Antonio Lavaggi IL PROGETTO DI ARCHITETTURA TRA RAPPRESENTAZIONE E REALIZZAZIONE La rappresentazione e la realizzazione sono due fasi del progetto che raramente vengono coniugate in chiave didattica e che di questa costituiscono invece un aspetto centrale: contribuiscono infatti non solo e non tanto al già rilevante obiettivo dì restituire continuità al passaggio dal mondo della scuola a quello della professione quanto a rappresentare per lo studente e per l' architetto due aspetti che nella dialettica reciproca svolgono un importante ruolo chiarificatore nei confronti del progetto stesso. Che la qualità della rappresentazione debba essere infatti in sintonia con l' occasione del progetto é aspetto centrale di quel processo che del progetto di architettura, e non necessariamente dell'edificio realizzato, rappresenta la scrittura. Quando poi il progetto attraverso l' avventura del cantiere diventa edificio, allora, in questa particolarissima vicenda, il ruolo della rappresentazione può assumere i diversi connotati che vedremo in seguito. Una premessa é d'obbligo: la storia dell' architettura é sicuramente costituita anche da progetti soltanto disegnati; si pensi ai disegni di Boulleé (fig.1) e di Sant' Elia (fig. 2), al progetto di Le Corbusier per l' ospedale di Venezia (fig. 3), al progetto di Samonà per la Camera dei deputati (fig. 4); immagini fortemente consolidate che han lasciato tracce ben più profonde di tanti progetti di qualità che hanno avuto la ventura di essere realizzati.
E' anche da dire che talora alcuni grafici hanno avuto nel tempo maggiore rilevanza degli stessi edifici che rappresentano: la sezione con le due cellule sovrapposte dell'Unità di abitazione di Marsiglia (fig. 5), la pianta e la sezione del Pantheon (fig. 6), la prospettiva dell' ossario del cimitero di Modena (fig. 7). Di contro, altre volte, le acclarate qualità spaziali di un edificio non sono adeguatamente rappresentabili nemmeno con un modello: il solo impatto con il costruito ci consentirà di capire fino in fondo: penso al palazzo Massimo (fig. 8) e a Sant’Ivo alla Sapienza a Roma (fig. 9), al padiglione di Mies Van Der Rohe a Barcellona (fig. 10), alla Bath house di Kahn a Trenton (fig. 11). Dicevo dell'"occasione del progetto": spesso cominciamo a lavorare e talora arriviamo a completare il nostro progetto senza sapere se mai riusciremo a vederlo realizzato; in altre occasioni, invece, fin dall' inizio é chiaro che il fine, "la" fine del nostro lavoro sarà costituito dai grafici, dai modelli (penso ai progetti didattici, ai concorsi, alle tesi...). Ecco, é importante per l' architetto riuscire a distinguere fin dall'inizio il senso, più che il fine, delle diverse occasioni e quindi proporzionare il proprio lavoro alle peculiarità dell'occasione; e non si discute, com' é ovvio, di qualità del progetto ma di saper correttamente inquadrarne il significato e di riuscire a porsi le giuste domande: a seconda delle diverse occasioni potranno assumere diversa rilevanza il rispetto delle norme di sicurezza piuttosto che le attenzioni da dedicare al disegno di un prospetto. Il progettista vive sempre il dubbio di una possibile dicotomia tra quanto rappresenta e quanto sarà realizzato; il dubbio riguarda l'aderenza tra idea di progetto ed edificio realizzato e la capacità della rappresentazione di funzionare da tramite.
