La politica ambientale nella cooperazione per lo sviluppo rurale: esperienze del passato e scenari futuri Silvio Franco Dipartimento di Economia Agroforestale.

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La politica ambientale nella cooperazione per lo sviluppo rurale: esperienze del passato e scenari futuri Silvio Franco Dipartimento di Economia Agroforestale e dell’Ambiente Rurale (DEAR) Facoltà di Scienze Politiche - Università degli Studi della Tuscia - Viterbo Roma, 16 Novembre 2007 Ambiente e sviluppo locale: alla ricerca di un equilibrio fra utopia e progetto

Contenuti della relazione 1. Fra crescita ed equilibrio: implicazioni economiche e ambientali 2. Insostenibilità ambientale dello sviluppo: motivazioni teoriche ed evidenze empiriche 3. Il ruolo della cooperazione nei sistemi territoriali 4. Quali interventi per un progetto locale sostenibile

1. Fra crescita ed equilibrio: implicazioni economiche e ambientali “Se la bellezza della terra venisse distrutta dall'aumento illimitato della ricchezza e della popolazione, una popolazione più numerosa ma non migliore o più felice, allora io spero che i nostri discendenti si accontenteranno di essere in uno stato stazionario molto prima di trovarvisi costretti dalla necessità.” (J. S. Mill, 1848)

Crescita.vs. Equilibrio Crescita (visione tecnocentrica) Equilibrio (visione ecocentrica) CornucopianaAccomodanteComunitaristica Deep ecology Sviluppo economico Atteggiamento etico e politico comunque favorevole Nei limiti delle possibilità di sostituire le risorse rinnovabili Vincolato globalmente dal controllo locale Compatibile nei limiti della riproducibilità delle risorse naturali Mercato Stimola l’innovazione tecnologica che trova sostituti alle risorse che si esauriscono Può internalizzare nei prezzi il progressivo esaurimento delle risorse Solo se riportato alla dimensione locale è compatibile con la sostenibilità globale Subordinato ai diritti superiori di tutti i viventi definiti dalla bio-etica Gestione delle risorse Libero sfruttamento ai fini della crescita economica Utilizzo razionale per limitarne il consumo Conservazione come patrimonio delle comunità Mantenimento incondizionato Valore della natura Strumentale per coloro che sono in condizione di sfruttarla (valore d’uso) Strumentale per chi è in grado di sfruttarla razionalmente (valore d’uso) Strumentale per la comunità e le generazioni future (valore d’opzione) Intrinseco indipendente dalla possibile utilizzazione (valore d’esistenza) Due visioni alternative di mercato, sviluppo, risorse e natura (adattato da Pearce e Turner, 1991)

Le condizioni della crescita economica - aumento continuo della produzione e della ricchezza - aumento dei consumi (bisogni indotti) - sviluppo tecnologico come limitatore del consumo di risorse e volano di crescita - più mercato in tutti i settori della società - la tecnologia cresce più velocemente dell’economia - il tempo è sufficiente per produrre (guadagnare) e consumare (spendere) sempre di più in modo da sostenere la crescita dell’economia

Requisito delle società ideali “immortali” filosofi “politici” (Platone, Aristotele, Moro, Campanella) Punto finale della crescita del processo economico economisti classici (Ricardo, Mill) Condizione di sopravvivenza del pianeta teorici della decrescita (Georgescu-Roegen, Latouche) Il raggiungimento dello “stato stazionario” nella storia del pensiero economico: Le condizioni dell’equilibrio sostenibile Raggiungere una situazione di benessere sociale e stabilità economica in condizioni di equilibrio con l’ambiente e le risorse naturali (stato stazionario).

