Ammortizzatori sociali e misure anticrisi: effetti attesi e inattesi della riforma in Lombardia Manuela Samek Lodovici - Nicoletta Torchio Milano 21 Ottobre 2013
Obiettivi della Riforma Rendere il sistema di tutele più simile a quello prevalente nei paesi europei attraverso: Razionalizzazione del sistema di intervento e riduzione delle disparità di trattamento Estensione del sostegno del reddito ad una platea più ampia di lavoratori Rafforzamento del legame tra strumenti di sostegno del reddito e politiche di attivazione, riqualificazione e ricollocazione maggior ruolo dei fondi di solidarietà bilaterali
Effetti potenziali della riforma in Lombardia 1.Confronto generosità sussidi di disoccupazione pre e post riforma in relazione a: Tasso di copertura Durata dei sussidi Tasso di rimpiazzo 2. Confronto con alcuni paesi europei della UE15 Fonti informative Istat, Inps, Eurostat Normativa, Rapporti CNEL, Inps, Ministero del lavoro
Tasso di copertura Definizione: % degli aventi diritto ai sussidi sul totale delle persone in cerca di occupazione. Misura la capacità del sistema di coprire la platea dei disoccupati o dei potenziali disoccupati. Cambiamenti introdotti dalla riforma: ampliamento della platea dei potenziali beneficiari, mettendo a regime alcuni degli interventi contingenti presi durante la crisi.
Il tasso di copertura prima della riforma In Italia tasso di copertura dell’indennità di disoccupazione ordinaria e di mobilità sul totale dei disoccupati (TCE) molto basso, anche se cresciuto dal 16% nel 2006 al 30,6% nel 2011 (CNEL, 2012). In Lombardia nel 2011 il TCE era pari al 30,3% dei disoccupati totali e arrivava al 52,1% considerando solo i disoccupati ex- lavoratori dipendenti. I due terzi dei beneficiari dei sussidi riceveva la meno generosa indennità ordinaria, solo un terzo (32%) la mobilità. I tassi di copertura più elevati si registravano tra gli ex- occupati dipendenti di età medio-alta e provenienti dal settore industriale. Il TCE si riduce al crescere della durata di disoccupazione: dal 57% (68% ex-dip) per i disoccupati da meno di 8 mesi, al 19% (31% ex-dip) per i disoccupati da più di 2 anni. Fonte: elaborazioni IRS su dati Istat-RCFL 2011, Inps 2011
In Italia i tassi di copertura dei sussidi pre riforma sono molto più bassi rispetto agli altri paesi europei….. * Persone disponibili al lavoro: disoccupati + persone che vogliono lavorare ma non stanno cercando attivamente o non immediatamente disponibili. Fonte: Eurostat
Fonte: elaborazioni IRS su dati Istat-RCFL 2011, Inps 2011 TCE per settore, Lombardia 2011 …. e ci sono elevate disparità
L’ASpI dovrebbe accrescere il tasso di copertura potenziale in Lombardia (simulazioni) La simulazione adotta le seguenti ipotesi semplificatrici: vengono considerati solo gli attuali occupati; tutti gli occupati hanno maturato i requisiti contributivi minimi per poter accedere all’ID; non vengono considerati gli interventi in deroga adottati negli ultimi anni. **Una tantum per i co.co.co: dalle nostre stime risulterebbe potenzialmente coperto solo il 12% dei collaboratori lombardi a causa dei requisiti molto stringenti per poter accedere alla prestazione. Fonte: elaborazioni IRS su dati Istat-RCFL, 2011
Durata dei sussidi Definizione: durata massima del sussidio prevista dalla legge. Misura la generosità del sistema di sostegno al reddito Cambiamenti introdotti dalla riforma: l’ASpI prevede una durata massima del sussidio di disoccupazione, modulata in base all’età del disoccupato, e diversa da quella prevista dagli strumenti di indennità ordinaria e mobilità.
Durata dei sussidi: regimi a confronto (simulazioni CNEL per l’Italia) Fonte: tratto da CNEL (2012),“Rapporto sul mercato del lavoro ”, Roma
Effetti sulla durata dei sussidi per i percettori in Lombardia Percentuale di beneficiari che vedrebbe aumentare o ridursi la durata del sussidio se fosse già vigente e a regime l’ASpI, per tipo di sussidio percepito prima della riforma. La simulazione sui percettori del sussidio di disoccupazione a partire dal 2011, risultanti dai micro dati Inps della Lombardia. Fonte: elaborazioni IRS su micro dati Inps 2011
Tasso di rimpiazzo Definizione: rapporto tra l’ammontare del sussidio e la retribuzione precedente la disoccupazione. Misura la generosità delle prestazioni Cambiamenti introdotti dalla riforma: l’ASpI prevede un sistema di calcolo dell’importo del sussidio di disoccupazione diverso da quello precedente sia in termini di retribuzione di riferimento, sia in termini di modulazione nel tempo del sussidio (décalage), sia in termini di durata massima dello stesso.