La rappresentazione, infatti, traduce, precisa, trasforma l' idea in grafici e in modelli; compito della costruzione é invece quello di tradurre, precisare, trasformare i grafici e i modelli in edifici. Questo affascinante percorso tra la prima idea di progetto e l' edificio ultimato é sempre complesso e irto di insidie: di questo percorso la rappresentazione e la logica costruttiva rappresentano momenti centrali. Rappresentazione e costruzione hanno entrambe ampi margini di discrezionalità: la qualità della rappresentazione é intimamente connessa al fine del progetto, la citata "occasione"; l'impegno grafico nel progetto per una tesi o per un concorso dovrà essere attento, di qualità e dovrà comunque farsi carico di dire tutto del progetto; nel progetto che si realizza la rappresentazione potrà essere, come detto, soltanto un tramite, sarà infatti l'edificio realizzato a raccontare compiutamente il progetto stesso. Nel caso della realizzazione la discrezionalità delle risposte é invece intimamente connessa alla natura stessa del progetto: tecnologia, materiali, finiture... sono le scelte che il progetto di massima lascia spesso imprecisate; la loro definizione, il carattere di variabilità che discende dalle ipotesi alternative segnano il passaggio al progetto esecutivo e lasciano appunto alla discrezione dell'architetto il compito di completare il percorso. Se é dunque vero che il dubbio e la simmetrica necessità di risolverlo accompagnano sempre questo nostro mestiere é altrettanto necessario sapersi porre in precedenza le giuste domande, che il dubbio sappia assumere i connotati di certezze alternative; il "fuori tema" é infatti un aspetto troppo spesso ricorrente nel lavoro progettuale e il paradosso di un buon progetto che sviluppa un tema improbabile é più frequente di quanto si creda.
I caratteri della rappresentazione possono essere indagati in rapporto alle diverse fasi che connotano lo sviluppo del progetto e la sua possibile trasformazione in edificio. Si possono individuare tre principali accezioni: La rappresentazione intesa come ricerca: in questa fase, quella iniziale, la rappresentazione ha soprattutto la funzione di strumento di conoscenza é una fase sempre presente e accompagna la prima idea che si materializza con uno schizzo, con la ricerca della scala adeguata, con la precisazione di quel segno che nelle occasioni più fortunate rappresenterà il senso stesso del progetto; i grafici e i modelli ci consentono in questa fase di dare faccia alla nostra idea, di indagarla, di conoscerla, appunto. Il progettista verifica attraverso la rappresentazione l’adeguatezza delle proprie scelte. La rappresentazione intesa come rappresentativita': in questo caso sono accentuati gli aspetti di sintesi, quegli aspetti per cui una faccia del progetto risulterà la più significativa, quella che meglio delle altre, appunto, lo rappresenta. Uno dei tanti elaborati di rappresentazione documenta il/gli aspetti più significativi di quel progetto. La rappresentazione intesa come descrizione: gli aspetti analitici, di descrizione, appunto, connotano i grafici di questa fase che immediatamente precede e sempre accompagna l'edificio che si realizza. E' importante che non sia lasciato nessuno spazio all'interpretazione, che i grafici abbiano connotati di didascalicità e sappiano descrivere il progetto in tutti i suoi aspetti. Le scelte vanno fatte tutte, il progetto non deve essere interpretato ma letto, per poter poi essere realizzato; il direttore di cantiere, il muratore non devono necessariamente fare propria l' idea di progetto né restare ammirati dalla qualità dei disegni; di contro devono essere messi in condizione di realizzare attraverso i giusti grafici l'edificio che da quell' idea nasce. Questa fase é propria dell'edificio che si realizza e non appartiene dunque alla storia di tutti i progetti.
