PREVIDENZA DI GENERE aspetti critici epriorità Dipartimento Nazionale Previdenza 1 A cura di Antonio Pellegrino.

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PREVIDENZA DI GENERE aspetti critici epriorità Dipartimento Nazionale Previdenza 1 A cura di Antonio Pellegrino

SCHEMA DELLA PRESENTAZIONE la premessa la premessa la di valore delle pensioni e le proposte della CGIL la perdita di valore delle pensioni e le proposte della CGIL i provvedimenti di luglio 2010 e gli effetti sulle future pensioni. La rottura del patto previdenziale i provvedimenti di luglio 2010 e gli effetti sulle future pensioni. La rottura del patto previdenziale criticità su cui intervenire con priorità criticità su cui intervenire con priorità

A livello nazionale, gli Stati membri dovranno: utilizzare appieno i propri regimi previdenziali e pensionistici per garantire un sufficiente sostegno al reddito e un accesso adeguato all'assistenza sanitaria. – promuovere la responsabilità collettiva e individuale nella lotta alla povertà e all'esclusione sociale; – definire e attuare misure incentrate sulla situazione specifica delle categorie particolarmente a rischio (famiglie monoparentali, donne anziane, minoranze, Rom, disabili e senzatetto); EU 2020: obiettivi di politica sociale

La povertà di questi tempi i diritti soggettivi sono un lusso che è difficile permettersi “di questi tempi i diritti soggettivi sono un lusso che è difficile permettersi”. “la social card è uno strumento importante su cui fare leva. la povertà assoluta si affronta con un forte contenuto relazionale. è’ importante che la social card sia gestita da enti caritativi, cioè caratterizzati dal dono e dal volontariato perché la povertà assoluta si affronta con un forte contenuto relazionale. Il nuovo welfare di Sacconi L’Italia ha il 12% della popolazione europea e il 12,6% di popolazione a rischio di povertà. Nei prossimi 10 anni gli italiani poveri dovrebbero diminuire di unità

consentire alla grande e piccola distribuzione di consegnare come incentivo agli acquisti non un set di piatti o altro un voucher versato nel conto corrente casalinghe dell'Inps ma un voucher previdenziale che possa essere versato nel conto corrente casalinghe dell'Inps ci sta lavorando con la ministra Carfagna ci sta lavorando con la ministra Carfagna Il nuovo welfare di Sacconi Le pensioni 5 marzo

La diseguaglianza nella distribuzione dei redditi OCSE, indice di Gini

La diseguaglianza in Italia tra il 1980 e il 2005 Italiafutura su dati Istat

La povertà infantile EUROSTAT considera povere le famiglie con reddito inferiore al 50% del reddito mediano Secondo l’OCSE, che adotta come misura il 60% del reddito mediano, i bambini poveri sono il 16% Italiafutura su dati Eurostat

La mobilità sociale Relazione tra i redditi dei padri e dei figli Chi nasce in una famiglia povera ha una altissima probabilità di rimanere tale OCSE

L’ingresso nel mondo del lavoro: il paese bloccato 10

Costituzione della Repubblica Italiana L’articolo 38 cittadino mezzi necessari per vivere ha diritto  c.1: ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale. lavoratorihanno diritto mezzi adeguati e  c.2: i lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.

12 La perdita di valore delle pensioni: le pensioni oggi La differenza di genere

13 La perdita di valore delle pensioni La perequazione automatica, ovvero l’aggancio all’inflazione La perequazione automatica, ovvero l’aggancio all’inflazione Il prelievo fiscale Il prelievo fiscale

30/05/ la perequazione automatica il decreto 503/1992 stabilisce  stabilisce un nuovo indice Istat per l’adeguamento all’inflazione modifica  modifica la frequenza dell’aumento che diventa annuale sopprime  sopprime l’aggancio delle pensioni alla dinamica salariale prevede  prevede, in sostituzione, la possibilità di stabilire aumenti legati all’andamento dell’economia era evidente che il solo aggancio alla dinamica dei prezzi non avrebbe potuto garantire il valore reale delle pensioni La 14esima mensilità 14

30/05/ difende le pensioni dall’inflazioneperò non incrementa il valore reale delle pensioni non tutela allo stesso modo i redditi, e quindi le famiglie la perequazione automatica Il valore reale delle pensioni non aumenta mai, anzi diminuisce

lo sviluppo delle pensioni in base agli scatti dell’indice FOI effettivamente attribuito dal 1992 confrontato con lo stesso indice applicato senza interruzioni Si tratta di pensionati la cui età oggi si aggira intorno ai 75 anni Il blocco della perequazione tra il 1992 e il 1995 Cosa è successo dal 1992 ad oggi: 16

