a cura di: Antonella Anghinoni e Silvia Franceschini

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Transcript della presentazione:

a cura di: Antonella Anghinoni e Silvia Franceschini DONNE DELL’ANTICO TESTAMENTO Le matriarche a cura di: Antonella Anghinoni e Silvia Franceschini © Silvia Franceschini, 2010

Fiamme Intense e Variopinte Le matriarche fiamme intense e variopinte rischiararono con le loro qualità il firmamento del mondo patriarcale e vissero uno splendore particolare, anticiparono e prevennero i disegni divini, intuirono messaggi interiori sottili e particolari. Furono compagne, spose, sorelle, condividendo a pieno titolo i grandi compiti a cui erano stati chiamati i loro mariti Quattro donne scelte da Dio per la loro capacità di ascolto riappacificarono gli uomini con il divino, strette ai loro sposi nella volontà e nello spirito Quattro vite femminili associate nella strana ambizione di fondare Israele; costruire la “casa di Abramo” disegno difficile, ma grande, non esistere più in sé, ma per l’altro, per un progetto che le supera Le quattro madri chiamate incenso da Rashi, tanto la loro esistenza fu preziosa, giocano un ruolo cruciale nell’economia delle gesta dell’elezione, vegliano al suo compimento e permettono di pensarne il senso attraverso la loro vita, le loro scelte, il loro impegno

2009, Lorella Cecchini, Sara, coll. priv.

I loro nomi Il nome שרי significa mia principessa Dio le cambia il nome (Gen 17,15-16) in שרה che significa principessa Il nome רבקה significa: laccio, corda, legame, finimento per legare più animali insieme, mangiatoia e in senso figurato anche che avvince con la sua bellezza Il suo lieve nome לאה significa stanca, spossata, defaticata anche vacca selvatica Il suo nome רחל significa pecora, infatti era pastora, si occupava delle greggi e le conduceva al pascolo

1912, Aubain, Rebecca, Londra, Art Renewal Center

Vere partner dell’Alleanza Parità nell’alterità, forza propulsiva verso il futuro che ha visto le matriarche determinanti per lo sviluppo del nascente monoteismo etico: protagoniste di una storia ebraica che è la storia fra le storie del mondo. Solo la serena e fruttuosa alterità in seno alle coppie può garantire il futuro. Le quattro madri d’Israele portano insieme ai loro sposi, ma diversamente da loro, la responsabilità dell’alleanza … E Abram prese Sarai sua moglie e Lot figlio di suo fratello e tutti i loro beni che acquistarono e ogni persona (anime fatte) che fecero in Caran … (Gen 12,5) Le anime fatte significa persone avvicinate alla verità, in questa creatività spirituale sono uniti e collaborativi

1614, Lastman, Abramo e Sara in partenza per Canaan, San Pietroburgo, Museo dell’ Hermitage

Parità nell’alterità Le matriarche hanno spesso avuto un rapporto intimo e diretto con il loro Dio e, sorrette dalla fede, hanno preso per prime l’iniziativa diventando attive nei confronti dei loro uomini per realizzare il disegno divino Rebecca, vede dove il marito, ormai cieco non riesce più a vedere, lo inganna affinché la voce di Dio possa realizzarsi, e poi, con strategia e abilità femminili, salva il custode della benedizione Giacobbe prima di prendere una decisione importante si consulta con le sue due mogli, le quali sono molto contente di partire dalle terre del loro padre … Rachele e Lea gli risposero: “ (..) E adesso fa tutto ciò che Dio ti ha detto. E allora Giacobbe si alzò, caricò i figli e le mogli sui cammelli … (Gen 31,15-16)

Inizio XIII sec., Partenza di Giacobbe e delle mogli per Canaan, miniatura dall’archivio digitale di Iconclass

