L’educazione al centro: la formazione integrale della persona.

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Transcript della presentazione:

L’educazione al centro: la formazione integrale della persona. 15 novembre 2013 Prof.ssa Vanna Iori Università Cattolica del Sacro Cuore 1

“Le persone fanno sempre più fatica a dare un senso profondo all’esistenza. (…) Ciò si riflette anche nello smarrimento del significato autentico dell’educare e della sua insopprimibile necessità. (Educare alla vita buona del Vangelo, Orientamenti Pastorali Episcopato Italiano, 2010- 2020)

Smarrimento e ricerca di senso

Frammentarietà e incertezza

formazione umana integrale generare cambiamento

In questo contesto si aprono interrogativi radicali: Che cosa significa educare? È ancora possibile educare entro questa transizione epocale? “La famiglia, a un tempo, è forte e fragile” (Educare alla vita buona del Vangelo, 36)

trasformazioni morfologiche familiari cambiamenti nel contesto sociale

“Nell’orizzonte della comunità cristiana, la famiglia resta la prima e indispensabile comunità educante. Per i genitori, l’educazione è un dovere essenziale, […] insostituibile e inalienabile, nel senso che non può essere delegato né surrogato.” (Educare alla vita buona del Vangelo, 36)

Famiglie sempre più piccole Numero medio di figli per donna in età feconda 1,4 Dalla famiglia estesa e ricca di relazioni

Bambini con poche relazioni orizzontali e molte verticali (pochi fratelli e cugini e molti nonni e bisnonni) Povertà di reti relazionali interne al nucleo Il “sorpasso” del figlio unico (46,5% contro 43,0% di famiglie con due figli) Molti adulti e anziani… pochi bambini

Famiglie sempre più sole Isolati, senza comunicare all’interno e con l’esterno (comunicazione virtuale tramite la TV)

I legami con l’esterno si sono persi Nei rapporti con il contesto territoriale la famiglia si “privatizza” I legami con l’esterno si sono persi La maggior parte delle abitazioni è costituita da appartamenti (appartarsi”) Elemento nuovo: insicurezza

Il nido Il guscio (aperto, procreativo, nutritivo) (chiuso, isolato, freddo)

deboli legami interni deboli legami esterni (insiemi di solitudini) D. Hopper, Room in New York Cesura interno/esterno e pubblico/privato

Ambiguità del concetto di “privacy” Indifferenza o privacy Ambiguità del concetto di “privacy” Discrezione, riservatezza, riserbo, non intromissione, rispetto.… o indifferenza, disinteresse, noncuranza?

Le famiglie che si chiudono al loro interno rendo deserto e spopolato l’esterno La famiglia va dunque amata, sostenuta e resa protagonista attiva dell’educazione non solo per i figli, ma per l’intera comunità. (Educare alla vita buona del Vangelo , 38)

Alle prese con la difficile organizzazione dei tempi DIS-CURA e solitudine

Ci sono povertà esistenziali e relazionali, anche dentro le aree sociali apparentemente “al riparo” dall’esclusione. In primis i divorzi.

C’è molto disagio emotivo sommerso: “vulnerabilità invisibile”. Si tende a nascondere le difficoltà, anziché condividerle.

Obiettivo educativo primario: la crescita integrale della persona (Educare alla vita buona del Vangelo, 15) Oggi sembra prevalere una formazione che privilegia competenze tecniche rispondenti solo all’utile (cultura produttivistica) e alla ratio (ragione, calcolo, ragioneria). nella società nella scuola in famiglia

SOCIETÀ DELL’EFFICIENZA Non sa più parlare del sacro, del buono, del bello. Se sparisce la persona, nelle relazioni rimangono solo gli scambi delle merci e delle idee, non dello spirituale e di tutto ciò che sfugge alla numerazione e alla misurazione. Beato Angelico, convento di San Marco (Firenze),

▼ Mancata condivisione valoriale Nuove insicurezze educative nei genitori mancanza di riferimenti intergenerazionali (verticali) povertà relazionali tra famiglie (orizzontali) Azione negativa dei media

elevate aspettative e ansia da insuccesso Ricerca di conferme Misurare la propria “riuscita” educativa dalla “riuscita” dei figli Competitività Posizionare i figli ai livelli più elevati di opportunità Genitori “avvocati difensori” dei figli