2. Insostenibilità ambientale dello sviluppo: motivazioni teoriche ed evidenze empiriche “A differenza dell’utopia, il principio responsabilità contrappone il compito più modesto, dettato dalla paura e dal rispetto, di preservare all’uomo, nella residua ambiguità della sua libertà che nessun mutamento delle circostanze può mai sopprimere, l’integrità del suo mondo e del suo essere contro gli abusi del suo potere.” (H. Jonas, 1979)

L’applicazione delle leggi fisiche all’economia dimostra che: non è possibile sostituire le risorse naturali con capitale prodotto dall’uomo la produzione di tecnologie avanzate utilizza processi di trasformazione che richiedono quantità crescenti di risorse naturali lo sviluppo tecnologico riduce il fabbisogno di energia per unità di prodotto ma aumenta il livello assoluto del consumo delle risorse Insostenibilità ambientale dello sviluppo Considerazioni teoriche (Georgescu-Roegen, 1977) Il processo economico reale, a differenza del modello teorico, è entropico in quanto si sviluppa all’interno di una biosfera regolata da un tempo orientato E’ impossibile una crescita infinita all’interno di un mondo finito

Insostenibilità ambientale dello sviluppo Considerazioni teoriche Ogni processo economico di produzione comporta inevitabilmente un “costo” (in termini di materia/energia degradata) sempre maggiore di zero; la produzione di qualsiasi bene o servizio comporta un’opportunità in meno per gli esseri viventi che verranno dopo di noi. In un mondo fisicamente limitato, in cui energia e materia sono sottoposte ad un irreversibile processo di degradazione, presupporre la ‘non sazietà’ del consumatore significa postulare le condizioni della propria autodistruzione come specie, facendo della scienza economica un costrutto astratto, completamente disancorato da ogni realtà fisica e biologica.

Insostenibilità ambientale dello sviluppo Considerazioni quantitative (Wackernagel e Rees, 1996) - L’impronta ecologica è il territorio richiesto per produrre le risorse consumate dalla popolazione umana Tipologie di consumo: alimenti, abitazioni, trasporti, beni di consumo, servizi Tipologie di territorio: energia, colture, pascoli, foreste, edifici, mare - Confrontando l'impronta di un individuo con la quantità di terra disponibile pro-capite si verifica la sostenibilità del livello dei consumi il reale danno ambientale è maggiore di quello evidenziato dall'impronta ecologica in quanto non vengono presi in considerazione molti fattori degradanti la situazione di parità tra consumi e disponibilità non assicura la sostenibiltà - L’impronta ecologica fornisce utili indicazioni e ha forte impatto comunicativo, anche se presenta dei limiti oggettivi nel calcolo

WWF, Living planet report, 2006 Wackernagel et al., 2002 L'umanità nel 1961 usava il 70% della capacità globale della biosfera, nel 1999 è arrivata al 120%. Stiamo consumando più risorse rinnovabili di quanto potremmo, riducendo la disponibilità del capitale naturale per la vita delle future generazioni Impronta ecologica

Attualmente la biocapacità media mondiale è di 1,78 ettari pro capite a fronte di un consumo medio di 2,2 ettari pro capite Impronta ecologica WWF, Living Planet Report, 2006

3. Il ruolo della cooperazione nei sistemi territoriali “La spirale motivazionale della reciprocità, il surplus di benessere che si produce nella condivisione, è il solo processo che, a livello individuale, può contrastare l’inesorabile aumento dei consumi e dunque l’irreversibile degradazione della materia/energia che è alla base della crisi ecologica. Senza questo motore motivazionale, le pur meritevoli iniziative di difesa dell’ambiente, consumo critico, finanza etica, sono destinate a rimanere sporadiche espressioni di un calvinismo ecologico di nicchia.” (M. Bonaiuti, 2003)

Sul principio di reciprocità si basa la relazionalità: - intracooperativa (mutualità fra i membri di una comunità) - intercooperativa (mutualità fra comunità differenti) La reciprocità come base della cooperazione La crescente consapevolezza delle condizioni di disequilibrio sociale ed ecologico è alla base di fenomeni di auto-organizzazione spontanea della società civile che trovano fondamento nel principio di reciprocità: l’interazione con i membri della comunità o fra comunità non avviene al solo scopo di conseguire dei vantaggi personali

Finalità delle relazioni cooperative Obiettivi prioritari delle iniziative devono essere: mantenere/raggiungere soddisfacenti livelli di occupazione e di reddito mirare a uno stato di equilibrio con l’ambiente e le risorse naturali favorire il processo di acquisizione del controllo diretto delle risorse creare coesione sociale nella comunità e fra le comunità promuovere la nascita e lo sviluppo di sistemi di scambio equi ed efficienti Nelle aree rurali le relazioni intracooperative e intercooperative possono dare vita a iniziative che promuovono e valorizzano la sostenibilità ambientale in un contesto di stabilità sociale ed economica