Cosa è successo dal 1992 ad oggi: Il blocco della dinamica salariale una pensione di 600 euro in 15 anni finora ne ha persi una pensione di euro ne ha persi

30/05/ La domanda che molti si fanno: La domanda che molti si fanno: Perché si lamentano dell’inflazione sempre quelli che hanno redditi bassi? La risposta è semplice: Conta sia la quantità di beni che si consuma sia il reddito disponibile per acquistarli. l’inflazione non colpisce tutti allo stesso modo 18

19 Il passaggio dalla Lira all’Euro : il peso sulle famiglie più povere e su quelle più ricche Massimo BaldiniMassimo Baldini L’inflazione subita dalle famiglie più povere per l’acquisto di beni necessari non è confrontabile con quella subita dalle famiglie più ricche per l’acquisto di altri beni e servizi

20 Conta ciò che si acquista l’aumento di alimentari, frutta e verdura, trasporti GRAVA  per l’88% sulle famiglie più povere  per il 52% su quelle più ricche Di fronte all’inflazione le famiglie non sono tutte uguali

21 Conta il reddito di cui si dispone guadagna 100 e spende 100Se una famiglia guadagna 100 e spende 100 subisce l’inflazione sull’intero reddito guadagna 200 e spende 100Se una famiglia guadagna 200 e spende 100 l’effetto dell’inflazione sul suo reddito si riduce della metà. duraturo Quando l’inflazione colpisce maggiormente i beni di prima necessità (come nel passaggio tra la lira e l’euro), l’effetto sui redditi più bassi è ancora più negativo e duraturo. Di fronte all’inflazione le famiglie non sono tutte uguali

Il calcolo provvisorio per ottenere l’indice di ottobre si attribuisce all’indice di settembre lo stesso aumento dell’anno prima Il valore di ottobre si ripete anche a novembre e dicembre Come si calcola l’inflazione applicata alle pensioni la perequazione per il

30/05/ il fisco il pensionato italiano è quattro volte penalizzato rispetto ai pensionati degli altri paesi europei: una prima volta  una prima volta, in quanto contribuente di un struttura Irpef che colpisce i redditi da lavoro in misura sconosciuta in altri paesi; una seconda volta  una seconda volta, in quanto la nostra imposta sul reddito non prevede, diversamente da altri paesi, agevolazioni a favore degli anziani; un terza volta  un terza volta, per effetto di detrazioni d’imposta che per i redditi da pensione sono inferiori a quelle previste per i redditi da lavoro dipendente.  una quarta volta  una quarta volta perché salari e pensioni sono colpiti dal drenaggio fiscale, una tassa occulta che taglieggia anno dopo anno i redditi da lavoro 23

A partire dagli anni 80 la quota di reddito destinata al lavoro dipendente è scesa dal 66% al 53%. la quota di reddito destinata al lavoro dipendente è scesa dal 66% al 53%. il prelievo fiscale sulavoro dipendente e pensioniè salito dal 40% al 52% il prelievo fiscale su lavoro dipendente e pensioni è salito dal 40% al 52% Un gigantesco trasferimento di risorse che ha reso questo Paese tra i più diseguali in ambito OCSE L’aumento della pressione fiscale su lavoro e pensione NENS /05/201624

30/05/ La pressione fiscale sulle pensioni e sugli altri redditi L’aliquota applicata alle pensioni è la più alta in ogni classe di importo Le differenze sul totale dipendono dall’affollamento delle classi di reddito 25

30/05/ Il confronto con altri paesi europei pensione base di € Il segno non è un buon segno 26 CER

DIFFERENZA NETTA MENSILE CON L'ITALIA PENSIONE LORDA GermaniaFranciaSpagna Regno UnitoSvezia Quanto paghiamo in più a parità di reddito 27 con valore costante aliquota altri paesi = 0

Le imposte indirette Il Governo intende spostare il peso delle imposte sulle indirette. più consumi più paghi Lo slogan “ più consumi più paghi ” sembra andare incontro ai redditi medio bassi. Attenzione! Può essere un imbroglio  Le imposte dirette sono progressive  Le imposte dirette sono progressive: chi più ha, più paga  Le imposte indirette sono regressive  Le imposte indirette sono regressive: pagano di più i redditi medio – bassi  i redditi medio - alti sulla quota di reddito risparmiata o non pagano oppure pagano di meno ( più hai, più risparmi, meno tasse paghi)  in questo modo continueranno a pagare i soliti noti 30/05/201628

