S.Maria Novella
Un po’ di storia: Primo documento del 983 attesta che l'antica chiesa di Santa Maria Novella fu riconfermata in concessione ai canonici della cattedrale fiorentina dall'imperatore Ottone II. La città del X secolo era, notevolmente ridotta rispetto ad oggi e la piccola chiesa sorgeva fuori dalle mura. Nei documenti dell'epoca viene chiamata Santa Maria tra le Vigne, a testimoniare che la terre intorno alla città cominciarono ad essere coltivate, recuperate e dunque chiamate novelle( da cui forse il nome). Nel 1094 fu consacrata una nuova chiesa di Santa Maria Novella, vicina ma staccata dalla precedente e più grande. Nel 1170 si allargano le mura ma la chiesa rimane ancora fuori. La società appare fortemente divisa : 1)la classe dominante-(proprietari terrieri e governanti ) 2)la classe emergente (mercanti e imprenditori)- 3)la massa della popolazione quasi ridotta alla fame. Forti tensioni- La chiesa ufficiale non dava risposte Fondamentale fu il diffondersi degli ordini dei domenicani e francescani, che si contrapponevano alla curia romana cercando di diffondere il messaggio evangelico. Causa il diffondersi a Firenze dell’eresia catara, nel 1219 una delegazione di 12 frati domenicani guidati dal Beato Giovanni da Salerno giunge a Firenze per volere dello stesso San Domenico.
Attributi : stella in fronte, giglio, cane, libro. Domenico di Guzmán, Domingo o Domínico (Calaroga, 1170 – Bologna, 6 agosto 1221),Calaroga1170Bologna6 agosto1221 fu il fondatore dell'Ordine dei Frati Predicatori ed è stato proclamato santo nel 1234.Ordine dei Frati Predicatorisanto1234 REGOLE: predicazione, studio, povertà mendicante, vita comune, legislazione, distribuzione geografica, spedizioni missionarie.
CHIESA E CONVENTO DI S. MARCO Fu centro di spiritualità domenicana N.10 Chiostro di S.Domenico
Interno di una cella con la scena dell’Annuciazion e dipinta da Beato Angelico
Tre grandi centri di spiritualità S.CROCE chiesa del gotico francescano e centro di spiritualità francescana S.SPIRITO Centro di spirit. agostiniana S.MARIA NOVELLA Centro spirituale domenicano
La facciata di Leon Battista Alberti forse iniziata nel 1458 terminata nel 1470
QUADRATO RETTANGOLO AUREO CERCHIO Del rosone e delle volute laterali RICERCA DELLE FORME PERFETTE- CLASSICHE SOVRAPPOSTE AD UNA STRUTTURA GOTICA. TRIANGOLO
Il Sol Invictus rappresentato sul timpano è lo stemma del quartiere di Santa Maria Novella, ma anche un simbolo di forza e ragione il diametro del tondo del Sole è esattamente la metà del diametro del rosone (compresa la cornice) ed è uguale a quello dei cerchi nelle volute.
Stemma della famiglia Rucellai nella chiave di volta.
