La laguna è un ambiente umido in cui si avverte il passaggio dalla terra al mare. Quella della di Venezia è uno specchio d’acqua dalla forma allungata che confina verso l’entroterra con il suo bacino scolante (parte della Pianura Veneta i cui fiumi sfociano nella laguna). Per questo il bordo interno della laguna ha l’aspetto di una palude.
Le barene sono isolotti acquitrinosi originatisi dall’accumulo dei sedimenti di argilla e sabbia. Esse sono ricoperte da bassa vegetazione che offre rifugio a numerose specie di uccelli. Le barene sono incise da tortuosi canali ed i loro margini sono frastagliati. Sono separate da bassi fondali sabbiosi (velme) ricoperti di alghe. Nelle parti interne della laguna, tra le barene si aprono specchi di acqua limpida e dolce (chiari).
Nella parte centrale della laguna, dove le acque sono più profonde, emergono le isole di (Interamente urbanizzate) e l’isola di Torcello (dove si trovano in gran parte i terreni agricoli).
Verso il mare c’è il lido a Tombolo, una sottile striscia sabbiosa interrotta da tre varchi o bocche lagunari. Nord: bocca di Lido. Centro: bocca di Malamocco. Sud: bocca di Chioggia.
Fenomeno dell’alta marea : _l’acqua del mare Adriatico entra nelle bocche. -L’acqua si alza dai 30 ai 110 cm. -Vengono sommersi solo i bassifondi delle velme e le sponde basse delle barene.
-Alta marea + vento Scirocco. -Entra molta acqua. -Oltre 100cm di acqua : vengono sommerse quasi tutte le barene.
-L’acqua ritorna nel mare. -Le alghe che coprono le velme vengono scoperte e nelle bocche lagunari c’è la presenza di forti correnti. -Il risucchio asporta la sabbia e i detriti dai fondali. -Formazione di canali subacquei i quali corrispondono con il percorso del flusso e riflusso della marea. I canali si ramificano nella laguna con canali secondari che penetrano nelle barene. La profondità decresce dagli 8 ai 10 m fino a 2 m. Le tre bocche dividono la laguna in tre bacini con rapporto 3: 5 :7.
Bassa Marea
Nella laguna si mescolano acque dolci e salmastre dando origine a due azioni contrastanti: -maree con la conseguente erosione dei fondali. -i fiumi interrano i fondali con i detriti.
La laguna ha così tre possibili destini: -L’erosione = interramento (la laguna sopravvive). -Interramento maggiore dell’erosione (terra emersa). -Erosione maggiore dell’interramento (mare).
Il destino originario della laguna era l’interramento. Essa però è sopravvissuta perché la repubblica Serenissima è intervenuta per ritardare il fenomeno. (Operazione che si ripete più volte ) I detriti sabbiosi dei fiumi formano cordoni distanti dalla costa. Nasce così uno specchio di mare isolato nel quale vengono depositati continui sedimenti finché la laguna si trasforma in un acquitrino, poi in terraferma.
L’origine di Venezia Nel V secolo d.C. si sono creati i primi insediamenti stabili da cui è nata Venezia, poiché dei gruppi di persone si rifugiavano in questo luogo per sfuggire alle incursioni dei Longobardi; nacquero così le prime comunità di pescatori e salinari. I villaggi che si erano sviluppati erano situati al centro della laguna (comunità di Rivo Alto) e successivamente si sono trasformati in Venezia: Nel Medioevo il sale era una merce pregiata e veniva barattata soprattutto con grano, merce orientali come l’incenso, le sete e le spezie. Si svilupparono inoltre le comunità di battellieri, che trasportavano le merci orientali per i fiumi dell’Italia settentrionale. Venezia così divenne presto una città di mercanti, organizzata come libera città-stato pure essendo formalmente sottomessa a Bisanzio.