Bellezza tutta al femminile La bellezza fisica nella Bibbia è apprezzata ed è considerata come ciò che lascia trasparire lo spirituale. La bellezza femminile suscita attrazione irresistibile e fascino, è attivante nel senso che risveglia il desiderio maschile, tanto da essere la causa di determinate vicende personali. In essa, inoltre, si vela il fascino dell’elezione, è un dono di Dio; è anche metafora dell’alleanza che lega Dio a Israele, che nulla sarà in grado di distruggere, neppure il tempo! Sara era talmente bella che tutte le donne sfigurerebbero accanto a lei. Proverbiale è la sua bellezza; stupisce il fatto del fascino e della bellezza di Sara anche a novant’anni. Bellezza rischiosa, anche gli Egiziani la riconoscono immediatamente (Gen 12,11.14) La prima parola che l’uomo rivolge alla donna riguarda proprio la bellezza. … So che tu sei una donna bella di aspetto. Quando ti vedranno gli egiziani diranno: questa è sua moglie, uccideranno me, e faranno vivere te. Ti prego di’ che sei mia sorella, affinché sia bene per me a causa tua e viva la mia anima grazie a te …(Gen 12,11-13) Rebecca è … molto bella, vergine, e non aveva conosciuto uomo … (Gen 24,16; Gen 26,7) e anche lei vive la stessa esperienza di Sara … venne una carestia [..] e Isacco andò a Gerar presso Abimelek, re dei Filistei … (Gen 26,1). Come la zia Rebecca, Rachele è una donna … bella di forme e bella di visione … (Gen 29,17)

1640, Castiglione, Incontro di Isacco e Rebecca, Sanpietroburgo, Hermitage

Sterilità, seno chiuso alla vita Ogni vita umana che fiorisce nel seno di una donna è la primissima forma di benedizione con il quale il Signore gratifica il suo popolo. Perciò il grembo materno è il luogo emblematico della benedizione di Dio, della sua grazia. La sterilità sembra contraddire la promessa di Dio e pesa con un macigno sul cuore. Questo stato procurava disprezzo Gen 16,4-5; invidia Gen 30,1; dolore 1Sam 1,16 e a una donna senza figli poteva anche capitare di dover subire la vergogna del ripudio ed essere rimandata alla casa di suo padre (Lv 22,13). Nei casi più gravi la sterilità era anche considerata una punizione per i peccati (Lv 20,21) o la conferma di essere stati dimenticati da Dio (1Sam 1,11). L’incapacità a procreare in ambiente mediorientale era considerata quindi una vera maledizione, un futuro segnato dalla morte Il termine sterile, 'ăqārâ, significa sradicata, sradicante, un innesto infertile. La sterilità delle matriarche è un ritornello della storia sacra che si ripete strenuamente, come se per mettere le radici bisognasse anche strapparle: vita negata e poi offerta da Dio … Sarai era sterile e non aveva figli …(Gen 11,30) Rebecca ha il ventre sterile.. lei era sterile.. (Gen 25,21) Rachele è (rimaneva) sterile (Gen 29,31) e chiede al marito: … dammi dei figli sennò muoio … (Gen 30,1)

2008, Lorella Cecchini, Rebecca, coll. priv.

Donne amate Amore di predilezione e procreazione non coincidono … E Isacco, la fece entrare nella tenda di sua madre Sara e prese Rebecca e fu moglie per lui e la amò e Isacco fu consolato dopo la morte della madre.. (Gen 24,67) E Giacobbe amò Rachele (Gen 29,18) Giacobbe..e amò Rachele più di Lea (Gen 29,30)

1836, Furich, Giacobbe e Rachele al pozzo, Vienna, Osterreichische Galerie

Parola dell’uomo alla sterilità Abramo prega ed intercede per la sterilità delle donne della casa di Abimelech che possono di nuovo partorire (Gen 20,17-18); ma non prega per Sara, Dio risponde comunque subito dopo (Gen 21,1). Isacco prega, e ancora una volta c’è un grande amore, la sollecitudine di un affetto profondo contro la sterilità, le sue parole rivolte a Dio aprono una storia nuova … … Isacco supplicò il Signore per sua moglie perché era sterile e il Signore lo esaudì (si lasciò pregare) così che sua moglie Rebecca concepì … (Gen 25,21) Giacobbe si arrabbia con Rachele e le dice: … sono forse io al posto di Dio che ti ha negato il frutto del ventre ... (Gen 30,2). Questa collera sorprendente nasce forse dall’amore egoistico di un uomo che rifiuta di trascendersi all’apertura di un figlio per esclusività appassionata

2008, Lorella Cecchini, Rachele, coll. priv.