CURIOSITA’ SCIENTIFICHE - Gli strumenti scientifici Sulla facciata compaiono anche delle strumentazioni scientifiche aggiunte nel : a sinistra un’ armilla equinoziale in bronzo, Al centro la Terra, o in seguito il Sole. usata per mostrareTerraSole il movimento delle stelle attorno alla Terra.stelle
A destra un quadrante astronomico in marmo, opere del domenicano fra Ignazio Danti da Perugia ( ), astronomo e cartografo granducale.Ignazio DantiPerugia Il frate astronomo, grazie a queste strumentazioni, riuscì a calcolare esattamente la discrepanza fra il vero anno solare e il calendario giuliano, allora ancora in uso fin dalla sua promulgazione nel 46 d.C. Dimostrando i suoi studi con una commissione di altri studiosi a Roma a papa Gregorio XIII si ottenne il riallineamento dei giorni e la promulgazione del nuovo calendario gregoriano, saltando in una notte del 1582dal 4 ottobre al 15 ottobre.calendario giuliano46Romapapa Gregorio XIIIcalendario gregoriano1582 GNOMONE
Particolare della facciata: Nelle tarsie del cornicione è raffigurata una vela, con le sartie spiegate al vento. E’ una sorta di « tag » grafico, diremmo oggi, una sigla insomma. Rimanda al committente dei lavori: Giovanni Rucellai. La vela della fortuna è il suo simbolo araldico. E’ usato anche dall’architetto Leon Battista Alberti con cui Rucellai intrecciò un sodalizio.(ric. Palazzo Rucellai)
Tempietto del Santo Sepolcro è un monumento funebre di Firenze, conservato nella cappella del Santo Sepolcro nella ex- chiesa di San Pancrazio.Firenze chiesa di San Pancrazio Nel tempietto è sepolto Giovanni di Paolo Rucellai e l'architettura è opera di Leon Battista Alberti.Giovanni di Paolo RucellaiLeon Battista Alberti
Nelle pareti del Tempietto : Emblemi araldici appartenenti alle più importanti famiglie di Firenze Idea: modernizzare la tradizione della tarsia Tre anelli intrecciati di Lorenzo il Magnifico Il mazzocchio con tre piume di Cosimo il Vecchio Vela spiegata di Giovanni Rucellai Anello di diamante con due piume di Piero de’ Medici
E’ Tradizione del romanico fiorentino l’uso della TARSIA MARMOREA Facciata di S.Miniato al Monte – chiesa romanica
Firenze è piena di stemmi, simboli araldici, e i SIMBOLI DI FIRENZE???
Vid'io Fiorenza in sì fatto riposo, che non avea cagione onde piangesse; con queste genti vid'io glorioso e giusto il popol suo tanto, che il giglio non era ad asta mai posto a ritroso né per division fatto vermiglio » (Dante Alighieri, Divina Commedia, Paradiso, Canto XVI, 152. [1] )Dante AlighieriDivina CommediaParadiso [1] Marzocco di Donatello con lo scudo recante il Giglio Giglio bottonato o a volte anche Giglio di Firenze è un termine utilizzato in araldica per indicare il giglio sbocciato (fiore dell'iris simile al lilium) [1araldicairislilium [1
Nella controfacciata affresco staccato di Botticelli Adorazione del Bambino
La Cappella Gondi..la prima a sinistra Qui nel 1279 “la posa della prima pietra” Nel 1503 la fam. Gondi affida la ristrutturazione a Giuliano da Sangallo(solo la parete di fondo) I domenicani nel 1572 offrirono il Crocifisso per incentivare il completamento della cappella Brunelleschi- legno policromo 1410-’15
La cappella Gaddi con una pala d’altare del Bronzino
In fondo al braccio sinistro del transetto, in posizione rialzata simmetricamente alla Cappella Rucellai, si trova la Cappella Strozzi di Mantova, per distinguerla da quella di Filippo Strozzi. Anche questa è coperta di affreschi pregevoli, che risalgono al , fra le migliori opere di Nardo di Cione (fratello di Andrea Orcagna), e rappresentano i regni dei cieli strutturati secondo la Divina Commedia di Dante: sulla parete di fondo il Giudizio Universale, dove si trova anche un ritratto di Dante, a destra l'Inferno e a sinistra il Paradiso. Sull'altare maggiore Il Redentore con Madonna e santi dell'Orcagna. Nardo di Cione preparò anche il cartone per la vetrata della cappella.Cappella Strozzi di Mantova Nardo di CioneAndrea OrcagnaDivina Commedia DanteOrcagna
PALA “Redentore e Santi “ DELL’ORCAGNA DEL 1357
La cappella Tornabuoni Storie della Vergine e di S.Giovanni Battista Autore: GHIRLANDAIO
Scena della Nascita della Vergine
Nascita di Giovanni Battista
Ritratto di Ludovica Tornabuoni, figlia del Committente e l’Autoritratto del Ghirlandaio
1488- Dipinto a tempera su tavola del Ghirlandaio - Madrid Per impostazione ricorda i ritratti dei Duchi di Montefeltro di Piero della Francesca dipinti nel
CAPPELLA FILIPPO STROZZI CAPPELLA BARDI CAPPELLA RUCELLAI
Parete di fondo della CAPPELLA STROZZI Autore: Filippino Lippi Stando alle parole di Vasari, “da far meravigliare chiunque la vede per la novità e varietà delle bizzarrie che vi sono".