La repubblica e il doge Venezia al contrario di molti comuni che eleggevano un podestà, che restava in carica poco tempo e poi veniva sostituito, eleggeva il doge che stava in carica tutta la vita. Il doge, essendo Venezia una repubblica, non era una specie di re ma un magistrato del grado più elevato che governava insieme ad un gruppo di consiglieri, infatti non doveva mai agire contrariamente al loro parere (anche se in alcuni casi diventava il condottiero dell’esercito). Grazie ai rapporti con Bisanzio, Venezia fece le prime fortune e sfruttando la sua posizione geografica, divenne ben presto il crocevia del commercio tra due mondi diversi: l’Oriente bizantino e l’Europa. Nell’820 venne portato a Rivo Alto il corpo di S. Marco l’evangelista trafugato dai mercanti veneti ad Alessandria d’Egitto. Proprio in quegli anni le isole della laguna raggiunsero l’indipendenza e S. Marco divenne il patrono della città e il leone, suo emblema fu adottato come simbolo del giovane stato.
Da battellieri a marinai Le fasi dei primi secoli di storia della repubblica sono principalmente due: Dalle origini fino al 1000; Dopo il Nella prima fase, i veneziani furono soprattutto battellieri e con i loro convogli di barconi, risalivano i fiumi dell’Italia settentrionale fino oltre Pavia. Nella seconda fase invece, diventarono una nazione marinara che commerciava e combatteva in molte parti del Mediterraneo. Le galere di Venezia solcavano l’Adriatico e otteneva privilegi commerciali nell’Oriente Bizantino, poiché aiutava quest’ultimo nella lotta contro l’ Islam e i Normanni. Venezia ben presto divenne una potenza imperiale, si impadronì dell’Isola di Creta, ciò la condusse ad aspre guerre con Genova e di conseguenza anche con gli imperatori bizantini decaduti. Questo riuscì a far perdere ai Veneziani i privilegi acquisiti.
La forma della città G li abitanti per vivere nella laguna, l’hanno dovuta modificare. Hanno quindi modificato il territorio in modo da renderlo più abitabile con le tecniche dei palafitticoli. I due principali canali sono: Il Canal Grande e quello più largo ed esterno della Giudecca. Il punto di intersezione fra questi due grandi canali, è di fronte al palazzo Ducale e a Piazza S. Marco con la sua Basilica.
I luoghi urbani Nel XI secolo, Venezia si organizzò così: il centro politico e quello religioso erano affiancati ad angolo retto, il centro commerciale era situato a metà del Canal Grande, a Rialto, nucleo più antico della città; qui alla fine del secolo in corso vi era un unico ponte di barche che collegava le due parti della città che in seguito fu sostituito da uno in legno con l’arcata mobile che purtroppo si incendiò così si costruì un nuovo passaggio in pietra.
Un piano per la città Verso la fine del ‘200, le rive del Canal Grande ospitavano piccoli cantieri per la costruzione di barche e le botteghe dei tagliapietre. Ma i trucioli delle lavorazioni, rischiavano di colmare il canale, ostacolando la navigazione; per questo i barcaioli e i lapicidi ebbero l’ordine di trasferirsi in altre zone, i Veneziani acconsentirono nel ‘300, poiché si erano sempre resi conto che l’interesse dei singoli doveva essere subordinato all’interesse generale. Indi per cui vi erano leggi che regolavano lo sviluppo della città e un Magistrato che rivendicava la proprietà comunitaria dei nuovi isolotti affiorati per cause naturali; egli aveva anche il compito di sorvegliare la crescita dei vari sestieri concedendo o rifiutando permessi di costruzione.
I sestieri Il sestiere è una delle sei zone in cui è divisa la città di Venezia. Corrisponde al quartiere delle altre città, che idealmente rappresentava la quarta parte dell'accampamento romano, schema ideale della costruzione di un gran numero di centri abitati d'Europa. La suddivisione cittadina in sestieri risale alle origini di Venezia; tra l'altro in città la numerazione civica è unica per ciascun sestiere, con alcune eccezioni per aree più grandi incluse in isole non collegate da ponti, e raggiunge numeri a quattro cifre. Questo particolare sistema di numerazione, unito alla naturale complessità della viabilità veneziana, porta ad avere talvolta due numeri civici molto diversi fra loro a poca distanza l'uno dall'altro.