Le imposte dirette e indirette Nel 2012, il pareggio tra imposte dirette e indirette a parità di gettito, sposterebbe circa 10 miliardi di euro dalla tassazione sui redditi a quella sui consumi ISTAT 30/05/201629

30/05/ Il drenaggio fiscale  Consiste nel maggiore prelievo fiscale causato da un aumento nominale della base imponibile.  Ciò avviene quando gli elementi costitutivi di una imposta progressiva (scaglioni, detrazioni, deduzioni) sono fissi.  In questi casi, a parità di reddito reale, l’aumento nominale della base imponibile comporta automaticamente una crescita dell’aliquota implicita. 30

30/05/ L’incremento del prelievo fiscale si realizza perché: reddito nominale  una quota sempre maggiore di reddito nominale viene inclusa in scaglioni gravati da un’aliquota marginale più alta;  il valore delle detrazioni  il valore delle detrazioni (o deduzioni), non essendo indicizzate, si riduce in termini reali; detrazionidecrescenti  le detrazioni (o deduzioni) sono decrescenti rispetto al reddito, e l’aumento del reddito nominale ne determina una riduzione anche in valore assoluto Il drenaggio fiscale 31

30/05/ Le riforme dell’irpef e il drenaggio fiscale Lo sgravio effettivo durante il governo di centro destra è stato : - 0,16% Solo un po’ meglio con il centro sinistra: - 0,34% 32

30/05/ Il drenaggio fiscale per decili di reddito tra il 2001 e il 2006 il prelievo fiscale è diminuito tra il 2006 e il 2008 è aumentato 33

anno irpef totale irpef media annua differenza con anno precedente per totale pensionati maggiore irpef pro-capite annua rispetto al 2007 Il drenaggio fiscale è la maggiore irpef dovuta, rispetto ad un anno zero, a causa dell'incremento del VALORE NOMINALE delle pensioni. Dal calcolo sono state escluse le classi di importo più basso perché non risentono del fenomeno. Per gli anni successivi, le pensioni 2007 sono state adeguate all'inflazione con il meccanismo della perequazione automatica. L'irpef è stata calcolata sulla pensione media per ciascuna classe di importo. le classi vanno da 500 a oltre 3.000, con una ampiezza di 250 euro maggiore irpef in tre anni Il drenaggio fiscale: un affare per il bilancio dello Stato … In soli tre anni i pensionati hanno versato più di 4 miliardi di euro di IRPEF non dovuta 34

35 … una tassa occulta per lavoratori e pensionati

perequazione e fisco: la sintesi 36

Le nostre proposte prima degli ultimi interventi del governo 37

Le proposte rimodulazione delle aliquote e delle detrazioni Ridurre la prima aliquota dal 23% al 20% interessa i redditi fino a €, il 92% del totale dei pensionati Equiparare le detrazioni per tipo di reddito a quelle da lavoro dipendente 38 Ridurre la terza aliquota dal 38% al 36% aliquota al 20% e detrazione come lavoro dipendente pensioneirpef attualenuova irpef differenza /05/

Le proposte: abolizione del drenaggio fiscale 39 Il vantaggio se fosse stato abolito dal 1995 Deve essere abolito strutturalmente in quanto contribuisce nel tempo all’impoverimento del reddito da pensione il drenaggio fiscale pensione 1995 pensione perequata 2010 incremento % ,32 irpef pagata ,59 pensione netta ,84 pensione netta senza drenaggio ,20 irpef pagata in pi ù 51 39

Le proposte Ulteriori detrazioni connesse all’età un ulteriore detrazione annuada 65 anni, a partire da una soglia ed entro un tetto da stabilire, da erogare anche agli incapienti un ulteriore detrazione annua da 65 anni, a partire da una soglia ed entro un tetto da stabilire, da erogare anche agli incapienti Più si va avanti con l’età meno tasse si pagano. In prima applicazione l’inquadramento dei pensionati potrebbe avvenire nelle seguenti fasce di età 65, 70, 75, a 75 anni 42 euro al mese netti a 70 anni 23 euro al mese netti 40

Le proposte Estensione e consolidamento 14 mensilità Allargare l’intervento per coprire l’intera fascia di pensionati con reddito fino a 3 volte il TM – 1.380,00 euro mensili lordi 41 La quattordicesima deve essere indicizzata 30/05/

