Nella seconda metà degli anni Settanta si avanzano nuove istanze che hanno in comune il ritorno alla pittura e alla scultura, cioè a un «fare» fisico e.

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Nella seconda metà degli anni Settanta si avanzano nuove istanze che hanno in comune il ritorno alla pittura e alla scultura, cioè a un «fare» fisico e immediato più che a quello mentale e indiretto che avevano dominato la scena delle arti per più di un decennio. Nell’arte, gli esiti più interessanti si ebbero in Italia, in Germania e negli Stati Uniti. Il fenomeno ha coinciso con il boom economico degli anni Ottanta, che, tra l’altro, determinò un aumento dei prezzi delle opere e una produzione artistica più commerciabile. PAG. 424

La Transavanguardia è una tendenza teorizzata nel 1979 dal critico Achille Bonito Oliva. Ne sono stati interpreti Sandro Chia (1946), Francesco Clemente (1952), Enzo Cucchi (1949), Nicola De Maria (1954), Mimmo Paladino (1948). Gli artisti ritornano alla manualità, alla tela dipinta, si mette in dubbio l’idea del «nuovo». C’è la teorizzazione di una forma artistica che si sente nuovamente autorizzata a ritornare alle pratiche pittoriche e plastiche tradizionali in uno spirito di assoluta libertà, con un gusto per la citazione. Ritorno alla figurazione Achille Bonito Oliva: «Transavanguardia significa riconoscere l’insicurezza del nostro tempo. Teorizzo il recupero della manualità, del disegno, della pittura capace di ridare testimonianza all’artista come soggetto dopo gli anni di impersonalità, neutralità, oggettività dell’arte concettuale. C’è la ripresa del colore. Il superamento del contrasto tra astratto e figurativo, quindi intreccio stilistico, nomadismo culturale, recuperando gli stili del passato.»

Sandro Chia Quante storie per un bacio, 1979 Marc Chagall «La passeggiata»

Enzo Cucchi (1949), La guerra delle Regioni, 1981 Tra le innumerevoli tecniche utilizzate da Enzo Cucchi per dare corpo al proprio immaginario, il carboncino occupa un posto rilevante.

Enzo Cucchi Quadro minore marchigiano, 1979 Osvaldo Licini Amalassunta, 1950

Enzo Cucchi Pesce in schiena del Mare Adriatico, Osvaldo Licini Amalassunta, 1948

Mimmo Paladino La Vasca, 1984 L'artista inserisce nei dipinti elementi a rilievo incollati sul fondo del quadro

Nicola De Maria (1954), Mare, Chiudere gli occhi, o Mare (1983) I blu intensi e diversamente modulati, subito associati all’idea del mare, sono i protagonisti di quest’opera. Di pochi elementi ben calibrati si compone una tipica creazione pittorico-poetica. Nicola De Maria è stato l’unico fra i componenti della Transavanguardia a non essere interessato alla figurazione. L’allusione va spesso alla vita come luogo di emozioni infantili e connotate dal meraviglioso. PAG. 427

Francesco Clemente (1952), Rudo, 1981 Le figure, poste liberamente contro lo sfondo rosso, sono sospese nel vuoto, contro ogni regola gravitazionale e ogni legge prospettica. Il dipinto assume una notevole e imprevista qualità provocatoria e ironica anche nella trasposizione su tela di incubi o sogni inconsci dell’artista.

Ettore Spalletti «un isolato di grande autonomia poetica» Stanza azzurra, spalletti-lo-spazio-che-accoglie-lo- sguardo/19787/default.aspx All’area del ritorno italiano alla manualità possono essere ricondotti anche artisti che non hanno assolutamente fatto parte della Transavanguardia, ma che hanno saputo trovare una loro cifra individuale. PAG. 428 L’annullamento del tempo inteso come linearità e progressione e la sua esplorazione come eterno presente, distillato nelle singole opere. Oltre ad aver rappresentato l’Italia alla Biennale di Venezia del 1997, l’artista ha preso parte ad altre tre edizioni della stessa manifestazione nel 1982, nel 1993 e nel 1995 e a due edizioni di Documenta a Kassel nel 1982 e nel 1992.

