Tesina a cura di Giuseppe Giunta classe 5Dm ITC A. Fusinieri Esame di Stato 2008
Tema centrale: Il consumismoIl consumismo Storia: Boom economicoBoom economico italiano: Pier Paolo PasoliniPier Paolo Pasolini Informatica: Consumismo informatico e il trashwareConsumismo informatico il trashware Bibliografia e sitografia
Il consumismo può essere definito come l'identificazione della felicità personale con l'acquisto, il possesso e il consumo continuo di beni materiali. Nasce dopo la Rivoluzione Industriale e si diffonde soprattutto nel secondo dopoguerra (periodo di Boom economico)Boom economico Teoria di Thorstein Vablen del consumo vistoso: si consuma per apparire superiori o per simulare agli altri il raggiungimento di una più elevata posizione socio-economica. Si stimola, soprattutto attraverso la pubblicità, il desiderio mentale per indurre la persona a comprare.pubblicità Il consumismo è il prodotto di questa società basata su valori materiali che nega i sentimenti e i valori della spiritualità limitando l'espressione umana.
Tra gli anni '50 e '60 l' Europa è protagonista di una forte crescita economica che venne definita “Boom economico”. - L'americanizzazione dell'Europa - Aumento della produzione - Effetti sul piano sociale - Miracolo economico in Italia
L'esistenza delle pubblicità e delle varie forme di propaganda commerciale viene solitamente giustificata, secondo il punto di vista tradizionale dell'analisi economica, con la necessità di fornire al consumatore una varietà d'informazioni che gli consentano di compiere un attento vaglio critico dei beni presenti sul mercato e di operare una scelta sicura e ponderata al momento dell'acquisto. Dietro l'alibi di una maggiore informazione, si nasconde in realtà il vero significato della pubblicità, il cui scopo essenziale può essere individuato nella lotta contro il risparmio e contro la tendenza costante al ristagno economico che caratterizza il capitalismo monopolistico. In tal senso, l'obbiettivo primario della pubblicità non consiste tanto nel contribuire all'avvento di una coscienza critica del consumatore, ma, al contrario, nell'incrementare di continuo le vendite e nel creare “delle soddisfazioni venali, superficiali, misitificatrici, che permettono all'industria capitalistica di ammassare profitti e al sistema politico dominante di perdurare ed estendere il suo potere”(M. David, Processo alla società dei consumi). La pubblicità ci induce, tramite spot che trasmettono le immagini di esistenze perfette quanto irreali, a consumare sempre di più prodotti di cui non abbiamo alcun bisogno. Essa non si limita a vendere prodotti, bensì propaganda sogni, modelli di vita, da perseguire e imitare, pena un doloroso sentimento di inadeguatezza.
nasce a Bologna da Susanna Colussi e Carlo Alberto Pasolini Costretto a continui trasferimenti: Belluno, Conegliano, Cremona, Scandiano. Nel 1925 nasce il fratello Guido. Frequenta il ginnasio a Cremona e a Reggio Emilia, il liceo a Bologna. Poesie a Carsara Si scrive alla Facoltà di Lettere a Bologna. Pubblica nel 1942 la raccolta in friulano Poesie a Carsara Dopo l’armistizio, sfollato a Carsara, entra in più assiduo contatto con il mondo contadino e con il dialetto. Fonda un periodico di letteratura in dialetto friulano, lo Stroligut. Si avvicina la PCI Si laurea a Bologna con una tesi su Pascoli
Nel dopoguerra continua a perfezionare il suo apprendistato poetico con testi dialettali, con confluiranno nella Meglio gioventù (1954), e italiani, destinati a far parte dell’Usignolo della Chiesa cattolica (1958). Dal 1947 insegna alla scuola media di Valvasone. I rapporti col padre sono sempre più tesi. Nel 1949 viene Coinvolto in uno scandalo e accusato di corruzione di minorenni. Fugge con la madre a Roma, dove vive in difficili condizioni economiche Pubblica l’antologia Poesia dialettale del Novecento, in cui trova posto la propria esperienza friulana. Riunisce la propria produzione dialettale nella raccolta La meglio gioventù. Nel 1955 esce Ragazzi di vita, nel 1957 Le ceneri di Gramsci. Fonda la rivista “Officina” diretta assieme ai poeti Leonetti e Roversi. Nel 1959 pubblica il secondo romanzo di ambientazione romana, Una vita violenta, e traduce l’Orestea di Eschilio.