42 Le proposte l a tutela degli incapienti Sono “incapienti” i pensionati titolari di un reddito troppo basso per essere assoggettato ad IRPEF oppure che non beneficiano in tutto o in parte delle detrazioni fiscali riconosciute alla generalità dei contribuenti. Lo Stato risparmia circa 80 milioni di euro per detrazioni non godute. La CGIL propone di istituire una “imposta negativa” di importo pari alle detrazioni non godute 30/05/2016

In conclusione La rimodulazione delle aliquote IRPEF L’abolizione del drenaggio fiscale Unificazione delle detrazioni Un ulteriore incremento delle detrazioni connesso all’età Estensione della 14 mensilità Es. un pensionato con 920,00 mensili euro lordi e 70 anni di età Questo è il vantaggio immediato 98,65 euro mensili netti + 27,66 + 1, , ,77 + 7,42 504,00 euro annui 504,00 euro annui 43 2 volte il T.M. 30/05/

44 Le pensioni dopo gli ultimi provvedimenti provvedimenti

45  adeguamento “triennale” dei requisiti anagrafici  adeguamento “triennale” dei requisiti anagrafici per l’accesso al pensionamento in relazione agli incrementi della speranza di vita; finestra di 12/18 mesi per accedere alla pensione  finestra di 12/18 mesi per accedere alla pensione  revisione dei coefficienti di trasformazione  revisione dei coefficienti di trasformazione in relazione agli incrementi della speranza di vita.  innalzamento dell’età pensionabile  innalzamento dell’età pensionabile delle donne dei settori pubblici a 65, già a partire dal 2012; i provvedimenti di luglio 2010

46 I requisiti per il diritto A decorrere da 1° gennaio 2015:  i requisiti di età per la pensione di vecchiaia di 60 e 65 anni  i valori di somma di età anagrafica e anzianità contributiva (le quote)  i requisiti di età previsti per il regime contributivo ( )  il requisito di età previsto per l’assegno sociale devono essere aggiornati con cadenza triennale devono essere aggiornati con cadenza triennale. 30/05/2016

47 l’aggiornamento dei requisiti decreto direttoriale  con decreto direttoriale  in misura pari all’incremento della speranza di vita accertato dall’Istat responsabilità erariale  La mancata emanazione del decreto comporta responsabilità erariale. avviene 30/05/2016

48 Il primo incremento decorrerà dal 1° gennaio 2015 e non potrà essere superiore a 3 mesi. Il prossimo incremento decorrerà dal 1° gennaio Gli incrementi successivi rispetteranno la cadenza triennale. L’incremento si applica anche ai regimi e alle gestioni pensionistiche per cui siano previsti requisiti diversi da quelli dell’assicurazione generale obbligatori. l’aggiornamento dei requisiti 30/05/2016

49 L’età delle donne A decorre dal 2012 A decorre dal 2012 l’età per la pensione di vecchiaia delle donne iscritte all’INPDAP è elevata a 65 anni entro il è possibile certificare il diritto acquisito. entro il è possibile certificare il diritto acquisito. 30/05/2016

50 La riduzione di spesa secondo la RGS Il vero obiettivo sono le donne dei settori privati 30/05/2016

51 La nuova decorrenza dal mesi trascorsi 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, per i lavoratori dipendenti 18 mesi  trascorsi 18 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, per i lavoratori iscritti alle Gestioni Autonome, alla Gestione Separata, per i trattamenti pensionistici derivanti da totalizzazione (prima esclusi dalle finestre). INPS  il 1° giorno del mese successivo ai 12/18 mesi (INPS) INPDAP  il 1° giorno successivo ai 12/18 mesi (INPDAP)  le nuove disposizioni si applicano a coloro che maturano i requisiti dal 1° gennaio /05/2016

52 per il personale del comparto scuola si applicano le disposizioni vigenti (1° settembre- 1° novembre) può il requisito anagrafico può essere perfezionato entro il 31 dicembre il requisito minimo contributivo deve essere maturato entro il 31 agosto il requisito minimo contributivo deve essere maturato entro il 31 agosto. 30/05/2016 La nuova decorrenza dal 2011: l’eccezione scuola

53 La nuova decorrenza I soggetti esclusi: lavoratori in mobilità lavoratori che all’entrata in vigore della legge sono titolari di prestazione straordinaria a carico dei fondi di solidarietà, lavoratori che avevano in corso il preavviso al 30 giugno 2010 e maturano i requisiti entro la data di cessazione lavoratori per i quali viene meno il titolo abilitante lavoratori per i quali viene meno il titolo abilitante 30/05/2016