Nella fase iniziale dello sviluppo i sistemi ecologici e sociali divengono più complessi e diversificati, successivamente complessità e diversità riducono la crescita fino a raggiungere uno stato di maturità in cui energia e risorse sono utilizzate per il mantenimento e la reintegrazione Nei processi di crescita prevale la competizione fra le componenti del sistema, con il raggiungimento della stabilità tende a prevalere la cooperazione In una società umana la situazione è analoga: la cooperazione favorisce la sopravvivenza e la stabilità assicurando la qualità della vita dei singoli e la costruzione della ricchezza sociale La cooperazione è il substrato necessario per l’esistenza di forme organizzative in grado di mantenere la sostenibilità sociale e ambientale Legame fra cooperazione ed equilibrio ambientale

“Solo educazione, cultura e riflessione possono infondere negli esseri umani il senso di appartenenza ai luoghi ed all’ambiente naturale e la volontà di partecipare attivamente in tutte le decisioni che riguardano il territorio in cui vivono.” (M. Diffenderfer, 1997) 4. Quali interventi per un progetto locale sostenibile

- Sostenere l’adozione di comportamenti che riducono al minimo l’uso delle risorse enfatizzano la conservazione ed il riciclaggio evitano l’inquinamento e lo spreco adattano i sistemi produttivi alle risorse locali valorizzano i prodotti originari del territorio - Favorire la modifica dei sistemi produttivi attraverso una progressiva evoluzione delle attitudini e dei valori che riguardano l’ambiente naturale - Promuovere forme organizzative che si basino sul “più elegante ed elementare fra i principi della natura: quello dell’autosufficienza” - Concentrare l’attenzione sul locale piuttosto che sul globale - Stimolare la partecipazione nella gestione del territorio e delle risorse Linee guida per un progetto locale sostenibile

Le difficoltà di un progetto locale sostenibile Il problema della appartenenza Scarso senso di appartenenza al territorio e all’ambiente naturale che si traduce nella difficoltà di cooperare con gli altri membri della comunità locale Il problema della partecipazione Limitata volontà di partecipazione alla gestione del territorio e delle sue risorse originata da una scarsa percezione dell’importanza di aspetti quali: valori ambientali conservazione della natura e delle sue risorse rapporto fra stato dell’ambiente e qualità della vita coinvolgimento nelle decisioni che riguardano la propria vita corretta priorità nel soddisfacimento dei bisogni

I bisogni individuali nel progetto locale sostenibile bisogni primari connessi alla sopravvivenza (cibo, riproduzione, riposo, riparo) bisogni fondamentali connessi alla natura umana (riflessione, amicizia, amore, gioco, convivialità) bisogni indotti connessi alla struttura sociale competitiva (potere, ricchezza, accumulazione) Il sentirsi parte di un territorio e di una comunità limita l’alienazione e la nascita di bisogni materiali indotti e origina un permanente stato di abbondanza, una condizione che non ha un legame diretto con la quantità dei beni posseduti o consumati ma è il risultato del rapporto con ciò che viene percepito come bisogno (Caillè, 1991).

Divulgazione, formazione e invito alla riflessione sono i mezzi per stimolare: il senso di appartenenza e partecipazione la consapevolezza dei valori ecologici e del rispetto delle risorse naturali la conoscenza del legame fra stato dell’ambiente e qualità della vita la corretta priorità nel soddisfacimento dei bisogni individuali La crescita dei singoli e della comunità determina la “capacità sociale” che induce gli individui a partecipare alle decisioni che riguardano la loro vita La cultura è il solo mezzo per trasmettere e far crescere la condivisione di un’etica ecologica e sociale “Non è possibile immaginare un modello di territorio affermarsi attraverso un decreto, un atto legislativo o un moto insurrezionale; è soltanto attraverso un lungo e continuo mutamento che si potranno portare gli uomini a vivere a proprio agio in una tale società.” Per una “cultura” della sostenibilità