musicoterapia e dislessia alberto chiovelli musicoterapia e dislessia Viterbo – Ordine dei Medici 31 ottobre 2015
La World Federation of Music Therapy (Federazione Mondiale di Musicoterapia) ha dato nel 1996 la seguente definizione “ la musicoterapia è l'uso della musica e/o di elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un musicoterapeuta qualificato tale processo facilita e favorisce la comunicazione, la relazione, l'apprendimento, la motricità, l'espressione, l'organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici ” necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive
La musicoterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue di un individuo in modo tale che questi possa meglio realizzare l'integrazione intra/interpersonale Di conseguenza è presente un miglioramento della qualità della vita grazie a un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico.
Le applicazioni della musicoterapia MIGLIORARE LA QUALITA’ DELLA VITA La musicoterapia ha applicazioni molto importanti nelle persone che sono prive dell'uso della parola, ma hanno sviluppato o ancora conservano la memoria non-verbale (pazienti in coma, autismo, psicosi, malattia di Alzheimer) MIGLIORARE LA QUALITA’ DELLA VITA 23/09/15
Sostanzialmente la musicoterapia è una modalità di approccio alla persona; pertanto si potranno configurare ambiti diversi di applicazione di tale metodica a seconda che l'utente sia singolo o gruppo, paziente o discente anche in relazione alle finalità che si vogliono perseguire. Storicamente possiamo distinguere la musicoterapia attiva (suonare) da quella recettiva (ascoltare) anche se si tratta di una differenziazione limitata
(elementi diagnostici e i metodi terapeutici ad esso inerenti) Rolando Omar Benenzon (musicista e psichiatra argentino) così definisce la musicoterapia “ Da un punto di vista scientifico, la musicoterapia è un ramo della scienza che tratta lo studio e la ricerca del complesso suono-uomo (elementi diagnostici e i metodi terapeutici ad esso inerenti) Da un punto di vista terapeutico, la musicoterapia è una disciplina che utilizza il suono, la musica e il movimento per produrre effetti regressivi e per aprire canali di comunicazione che ci mettano in grado di iniziare il processo di preparazione e di recupero di un paziente ” Ha fondato nel 1966 la "Scuola di Musicoterapia" nella Facoltà di Medicina dell'Università del Salvador in Buenos Aires
Dorothea Oberegelsbacher (musicoterapeuta, psicologa, psicoterapeuta) Svolge attività di musicoterapeuta fin dal 1981 Dal 1989 docente di musicoterapia all’Università di Vienna È docente al corso quadriennale di musicoterapia (Assisi, Bolzano, Bologna) 23/09/15
Docente al corso quadriennale Cesfor di Bolzano Giovanna Rezzadore insegnante di scuola elementare dal 1994 ha introdotto e applicato la musicoterapia per la prevenzione del disagio scolastico Docente al corso quadriennale Cesfor di Bolzano Collaboratrice progetto “Orpheus” organizzato dal conservatorio di Verona (in coll. con il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Verona) 23/09/15
PROGETTO ORPHEUS (conservatorio di Verona) Il progetto intende indagare l’arcaico legame fra la medicina e la musica (mito di Orfeo) aprendo una finestra sulle discipline che studiano gli effetti terapeutici della musica profilo della fruizione passiva e pratica attiva utilizzo in campo clinico, educativo e sociale problematiche del linguaggio musicale e mezzi di fruizione della musica 23/09/15
La musicoterapia può essere utilizzata a vari livelli, quali l'insegnamento, la riabilitazione o la terapia Per quanto riguarda la terapia e la riabilitazione, gli ambiti di intervento riguardano preminentemente la neurologia e la psichiatria autismo ritardo mentale disabilità motorie morbo di Alzheimer ed altre demenze psicosi disturbi dell'umore disturbi del comportamento alimentare (anoressia nervosa) morbo di Parkinson
Dipartimento di Neurologia Università di Ferrara L’attivazione di entrambi gli emisferi potrebbe in parte risolvere i problemi legati alla zona deputata alla analisi visiva delle parole Coinvolge il lobo temporale destro, indispensabile per riconoscere ed eseguire le melodie Ed il lobo temporale sinistro, da cui dipendono l’elaborazione del linguaggio musicale, ma anche la scrittura, la composizione e l’esecuzione della musica . Attività cerebrale molto complessa