54 i coefficienti di trasformazione Ogni qual volta l’adeguamento dei requisiti anagrafici alla speranza di vita comporta l’aumento del limite di età per la pensione di vecchiaia di una o più unità il coefficiente di trasformazione operante nel regime contributivo è esteso anche per le età corrispondenti a tali valori superiori a 65TRADUZIONE Quando l’età per la pensione di vecchiaia raggiungerà i 66 anni, il coefficiente di trasformazione già previsto per i 65 anni sarà attribuito alla nuova età. Resta fermo l’aggiornamento triennale dei coefficienti. Le prossime scadenza sono: 2013 – /05/2016

Confronto tra il calcolo contributivo retributivo post 1992 e il retributivo post /05/201655

56 MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE – RAGIONERIA GENERALE DELLO STATO – normativa anno 2009 Si riduce la spesa Si riducono le pensioni in rapporto alla produttività 30/05/2016

Il TFS dal 2011 TFS Il TFS maturato a partire dal 1° gennaio 2011 sarà calcolato: aliquota di computo  accantonando il 6,91% della retribuzione contributiva annua (aliquota di computo)  la retribuzione e l’aliquota contributiva sono quelle previste attualmente per ciascuna cassa TFR  le somme accantonate saranno annualmente rivalutate con le regole del TFR (1,5% fisso + lo 0,75% del tasso di inflazione) 30/05/201657

58 I tagli alle pensioni (milioni di euro) le stime dell’inps: anni venti 85 miliardi. nei prossimi anni venti il risparmio sarà di 85 miliardi. anni trenta 117 miliardi negli anni trenta raggiungerà i 117 miliardi l’inps non ha ancora reso noto il risparmio che si potrebbe realizzare parificando l’età’ pensionabile delle donne a 65 anni neanche un euro reinvestito a sostegno delle future pensioni Corriere della Sera 22/6/2010

Un altro modo di guardare al PIL: l’indice di beneficio relativo  È il rapporto percentuale tra l’importo medio della pensione e il Pil per abitante.  Misura se e quanto le pensioni partecipano alla redistribuzione della ricchezza.  È un indicatore di sostenibilità sociale a cui guardare con attenzione per capire quali saranno le condizioni di vita dei pensionati di domani Le previsioni della RGS sono fosche  Le previsioni della RGS sono fosche 59

Rapporto tra pensione media e PIL per abitante (fonte RGS – base 2000) la crisi Il crollo il PIL pro capite aumenta del 106,8% la pensione media del 58,6% il calo prosegue inarrestabile così si impoveriscono le pensioni e i pensionati 60

Rapporto tra la pensione media e PIL pro-capite in valore 2010

Gli interventi adottati hanno comportato una significativa riduzione dell’incidenza della spesa pensionistica in rapporto al PIL 1 punto percentuale annuo La riduzione raggiunge in media 1 punto percentuale annuo nell’intero periodo riduzione è di circa 26 punti percentuali Fino al 2050, in termini cumulati, la riduzione è di circa 26 punti percentuali di cui quasi la metà da ascrivere ai provvedimenti di luglio 2010 (legge n. 122/2010). secondo il Ministero dell’Economia Decisione di Finanza Pubblica /9/

nella fase di formazione del diritto alla pensione  rischio di inadeguatezza dei rendimenti  rischio di inadeguatezza dei rendimenti : il lavoratore, nonostante il versamento dei contributi, potrebbe attendersi un trattamento previdenziale insufficiente per una vita dignitosa. 63 I rischi di un sistema pensionistico a ripartizione

nel periodo successivo al pensionamento rischio demografico rischio demografico : collegato all’allungamento della vita media. Può determinare un aumento dei contributi sociali (quindi è a carico dei lavoratori attivi) o una diminuzione delle prestazioni (quindi è a carico dei pensionati); rischio salariale rischio salariale : non è coperto quando il rapporto monte pensioni/monte salari non si mantiene costante nel tempo. rischio bassa crescita economica I rischi di un sistema pensionistico a ripartizione 64 Non ci manca niente !

