoriali (es. Disturbi da deficit attentivi con iperattività) più o meno gravi, permanenti o transitori. i fattori causali possono essere a livello organico, psicologico, familiare, sociale, culturale, ecc. Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

SFONDO INTEGRATORE Gestione integrata dei servizi alla persona. Protagonismo della persona con la propria famiglia. Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

PER RISULTATI APPREZZABILI Evitare/ridurre il rischio di patologie relazionali Ridurre la sottoutilizzazione sociale Aumentare la consapevolezza Aiutare ad utilizzare al meglio le proprie competenze Essere di supporto al "progetto di vita" Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

CARATTERISTICHE DELL’INTERVENTO lavoro fondato su aspettative realistiche lavoro integrato lavoro pianificato/programmato lavoro centrato sulla globalità del soggetto Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

UNA METODOLOGIA “SCIENTIFICA” PER UN INTERVENTO EFFICACE Valutare Formulare degli obiettivi in termini di risultati attesi Costruire un percorso per raggiungerli Verificare il lavoro svolto Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012 CAPACITA’: abilità di eseguire un compito o un’azione senza l’influsso, positivo o negativo, di fattori contestuali ambientali e/o personali. PERFORMANCE: abilità di eseguire un compito o un’azione con l’influsso, positivo o negativo, di fattori contestuali ambientali e/o personali. Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

Maria Grazia Carnazzola NON MONADI MA RETI FAMIGLIA FAMIGLIA COMUNE ALUNNO PERSONA FAMIGLIA SCUOLA SCUOLA SANITA’ SANITA’ TERRITORIO SANITA’ COMUNE TERRITORIO ALUNNO COMUNE Maria Grazia Carnazzola 20

INTERPROFESSIONALITA’ INTERISTITUZIONALITA’ LE PAROLE CHIAVE SEMPLIFICAZIONE COLLEGIALITA’ INTERPROFESSIONALITA’ INTERISTITUZIONALITA’ PROGETTO VITA Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

COME PUO’ INTERVENIRE LA SCUOLA? 1. Organizzazione scolastica generale: tempo scuola, orari degli alunni, orari degli insegnanti, dei collaboratori (compresenze, contemporaneità, straordinari, supporti); formazione delle classi; continuità; collaboratori scolastici; servizi e altre attività offerte dalla scuola (mensa, doposcuola, gruppo sportivo, sportelli, biblioteca, ecc.) Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012 2. Spazi e architettura: accessibilità sia interna che esterna, grandezza aule, articolazione degli spazi, attrezzatura degli spazi, ecc.   3. Sensibilizzazione generale: promozione di una cultura dell’integrazione e inclusione scolastica e di “Progetto di vita” Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012 4. Alleanze extrascolastiche: famiglia e altre risorse dalla comunità (gruppi giovanili, associazioni, parrocchie, oratori.)    5. Formazione e aggiornamento: supervisione tecnica anche da parte di esperti, possibilità di consultare materiali bibliografici e informatici, software, banche dati anche in Internet 6. Centri speciali CST, CTRH, NTD Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012 7. Documentazione: scambio di informazioni e esperienze, possibilità di confronto con altre realtà scolastiche, documentazione delle Buone prassi di integrazione   8. Didattica comune: scelte metodologiche maggiormente inclusive (gruppi cooperativi, tutoring, didattiche plurali sugli stili di apprendimento, didattica per problemi reali, per mappe concettuali, ecc.); vari tipi di adattamento (riduzione, semplificazione, arricchimento, tempi di apprendimento, ecc.) Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012 9. Percorsi educativi e relazionali Comuni: laboratori creativi; espressivi, di educazione socioaffettiva; alle life skills; autonomie; vari tipi di adattamento a seconda delle singole e peculiari esigenze    10. Didattica individuale: attività in rapporto 1:1 (strategie, materiali, ecc.) nell’ottica della personalizzazione dell’offerta didattica Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012 11. Percorsi educativi e relazionali individuali: attività in rapporto 1:1 training di autonomia, interventi psicoeducativi sui comportamenti problema.   12. Ausili, tecnologie e materiali speciali: uso di materiali e ausili, anche tecnologici, volti a facilitare le possibilità di autonomia e apprendimento dell’alunno, migliorando la sua vita quotidiana Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012 13. Interventi di assistenza e aiuto personale: aiuti di carattere assistenziale e di sostegno per permettere all’alunno una personale e attiva partecipazione alla vita e alle attività quotidiane   14. Interventi riabilitativi: come ad esempio logopedia, terapia occupazionale, fisioterapia, psicomotricità, ecc. 15. Interventi sanitari o terapeutici: interventi di carattere medico/sanitario, cure e terapie specifiche, interventi riabilitativi, ecc. Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012 Riconoscendo l’importanza dell’accessibilità alle strutture fisiche, sociali, economiche e culturali, alla salute, all’istruzione, all’informazione e alla comunicazione, per consentire alle persone con disabilità di godere pienamente di tutti i diritti umani fondamentali …… (Preambolo Convenzione ONU sui Diritti delle persone con disabilità – 2007) “Abbiamo diritto a ricevere rispetto e a non subire discriminazioni. Non vogliamo simpatia; vogliamo essere rispettati come futuri adulti che andranno a vivere e a lavorare in un ambiente normale”. (Dichiarazione di Lisbona) Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012 LA NORMATIVA 1948 Costituzione: art. 3 e art. 34 ART. 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. ART. 34 La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso. ART. 38 Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale. Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato. L'assistenza privata è libera. Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