Il Neoespressionismo - Neuen Wilden (Nuovi selvaggi» ) Il Neoespressionismo si riferisce alle nuove correnti pittoriche figurative emerse soprattutto in Germania all’inizio degli anni Ottanta. Caratteristica del Neoespressionismo tedesco è la presenza di pennellate scoperte, fortemente espressive e violente, l’uso di colori pastosi, densi, miscelati con rapidità.

Georg Baselitz (1938), Mangiatore di arance II, 1981 Lo stesso atteggiamento violento che si registra nella pittura a spatolate si ritrova anche nella scultura, prevalentemente lignea e tipicamente eseguita con l’accetta e senza levigatura. PAG. 430

Anselm Kiefer (1945), Nuremberg, 1982 La tela si fa superficie di una rappresentazione continuamente intramata con innesti materici di forte valenza simbolica.

Sigmar Polke Ci penso io, Jess, 1972 Spesso i suoi quadri sono stati dipinti con l’impiego di vernici di breve durata, condannando l’opera a sopravvivere solo un lasso di tempo determinato. PAG. 433

Gerhard Richter Piazza del Duomo a Milano, 1968 Janus, 1983

La nuova pittura negli Stati Uniti Julian Schnabel Il frammento diventa elemento decorativo

Negli Stati Uniti il fenomeno pittorico più appariscente fu quello del GRAFFITISMO. Non può essere definito un movimento, ma un moto di protesta pacifica da parte di giovani emarginati. PAG. 436 Anni Ottanta > Galleria d’arte L’americano Keith Haring ( ) ha creato un ricchissimo repertorio figurativo. Uomini, animali, oggetti sono dipinti in modo estremamente semplificato, ma con grande ricchezza di segni. Le sue figure, sempre in movimento, hanno la forza comunicativa del linguaggio pubblicitario; esse compongono un popolatissimo mondo immaginario: ragazzi radianti, televisori animati, millepiedi, robot, cani meccanici esprimono la tensione tra il mondo fittizio dei cartoons e quello della realtà umana.

Jean-Michel Basquiat ( ) ha celebrato nelle sue opere il disagio giovanile della società contemporanea. È nato a New York e anche quando la sua fama lo ha portato ad essere conosciuto ed apprezzato, ha continuato a rappresentare la propria condizione di emarginato, l’appartenenza ad una minoranza etnica e culturale. Basquiat non ha composto soltanto graffiti: ha utilizzato anche la tela, il legno e parti di oggetti, ad esempio porte. Le sue opere sono composte da segni rapidi e non ritoccati, da appunti incollati o scritti direttamente sul supporto, da frasi ossessivamente ripetute.

La scultura oggettuale dei secondi anni Ottanta Verso la metà degli anni Ottanta il ritorno all’esecuzione manuale dell’opera si è attenuato, mantenendo, però, un elemento caratteristico di tutto il decennio: il ricorso a immagini riconoscibili e a opere che avessero una loro materialità, in contrapposizione all’immaterialità concettuale del decennio precedente. Il tema della merce e dell’attrazione che essa può esercitare, già toccato dalla Pop Art, venne portato alla sua esasperazione massima. Haim Steinbach, «Stay with friends», 1986 Jeff Koons, «Nuovi aspirapolvere Hover convertibili», L’aspetto più interessante che venne indagato fu il rapporto di dipendenza psicologica dagli oggetti, divenuti simulacri. PAG. 439

La «pubblicità» e la comunicazione di massa Jenny Holzer Barbara Kruger (1945), Untitled (We don't need another hero), 1987

Tony Cragg «La rinascita alchemica delle cose» Anish Kapoor

Nei primi anni Ottanta i musei hanno incominciato a collezionare fotografie alla pari di quadri e sculture, dando origine alla rivalutazione di un genere fino ad allora considerato documentario e solo in parte artistico. Cindy Sherman, Untitled Film Stills, ( ) Nan Goldin, «Vivienne in abito verde» (1980) La scarsa attenzione prestata all’aspetto tecnico fa assomigliare le sue immagini alle fotografie che chiunque può scattare, favorendo in questo modo l’identificazione tra il pubblico e l’opera.