I provvedimenti di luglio hanno rotto il patto tra le generazioni. Diviene incerta e sconosciuta l’età per andare in pensione Le pensioni attese saranno sempre più basse Ai giovani si prospetta un futuro di povertà Non decolla la previdenza complementare Sul totale dei lavoratori dipendenti iscritti a fondi pensione più della metà sono iscritti a fondi non negoziali È ora di ricostruire il sistema previdenziale pubblico prima che sia troppo tardi !!! Alcuni interventi a favore dei soggetti più deboli: 1. contribuzione figurativa 2. integrazione al minimo in presenza di più pensioni 3. pensione di invalidità e di reversibilità in regime contributivo 4. reddito per familiari a carico 5. coefficiente di reversibilità in assenza di altri redditi Il sindacato alla sfida delle priorità 65

1 - la contribuzione figurativa L'inadeguatezza delle pensioni L'inadeguatezza delle pensioni può risultare anche dalla mancanza di contributi figurativi per disoccupazione malattia malattia periodi dedicati alle cure familiari periodi dedicati alle cure familiari assenza di copertura adeguata per i lavoratori con contratti di breve durata e gli atipici. assenza di copertura adeguata per i lavoratori con contratti di breve durata e gli atipici. Non siamo all’anno zero, ma l’intera impalcatura della contribuzione figurativa è da rivedere dal libro verde della Commissione Europea 66

Alla lavoratriceun anticipo di età quattro mesi per ogni figlioe nel limite massimo di dodici mesi. Alla lavoratrice è riconosciuto un anticipo di età rispetto al requisito di accesso alla pensione di vecchiaia di quattro mesi per ogni figlio e nel limite massimo di dodici mesi. In alternativa maggiorato di un annomaggiorato di due anni In alternativa, la lavoratrice può optare per la determinazione del trattamento pensionistico con l’applicazione del coefficiente di trasformazione relativo all’età, maggiorato di un anno in caso di uno o due figli, e maggiorato di due anni in caso di tre o più figli. 1 - contribuzione figurativa nel regime contributivo 67

1 - contribuzione figurativa nel regime contributivo La norma è efficace ad alcune condizioni: L’importo della pensione, compreso l’anticipo di età o la maggiorazione del coefficiente, deve essere comunque pari o superiore a 1,2 volte l’assegno sociale Nel caso contrario occorre attendere il compimento dei 65 anni di età comunqueinefficaceNei confronti delle donne occupate nei settori pubblici, la norma relativa alla maggiorazione del coefficiente di trasformazione è comunque inefficace: età pensionabile e coefficiente massimo coincidono. Possono soltanto anticipare il diritto alla pensione, con la conseguente riduzione di importo. 68

30/05/ Le donne laureate e con figli devono scegliere tra il riscatto della laurea e quello dei periodi di astensione facoltativa per maternità intervenuta fuori dal rapporto di lavoro. Non è consentito il riscatto di entrambi i periodi. Al contrario, la legge non pone limiti al cumulo del servizio militare con il riscatto della laurea – un caso emblematico di discriminazione 69

2 - scelta del trattamento da integrare in presenza di più pensioni inferiori al minimo Nel caso in cui una delle pensioni risulti costituita per effetto di un numero di settimane di contribuzione obbligatoria …… non inferiore a 781, l'integrazione al trattamento minimo spetta su quest'ultima pensione (art 6, c3, D.L. 463/1983 ) L’intento originario era quello di assicurare il trattamento più favorevole perché le pensioni con più di 780 contributi avevano diritto ad una maggiorazione del trattamento minimo (art. 14 quater D.L. 663/1979) Quest’ultima norma è stata abrogata vantaggio è stato soppresso ma la scelta del trattamento da integrare non è cambiata 70

coppia pensionati importo quota di integrazione € 390,97 importo a calcolo € 70 € 460,97 importo a calcolo > TM > 780 ctr € 750,00 vedova: 2 pensioni < TM SO mantenendo integrata la diretta integrando l’altra € 910,97€ 530,97 SO VO € 70,00 € 460,97 importo quota di integrazione importo a calcolo € 70 importo a calcolo 60% di 750 > 780 ctr € 10,97 di integrazione VO importo quota di integrazione €390,97 € 460,97 importo a calcolo 60% di 750 > 780 ctr € 450,00 importo a calcolo € 70 differenza: € 380 LUI > TM LEI = TM 2 - un caso assai frequente 71

Il contenzioso non ha dato esito positivo Il contenzioso non ha dato esito positivo “La circostanza che una disposizione legislativa smarrisca la sua ratio originaria non comporta necessariamente, di per se, l’illegittimità costituzionale sopravvenuta della disposizione stessa. (Corte Costituzionale n. 18 del 1998) Nessun principio costituzionale accorda tutela alla pretesa dell’assicurato al trattamento pensionistico complessivo più favorevole” (Corte Costituzionale n. 18 del 1998) Rimane la via legislativa Rimane la via legislativa per assicurare il trattamento di miglior favore, come era nello spirito originario della norma, oppure per mantenere integrata la pensione che nasce prima, 2 – la proposta 72