Ascoltando musiche allegre o sentimentali, esaltanti o rilassanti si verificano modifiche del sistema nervoso vegetativo (modifiche della pressione arteriosa, del ritmo cardiaco, del respiro, della sudorazione e di altre reazioni fisiologiche. (Sistema Nervoso Vegetativo) Brani musicali come i ballabili o le marce provocano, invece, risposte soprattutto di tipo motorio: momenti che ci portano, quasi nostro malgrado, a segnare il tempo con il piede oppure con l'oscillazione delle spalle. (Sistema Motorio) 12
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Conservatorio Verdi (Milano) Prof. Matilde Bufano L’attivazione di entrambi gli emisferi potrebbe in parte risolvere i problemi legati alla zona deputata alla analisi visiva delle parole Il linguaggio musicale allenta e risolve molte tensioni (soprattutto legate all’isolamento) Master (2013) su “ Didattica musicale, neuroscienze e dislessia”
Spartiti musicali ingranditi Uso della colorazione del pentagramma Aiuto nel conteggio delle battute di pausa Fase di imitazione Uso di brevi e semplici frase melodiche
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In tempi più moderni possiamo citare John Lennon Nel corso della storia ci sono stati grandi musicisti dislessici, come Mozart, Beethoven o Tcajkovskij In tempi più moderni possiamo citare John Lennon (nonostante la sua dislessia le sue canzoni sono state un punto miliare della musica pop moderna) Nei giorni nostri ritroviamo il cantante Mika che afferma: “… sai, io sono dislessico, non riesco a leggere bene, creo per immagini, forse per questo scrivere canzoni mi viene naturale come lavarmi i denti” Ed aggiunge “La gente non conosce i problemi di un dislessico. Chi è affetto da questa patologia, in determinate circostanze, può dare molto in termini creativi…. noi ragioniamo per immagini, anche in questo momento, mentre parlo con te, pianifico il futuro prossimo con una serie di immagini in divenire …”
La musicoterapia consente di strutturare (attraverso esercizi e/o giochi) l’acquisizione e il consolidamento di competenze; il tutto in un contesto estremamente piacevole e divertente. Inoltre tale sistema si presta ad essere utilizzato come canale di sfogo di tensioni accumulate a scuola, in famiglia, oppure nel gruppo di amici. I disturbi specifici dell’apprendimento, infatti, portano con se in molti casi, un “corredo doloroso” (frustrazione per le attese deluse dei propri genitori, gli scherzi dei compagni e la consapevolezza di avere “qualcosa che non va”) L’aspetto emotivo del ragazzo pertanto sarà da considerarsi una priorità all’interno del trattamento musicoterapico.
Com'è noto, l'uso della musica a scopi terapeutici, fonda le proprie radici in un passato molto remoto, nonostante ciò la comunità scientifica ha ignorato tale pratica fino a tempi recentissimi, in quanto la pratica musicale è stata sempre ritenuta un'attività prettamente culturale, con connessioni di stampo biologico trascurabili.
La rivalutazione è avvenuta grazie all'osservazione del numero di implicazioni cognitive coinvolte nell'evento musicale: la capacità di attenzione l'analisi delle strutture l'operatività la memorizzazione la creazione di pensieri coerenti
Da ciò si deduce come sia stato necessario riconsiderare l'attività musicale non solo alla luce dell'aspetto culturale e umano, ma quale interessante e pertinente oggetto di speculazione scientifica, attraverso cui analizzare e valutare il funzionamento della mente.
I lobi temporali sono deputati al riconoscimento visivo, alla percezione uditiva, alla memoria Una lesione unilaterale del lobo temporale destro può causare la perdita dell'abilità agli stimoli uditivi non verbali (quali ad esempio la musica) compromettendo il riconoscimento, la memoria e la produzione del linguaggio Pertanto è ipotizzabile che i problemi connessi alla dislessia siano in qualche modo riconducibili ad anomalie di questa zona cerebrale
E' stato dimostrato come la musicoterapia sia in grado di potenziare meccanismi neurali importanti anche per il linguaggio che, nelle persone dislessiche, può presentare qualche atipicità. Nel soggetto dislessico l’organizzazione mentale è differente, si tratta di un cervello dotato e produttivo che apprende in maniera diversa, presentando un'anomalia del Planum Temporale (regione cerebrale situata nel lobo temporale di ciascun emisfero).