Effetti sui tassi di rimpiazzo La simulazione si basa sulle regole previste per i diversi strumenti per determinare la retribuzione di riferimento e l’ammontare dell’indennità nel tempo (décalage).
Condizionalità e politiche attive Definizione: esistenza o meno di obblighi da parte di chi riceve i sussidi e di chi eroga servizi di sostegno all’inserimento lavorativo. Variazioni introdotte dalla riforma: Condizioni più stringenti per il mantenimento del sussidio di disoccupazione: non più consentito il cumulo del sussidio con attività a basso reddito o il rifiuto di offerte di lavoro a termine. Ruolo cruciale dei CPI e delle politiche attive del lavoro: devono essere erogati servizi minimi ai percettori di sussidi per sostenere la ricerca di lavoro e maggiore coordinamento delle politiche passive con quelle attive e con i servizi per l’impiego.
Prima della riforma in Lombardia (2011) StrumentoOccupatoDisoccupatoInattivoTotale Indennità di disoccupazione9%53%38%100% Indennità di mobilità17%30%53%100% Totale13%42%45%100% Fonte: elaborazioni IRS su dati Istat RCFL 2011 Tra i beneficiari dei sussidi anche occupati e inattivi
Con la riforma: principali modifiche nella condizionalità Interventi Perdita dello stato di disoccupazione se si svolge un lavoro anche a reddito basso Incremento dei servizi minimi offerti al disoccupato: oltre al colloquio di orientamento, anche interventi di orientamento collettivo ; formazione di almeno due settimane; proposta di adesione a iniziative di inserimento lavorativo. Monitoraggio dei servizi erogati: invio all’INPS Problema: capacità dei centri per l’impiego di gestire in maniera efficace le misure di politica attiva previste a sostegno dei percettori di sussidio e di intercettare tutti i percettori.
Beneficiari dei sussidi che si sono recati presso servizi per l’impiego sul totale dei beneficiari per tipo di struttura e tipo di sussidio, Lombardia 2011 Servizi per l’impiego* Indennità di disoccupazione Indennità di mobilità Totale CPI+SP 27%20%24% Solo CPI32%42%35% Solo SP12%11%12% Né CPI né SP29%28%29% *CPI:Centro per l’impiego; SP: agenzia per il lavoro privata Fonte: elaborazioni IRS su dati Istat RCFL 2011
In sintesi: le principali differenze pre- post riforma Prima della riformaDopo la riforma Forte disparità di trattamento di diverse categorie di lavoratori Si riducono soprattutto a livello settoriale (mobilità) Basso grado di copertura complessivo degli ammortizzatori sociali Aumenta la platea di potenziali beneficiari, ma continuano ad essere scoperti gli autonomi, i parasubordinati, coloro in cerca di primo impiego e chi ha occupazioni temporanee brevi (ci vogliono almeno 13 settimane di contribuzione negli ultimi 12 mesi per avere diritto alla mini Aspi) Durata limitata dei sussidi più diffusi (indennità di disoccupazione) Aumenta la durata del sussidio per disoccupati con età <50 anni Assenza di un sussidio di tipo assistenziale per chi non riesce a trovare lavoro Nessun intervento Scarsa attenzione e controllo delle condizioni di accesso ai sussidi e dell’ assistenza nella ricerca di un lavoro. Condizioni più stringenti per mantenere lo stato di disoccupazione; ampliamento dei servizi minimi di formazione e inserimento offerti da SP e CPI al disoccupato e incentivi all’assunzione
La semplificazione normativa e la riduzione nel numero di strumenti di sostegno ai lavoratori durante la disoccupazione prevista dalla riforma fa avvicinare l’Italia agli altri regimi europei. Tuttavia permangono differenze rilevanti dal confronto con gli altri paesi europei, in particolare: durata inferiore del sussidio; mancanza di schemi per i lavoratori autonomi, per i parasubordinati, e per i giovani in cerca di primo impiego; assenza di sussidi di tipo assistenziale; lacunoso e debole grado di controllo dell’effettiva ricerca di lavoro e bassa spesa (in percentuale del PIL) delle politiche attive del lavoro. Il confronto con l’Europa
Confronto tra paesi EU Fonte: Istat, Rapporto Annuale 2012, su dati Commissione Europea
Confronto tra paesi EU Fonte: Eurostat LMP database
Per concludere Il nuovo sistema rappresenta un buon punto di partenza nel riordino del complesso e frammentato sistema degli ammortizzatori sociali. A regime dovrebbe raggiungere una platea più vasta di beneficiari e dovrebbe essere caratterizzato da minori disparità di trattamento. Si prevede un ruolo importante delle politiche attive TUTTAVIA: Alcune categorie rimangono ancora escluse (giovani in cerca di primo impiego o donne che rientrano nel lavoro dopo un lungo periodo di inattività) Per alcune categorie, come i collaboratori a progetto, il nuovo sistema è ancora penalizzante (bassi tassi di copertura e di rimpiazzo) Continua a non essere previsto uno schema assistenziale Necessario rafforzare le politiche attive del lavoro e il sostegno alla ricollocazione.
Grazie per l’attenzione 23