NASCITA E DIFFUSIONE DEL CRISTIANESIMO prof. Giovanni Godio
Introduzione Intorno alla fine del I sec. a.C. in Palestina, nacque Gesù di Nazareth. Processo a Gesù di Nazareth: Il sinedrio lo fece arrestare, lo processò e lo fece condannare a morte, fu presentato davanti a Ponzio Pilato, procuratore della provincia di Giudea, che confermò la sentenza. Il Messia morì all'età di 33 anni, con la crocifissione, pena assegnata ai crimini più gravi.
Fonti storiche su Gesù Giuseppe Flavio, Autorità giudaiche «In quel periodo visse Gesù, un uomo sapiente chiamato Cristo. Fu uno che compì fatti prodigiosi, un maestro per molti che ricevettero la verità con gioia. Conquistò seguaci sia in mezzo a molti Giudei sia tra molti d’origine greca. E quando Pilato per un’accusa rivolta contro di lui da uomini, che hanno un ruolo guida tra noi, lo condannò a croce, quelli che lo avevano amato fin dall’inizio non cessarono di farlo. E fino a questo momento il gruppo di Cristiani, così chiamati dopo di lui, non è ancora scomparso» Ant. Jud., 18,63-64
Tacito, Annales Fonti storiche sulla persecuzione di Nerone "Nerone si inventò dei colpevoli e sottomise a pene raffinatissime coloro che la plebaglia, detestandoli a causa delle loro nefandezze, denominava cristiani. Origine di questo nome era Christus, il quale sotto l'impero di Tiberio era stato condannato all'estrema condanna dal procuratore Ponzio Pilato" (Tacito, Annali XV, 44) «Alla pena vi aggiunse lo scherno: alcuni ricoperti con pelli di belve furono lasciati sbranare dai cani, altri furono crocifissi, ad altri fu appiccato il fuoco in modo da servire d'illuminazione notturna, una volta che era terminato il giorno. Nerone aveva offerto i suoi giardini per lo spettacolo e dava giochi nel Circo, ove egli con la divisa di auriga si mescolava alla plebe oppure partecipava alle corse con il suo carro. . . . [I cristiani] erano annientati non per un bene pubblico, ma per soddisfare la crudeltà di un individuo».
Luciano di Samosata, Morte di Peregrino Dal punto di vista di un greco: una sostanziale incomprensione del fenomeno «Si sono persuasi infatti quei poveretti di essere affatto immortali e di vivere per l'eternità, per cui disprezzano la morte e i più si consegnano di buon grado. Inoltre il primo legislatore li ha convinti di essere tutti fratelli gli uni degli altri, dopoché abbandonarono gli dei greci, avendo trasgredito tutto in una volta, ed adorano quel medesimo sofista che era stato crocifisso e vivono secondo le sue leggi. Disprezzano dunque ogni bene indiscriminatamente e lo considerano comune, seguendo tali usanze senza alcuna precisa prova. Se dunque viene presso di loro qualche uomo ciarlatano e imbroglione, capace di sfruttare le circostanze, può subito diventare assai ricco, facendosi beffe di quegli uomini sciocchi».
La testimonianza degli apostoli Alla sua morte, gli apostoli, continuarono a diffondere il suo messaggio in tutto il territorio dell'impero romano; poiché questa nuova religione si rivolgeva a tutti gli uomini e donne senza fare distinzioni (vd. S. Paolo, lettera agli Ebrei). Proprio per questo trovò subito seguito nei ceti poveri, poi in quelli "aristocratici" e anche gli intellettuali accolsero positivamente questo cambiamento.
Fonti storiche sulla diffusione del cristianesimo Atti degli apostoli: 28 capitoli che narrano la storia della comunità cristiana dall'ascensione di Gesù (1,6-11) fino all'arrivo di Paolo a Roma (28,16), coprendo un periodo che spazia approssimativamente dal 30 al 63 d.C Lettere di s. Paolo di Tarso: 2 lettere ai Corinzi; Lettera ai Colossesi; Lettera agli Efesini; Lettera a Filemone; Lettera ai Filippesi; Lettera ai Galati; Lettera ai Romani; 2 lettere ai Tessalonicesi; 2 lettere a Timoteo; Lettera a Tito.
Atti degli apostoli, 4 13 Vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e considerando che erano senza istruzione e popolani, rimanevano stupefatti riconoscendoli per coloro che erano stati con Gesù; 14 quando poi videro in piedi vicino a loro l'uomo che era stato guarito, non sapevano che cosa rispondere. 15 Li fecero uscire dal sinedrio e si misero a consultarsi fra loro dicendo: 16 «Che dobbiamo fare a questi uomini? Un miracolo evidente è avvenuto per opera loro; esso è diventato talmente noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme che non possiamo negarlo. 17 Ma perché la cosa non si divulghi di più tra il popolo, diffidiamoli dal parlare più ad alcuno in nome di lui». 18 E, richiamatili, ordinarono loro di non parlare assolutamente né di insegnare nel nome di Gesù. 19 Ma Pietro e Giovanni replicarono: «Se sia giusto innanzi a Dio obbedire a voi più che a lui, giudicatelo voi stessi; 20 noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato». 21 Quelli allora, dopo averli ulteriormente minacciati, non trovando motivi per punirli, li rilasciarono a causa del popolo, perché tutti glorificavano Dio per l'accaduto.