Scena dell’Annuncio dell’angelo a Zaccaria …… si possono vedere due gruppi di notabili che rappresentano il "gotha" dell'economia fiorentina, tutti legati ai committenti e alla famiglia Medici. In basso a sinistra, i letterati come Angelo Poliziano, Marsilio Ficino, Crisoforo Landino o Demetrio Greco, tutti appartenenti alla cerchia intellettuale intorno a Lorenzo il Magnifico.
L'episodio, tratto dalla Leggenda Aurea, il più diffuso repertorio delle vite dei Santi raffigura san Filippo, mentre rifiuta il sacrificio pagano all'idolo di Marte e resuscita il figlio del sacerdote, ucciso da un demonio apparso all'improvviso. Un'allegoria evidente, per i fedeli più eruditi, della superiorità della religione cristiana sul paganesimo. STORIE DI S.FILIPPO DI FILIPPINO LIPPI
ICONOGRAFIA: altare ispirato ad un altare esistente a Roma (Musei Vaticani) Altare che diventa tempio IL lupo e il picchio attributi di Marte Trofei con le armi ispirati alla Colonna Traiana, come la Statua di Marte in cima.. Sovrabbondanza di motivi ispirati all’antico, rivisitati in modo visionario, fantastico.. Le grottesche, richiamo alla domus aurea Abbigliamenti vagamente esotici, ricchi di dettagli..
Fu edificato tra il 1332 e il 1362, su progetto dei domenicani Giovanni da Campi e Jacopo Talenti. Dei primi anni della sua storia restano poche testimonianze. La decorazione delle volte, con Busti di santi e beati domenicani entro cornici polilobate, risale al XIV secolo, ma è stata completamente ridipinta in epoca recente,
Le opere più interessanti sono quelle di Paolo Uccello, con Storie della Genesi, ( ) che si dispiegano sul lato nord, in continuazione dell'androne di accesso. Il ciclo, probabilmente ideato da Jacopo Passavanti, inizia in fondo con:Jacopo Passavanti Creazione degli animali, Creazione di Adamo (lunetta), Creazione di Eva e Peccato originale (riquadro)
La Cacciata dal Paradiso terrestre e Lavoro dei progenitori (riquadro), Caino e Abele (riquadro), attribuite alla bottega del maestro Lamelech (Uccisione di Caino) (lunetta) e l' Arca di Noè (riquadro), attribuite alla bottega del maestro
Diluvio e recessione delle acqueDiluvio e recessione delle acque (lunetta) e Sacrificio ed ebbrezza di Noè (riquadro), di mano del Maestro, forse le scene più famose e visionare del pittoreSacrificio ed ebbrezza di Noè
Infine le Storie di Abramo… che però sono di altri alutori della sua bottega.
Di Andrea Buonaiuti Tra il il 1367
Il tema del ciclo di affreschi è l'esaltazione dell'ordine domenicano, in particolare riguardo alla lotta dell'eresia per la salvezza della Cristianità. Nelle quattro vele sono raffigurati la Navicella di san Pietro apostolo la Resurrezione, l'Ascensione e la Pentecoste.
Le arti liberali - Il trionfo di S.Tommaso d’Aquino
Stema della famiglia Rucellai nella chiave di volta.
Parete laterale GLI AVELLI
VIA DEGLI AVELLI In uno di questi avelli GIOVANNI BOCCACCIO ambientò una novella del Decamerone (VIII 9).
Nel terzo avello lungo la parete destra della chiesa, partendo dalla facciata, venne sepolto il celebre pittore DOMENICO GHIRLANDAIO e sotto l'arco una volta era dipinto il suo ritratto al naturale, oggi scomparso Alla base degli avelli si distinguono i blasoni di alcune delle più importanti famiglie cittadine con al centro la croce del "popolo" di Firenze, scolpiti in scudi di grandezza uguale in coppia per ogni avello, con una piccola replica nella chiave di volta dell'arco a sesto acuto. Tra le famiglie qui rappresentate si riconoscono i Medici, gli Alberti, i Corsini, gli Acciaiuoli, i Gondi, i Panciatichi, ecc.chiave di voltaMediciAlbertiCorsiniAcciaiuoliGondiPanciatichi