Anche nella FAMIGLIA rumore, cultura dell’utile e analfabetismo affettivo Si dimentica la prima esigenza formativa: le relazioni di cura educativa, l’intelligenza del cuore. Tondo Doni (Michelangelo)

SAPERE, SAPER ESSERE, SAPERE EDUCARE Per questo è necessario acquisire una competenze educativa Giotto: Cappella degli Scrovegni Padova Consideriamo urgente “la cura della formazione permanente degli adulti e delle famiglie.” (Educare alla vita buona del Vangelo , 55)

“Una vera relazione educativa richiede l’armonia e la reciproca fecondazione tra sfera razionale e mondo affettivo, intelligenza e sensibilità, mente, cuore e spirito.” (Educare alla vita buona del Vangelo, 13)

Cartesio / Pascal “noi conosciamo non solo con la ragione ma anche con il cuore” “il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce” 1662 “cogito ergo sum” Le passioni dell’anima 1649 “Spiriti animali”

L’intelligenza emotiva Daniel Goleman L’intelligenza emotiva L’intelligenza è presente anche nelle emozioni.

razionalità e l’affettività, la corporeità e la spiritualità.” “La formazione integrale è resa particolarmente difficile dalla separazione tra le tre dimensioni costitutive della persona, in special modo la razionalità e l’affettività, la corporeità e la spiritualità.” (Educare alla vita buona del Vangelo, 13)

Mancano talora anche le occasioni per parlare, manca spesso il tempo di ascoltare. Azione diseducativa dei media, e di certa TV A chi è affidata l’educazione affettiva? Ai reality show? Spettacolarizzazione dei sentimenti.

Noi “siamo” un corpo non “abbiamo” un corpo (R. Guardini) La questione del corpo femminile Esibire o nascondere Corpo-persona o corpo-cosa? Svilimento della sessualità a solo possesso (modelli consumistici) Genitori assenti, zitti, distratti, si limitano a mettere in guardia dai "rischi" gravidanze e malattie. Noi “siamo” un corpo non “abbiamo” un corpo (R. Guardini)

“Occorre accompagnare i giovani alla scoperta della loro vocazione con una proposta che sappia presentare e motivare la bellezza dell’insegnamento evangelico sull’amore e sulla sessualità umana, contrastando il diffuso analfabetismo affettivo” (Educare alla vita buona del Vangelo 54, b)

Cura della sacralità della vita fin dal suo annuncio “far posto” “farsi concavi” Van Eyck Coniugi Arnolfini

Spetta ai genitori, insieme agli altri educatori, promuovere il cammino vocazionale dei figli, anche attraverso esperienze condivise, nelle quali i ragazzi possano affrontare i temi della crescita fisica, affettiva, relazionale per una positiva educazione all’amore casto e responsabile. (Educare alla vita buona del Vangelo, 37)

Quali competenze genitoriali?

Non riguarda una sola persona, ma sempre un rapporto interumano, 1 Competenze relazionali L’educazione è relazione Non riguarda una sola persona, ma sempre un rapporto interumano, interpersonale. Le parole e la cura nelle relazioni familiari edificano quel che siamo Raffaello La belle jardinière Louvre (libro, Gesù e Giovanni)

RAFFAELLO, Madonna Ansidei (1505; Londra, National Gallery), aver cura delle parole Ascolto della Parola. (Educare alla vita buona del Vangelo , 18

Ma anche dei silenzi…. che impediscono di cogliere ciò che non fa rumore. Il rumore esterno è oggi assordante e rischia di soffocare la voce della chiamata e l’ascolto.

2 Educare alla speranza Promuovere progettualità esistenziale Speranza VALORI FINI (FONDAMENTO (DIMENSIONE AXIOLOGICO) TELEOLOGICA) Promuovere progettualità esistenziale Speranza (Educare alla vita buona del Vangelo, 32) Andrea Pisano La speranza Firenze, 1330 - 1336. porta meridionale del Battistero

L’educazione è asimmetria 3 Autorevolezza L’educazione è asimmetria AUTORITÀ (augeo= accrescere) DIRETTIVITÀ (indicare la direzione) Autorevolezza degli educatori e dei genitori (Educare alla vita buona del Vangelo , 34 e 36) Caravaggio, Madonna dei palafrenieri