Gli interventi sulla Laguna La sorte della Laguna di Venezia sarebbe stata irreversibile se la Serenissima non fosse intervenuta. Infatti il suo destino era quello di accumulare sempre più detriti fino ad ostruire il passaggio naturale costituito dalle tre bocche lagunari. E’ così quindi che la Repubblica ha deciso prendere provvedimenti approvando vari interventi.
Il primo intervento risale al 1330, quando venne deviata con un argine la foce del Brenta. Questo soccorso fallì, provocando un grande danno, perché spostò i fanghi verso la bocca di Malamocco: i Padovani furono quindi costretti a distruggere gli argini.
Il Magistrato delle acque Il problema venne poi affrontato da Venezia dopo che ebbe conquistato i territori dal Friuli alla foce del Po. Fu allora che, nel 1501, la Repubblica istituì il Magistrato delle acque, una scienza idraulica che si basava sulla diversione fluviale. Essa consisteva nello spostare il corso dei fiumi.
La prima diversione fu lo spostamento fino al mare della foce del Bacchiglione. Venne realizzato il taglio del Po, che deviò definitivamente il grande fiume verso sud dando origine all’attuale Delta. Nel 1610 fu eseguito il Taglio Novissimo del Brenta, che sbocca tuttora sotto la laguna unificato al Bacchiglione. Infine venne sposata la foce del Piave e deviato il Sile.
Le fondamenta migliaia di pali Per rendere edificabile il suolo fangoso i veneziani decisero di consolidarlo mediante la piantata di migliaia di pali, ricavati dal legno proveniente dal Bosco del Consiglio infissi nel terreno.
I Murazzi sono un’imponente diga in pietra d’Istria costruita dalla Repubblica di Venezia per consolidare il cordone litoraneo e difendere gli argini della Laguna dall’erosione del mare. Andarono a sostituire le precedenti palade, delle palafitte riempite di sassi la cui durata fu assai breve.
Ecco i meccanismi con cui Venezia si sviluppò economicamente: Vicino al Ponte di Rialto, sul Canal Grande il traffico di merci era molto fitto. Qui, i Veneziani con le sete d’Oriente incontravano Tedeschi, Lombardi e Fiorentini che possedevano lavori in metallo e tessuti. Per combinare i loro affari i mercanti assumevano i cambiavalute, che sistemavano i loro tavoli sotto i portici vicino al ponte. Ben presto diventarano dei veri e propri bancari. Le attività che si svolgevano nelle città erano sempre più complesse. Nacque il catasto, dove venivano registrate le proprietà di ciascuno. Fino agli inizi del ‘300 presso il ponte di Rialto si tenevano le aste degli schiavi. Il cristianesimo aveva proibito l’uso degli schiavi (ad eccezione delle persone infedeli), ma il commercio non era stato ancora abolito. Infatti le aste degli schiavi furono proibite solo nel Prima del 1000 la maggior parte degli schiavi era di origine slava. Quando gli slavi cominciarono a convertirsi al cristianesimo e ad organizzarsi in stati più forti, la loro riduzione in schiavitù declinò. Venezia vendeva i suoi schiavi all’Italia e soprattutto ai paesi islamici dell’Africa. Il commercio degli schiavi era alimentato dall’intolleranza religiosa. Un’ altra fonte di schiavi era quella dei prigionieri di guerra. Inoltre i saraceni acquistavano da Venezia gli schiavi slavi per il loro esercito. Più tardi Venezia utilizzò schiavi slavi detti schiavoni (da qui, la Riva degli Schiavoni che si affaccia su San Marco).
Un’altra merce fonte di ricchezza è stato il legname. Prima della rivoluzione industriale il legno era una delle materie più importanti. Anche se nei pressi della laguna di Venezia non c’erano arbusti, andando verso l’esterno del territorio erano presenti molti boschi che fornivano grandi quantità di legname. La vendita del legno era proibita ai Saraceni, ma i veneziani mettevano gli affari davanti a tutto. In realtà la maggior parte del legno era utilizzata dai veneziani stessi. E dato che potevano avere anche canapa e ferro a buon prezzo, cominciarono a costruire navi per poi venderle.