Il planum temporale è un’area corticale situata posteriormente alla corteccia uditiva (giro di Heschl) alla parte inferiore della scissura di Silvio Si tratta di una regione triangolare che costituisce il cuore della zona di Wernicke (cioè una delle più importanti aree funzionali per il linguaggio) Diversi studi hanno scoperto che il planum temporale è una delle regioni più asimmetriche del cervello (tale area può essere fino a dieci volte più grande nell'emisfero cerebrale sinistro rispetto al controlaterale)
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Le asimmetrie riguardano numerose altre funzioni come il linguaggio: i centri del linguaggio sono nell'emisfero sinistro che è più voluminoso del destro (peraltro privo di questa funzione) Il destro controlla altre funzioni (alcuni aspetti delle funzioni musicali, della percezione visiva ecc.) I due emisferi sono associati tra di loro da un ponte di fibre nervose noto come corpo calloso; le fibre di questa particolare struttura consentono ai due emisferi di scambiarsi informazioni in tempi brevissimi 34
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Il planum temporale mostra un'asimmetria significativa Circa l’80% degli individui presenta la regione del planum temporale sinistro più sviluppata (rispetto al controlaterale); mentre il planum temporale di destra è più sviluppato soltanto nel 10% dei soggetti Questa dimensione maggiore del planum temporale dell’emisfero sinistro rispetto al destro è già presente durante il periodo gestazionale (31^settimana)
Il planum temporale sembra essere simmetrico in soggetti con dislessia e questo potrebbe indicare che lo scarso sviluppo dell'emisfero sinistro possa essere una delle cause di volta in volta evidenziate Questa simmetria vale anche per le persone che balbettano (spesso è presente planum temporale destro più sviluppato)
Anche se il planum temporale si trova ad avere una asimmetria nella popolazione normale, con un bias verso sinistra nei soggetti destrimani, le persone che possiedono il cosiddetto orecchio assoluto presentano una maggiore asimmetria a sinistra del planum temporale Con il termine orecchio assoluto si intende la capacità di identificare l'altezza assoluta (cioè la frequenza) delle note musicali senza l'ausilio di un suono di riferimento, come ad esempio quello di un diapason
Secondo alcune statistiche, in media solo una persona su cinquantamila ha l'orecchio assoluto Tali statistiche però si basano su test condotti solo su musicisti; i risultati vengono poi rapportati all'intera popolazione, assumendo quindi la discutibile ipotesi che chi non conosce la musica non possa avere l'orecchio assoluto Ricerche sull'argomento condotte nel 2008 da parte della Eastman School of Music congiuntamente con il Department of Brain and Cognitive Sciences dell'Università di Rochester (USA) hanno messo a punto test applicabili a qualunque individuo (anche non musicista) Tali test indicherebbero che l'orecchio assoluto è in realtà molto più frequente di quanto ci si aspetti
I suoni si suddividono in due categorie suoni PURI e suoni SPURI Quelli prodotti dalla VOCE e dagli STRUMENTI ACUSTICI appartengono alla seconda categoria Si tratta di suoni ricchi di armonici (frequenze più alte della frequenza di base da cui genera il suono stesso)
Per esempio, “B” e “P” hanno la stessa frequenza di base Ogni suono è composto da una frequenza di base e da alcune frequenze più alte chiamate armonici Quando alcuni suoni hanno quasi la stessa frequenza e differiscono tra loro soltanto attraverso gli armonici, una persona dislessica può non differenziarli Per esempio, “B” e “P” hanno la stessa frequenza di base Allo stesso modo “T” e “D”
E' stato dimostrato come lo studio della musica ed il trattamento con la musicoterapia comportino delle modificazioni e dei miglioramenti delle competenze dell'individuo anche in attività extramusicali, nello specifico, si sono verificati potenziamenti delle capacità verbali (effetto Mozart).