Dunque il progetto esecutivo: l'architetto deve sempre ricordare che i grafici di cantiere non sono i soli architettonici; e se i grafici relativi agli impianti accompagnano l' edificio nelle fasi di più avanzata realizzazione, é importante sapere che l' edificio quasi sempre viene impostato a partire dai grafici strutturali. E' dunque decisivo che l' architetto non solo sappia "leggere" i grafici strutturali e impiantistici (gli inestricabili segreti delle carpenterie!) per poterne controllare l' aderenza al suo progetto, ma soprattutto degli aspetti strutturali e impiantistici sappia dettare le giuste coordinate in fase di impostazione; é una sua precisa responsabilità lasciare ai progettisti strutturali e impiantistici solo le scelte di loro competenza, niente di più. Non é infatti indispensabile saper dimensionare l'armatura di "quel" pilastro o precisarne le qualità del calcestruzzo; é invece irrinunciabile che le dimensioni, i ritmi e la più generale impostazione strutturale (aspetti questi di doverosa competenza dell' architetto) non vengano poi contraddetti dalla verifica del progetto strutturale. Del pari potremo anche non conoscere i reconditi meccanismi di una pompa di calore o non saper tracciare correttamente il percorso della bandella metallica di una gabbia di Faraday: sarà però importante che le tubazioni connesse alla predetta pompa e le bandelle metalliche di cui sopra non abbiano per l'edificio che si realizza e per l'architetto che l'ha in testa caratteri di imprevedibilità. Purtroppo le caratteristiche dell'"incarico" non sempre consentono all' architetto di seguire fino in fondo l'edificio che si realizza con la possibilità di intervenire, di correggere, di ripensare qualche aspetto; spesso l'architetto deve limitarsi a consegnare i grafici dell'esecutivo incrociando le dita e senza poter operare alcun controllo sulle fasi del cantiere.
A questo proposito é opportuno tenere ben presenti due considerazioni: é importante che il progetto esecutivo lo sia davvero e non lasci nessun margine alla interpretazione e nessuna possibilità alle scelte di cantiere (e potrebbe ancora non essere sufficiente!); ricordiamoci inoltre delle possibili trasformazioni che il progetto può subire in fase di realizzazione senza che l'architetto ne sia messo a conoscenza e improntiamo dunque alla prudenza, quanto meno, il giudizio talora sommario sulle altrui opere. Conviene per inciso accennare ad un altro aspetto strettamente connesso alla rappresentazione e con importanti ricadute in chiave didattica: il saper disegnare. E' aspetto centrale di questo mestiere: l' architetto deve saper controllare il progetto sotto la matita. E' importante affermarlo oggi che la tecnologia offre mezzi e sistemi che sembrano poter efficacemente sostituire l'”architetto con la matita”. E' un imbroglio, non é così, semplicemente. E al doveroso invito agli architetti meno giovani a servirsi dei citati mezzi e sistemi senza eccessiva diffidenza (diffidenza che talora nasconde soltanto la pigrizia e la resistenza ad affrontare il nuovo) deve corrispondere la simmetrica vigorosa esortazione ai più giovani, agli studenti soprattutto ad apprezzare fino in fondo quei corsi che spiegano, precisano e sottolineano l' importanza della matita; insomma che insegnano a disegnare. A questo proposito rimando a un'intervista a Ungers ("Dall' imago al progetto. L' architettura come scoperta archeologica", in Domus n°735, febbraio 1992) che con brevi notazioni inquadra efficacemente il ruolo del disegno nel mestiere dell' architetto. Ancora in chiave di rappresentazione va detto della necessità di saper scegliere la "giusta" scala, la scala che appartiene a "quella" fase del progetto e saper di contro tracciare i segni giusti alle giuste scale.