Venezia ed i commerci Nel basso medioevo, Venezia divenne estremamente ricca, grazie al controllo dei commerci con il Levante, e iniziò ad espandersi nel Mar adriatico. La Repubblica si espanse nei secoli successivi, in molte isole e territori dell'Adriatico e del Mar mediterraneo, venendo a comprendere per secoli quasi tutte le coste orientali dell' Adriatico (interamente noto come,ma anche le grandi isole di Creta e Cipro, gran parte delle isole greche e del Peloponneso.Le sue propaggini arrivano a più riprese fino al Bosforo
La via della seta Fin dalle sue origini, infatti, la città vantava uno speciale legame con l'Oriente, che l'aveva resa per l'intera Europa occidentale, una porta privilegiata verso il Levante e tramite verso tutto quel sistema commerciale che si fondava sulla ricchezza delle merci in viaggio lungo la Via della Seta. I privilegi ottenuti nel corso dei secoli dall'Impero Bizantino (in primis la Bolla D'Oro del 1082) avevano reso infatti la città monopolista in molti mercati orientali e principale attore del commercio in quell'area.
Merce commerciata I principali prodotti che venivano esportati erano: Sete,spezie,sale,legnami pregiati Oro,argento,materie prime,armi Vetri di murano e tessuti. Lavoratori della seta Spezie Vetro di murano
Le navi mercantili Le navi utilizzate per il commercio erano le galee mercantili caratteristiche per la loro lunghezza. Galea mercantile veneziana
L’ARSENALE DI VENEZIA L’Arsenale era considerato il “cuore della repubblica”, e per sicurezza sorgeva verso la parte interna della laguna. In questo complesso venivano costruite e tenute in efficienza le navi e per secoli è stato uno dei più grandi e moderni cantieri operanti in Europa prima della rivoluzione industriale. Agli inizi del ‘600 Galileo, che a quel tempo insegnava astronomia all’università di Padova, si recava spesso all’Arsenale spinto da curiosità per il lavoro degli artigiani. Tra gli “artefici” ce n’erano alcuni peritissimi e di finissimo discorso, dai quali Galileo veniva a conoscere i più ingegnosi procedimenti costruttivi dell‘epoca. DIREZIONE DELL’ARSENALE L’Arsenale era una grande azienda di stato ed era amministrato da un collegio composto da tre membri del Maggior Consiglio che dovevano a turno dormire in Arsenale, costudire le chiavi dei magazzini e ispezionare le guardie durante la notte. La direzione tecnica era affidata al magnifico ammiraglio, che aveva ai suoi ordini i direttori dei vari gruppi di specialisti. Oltre al darsene, dove venivano costruiti gli scafi, l’Arsenale si articolava in tanti edifici adatti a lavora zioni specialistiche e presso esso si trovavano anche due notevoli edifici pubblici, i forni e i magazzini dei cereali. LIMPERO ECONOMICO DI VENEZIA Dagli inizi del 200 alla fine del 300 la grande rivale di Venezia è stata Genova. La lotta per impadronirsi dell’oriente è stata lunga e nel 1289 Genova mise in rotta la flotta veneziana a Curzola ma non prese il sopravvento. Nel 1348 a causa della peste Venezia perse la metà della sua popolazione e cadde in una crisi economica, Genova approfittò di questa situazione e conquistò Chioggia, la città che controllava la bocca lagunare vicina alla terraferma. Venezia sembrava proprio perduta. Poi con un guizzo prodigioso essa riuscì a capovolgere la situazione riconquistando Chioggia e respingendo la flotta genovese. Verso la fine del 300 l’impero economico di Venezia era molto esteso.