Nel ‘93 due fisici Shaw e Rauscher descrissero in uno studio, successivamente molto contestato, un temporaneo aumento delle capacità cognitive in un gruppo che aveva ascoltato musica di Mozart (effetti transitori sull’intelligenza spazio-temporale) Un ulteriore studio, condotto dal dipartimento di psicologia del Wisconsin, ha appurato un aumento temporaneo dell’intelligenza spazio-temporale (sui ratti) K488 e K448 (forme, posizione degli oggetti nello spazio, sviluppo del senso dell’orientamento)
La musica e la musicoterapia sono esperienze multisensoriali che vanno a stimolare una plasticità adattiva delle connessioni neurali interessate all'analisi delle informazioni linguistiche, delle funzioni attentive e di quelle mnesiche. Le attività di musicoterapia individuate si propongono di operare su più livelli: sensoriale-percettivo elaborativo operativo input elaborazione output
apportando contributi nei campi delle emozioni e della relazione arricchendo di creatività e benessere l'atto terapeutico fornendo un ingrediente utile alla buona riuscita del percorso didattico-educativo e/o rieducativo offrendo nuove tecniche e nuovi strumenti di approccio alla lettura.
Un équipe di neurologi ha verificato che lo studio della musica e/o il trattamento del disturbo con la musicoterapia, potenzia meccanismi neurali importanti anche per il linguaggio. L’ascolto musicale, ma soprattutto lo studio pratico, possono modificare alcune funzioni cerebrali e migliorare le performance in diversi campi cognitivi.
La musica e la musicoterapia sono esperienze multisensoriali che influenzano positivamente le capacità linguistiche. Infatti i musicisti (sia i professionisti che i dilettanti) posseggono un sistema specializzato per elaborare stimoli sonori e visivi in una regione molto profonda del cervello (il tronco cerebrale)
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La stessa regione cerebrale, fornisce un percorso comune all’elaborazione di stimoli musicali e linguistici la ricerca ha suggerito che lo studio della musica aiuta in modo significativo i bambini a sviluppare capacità linguistiche e la musicoterapia a risolvere disturbi del linguaggio come la dislessia.
Anche altri studi hanno mostrato un possibile coinvolgimento di disfunzioni a livello di questa area del cervello in bimbi con disturbi di apprendimento nella sfera linguistica. Interventi coordinati di logopedia, studio della musica e musicoterapia, rappresentano un ottimo protocollo di abilitazione per i disturbi specifici della comunicazione, come nel caso della dislessia
Le aree del cervello deputate all’esecuzione di un brano musicale sono più sviluppate e sono caratterizzate da un più alto numero di cellule nervose Ricercatori italiani hanno appurato che i musicisti per leggere un testo, al contrario delle altre persone, utilizzano le stesse aree abitualmente coinvolte per leggere un pentagramma A.Mado Proverbio, M. Manfredi, R. Adomi -Università Milano-Bicocca, A. Zani dell’Istituto di Bioimmagini e Fisiologia molecolare del CNR di Milano - Neuropsychologia
I ricercatori hanno ricostruito, attraverso un esame specifico, tomografia elettromagnetica a bassa risoluzione, il segnale bioelettrico emesso dal cervello di un gruppo di quindici musicisti
Durante l’elaborazione delle note e della lettura i quindici musicisti professionisti e altrettante persone di uguale scolarizzazione ed età, sono stati studiati e comparati i segnali bioelettrici E' emerso che, nel leggere le note e le parole i musicisti attivavano delle aree cerebrali diverse da quelle da quelle osservate nelle persone senza conoscenze musicali
I ricercatori hanno spiegato che quando leggono un testo musicale le persone prive di conoscenze specifica attivavano la corteccia occipito-temporale di sinistra e il giro occipitale inferiore di sinistra. Nei musicisti,invece queste stesse regioni sono risultate attive sia sull'emisfero sinistro, come nei non musicisti, sia sull'emisfero destro
emisfero cerebrale destro emisfero cerebrale sinistro Non verbale Sintetico Concreto Analogico Atemporale Non razionale Spaziale Olistico emisfero cerebrale sinistro Verbale Analitico Simbolico Astratto Temporale Razionale Digitale Logico Lineare 23/09/15
“ … in conclusione … “
“ … il più grande nemico della conoscenza non è l’ignoranza, è l’illusione della conoscenza … “ ( stephen hawking )