Nella scala 1:500 non é importante poter apprezzare con precisione lo spessore di un muro quanto leggere correttamente la gerarchia tra un tramezzo e un tompagno e far sì che la rappresentazione sia incisiva in questo senso. Di contro, in esecutivo, non sarà sufficiente indicare in 30 centimetri lo spessore di un tompagno: dovremo precisare l' eventuale presenza di una camera d'aria, di un cappotto, indicare qualità e dimensioni della finitura esterna, di quella interna.... Quante volte gli esecutivi di una tesi si limitano ad un "ingrandimento" del progetto di massima, ad un semplice passaggio di scala che conserva tutte le qualità della fase di massima! E dunque anche nel disegno automatico l’architetto deve rappresentare in funzione della scala di restituzione. Sempre in chiave didattica sarà importante ribadire l' importanza che la rappresentazione, nell'accezione di strumento di conoscenza, utilizzi le scale adeguate alle scelte da farsi; troppo spesso lo studente (quanto spesso l' architetto!) precisa nella scala 1:50 le scelte che più correttamente e, soprattutto, più agevolmente potrebbe individuare al 200. Gli strumenti della rappresentazione sono quelli di sempre: schizzo, pianta, prospetto, sezione, assonometria, prospettiva, modello. "La pianta" ci ricorda Le Corbusier" é la generatrice, é alla base di tutto, rappresenta il momento decisivo". E' con la pianta infatti che si cristallizza il dato tipologico, l'articolazione funzionale, le più generali qualità dell' impianto.
La pianta rappresenta nel processo progettuale l'invariante rispetto al quale altri aspetti del progetto possono legittimamente assumere caratteri di variabilità: quante volte in chiave didattica gli studenti sono stati invitati a disegnare da una pianta data diverse soluzioni di prospetto "alla maniera di..."! Maggiori difficoltà incontriamo nel voler sinteticamente rappresentare i più complessi rapporti spaziali del progetto: le qualità sintetiche della prospettiva (rappresentazione vera ma non reale) e quelle analitiche dell' assonometria (rappresentazione reale ma non vera) non sempre realizzano questo obiettivo. Sarà più spesso il modello o plastico (utilissimo in chiave didattica), nella sua duplice veste di strumento di conoscenza e di rappresentazione, a completare il rapporto di verifica con l'originaria idea di progetto. In chiusura oltre a ricordare i citati rapporti del progetto esecutivo con gli aspetti strutturali e impiantistici é importante ribadire la necessaria completezza dei grafici del progetto di cantiere: ogni decisione non presa o rimandata lascia ad altri responsabilità che sono solo nostre e, soprattutto, può rappresentare uno strumento di grave turbativa nei confronti del progetto che si realizza. E nell'assumere le doverose decisioni non dimentichiamo mai che qualità indispensabile del progetto é di saper aderire realisticamente all' occasione che realizza: i materiali, le scelte tecnologiche, le stesse soluzioni tipologiche devono correttamente interpretare il dato iniziale; é importante che lo studente sappia che la necessaria operazione di scelta va sempre preceduta dalla doverosa individuazione delle alternative possibili. II ventaglio delle soluzioni tra cui scegliere non potrà, non dovrà mai comprendere tutte le soluzioni ipotizzabili ma quelle e solo quelle che interpretano il carattere di quell'occasione di progetto.
E se talora si dovrà fare i conti con la tecnologia "imposta" (penso ad uno degli aspetti più imbarazzanti della ricostruzione del dopo-terremoto a Napoli) talaltra sarà importante non concedere spazio al pericoloso protagonismo delle "nuove" tecnologie (e questa volta penso alle migliaia di metri quadrati di courtain-wall del Centro Direzionale di Napoli): materiali e soluzioni tecnologiche, come del resto computer e plotter, non sono altro che strumenti nelle mani dell'architetto; e tali devono restare.