Presenza di Dio La tradizione rabbinica narra che: Quando Sara era viva, una nuvola era legata all’ingresso della sua tenda; quando morì, la nuvola cessò. Venuta Rebecca, tornò la nuvola. Mentre Sara era viva, le porte della sua casa erano largamente aperte agli ospiti; morta Sara, cessò questa larghezza. Venuta Rebecca tornò questa larghezza. Quando Sara era viva, la sua pasta era benedetta; morta Sara, cessò questa benedizione. Venuta Rebecca tornò. Quando Sara era al mondo, un lume era acceso dalla notte del Sabato alla notte del Sabato seguente; morta Sara, cessò questo lume. Venuta Rebecca tornò. (Genesi Rabbà 35,15)

XIV sec., Abramo invia il servo Eliezer , incontro tra Eliezer e Rebecca, miniatura dal Manoscritto coll. Richelieu n.159, Parigi, Bibliothèque National de France

Azione di Dio Il Signore che ha chiuso il grembo materno è pure colui che lo apre per salvare il suo popolo: … Io che apro il grembo materno, non farò partorire? … (Is 66,9) La vecchia Sara concepisce e partorisce, Isacco, il sorriso della madre diventa vita e si materializza nel nome del figlio … E il Signore visitò Sara, come aveva detto, e il Signore fece a Sara come aveva parlato … (Gen 21,1) Rebecca rimane gravida in quanto il Signore esaudì la preghiera di Isacco (Gen 25,21) … Il Signore vide che Lea era odiata (trascurata, mal amata) le aprì il suo ventre … (Gen 29,31) … E Dio si ricordò di Rachele, e Dio la ascoltò e aprì il suo ventre e concepì e partorì un figlio e disse: Dio ha raccolto il mio disonore … (Gen 30,22-23)

Metà XIV sec., Nascita di Esaù e Giacobbe, Parigi, Bibliothèque National de France XV sec., miniatura da Bibbia Historiale, Nascita dei gemelli Esaù e Giacobbe, Museum Meermannno Westreenianum

Parole di Dio nelle loro vite Dio si avvale della gelosia di Sara trasformandola in custode femminile dell’elezione E dice ad Abramo: … non sia male ai tuoi occhi per il ragazzo e per la tua serva: tutto ciò che Sara ti dirà ascolta la sua voce … (Gen 21,12) … Dio disse (a Rebecca):“due nazioni sono nel tuo grembo, due popoli dalle tue viscere si separeranno, e un popolo sarà più forte dell’altro popolo, e il grande servirà il piccolo” … (Gen 25,23)

1990, Ratner Phillip, Rebecca con Esaù e Giacobbe, Bethesda, Dennis and Phillip Ratner Museum

Sepoltura Gli anni della vita di Sara furono 127; morì a Kiriat-Arba, cioè Ebron, nella terra di Canaan, Abramo dagli Ittiti compra a peso d’oro il campo e la caverna di Macpela di fronte alle querce di Mamre, in quel luogo Abramo seppellì Sara (Gen 23,19) Rebecca e Isacco, proprio allo stesso modo di Abramo e Sara, furono seppelliti nel campo di Macpela (Gen 49, 31) Giacobbe seppellisce Lea con gli antenati: Abramo, Sara, Isacco e Rebecca nel campo di Macpela (Gen 49,31) Il Luogo di sepoltura di Rachele è invece lungo la strada di Efrata, cioè Beth lakem (Betlemme) (Gen 35,19)

1503-1580, Kempeneer Peeter, La sepoltura di Sara, Londra, Courtauld Institute 1865, dalla Bibbia di Dorè, La sepoltura di Sara, collezione privata

Benedizione per le figlie Che Dio ti renda come Sara, Rebecca, Rachele e Lea Al momento delle NOZZE.. i giusti anche in morte si possono dire vivi grazie alla memoria dei loro meriti trasmessi di generazione in generazione, a motivo di ciò si ricordano affinché i loro pregi si riflettano sulla vita coniugale santificata da Dio che stanno intraprendendo: Siano benedetti lo sposo e la sposa come Dio benedisse Abramo e Sara. Siano benedetti lo sposo e la sposa come Dio benedisse Isacco e Rebecca. Siano benedetti lo sposo e la sposa come Dio benedisse Giacobbe, Rachele e Lea Ancor oggi, all’accoglienza del SABATO, la donna accende due candele, con gesti e parole eleva una preghiera a Dio, lo invoca ad illuminare la sua anima e quella di tutti i figli d’Israele, lo esorta a non dimenticare le azioni meritevoli delle matriarche, mediatrici interposte tra il divino e il femminile: Ascolta la mia supplica in questo momento in nome di Sara, Rebecca, Rachele e Lea nostre matriarche e rafforza il nostro lume che per l’eternità non venga ad assopirsi