3 – La misura della pensione nel regime contributivo L’impostazione iniziale della legge 335/1995 prevedeva il pensionamento flessibile, azionabile a scelta del lavoratore, ad una qualsiasi età compresa fra 57 e 65 anni. Pur non essendoci più flessibilità in uscita la norma è rimasta in vigore e si applica di fatto soltanto alle donne dei settori privati che possono scegliere una età di pensione tra 60 e 65 anni. La libertà di scelta era, ed è, vincolata alla sola condizione che l’importo a calcolo della pensione non fosse inferiore a 1,2 volte l’assegno sociale (493,83 € nel 2011). 73

3 - le pensioni di invalidità e superstiti nel regime contributivo 3 - le pensioni di invalidità e superstiti nel regime contributivo Il vincolo dell’importo minimo non vale per le pensioni di invalidità e reversibilità Il vincolo dell’importo minimo non vale per le pensioni di invalidità e reversibilità. La pensione è liquidata a qualsiasi età sulla base del solo importo a calcolo. Non si tiene conto del fatto che l’accesso alla pensione è indipendente dalla volontà del soggetto. Sono questi i nuovi poveri 74

30/05/ invalidità e superstiti nel regime contributivo LA NUOVA POVERTA’ NESSUNA INTEGRAZIONE PRIMA DEI 65 ANNI 75

3 - L’età media Non si tratta di attendere pochi anni 76

La legge 335/95 prevede che al compimento del 65esimo anno di età, al cittadino privo di reddito spetta l’assegno sociale. Qualora il soggetto possegga altri redditi di importo inferiore all’assegno sociale, quest’ultimo spetta fino a concorrenza dell’importo dell’ assegno medesimo. Se si tratta di reddito da pensione liquidata in regime contributivo, un terzo della pensione non concorre a formare reddito agli effetti del conferimento dell’assegno sociale. Si tratta di estendere questa misura ai titolari di pensione di reversibilità o di invalidità. 3 - invalidità e superstiti nel regime contributivo: la proposta 77

Un esempio

3 3 - quanto costa Tenendo conto del numero dei pensionati e dell’importo medio delle pensioni in essere, si può calcolare in via approssimativa l’onere annuo della proposta. 79

pensioni per anno di decorrenza 3 - quanto costa 80

4 – limite di reddito per familiari a carico Il reddito personale annuo, per essere considerati fiscalmente a carico, non deve superare l’importo di euro 2.840,51. Un limite fermo da 10 anni L’adeguamento del limite di reddito interessa la generalità dei contribuenti ma vi è un interesse specifico per i superstiti di lavoratore o di pensionato. Un lavoratore con moglie e figli a carico (minorenni, o maggiorenni inabili), beneficia delle detrazioni d’imposta previste per familiari a carico e della deduzione o detrazione di spese medico - sanitarie relative agli stessi familiari. 81

4 – limite di reddito per familiari a carico I familiari superstiti diventano titolari della pensione indiretta in quota parte 2.840,51 Se la quota degli orfani supera l’importo annuo di euro 2.840,51 (euro 218,50 al mese) non sono più considerati fiscalmente “a carico” del genitore superstite. Sono fiscalmente autonomi ma “incapienti” Le spese che li riguardano non sono deducibili o detraibili ne da loro stessi ne dal genitore, che pure vi provvede 82

4 – limite di reddito per familiari a carico Nel caso di uno o due figli è sufficiente una pensione mensile di euro alla vedova 660 euro (60% di 1.100) a ciascuno dei due figli 220 euro (20% di 1.100). Nel caso di tre figli è sufficiente una pensione mensile di euro alla vedova 990 euro (60% di 1.650) a ciascuno dei tre figli 1/3 del restante 40% pari a 220 euro. 83

4 – limite di reddito per familiari a carico: la proposta Il limite di reddito deve essere annualmente adeguato all’inflazione Se ciò fosse accaduto oggi il limite di reddito sarebbe di 3.695,51 euro e un certo numero di famiglie potrebbe beneficiare della detrazione per i figli a carico La detrazione in cifra fissa è una ulteriore forma di drenaggio fiscale 84

coniuge 60% coniuge con 1 figlio 80% coniuge con 2 o più figli 100% orfano solo 70% 2 orfani 80% 5 - La pensione ai superstiti la misura della pensione della pensione in pagamento oppure di quella che sarebbe spettata al dante causa al momento del decesso 85

Il cumulo con altri redditi la pensione ai superstiti non è soggetta a divieto specifico di cumulo con l’attività lavorativa:  essa però è soggetta a riduzione in modo generico a fronte di redditi assoggettabili all’Irpef oltre determinati limiti  dai redditi influenti è esclusa la casa di abitazione 5 - La pensione ai superstiti 86

Il cumulo con altri redditi La riduzione non si applica se il nucleo familiare comprende figli minorenni o studenti o inabili 5 - La pensione ai superstiti 87

la pensione di reversibilità è revocata a domanda è liquidata la “doppia annualità” pari a 26 mensilità dell’importo di pensione spettante alla data del nuovo matrimonio. In caso di passaggio a nuove nozze 5 - La pensione ai superstiti 88

1.Dopo il secondo periodo del comma 41 dell’articolo 1 della legge 8 agosto 1995, n. 335, sono inseriti i seguenti: 2.« L’aliquota percentuale della pensione da liquidare al coniuge superstite è elevata al 100 per cento quando nell’anno di decorrenza il beneficiario risulta sprovvisto di redditi di qualsiasi natura, con la sola esclusione degli interessi di importo complessivo non superiore a 500 euro derivanti da depositi di risparmio 3.In caso di conseguimento di redditi di qualsiasi natura in data successiva alla prima liquidazione, il cumulo con il trattamento pensionistico avviene nei limiti di cui all’allegata tabella F ridotti a un terzo ». 4.Ai maggiori oneri si provvede mediante appositi stanziamenti da iscrivere annualmente nella legge di stabilità. 5 - La pensione ai superstiti: la proposta di legge 89

5 – i limiti della proposta La norma si riferisce al solo coniuge superstite, la vedova con figli oppure il figlio o i figli superstiti sono esclusi Con l’eccezione degli interessi da depositi di risparmio, il possesso di redditi di qualsiasi natura e qualsiasi importo esclude dal beneficio Non si prevedono limiti di reddito oltre il quale la è inefficace La casa di abitazione diventa reddito influente. I limiti imposti alla copertura economica non configurano la prestazione come un diritto 90

5 - La pensione ai superstiti: le domande 1.Innalzando il coefficiente fino al 100% si tutelano maggiormente le pensioni basse? 2.Si possono individuare altre soluzioni per fronteggiare le spese fisse? 3.E’ un provvedimento che fa equità? 4.Questa misura deve riguardare anche le pensioni in essere o soltanto le nuove pensioni? 91

Tenendo conto dell’integrazione al trattamento minimo, delle maggiorazioni e della somma aggiuntiva, il trattamento previdenziale e assistenziale raggiunge i 630 euro netti. Una pensione lorda di 650 euro non riceverebbe, al netto, alcun beneficio Entro questa cifra ogni euro di aumento riduce soltanto la quota assistenziale a tutto vantaggio del bilancio dello Stato R iguarda le pensioni basse? 92

5. 2 – Le spese fisse Si tratta di un tema tipicamente assistenziale. La soluzione più adeguata potrebbe essere ricercata agendo sul trattamento fiscale 93

5. 3 – L’equità Penalizzata la vedova che percepiva una parte di assegno sociale 94

5. 3 – L’equità

5. 4 – Le nuove o anche le vecchie pensioni? Dipende dalle risorse disponibili. In ogni caso, se dovesse riguardare soltanto le nuove pensioni si darebbe vita ad una nuova disparità di trattamento. La proposta di legge, come formulata, non riguarda le pensioni vigenti. 97 Il costo è stato stimato tenendo conto di tutte le pensioni vigenti e non tenendo conto della possibile presenza di altri redditi, compresa la casa di abitazione

5 5 - Costo della reversibilità al 100% limitata alle pensioni di importo tra 500 e 1500 euro numero pensionati importo annuo migliaia di € importo medio annuo (in euro) reversibilità mese pensione diretta 100% costo per un anno femmine classe di importo 500,00-749, ,00-999, , , , , maschi clsasse di importo 500,00-749, ,00-999, , , , , totale maschi+femmine Titolari di una sola pensione di reversibilità 98

Limitando la platea ai titolari di nuove pensioni privi di qualsiasi altro reddito il costo si riduce notevolmente la proposta così come formulata non è EQUA Stabilire le priorità Stabilire le priorità