Abilità a commerciare olio, vino, grano, legname per le navi, le pietre e il sale ricavato dalle sponde della laguna. Ha riunito centinaia di barche e velieri. Traffici dell’adriatico venivano convogliati verso il controllo di Venezia, la quale si è impegnata in lotte contro le sue rivali commerciali. I I mercanti avevano le loro sedi nella città di Venezia, verso la quale dovevano investire gran parte dei loro profitti
Nei primi anni 70 lo sviluppo di una diffusa mentalità più rispettosa delle esigenze ambientali, indusse lo stato italiano a dichiarare che la salvaguardia di Venezia non era una questione locale ma “un problema di interesse nazionale”. Nel 1973 venne emanata una legge speciale che bloccava l’utilizzazione di quei 1200 ettari della 3°zona industriale di Marghera, inutilmente interrati. La legge inoltre stanziava cospicui finanziamenti per studiare un sistema di “salvaguardia dell’ambiente” nel 1984, dopo aver visionato il risultato degli studi, venne emanata una seconda legge speciale che stanziava migliaia di miliardi di lire per redigere un piano generale per la laguna.
La nuova legge suddivideva le responsabilità di realizzare il piano tra aziende private ed enti pubblici. il compito di elaborare gli studi e i progetti di intervento è stato assegnato al consorzio Venezia Nuova che deve passare alla realizzazione pratica. il comitato di enti pubblici si occupa di approvare, coordinare e controllare le proposte del consorzio. Questo comitato è formato dal ministero dei lavori pubblici, dalla regione Veneto e dai comuni di Venezia e di Chioggia. È presieduto dal premier. Dal 1980 al 1990 il consorzio ha elaborato un approfondito piano di studi; ha inoltre previsto un complesso sistema di interventi, che hanno come obiettivo di equilibrare le componenti dell’ecosistema lagunare.
Nel 1992 è stata approvata una legge che limita le dimensioni delle petroliere, ma la soluzione adottata dal piano prevede di dirottare il traffico marittimo al porto di Trieste e di costruire un oleodotto terrestre, da Trieste a Porto Marghera.
Sono stati realizzati molti lavori per rialzare le sponde e per impermeabilizzare la parte più bassa degli edifici.
L'obiettivo principale è quello di restituire alla laguna le aree che sono state sottratte, favorendo così le maree il piano prevede di agire sia sulle strutture lagunari, sia sugli agenti inquinanti
A causa dell'erosione, è diventato sottile. Per evitare la distruzione del cordone, si è deciso di rinforzare i Murazzi e si è favorito la formazione di nuove spiagge
Grazie ai lavori del Piano, molti operai hanno trovato lavoro, fatto che ha alleviato la disoccupazione Queste dighe hanno il compito di sbarrare e fermare il corso delle maree che potrebbero allagare Venezia. Il più noto progetto è il MOSE, oggetto di diatribe. Alla fine questo progetto è stato eliminato.
LA LAGUNA DI VENEZIA DALL’UNITA’ D’ ITALIA AD OGGI
La fine della repubblica Nel 1797 Venezia è occupata da Napoleone che l’anno successivo la cedette col trattato di Campoformio all’impero austriaco segnando la fine dell’indipendenza di questo stato. Dal 1806 al 1814 Venezia viene rioccupata da Napoleone ma poi gli austriaci riconquistano i territori che tennero sotto la propria tutela per altri cinquant’anni Nel 1866 infine la Prussia sconfisse l’Austria così i territori di Venezia e del Veneto furono annessi al Regno d’Italia.
La rivoluzione industriale La laguna di Venezia divenne così un organismo statale e per questo motivo non venne più considerata come un elemento speciale ma come uno dei pezzi di un territorio. Con la rivoluzione industriale inoltre si cominciò a modificare l’ambiente infatti con l’arrivo dei nuovi mezzi di trasporto (navi a vapore e ferrovie) gli austriaci dovettero adattare la laguna all’impiego di questi con diverse conseguenze.
Conseguenze: Perdita dell’insularità di Venezia che è stata collegata alla terraferma con un ponte ferroviario nel 1846 Utilizzo della laguna come porto militare e modificazione degli ingressi lagunari Rettificazione,escavazione e delimitazione da parte di due moli delle bocche lagunari e trasformazione dei “Tre porti” nell’unica imboccatura detta “Porto di Lido”
LE INDUSTRIE DI MARGHERA L’industria fu la principale causa di trasformazione della laguna di Venezia. L’alterazione dell’ambiente lagunare iniziò nel 1917 con l’interramento della prima zona industriale, adibita a ospitare le industrie chimiche di Marghera. A questo scopo vennero interrati 5 km 2 di barene entro la Conterminazione, ovvero il limite massimo della superficie lagunare sfruttabile. Questo nuovo spazio di terra andava però a rubare spazio al mare, così impedendo la normale espansione delle maree. Ma il pensiero comune era che la laguna fosse una palude e che quindi la bonifica sarebbe stata indispensabile. Così si continuarono i lavori e, per far spazio a grandi raffinerie, nel 1960 vennero interrate altre due zone di 5 km 2 e 12 km 2.