I DOCUMENTI INTERNAZIONALI PIÙ RECENTI 1968 1977 La legge 517 1987 La Sentenza 215 Corte Costituzionale 1992 La legge quadro 104 1997 L’Autonomia scolastica 2001 C. M. 3390 – Assistenza educativa e assistenza materiale 2006 D.P.C.M. 185/2006 – Segnalazione e certificazione alunni con disabilità 2006 Linee guida integrazione stranieri 2006 Integrazione etnie Rom e Sinti 2008 Atti Conferenza Unificata Stato/Regioni 2009 Linee guida MIUR per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità 2010 Legge 170 del 08/8/2010 sulla D.S.A. I DOCUMENTI INTERNAZIONALI PIÙ RECENTI CONVENZIONE O.N.U. 2000 MODELLO ICF dell’OMS 2002 MODELLO SUL RITARDO MENTALE (AAMR,2005) Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012 IN SINTESI Il P.E.I. deve essere “a misura” del soggetto; Tendere al “massimo” delle possibilità individuali e al “minimo” socialmente accettabile sulla base delle funzionalità per il soggetto; Porre obiettivi realistici e verificabili; Confidare nella “modificabilità cognitiva”; Puntare sulla “continuità educativa”; Valutare costi e benefici dei diversi interventi Per questo c’è bisogno dell’aiuto di tutti Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

A DA NON È CAPACE DI …..(incapacità) QUESTO LO SA FARE (valorizzazione abilità) Iniziando dalle abilità relazionali/sociali su cui si fonda la comunicazione e quindi il linguaggio DA A Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

COME SI ATTUA L’INCLUSIONE: CHI FA COSA Contesti Azioni Esperienze Classe Didattica Differenzazione e mediazione sociale Scuola organizzazione Comunità di sostegno Famiglia Corresponsabilità Esercizi di “addomesticamento” comunità Progetto di vita Verso un sistema “curante” Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012 PER CONCLUDERE… La scuola non deve mai dimenticare di avere a che fare con individui ancora immaturi, ai quali non è lecito negare il diritto di indugiare in determinate fasi, seppur sgradevoli, dello sviluppo. Essa non si deve assumere la prerogativa dell’inesorabilità, che è propria della vita. Sigmund Freud Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012