Caratteri generali della pittura gotica

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Transcript della presentazione:

Caratteri generali della pittura gotica Notevole attenzione per i dettagli: visi sereni, e aggraziati dai lineamenti stilizzati secondo un modello ideale di figura aristocratica Panneggi ricchi Mancanza di profondità Elementi naturalistici riprodotti in maniera stilizzata

In Europa grande sviluppo della pittura muraria profana nei castelli, nelle dimore signorili e nei palazzi municipali con temi cavallereschi e quasi totale scomparsa di grandi cicli religiosi nelle chiese tedesche inglesi e francesi sostituti dall'uso delle vetrate a causa della prevalenza dei vuoti su pieni

In Italia a differenza che nel resto dell'europa le chiese mantengono ampie zone di muro che consento la realizzazione di grandi cicli di affreschi

Affresco: pittura eseguita su intonaco, il muro viene preparato con una mano di malta detta ARRICCIO su cui il pittore traccia il disegno con una matita rossa SINOPIA. Sopra il disegno viene steso lo SCIALBO strato sottile di calce e sabbia che lascia visibile in trasparenza le linee. Sullo scialbo fresco si dipinge con colori diluiti in acqua. L'esecuzione deve essere rapida e quindi il pittore stende lo scialbo SOLO su quella porzione che può dipingere prima dell'essiccamento prendendone il nome di GIORNATA

Pittura Gotica In Italia Gli esempi maggiori di pittura Gotica nel XIII sec. in Italia: La Crocifissione, Cimabue (1277-1280 Basilica di San Francesco ad Assisi) Crocifisso di Santa Croce, Cimabue (1272, semi distrutto a seguito dell'alluvione del 1966) Maestà Santa Trinita, Cimabue (1285-1286) Madonna Rucellai, Duccio di Buoninsegna (1285) Maestà, Duccio (1308-1311, Museo dell'opa Siena) Storie della Vergine, Pietro cavallini (1291 Santa Maria in Trastevere) Giudizio Universale, Annunciazione (Santa Ceclia roma 1291)

Crocifissione, Cimabue (1277-1280 Basilica di San Francesco ad Assisi)

Crocifisso di Santa Croce, Cimabue (1272, semi distrutto a seguito dell'alluvione del 1966)

Maestà Santa Trinita, Cimabue (1285-1286)

Madonna Rucellai, Duccio di Buoninsegna (1285)

Maestà, Duccio (1308-1311, Museo dell'opa Siena)

Storie della Vergine, Pietro cavallini (1291 Santa Maria in Trastevere)

Giudizio Universale, Annunciazione (Santa Cecilia roma 1291)

Coppo di Marcovaldo, Madonna del Bordone 1260, Chiesa di Santa Maria dei Servi Siena

La Madonna del Bordone è l'unica opera certa, firmata e datata 1261, dipinta per la chiesa di Santa Maria dei Servi a Siena, città dove si trovava come prigioniero a seguito della battaglia di Montaperti (1260). Notevoli sono le lumeggiature dorate dei panneggi, che creano un senso del volume del corpo al di sotto delle vesti. Coppo di Marcovaldo è considerato il più grande maestro toscano ducentesco prima di Cimabue il quale rimane influenzato dalla sua arte

Cimabue (Cenni di Peppo) Firenze 1240 ca. - Pisa 1302 Iniziatore della tradizione pittorica fiorentina Di formazione pittorica legata alla tradizione bizantina Accentua il concetto di spazialità Moderna rappresentazione delle figure umane che assumo un nuovo volume e aumentano di espressività. Accentuazione del pathos, del dramma

Crocifisso di San Domenico, Chiesa di San Domenico Arezzo1270 ca Introduzione della tipologia iconografica del Christus Patiens: visione drammatica del Cristo agonizzante, che sostituisce l'iconografia precedente del Christus triumphans, adottata fino agli anni '20 del 1200. Le linee di contorno sottolineano la tensione muscolare e le linee del viso che sono esasperate nella smorfia di dolore Sullo schema ancora astratto, bizantineggiante, Cimabue introduce un accenno di volume con un chiaroscuro più deciso e disegna le linee dei panneggi del perizoma in modo da accompagnare le forme del corpo. Alle estremità della croce, i ''dolenti'' (la Madonna e san Giovanni) piegano la testa e l'appoggiano alla mano, con atteggiamento patetico, e guardano lo spettatore, che viene coinvolto nel dramma.

Crocifisso di Santa Croce, Cimabue (1272, semi distrutto a seguito dell'alluvione del 1966) Schema compositivo di Arezzo L'anatomia del corpo è decisamente più dettagliata e il disegno è notevolmente migliorato I volti sono più distesi e il dolore maggiormente trattenuto Il perizoma viene rappresentato com un velo trasparente

Duccio di Buoninsegna (1255 ca - 1319 ca) Il più importante esponente della pittura senese del XIII sec. Alla sua produzione giovanile appartiene la Madonna di Crevole che si trova al museo dell'opera del Duomo di Siena. Nel 1285 lavora a Firenze presso Santa Maria Novella e realizza la Madonna Rucellai Nel 1308 gli viene commissionata la Maestà che termina nel 1311 La sua formazione è di stile bizantino derivante da Cimabue influenzato dalla cultura gotica acquisita dai Pisano e dai viaggi ad Assisi Il suo stile è caratterizzato dalla linea armoniosa Raffinata composizione di colori e disegno che ne regolano la spazialità e la profondità

Madonna Rucellai, 1285 Firenze Galleria degli Uffizzi Tempera su tavola dipinta per Santa Maria Novella Analogie con l'opera di Cimabue Ricerca di spazialità, attenzione per i panneggi e per il realismo Cromatismo molto ricercato, ricerca di perfezione nell'esecuzione del disegno e nella rappresentazione del mantello Opera che rappresenta pienamente i caratteri della pittura gotica

Maestà, Duccio (1308-1311, Museo dell'opa Siena) RECTO

Maestà, Duccio (1308-1311, Museo dell'opa Siena) VERSO

Maestà, Duccio (1308-1311, Museo dell'opa Siena) L'opera si trova oggi collocata nel Museo dell'Opera Metropolitana, dopo essere stata esposta nel Duomo, anche se fra vari spostamenti, fino al 1878 L'opera celebrativa della Vergine venne posta in duomo 9 giugno 1311 venne posta nella Cattedrale, con una solenne processione alla quale parteciparono le massime autorità cittadine sia religiose che civili, che iniziò dallo studio del pittore e si concluse in Duomo. La pala d'altare rimase al suo posto fino al 1506. Nel 1771 venne portata alla chiesa di Sant'Ansano dove venne smontata per essere ripartita tra due altari e segata in più porzioni molti altri, appartenenti soprattutto alle parti accessorie come le predelle e le cuspidi, vennero dispersi. La predella, fronte-retro, è la prima conosciuta nell'arte italiana