Riprendere in mano la scelta educativa DARE UN SENSO AL CAMMINO Le regole Riprendere in mano la scelta educativa Bisogno di maestri di guide di adulti educatori “La cosiddetta educazione antiautoritaria non è educazione, ma rinuncia all’educazione” (Educare alla vita buona del Vangelo , Appendice) regole Genitori autorevoli e credibili

Giovanilismo: abdicazione ai compiti di guida. Genitori smarriti: la non scelta. Giovanilismo: abdicazione ai compiti di guida. Medicalizzazione del “normale” disagio quotidiano (l’esperto, lo psicologo ecc) “SOS tata” Mito della famiglia armoniosa Imparare a gestire i conflitti e trovare anche all’interno le risorse educative

(Educare alla vita buona del Vangelo, 36 ) “Educare in famiglia è oggi un’arte davvero difficile. […] Padri e madri faticano a proporre con passione ragioni profonde per vivere e, soprattutto, a dire dei “no” con l’autorevolezza necessaria. Occorre ritrovare la virtù della fortezza nell’assumere e sostenere decisioni” (Educare alla vita buona del Vangelo, 36 )

4 Assunzione di responsabilità (Educare alla vita buona del Vangelo , 29) Dare alla luce, Dare la luce: assumersi la responsabilità di rischiarare il cammino. George de la Tour 1593-1652

I dolorosi effetti della non-scelta genitoriale: Vuoto esistenziale, solitudine, perdita di senso, sbandamento, egoismo, assenza di punti di riferimento. bullismo, uso di sostanze, anoressia…

Responsabilità (respondeo) lo sguardo che si posa sul volto dell’altro richiama alla mia responsabilità

Dove si perde la dimensione umana integrale prevale l’oggettività, che riduce la persona a “cosa”.

“sentire con il cuore il cuore dell’altro” 5 Competenza empatica EMPATIA: “sentire con il cuore il cuore dell’altro” A fronte di un pensiero quantitativo e “calcolante”, prendersi cura delle relazioni : “io” – “tu” e incontro con l’altro (Educare alla vita buona del Vangelo, 9) Edith Stein Santa Teresa Benedetta della Croce (1891-1942)

6 Capacità di ascolto Ascolto dei giovani e ascolto di sé-in-relazione. È necessario un TEMPO QUIETO: fermarsi e riflettere, lasciar emergere le domande di senso sul proprio agire educativo.

7. La cura L’educazione è prendersi cura Emergenza educativa: caduta della dimensione valoriale. Ma anche: prendersi cura di sé per prendersi cura degli altri.

Saper riconoscere le risorse familiari significa saper re-inventare ogni giorno il progetto entro una continuità di fini e valori. La famiglia diventa così protagonista, soggetto primario e insostituibile della sua principale risorsa: la cura educativa.

La cura educativa non è un fatto “privato” La Cura richiede un apprendistato (in famiglia, a scuola, nelle realtà ecclesiali e territoriali) fatto di modelli capaci di generare altra cura. La cura educativa non è un fatto “privato”

“Ogni adulto è chiamato a prendersi cura delle nuove generazioni e diventa educatore quando ne assume i compiti relativi con la dovuta preparazione e con senso di responsabilità”. (Educare alla vita buona del Vangelo, Orientamenti Pastorali Episcopato Italiano, 2010- 2020)

Percentuale dei matrimoni giunti a separazione 13,2% Separazioni avvenute entro i primi cinque anni di matrimonio: 43,1% Aumentano le famiglie ricostituite: “il terzo genitore” Figli: “possesso”, “ostaggio”

Condivisione di esperienze Promuovere costruzione di fiducia nelle famiglie e tra le famiglie Non demandare le risposte dall’esperto Non costruirsele nell’isolamento Condivisione di esperienze Corroborate da specifici itinerari di spiritualità, le famiglie devono a loro volta aiutare la parrocchia a diventare «famiglia di famiglie» (Educare alla vita buona del Vangelo, 38)

Valorizzare le reti familiari primarie PARROCCHIE Valorizzare le reti familiari primarie Creare occasioni informali e semi-formalizzate di incontro tra genitori Nonni: prima risorsa informale: semplicità, quotidianità