Persecuzioni romane Nelle fonti agiografiche cristiane (vite dei santi e dei martiri) si ricordano tra la seconda metà del I secolo e gli inizi del IV secolo 10 principali persecuzioni contro i cristiani, avvenute sotto gli imperatori Nerone, Domiziano, Traiano, Marco Aurelio, Settimio Severo, Decio, Valeriano, Aureliano e Diocleziano. La prima persecuzione, quella di Nerone, testimoniata anche da Tacito, scoppiò nel 64 quando i cristiani furono accusati di avere appiccato l'incendio che distrusse gran parte della città di Roma. Secondo la tradizione, in questa persecuzione furono uccisi gli apostoli Pietro e Paolo. Martirio di S. Pietro
Nei successivi due secoli e mezzo il cristianesimo rimase sempre formalmente una religio illicita (religione proibita): i suoi fedeli venivano accusati, in particolare, di empietà in quanto si rifiutavano di compiere i sacrifici, obbligatori per legge, agli dei della religione romana ufficiale. Tuttavia l'intensità e i modi della sua repressione variarono nel tempo: alle dieci "grandi persecuzioni" sopra elencate si alternarono periodi di tranquillità in cui la fede cristiana era tacitamente tollerata. Vedi Lettera di Plinio a Traiano
«Lapsi» Tale termine veniva regolarmente usato nel III secolo per definire i cristiani che erano ricaduti nel paganesimo, specialmente per coloro che, durante le persecuzioni, avevano mostrato la loro debolezza di fronte all'idea della tortura ed avevano rinnegato la loro fede sacrificando agli dei pagani o con altre azioni. Molti dei lapsi, in realtà la maggior parte dei numerosi casi che si verificarono durante la persecuzione della metà del III secolo, certamente non tornarono al paganesimo per convinzione, ma, minacciati di spoliazione e di severe punizioni (esilio, lavori forzati o morte), non ebbero il coraggio di confessare fermamente la loro fede ed il loro unico desiderio era di salvarsi dalla persecuzione attraverso un atto esteriore di apostasia, in modo da conservare le loro proprietà, lo loro libertà e la loro vita.
Le catacombe Le catacombe di Roma sono antiche aree cimiteriali sotterranee ebraiche e cristiane. Erano solitamente scavate nel tufo al di fuori dell'antica cinta muraria della città, all'interno della quale non era possibile seppellire i defunti (hominem mortuum in urbe neve sepelito neve urito, "Non si seppellisca né si cremi nessun cadavere in città"). Catacombe cristiane
Sono costituite da gallerie sotterranee (ambulacra), lungo le cui pareti erano ricavate le tombe (loculi). I loculi, generalmente disposti su file verticali (pilae), potevano contenere uno o più cadaveri. Un'altra tipologia di sepoltura, tipica delle catacombe romane, è l'arcosolio (arcosolium), costituito da una nicchia arcuata sovrastante una lastra marmorea posta in orizzontale, che chiudeva la tomba. Lungo i corridoi non sono infrequenti cubicoli (cubicula), camere sepolcrali contenenti loculi destinati a famiglie, e cripte (cryptae), cappelle decorate con affreschi. Per ragioni di spazio alcune tombe erano scavate anche nel pavimento dei corridoi (formae).
Età di Costantino Costantino il Grande, figlio di Costanzo Cloro (Cesare di Diocleziano e successivamente Augusto in Occidente) e di Elena, nominato nel 307 imperatore in Gallia, emanò a Sardica, nell’ aprile 311 un editto di tolleranza nei confronti dei cristiani. Quindi, dopo aver sconfitto nel 312 Massenzio a Ponte Milvio, divenne unico arbitro della parte occidentale dell'Impero (in Oriente era imperatore suo cognato Licinio) e con l'editto di Milano del febbraio 313, confermò libertà religiosa già di fatto esistente Busto dell’ Imperatore Costantino
Editto di Costantino (313) L'Editto del 313 (affiancato dalle lettere di Licinio, del 13 giugno 313 che, oltre ad assicurare la libertà di religione e di culto disponevano la restituzione dei beni confiscati alla Chiesa) costituì l'inizio di una alleanza che portò la Chiesa a divenire da religio illicita a Chiesa cattolica imperiale e, infine, religione ufficiale dell'impero (editto di Teodosio febbraio 380), costringendo così l'antica religione a ritirarsi nelle campagne (da cui il termine paganesimo, religione dei pagi). L'opera di cristianizzazione dell’ impero si intensificò a partire dal 324, quando Licinio Augusto, cognato di Costantino, che aveva ripreso a opprimere i cristiani, fu sconfitto e fu così restaurata la monarchia assoluta durata fino alla sua morte avvenuta nel 337.
Concilio di Nicea (325) Il Primo concilio di Nicea è stato il primo concilio del mondo cristiano, secondo la prassi del Concilio di Gerusalemme di età apostolica. Convocato (e presieduto) dall'imperatore Costantino I, preoccupato dalle dispute tra cristiani che si facevano sempre più aspre,se prima infatti tali dispute erano tenute all'interno di luoghi di culto quasi in sordina,o confinate nelle sedi ecclesiastiche,ora che Costantino aveva dato al Cristianesimo un autorità all'interno dello stato queste dispute erano diventate anche una questione di stato e come tali andavano trattate,se queste infatti non fossero state risolte avrebbero dato un ulteriore impulso centrifugo all'impero in una fase in cui esso si trovava sulla via della disgregazione. Con queste premesse,in un clima di grande tensione il concilio ebbe inizio il 20 maggio del 325; i partecipanti provenivano in maggioranza della parte orientale dell'Impero.