Nan Goldin, One month after being battered, 1984 La PAURA di perdere la vista Per più di trent’anni Goldin ha documentato la sua vita e quelle dei suoi amici e della sua famiglia in maniera diretta e senza compromessi.

Franco Vaccari - Esposizione in tempo reale (1972)

L’installazione Anni Novanta Maurizio Cattelan, Untitled, 2000

Anni Novanta La tecnologia ha fatto ovunque un balzo in avanti e, superando le barriere sia economiche sia geografiche, ha generato il fenomeno della globalizzazione. I mutamenti di carattere geopolitico hanno portato in primo piano anzitutto l’arte dell’ex Unione Sovietica. La facilitazione delle comunicazioni ha poi condotto anche mondi culturalmente lontani come la Cina e il Giappone a dialogare con la cultura occidentale. Ilya Kabakov (ucraino), «L'uomo che volò nello spazio dal suo appartamento» ( ) Condizioni di estrema miseria in cui riversava la stragrande maggioranza del popolo sovietico.

La nuova corporeità 1992 – Jeffrey Deitch, Post Human Damien Hirst Felix González- Torres Stelarc

L’intervento della tecnologia Nam June Paik, «Magnet TV», 1965 Bill Viola, «Trilogia. Fuoco, acqua, respiro», 1996

All’avvio del XXI secolo le posizioni degli artisti sembrano essere polarizzate in due ambiti, uno dei quali recupera l’idea di stile, mentre l’altro ne è completamente estraneo. In questa seconda posizione si mette in dubbio il ruolo stesso dell’autore e comunque la sua sovrappobilità con il genere di immagine a cui dà vita PAG. 457

1995 Vuk Cosic Un passo curioso ed interessante, che sembra quasi un aneddoto, narra la presunta nascita del nome “Net.Art”: nel dicembre 1995, a causa di un software incompatibile, l’artista sloveno Vuk Cosic riceve da un anonimo un messaggio incomprensibile. L’unica parte più o meno logica può essere: [...] J8~g#|\;Net.Art{-^s1 [...] (“…all this becomes possible only with emergence of the Net. Art as a notion becomes obsolete…”) Il termine “Net.Art” è stato dunque prodotto, per caso, da una macchina, quasi a ribadire come la matrice dadaista e surrealista sia nel DNA di questo fenomeno culturale.

Marzo 1997 Sulla mailing list Nettime – - acceso dibattito che coinvolge artisti, critici, e studiosi. Gli stessi autori degli esperimenti di arte telematica cominciavano a prendere coscienza della nascita di un movimento e si confrontavano sulle specificità – concettuali ed estetiche – delle loro opere. Net.art – art on the net modello di relazione sociale mezzo di distribuzione delle informazioni Opere > Operazioni

Mark Napier net.flag, 2002 Net.flag: un lavoro che permette di deformare gli emblemi delle bandiere, cambiare i colori e portare verso un ipotetico crollo la vera identità di un territorio. Il nazionalismo finisce ed il world wide web cancella davvero ogni confine.

Ken Goldberg Telegarden, 1995

Franz Cerami_Light your blue Napoli_Castel dell’Ovo La tonalità del colore viene determinata dalla scelta effettuata dagli utenti del sito lightyourblue.com Valorizzare le risorse locali attraverso la creatività in rete

Net art In dubbio il ruolo dell’autore ART GAMES Sono videogame appositamente sviluppati per scopi artistici, ovvero non commerciali. È un’opera interattiva online, in modalità single player.

Mauro Ceolin - RGBtetris

Kim Köster _ 99Rooms, 2004

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