1. E. L. Boullée – Cenotafio di Newton 2. Antonio Sant’Elia
3. Le Corbusier – Ospedale a Venezia – G. Samonà – Progetto per la camera dei deputati – Roma
5. Le Corbusier – Unità d’abitazione – Marsiglia Pantheon – Roma
7. Aldo Rossi – Cimitero di Modena B. Peruzzi - Palazzo Massimo alle colonne – Roma 1532
9. Borromini – S. Ivo alla Sapienza – Roma L.Mies van der Rohe – Padiglione di Barcellona 1929
11. L. Kahn – Bath house – Trenton
ESTRATTO da Legge Merloni: Legge quadro in materia di lavori pubblici Legge n° 109 omissis Art. 16 (Attività di progettazione) 1. La progettazione si articola, nel rispetto dei vincoli esistenti, preventivamente accertati, e dei limiti di spesa prestabiliti, secondo tre livelli di successivi approfondimenti tecnici, in preliminare, definitiva ed esecutiva, in modo da assicurare: a) la qualità dell'opera e la rispondenza alle finalità relative; b) la conformità alle norme ambientali e urbanistiche; c) il soddisfacimento dei requisiti essenziali, definiti dal quadro normativo nazionale e comunitario. omissis 3. Il progetto preliminare definisce le caratteristiche qualitative e funzionali dei lavori, il quadro delle esigenze da soddisfare e delle specifiche prestazioni da fornire e consiste in una relazione illustrativa delle ragioni della scelta della soluzione prospettata in base alla valutazione delle eventuali soluzioni possibili, anche con riferimento ai profili ambientali e all'utilizzo dei materiali provenienti dalle attività di riuso e riciclaggio, della sua fattibilità amministrativa e tecnica, accertata attraverso le indispensabili indagini di prima approssimazione, dei costi, da determinare in relazione ai benefici previsti, nonché in schemi grafici per l'individuazione delle caratteristiche dimensionali, volumetriche, tipologiche, funzionali e tecnologiche dei lavori da realizzare; il progetto preliminare dovrà inoltre consentire l'avvio della procedura espropriativa
4. Il progetto definitivo individua compiutamente i lavori da realizzare, nel rispetto delle esigenze, dei criteri, dei vincoli, degli indirizzi e delle indicazioni stabiliti nel progetto preliminare e contiene tutti gli elementi necessari ai fini del rilascio delle prescritte autorizzazioni ed approvazioni. Esso consiste in una relazione descrittiva dei criteri utilizzati per le scelte progettuali, nonché delle caratteristiche dei materiali prescelti e dell'inserimento delle opere sul territorio; nello studio di impatto ambientale ove previsto; in disegni generali nelle opportune scale descrittivi delle principali caratteristiche delle opere, delle superfici e dei volumi da realizzare, compresi quelli per l'individuazione del tipo di fondazione; negli studi ed indagini preliminari occorrenti con riguardo alla natura ed alle caratteristiche dell'opera; nei calcoli preliminari delle strutture e degli impianti; in un disciplinare descrittivo degli elementi prestazionali, tecnici ed economici previsti in progetto nonché in un computo metrico estimativo. Gli studi e le indagini occorrenti, quali quelli di tipo geognostico, idrologico, sismico, agronomico, biologico, chimico, i rilievi e i sondaggi, sono condotti fino ad un livello tale da consentire i calcoli preliminari delle strutture e degli impianti e lo sviluppo del computo metrico estimativo.
5. Il progetto esecutivo, redatto in conformità al progetto definitivo, determina in ogni dettaglio i lavori da realizzare ed il relativo costo previsto e deve essere sviluppato ad un livello di definizione tale da consentire che ogni elemento sia identificabile in forma, tipologia, qualità, dimensione e prezzo. In particolare il progetto è costituito dall'insieme delle relazioni, dei calcoli esecutivi delle strutture e degli impianti e degli elaborati grafici nelle scale adeguate, compresi gli eventuali particolari costruttivi, dal capitolato speciale di appalto, prestazionale o descrittivo, dal computo metrico estimativo e dall'elenco dei prezzi unitari. Esso è redatto sulla base degli studi e delle indagini compiuti nelle fasi precedenti e degli eventuali ulteriori studi ed indagini, di dettaglio o di verifica delle ipotesi progettuali, che risultino necessari e sulla base di rilievi planoaltimetrici, di misurazioni e picchettazioni, di rilievi della rete dei servizi del sottosuolo. Il progetto esecutivo deve essere altresì corredato da apposito piano di manutenzione dell'opera e delle sue parti da redigersi nei termini, con le modalità, i contenuti, i tempi e la gradualità stabiliti dal regolamento di cui all'articolo omissis