Pubblica le raccolte La religione del mio tempo (1961) e Poesia in forma di rosa (1964). Gira i film Accattone (1961), Mamma Roma (1962), La ricotta (1963), Il vangelo secondo Matteo (1964). Dal 1961 si susseguono viaggi nel sud del mondo, in India e Africa soprattutto, alla ricerca di stili di vita ancora incontaminati. Prosegue la sua esperienza cinematografica: Edipo re (1967), Teorema (1968) e Medea (1970). Nel 1968, dopo la manifestazione studentesca, pubblica sull’”Espresso” la poesia Il PCI ai giovani Nel 1971 esce Trasumar e organizzar, nel 1975 appare La nuova gioventù, rifacimento della raccolta dialettale del Nel 1972 inizia a lavorare al romanzo Petrolio. Prosegue intanto l’attività di regista: prima con la Trilogia della vita (Decameron, 1971; I racconti di Canterbury, 1972; Il fiore delle Mille e una notte, 1974). Pubblica anche Salò e le 120 giornate di Sodoma (1975). Gli interventi pubblici, apparsi soprattutto sul Corriere della Sera tra il 1973 e il 1975, confluiscono in Scritti Corsari (1975) e in Lettere Luterane (pubblicate postume nel 1976). Nel novembre del 1975 viene ucciso all’Idroscalo di Ostia da un “ragazzo di vita”.Scritti Corsari
Gli Scritti corsari è una raccolta di articoli che Pier Paolo Pasolini pubblicò soprattutto sul Corriere della Sera tra il 1973 ed il 1975, e che comprende una sezione di documenti allegati, redatti da vari autori. Il vero scandalo di questi scritti è nella loro severità. Essi toccano fatti che coinvolgono, in modo patente o oscuro, la vita e la coscienza di milioni di uomini. Pasolini affronta temi come l’aborto, il mutare del linguaggio pubblicitario, lo status ideologico dell’Italia dopo il referendum sul divorzio e chi siano i giovani fascisti d’oggi: tutti argomenti duri, aspri e scandalosi affrontati da Pasolini senza indulgenza e senza approssimazioni. Contro i capelli lunghi Contro l’omologazione culturale della televisione
Contro l’omologazione culturale della televisione – 9 dicembre 1973 Questo testo è stato inserito negli “Scritti Corsari” con il titolo “Acculturazione e acculturazione”. “Contro l’omologazione culturale della televisione” è fortemente polemico. Infatti, con Questo testo Pier Paolo Pasolini condanna la società dei consumi di essere responsabile di aver distrutto i valori del passato e di imporre un potere dittatoriale più forte di quello imposto qualche decennio prima dal Fascismo con Mussolini. Pasolini dice che la differenza tra il potere della Televisione e il potere del fascismo è uguale alla differenza tra l’aratro e un trattore. Pasolini accusa soprattutto la Televisione di imporre i suoi modelli e di favorire l’omologazione culturale : non si da più alcuna differenza di cultura tra le classi sociali o tra gli appartenenti a ideologie diverse. Tutto è annullato in un indistinto “edonismo di massa”, nel quale viene meno ogni spazio per la persona umana e per i veri valori dell’individuo. Pasolini scrive che la Televisione è uno “strumento di potere”, il nuovo potere la definisce come un “nuovo fascismo”.
Contro i capelli lunghi – 7 gennaio 1973 Pubblicato sul Corriere della Sera nel 1973, questo articolo inserito negli «Scritti corsari» può essere letto con un occhio al presente, considerando le analogie e le differenze tra le mode di allora e di oggi, dal punto di vista del significato silenzioso che l'acconciatura e l'abbigliamento intendono comunicare con il loro semplice apparire in pubblico. Secondo Pier Paolo Pasolini, comparire in pubblico come capellone costituiva inizialmente un comportamento rivoluzionario, che non aveva bisogno di parole di spiegazione per essere compreso dai destinatari (gli adulti, la borghesia al potere). Poi, finito il '68, essere capellone divenne una moda e perse la sua natura di messaggio rivoluzionario, per diventare mera espressione di spirito gregario.
Opere più famose - La meglio gioventù - Scritti CorsariScritti Corsari - Ragazzi di vita - Le ceneri di Gramsci - Lettere Luterane
In una società capitalistica come la nostra è consuetudine consolidata il consumo sfrenato di hardware e software. L'obbiettivo è quello di possedere il computer più potente, più veloce e con prestazioni sempre maggiori. L'uomo di sua natura vuole sempre di più. Non riesce ad accontentarsi mai. Da parte degli utenti "casalinghi",c’è una rincorsa al progresso anche quando questo va ben oltre le proprie necessità, quando il proprio "vecchio" computer potrebbe continuare a fare egregiamente il proprio lavoro fondamentale, che nel caso dell'utenza domestica è prevalentemente utilizzare programmi di videoscrittura, fogli elettronici, navigatori web, posta elettronica, semplice ritocco fotografico e poco altro. Quest'approccio tremendamente consumistico all'informatica è ormai quello predominante nei paesi più sviluppati. Per cercare di ridurre il consumismo informatico c’è il Trashware. Trashware
Il trashware tenta di colmare il divario informatico (lo scarto di informazioni esistente tra coloro che hanno accesso ai computer e a Internet e coloro che non lo hanno) attraverso il recupero, il ripristino, la ridistribuzione e il riutilizzo di computer e altri strumenti informatici dismessi. La speranza di chi fa il trashware è di contribuire a sanare, o almeno ad alleviare, i danni del divario digitale con la fornitura di materiale informatico corredato dall’ opportuna formazione necessaria per utilizzarlo. Quello che fanno è semplice e geniale: sottraggono i computer ancora validi alle discariche, li riqualificano usando software libero e li distribuiscono a categorie svantaggiate e a soggetti del terzo settore che non possono permettersi l’acquisto di un computer nuovo. Il trashware permette di utilizzare risorse obsolete senza sprechi: se c’è dell’hardware che non è ritenuto più produttivo dalle aziende, si valuta la possibilità di poterlo utilizzare con convenienza in altri contesti, da altri soggetti, e partendo da questi presupposti, si organizza il riutilizzo sfruttandone il valore economico e le potenzialità tecnologiche, in modo da minimizzare gli sprechi e l’impatto sull’ambiente e sulla società.
Bibliografia: “Consumismo e società contemporanea” di Sergio Vitale “Scritti corsari” di Pier Paolo Pasolini “Guida alla storia” Sitografia: biografia pasolini