1665-67, Rembrandt, La sposa ebrea, Rijksmuseum, Amsterdam

Le matriarche: donne vere Le matriarche sono donne energiche, dal carattere ben temprato: - Rebecca decide di lasciare i suoi senza indugio per seguire uno sconosciuto venuto da lontano a chiedere la sua mano per conto del figlio del suo padrone. - Rachele e Lia che non esitano a fuggire dalla casa paterna per seguire il loro marito e proteggere l’avvenire dei loro figli dalla cupidigia del loro nonno Esse non sono sempre sottomesse come un pio lettore si aspetterebbe; infatti, se non vedono altri mezzi per arrivare ai loro scopi, non esitano a ricorrere all’inganno, lasciandosi andare alla collera, al ricatto e persino al furto Quando il lettore della Genesi presta attenzione a quanto viene raccontato di queste donne, gli riesce difficile credere che Israele abbia riconosciuto in esse delle matriarche che, come dice il libro di Rut, hanno edificato la casa d’Israele (Rt 4,11) Le loro qualità: ospitalità, sollecitudine, tenacia, finezza, amore; e i difetti: possessività, ostinazione, gelosia; che sono il risvolto della medaglia, sono il destino di tante altre donne. Quanto ai mezzi ai quali esse ricorrono per ottenere ciò che vogliono, a volte non hanno niente di glorioso, sebbene il narratore della Genesi li riporti senza caricarli di alcun giudizio

1632, De Ribera, Isacco benedice Giacobbe, Madrid, Museo del Prado

Donne che lasciano entrare Dio Ma allora queste donne in cosa si dimostrano matriarche? Israele non ha fatto come altre nazioni che hanno spesso subito la tentazione di inventarsi un passato glorioso, ha preferito raffigurarsi le proprie radici raccontando dei propri antenati senza idealizzarli Con queste matriarche Israele si è donato uno specchio in cui rivedere se stesso Come si potrebbe giudicare immorale una storia nella quale Dio ha accettato di lasciarsi coinvolgere? Dio sposa, in qualche modo, le tortuosità imposte alla storia dalla libertà di queste donne, dalla loro generosità, fragilità, cupidigia. Dio non attende che gli umani siano perfetti per legarsi a loro ed entrare nella loro storia. Vuole solo che la sua presenza sia lasciata libera di fecondare misteriosamente la loro storia, in modo che la benedizione, e la corrente di vita che essa trascina, finisca per attraversare lo spessore dell’umano e faccia lievitare la pasta Non è la virtù che crea le matriarche, è piuttosto l’assenso a Dio che, senza volerle diverse da ciò che sono, chiede loro di lasciarlo entrare nella loro storia, in modo che egli possa trovare un luogo dove camminare insieme all’umanità

1856, Dante Gabriele Rossetti, La visione di Dante: Rachele e Lia, Londra, Tate Gallery

Donne antiche ci parlano I Padri e le madri sono i genitori d’Israele, e il Deuteroisaia lo sottolinea … Ascoltatemi, voi che siete in cerca di giustizia, voi che cercate il Signore; guardate alla roccia da cui siete stati tagliati, alla cava da cui siete stati estratti. Guardate ad Abramo vostro padre, a Sara che vi ha partorito; poiché io chiamai lui solo, lo benedissi e lo moltiplicai... (Is 51,1-2) Abramo e Sara sono la roccia e la cava, le fondamenta portanti Il giudaismo antico che comprende all’incirca i secoli II-I a.C. fino al IV-V d.C., pur privilegiando i tre Padri, mostra un grande interesse anche per le Madri d’Israele, mettendo in risalto i loro meriti, riscrivendo e ampliando i racconti biblici. Il Targum Neofiti e lo Pseudo Gionata citano: la benedizione di Rebecca a Giacobbe, le Madri giuste Sara, Rebecca, Rachele e Lia. I Padri vengono paragonati ai monti e le Madri alle colline Essere Madre d’Israele non indica mai soltanto l’attività generativa, ma comprende anche la dimensione spirituale e profetica L’antichità di queste madri è anche viva presenza e prossimità: esse orientano ogni donna verso la Voce che parla in lei. Una vita capace dell’ascolto della Voce non significa una vita al riparo dal dolore o dallo sconforto; ma è una vita che, incomprensibilmente agli occhi di molti, si sa chiamata a trasmettere agli altri la speranza che la benedizione ricevuta dai padri rimane viva per il popolo e ... per tutte le famiglie della terra … (Gen 12,3)

1990 ca. Yom Tov - Zapolyansky, Giacobbe e Rachele, New York, collezione privata