Se vuoi imparare davvero qualcosa, insegnala!. Umilmente IMPARARE IL PENSIERO COMPUTAZIONALE IMPARARE A PROGRAMMARE IL PENSIERO COMPUTAZIONALE PER OGNI.

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Transcript della presentazione:

Se vuoi imparare davvero qualcosa, insegnala!

Umilmente IMPARARE IL PENSIERO COMPUTAZIONALE IMPARARE A PROGRAMMARE IL PENSIERO COMPUTAZIONALE PER OGNI DISCIPLINA E PER CHIUNQUE

OGGI SI RITIENE Che per un uso efficace dell’informatica nella vita, nel proprio campo di studi o nel lavoro, siano necessarie alcune abilità (skill): la prima è la capacità di utilizzare programmi applicativi di base (editor, browser, file system...), che chiameremo alfabetizzazione informatica (computer literacy); la seconda è una comprensione generale del funzionamento di un sistema informatico, chiamata padronanza informatica (computer fluency); la terza è l’insieme di strumenti intellettuali e critici che un professionista ha bisogno di padroneggiare per poter utilizzare le metodologie o le applicazioni informatiche per affrontare i problemi della propria disciplina (scienze fisiche, biologiche, sociali, materie umanistiche e arte), che potremmo chiamare pensiero computazionale (computational thinking).

Punto di partenza un appassionato articolo del 2006 di Jeannette Wing direttrice del dipartimento di Informatica della Carnegie Mellon University porta all’attenzione della comunità scientifica il concetto di computational thinking. Dimostra come, in una serie di ambiti scientifici, l’informatica abbia portato non solo strumenti (computer e linguaggi di programmazione) ma innovazioni nel modo di pensare. Un esempio illuminante è il sequenziamento del DNA umano, avvenuto nel 2003, in forte anticipo sulle previsioni, grazie all’adozione di un algoritmo di tipo shotgun (chiamato anche hill climbing con riavvio casuale in Intelligenza Artificiale) per ricombinare i frammenti di DNA analizzato.

Evidenzia come il concetto computational thinking è indicato come skill indispensabile per tutti, non solo per gli informatici, ma per essere usata nella vita di tutti i giorni oltre che nel lavoro e nelle scienze. Lo definisce come un modo di pensare atto a “risolvere problemi, progettare sistemi, comprendere il comportamento umano basandosi sui concetti fondamentali dell’informatica”. In sostanza, “pensare come un informatico” quando si affronta un problema. Il pensiero computazionale viene proposto come quarta abilità di base oltre a leggere, scrivere, calcolare. Dunque abilità da insegnare ad ogni bambino. Secondo la Wing l’invenzione della stampa ha permesso la diffusione delle prime tre, la diffusione della tecnologia deve permettere,, la diffusione del pensiero computazionale.

Il pensiero computazionale va ben oltre l’uso della tecnologia, ed è indipendente da essa (sebbene la sfrutti intensivamente): non si tratta di ridurre il pensiero umano, creativo e fantasioso, al mondo “meccanico e ripetitivo” di un calcolatore, bensì di far comprendere all’uomo quali sono le reali possibilità di estensione del proprio intelletto attraverso il calcolatore. Si tratta di “risolvere problemi, progettare sistemi, comprendere il comportamento umano basandosi sui concetti fondamentali dell’informatica”. In sostanza, pensare

A sostegno di questa tesi, vengono elencati: una lunga serie di strumenti mentali che gli informatici possiedono (es. farsi domande sulla complessità e sull’efficienza, chiedersi se una soluzione approssimata o basata su metodi random può funzionare, pensare ricorsivamente, usare astrazione e decomposizione quando si affronta un problema complesso,...); una serie di aspetti pratici della vita in cui usare il pensiero computazionale (es. ordinare un mazzo di carte, disporre in modo ordinato ed efficiente i vari piatti e portate di un buffet, specificare le istruzioni per montare un mobile,...); una serie di esempi che testimoniano come l’informatica nelle altre discipline sia più che utilizzare gli strumenti tecnici messi a disposizione da questa, ma cambi il modo di pensare (es. basi azotate come un linguaggio), ponga nuove domande e nuove risposte (es. quelle date dall’analisi di enormi quantità di dati).

Vengono elencate poi alcune caratteristiche del pensiero computazionale. Astrazione. Non è (solo) computer programming, ma pensare a più livelli di astrazione. Una skill fondazionale, non tecnica. Un modo di pensare umano: intelligente, creativo. Avere a disposizione i computer ci d`a il coraggio di affrontare problemi complessi. Le funzionalità che vogliamo sono realizzabili tramite i computer, l’unico Limite è la nostra immaginazione. Completa e combina pensiero matematico e pensiero ingegneristico: si basa su di essi perchè è fondato dalla matematica e lavora con oggetti nel mondo reale. Rispetto al pensiero matematico deve tener conto del dispositivo ma, potendo costruire mondi virtuali può decidere non curarsi dell’aspetto fisico. Riguarda le idee, non gli artefatti, cioè riguarda i concetti e gli approcci per risolvere problemi, gestire la nostra vita, comunicare.

Infine viene sottolineato come la diffusione del pensiero computazionale possa cambiare la percezione dell’informatica nel mondo. Per fare ciò è necessario: spiegare che la ricerca scientifica in informatica è ancora attiva e ha tantissime domande aperte; spiegare come le lauree in Informatica permettano moltissime opportunità di lavoro al di fuori dell’informatica stessa; inserire un esame di Pensiero Computazionale in tutti i corsi di laurea; inserire il pensiero computazionale nel curriculum K-12 ovvero che va dal Kindergarten al Grade 12, in Italia dalla scuola materna alla fine delle scuole superiori). A partire da questo articolo, è stata prodotta una certa quantità di letteratura

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