Sorse così il problema di come far arrivare le enormi petroliere alle industrie. A questo scopo, tra il 1961 e il 1969, venne scavato il Canale dei Petroli che, con i suoi 180 m di larghezza e 15 di profondità, consente il passaggio di grandi navi industriali dal porto di Malamocco alle industrie di Marghera. Questo fu un altro fattore che alterò la naturale espansione delle maree.
Sommando gli interramenti, le bonifiche e le valli da pesca, oggi le aree sottratte all’espansione di marea negli ultimi 100 anni sono circa un quinto dell’originario bacino lagunare. Acque alte ed erosione
Le riduzioni del bacino stesso e lo scavo di canali per l’accesso di petroliere hanno favorito il fenomeno delle acque alte (in continua crescita)che agli inizi del ‘900 si verificavano indicativamente una sola volta l’anno.
Mancando sia l’apporto dei sedimenti fluviali che quello dei fanghi, la laguna è sempre più esposta all’azione delle maree che erodono i fondali e le barene.
Da quando Venezia fa parte dello Stato Italiano, l’unità della laguna è stata smembrata in singole aree destinate a diverse forme di utilizzo.
La laguna dall’unità d’italia al 1990
Le industrie chimiche di Marghera Le industrie, riversando nell’acqua e nell’aria molte sostanze nocive, hanno alterato l’ambiente della laguna.
Riduzione dello specchio lagunare Sono stati realizzati numerosi interramenti nelle barene per ottenere terreni agricoli e aree edificabili per industrie.
Le colmate del 1963 Fu interrata una grande parte di laguna per espandere le industrie. L’espansione alla fine non fu realizzata, ma l’area interrata è rimasta e riduce la superficie lagunare.
Le bocche e i canali Le bocche lagunari sono sate allargate e sono state costruite delle dighe per fare entrare in laguna navi più grandi e petroliere.
Il Tronchetto Nuovo isolotto fatto emergere per far spazio alle automobili; fa anche da porto per le navi.
Valli da pesca arginate Le valli da pesca sono state delimitate con argini che non lasciano filtrare l’acqua per evitare l’inquinamento delle acque interne.
Il ponte translagunare Venezia è stata collegata alla terraferma da un ponte stradale e ferroviario.
Inquinamento A causa dei fenoli, cianuri, dell’ammoniaca, degli scaricati dalle industrie e dei residui oleosi delle petroliere molte specie di pesci sono scomparse e altre sono diventate incommestibili.
A causa dell’inquinamento industriale si sono verificati anche numerosi decessi di operai che lavoravano negli impianti.
Il livello del suolo si abbassa di qualche millimetro ogni secolo perché il substrato della valle padana è costituito di spessi strati di detriti argillosi, che con il passare dei secoli diventano sempre più compatti.
I consumi d’acqua sia per usi domestici che per usi industriali, sono aumentati con lo sviluppo dell’ urbanizzazione nell’entroterra.
Un fenomeno analogo è stato causato dall’estrazione del metano nel delta del Po. Il metano forma delle sacche di gas sulle quali poggiano gli strati superiori. Il loro sgonfiamento ha provocato un certo sprofondamento.
This Power Point Presentation was created by the students of Class 1B Liceo Scientifico at Istituto “Giovanni Falcone” (Asola, MN), school year , under the supervision of their Geography teacher, Mrs Ilaria Pancera. For any information please write an to: © All rights reserved – Use without written permission is allowed for didactic purposes only and under the condition that users refer to our website including the following URL to help readers find the specific page for more information: