Laboratorio area psicologica Dott.ssa Camilla Cristina SCALCO
I disturbi dell’apprendimento
NORMALITA’ E PATOLOGIA IN ETA’ EVOLUTIVA Esistono diversi punti di vista sul concetto di “normalità”: Concetto di NORMA secondo la statistica: è normale ciò che è tipico della maggioranza. Es. il concetto di Quoziente Intellettivo nella norma è definito secondo questo criterio: valori molto superiori a quelli centrali non sono normali ma abnormi, ne consegue che non necessariamente abnormità equivale a patologia.
2. Concetto di NORMA secondo la patologia generale: Normale è l’assenza di malattia. Ma questa definizione si può riferire soltanto all’assenza di sintomi organici, e non include comportamenti che invece, ad una età specifica possono essere forte segno di patologia. 3. Concetto dinamico della NORMALITA’: Patologia è tutta quella serie di situazioni in cui conflitti, pulsioni e meccanismi difensivi siano insufficienti a proteggere il soggetto dalla manifestazione sintomatica. Questa definizione non include le patologie psichiche con base organica.
4. Concetto di adattamento: Assenza di patologia corrisponde alla capacità di adeguarsi armoniosamente all’ambiente in cui si vive. Nessuno di questi criteri per definire la psicopatologia in età evolutiva è esaustivo o completo. Il disagio e la sofferenza del soggetto possono infatti essere fisiologici, pertanto non patologici.
Teorie dello sviluppo Gli squilibri strutturali, che definiamo psicopatologia, sono strettamente legati all’evoluzione della personalità secondo molteplici punti di vista. Per esempio fenomeni che assumono significato di sintomi ad una certa età, possono non avere lo stesso significato in un’altra epoca della maturazione. Esistono infatti sintomi che scompaiono spontaneamente con la crescita, altresì è possibile che fasi fisiologiche dello sviluppo facilitino una manifestazione sintomatica come risposta a situazioni esterne disturbanti.
I disturbi dell’apprendimento Sono i disturbi della capacità di apprendimento circoscritti a specifiche funzioni psicomotorie, in presenza di un’efficienza intellettiva il cui livello non sia tale da giustificarle. Si può dunque fare diagnosi di disturbo dell’apprendimento in soggetti i cui test psicometrici hanno livelli nella norma (valutano funzioni su cui i D.A. non interferiscono).
Alla base dei D.A. starebbe un disturbo della rappresentazione della realtà: lo sviluppo psicologico ha inizio da percezioni e rappresentazioni che vengono collegate tra loro sulla base dell’esperienza, con l’intervento anche di intenzionalità e motivazione. Nei soggetti con D.A. si verificherebbero alterazioni della capacità di integrazione della rappresentazione delle esperienze percettive ed alterazioni del riconoscimento dell’esperienza.
DISLESSIA DISCALCULIA DISGRAFIA (DSM-IV “Disturbo della lettura”); I D.A. sono: DISLESSIA (DSM-IV “Disturbo della lettura”); DISCALCULIA (DSM-IV “Disturbo del calcolo”); DISGRAFIA (DSM-IV “Disturbo della scrittura”).
La dislessia E’ un disturbo caratterizzato da un livello di capacità di lettura significativamente ridotto rispetto a quanto sarebbe adeguato all’età cronologica e al livello intellettivo; le difficoltà di lettura non devono poter essere giustificate con deficit sensoriali o con deficiente apporto culturale. Nel dislessico esiste una grave difficoltà nel passaggio dalla percezione del simbolo grafico alla comprensione del suo significato. I sintomi della dislessia compaiono solo dopo che il bambino ha appreso quanto meno i primi rudimenti della lettura ma si possono manifestare con difficoltà a riconoscere e distinguere le lettere o ad associare i fonemi con i loro simboli già durante la scuola materna.
Sul piano clinico si hanno confusioni tra lettere e sillabe di suono simile, omissioni, inversioni, sostituzioni di lettere o sillabe. Spesso la dislessia si presenta in comorbilità con gli altri D.A., e presenta il più delle volte ansia, impulsività, instabilità. Le cause più invocate sono fattori genetici, sofferenza cerebrale, alterazioni della percezione. I soggetti normali che apprendono la lettura, infatti , passano da uno stadio in cui viene utilizzata soprattutto la percezione dei simboli scritti (compito prevalente dell’emisfero dx), ad una comprensione dei simboli medesimi (cui è prevalentemente deputato l’emisfero sx). Un mancato equilibrio fra le funzioni dei due emisferi porterebbe alla dislessia.
Strategie terapeutiche - terapie di tipo ortofonico (logopedista) meglio se accompagnate da un sostegno psicologico (specie se esistono riduzione della motivazione e problemi affettivi).
La disgrafia Si presenta come difficoltà nella scrittura dei simboli cui consegue una grafia irregolare e poco comprensibile, che non segue la riga del quaderno, che presenta varie inclinazioni oppure come disortografia (errori ricorrenti in grammatica, punteggiatura, ortografia).
La discalculia E’ una capacità di calcolo significativamente inferiore a quanto prevedibile in base all’età cronologica e alla scolarizzazione, in assenza di un difetto delle capacità intellettive. Possono essere compromesse le capacità: linguistiche (comprendere e decodificare le operazioni ed i concetti matematici); di riconoscere i simboli numerici; di apprendimento dei concetti numerici (tabelline).